È chiaro che, nonostante gli eventi positivi del ventunesimo secolo, la Russia soffre ancora notevolmente le conseguenze dell'ateismo del XX secolo, sia da parte di tre generazioni di materialismo marxista, sia da parte di una generazione di materialismo capitalista. Tuttavia, una rinascita spirituale e culturale è in corso e nel 2016 potrebbe finalmente raggiungere un punto di svolta. Così, anche se possiamo non essere sempre d'accordo con lui, il leader politico russo, ispirato alla bimillenaria tradizione cristiana ortodossa, è ora il leader del movimento anti-globalista in tutto il mondo, che si oppone all'egemonia planetaria degli Stati Uniti e all'unico stato mondiale a cui tale egemonia sta mirando.
La domanda ora è: può il leader spirituale russo, il patriarca russo, diventare allo stesso modo il leader del movimento anti-apostasia in tutto il mondo, opponendosi alla follia del mondo ateo di oggi? Se lo può, otterrà il pieno appoggio del clero ordinario, della gente comune e dei monaci. Alcuni di questi fedeli sono stati feriti da infidi elementi ecumenisti a Mosca e alcuni di loro sono arrabbiati con il patriarca. Nonostante questo, il patriarca di Mosca è già il patriarca ecumenico de facto del mondo ortodosso, ma tale stato finora dipende soloi da numeri. Come può aumentare la sua autorità morale e spirituale?
Questo può avvenire solo attraverso la sua confessione dell'Ortodossia. Qui, ci sono due azioni che farebbero schierare la Chiesa alle sue spalle. Il primo atto, come ha recentemente detto il metropolita Veniamin di Vladivostok, è di lasciare il Consiglio Ecumenico delle Chiese, entità pan-protestante. L'adesione ad esso, come abbiamo sempre saputo nella Chiesa fuori dalla Russia, non fa che screditare la Chiesa. Al momento della partenza, dovremmo spiegare perché lo consideriamo un concilio di empi e riteniamo la sua ideologia eretica. Il secondo atto è quello di puntare i piedi in occasione della riunione di Creta nel mese di giugno e rifiutarsi di firmare qualsiasi documento che tradisca la dogmatica ortodossa attraverso un linguaggio vago, ambiguo, ecumenista e laicista.
Durante la Quaresima il patriarca Kirill si è incamminato su questo sentiero di confessione dichiarando che l'eresia principale dei tempi moderni è il culto dell'uomo come Dio, e che questo è ciò che sta dietro la catastrofe spirituale dell'Occidente. Come ha detto in seguito al canale di notizie NTV, il 1 maggio, 'il mondo si sta dirigendo dritto all'inferno'. Queste non sono le parole di qualche vescovo locale, ma le parole del leader cristiano globale, che, a differenza di papa Francesco, non ha paura di dire la verità. Ed essendo un leader globale, presso la Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca che il Vangelo pasquale è stato letto in 27 lingue, a dimostrazione della missione universale della Chiesa ortodossa russa.
Questi due gesti dovrebbero definitivamente rassicurare quei dissidenti la cui fiducia è stata scossa dagli eventi di gennaio e febbraio, ovvero, la pubblicazione delle ambigue bozze dei documenti per la riunione di Creta e l'incontro del papa Francesco con il patriarca a Cuba. Più di questo, però, dovrebbero chiarire, sia a tutta la Chiesa ortodossa sia al mondo al di fuori della Chiesa, che il leader spirituale globale del mondo contemporaneo è il patriarca russo, che resiste all'apostasia occidentale e alla sua divinizzazione dell'uomo caduto. In questo modo siamo in grado di trovare la via della salvezza in mezzo al caos e la follia del mondo di oggi.
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