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  La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e il Vaticano stanno sviluppando relazioni: perché?

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 2 marzo 2023

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il Vaticano è sempre più vicino alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Fino a ieri i cattolici avevano evitato la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ignorandola. Ma recentemente la situazione è cambiata. Si tengono riunioni e si rilasciano dichiarazioni. Dove si sta andando?

Per anni, dopo la creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", i rappresentanti della Chiesa cattolica romana hanno delicatamente evitato questa organizzazione. Non ci sono stati commenti negativi su Dumenko, ma non ci sono stati nemmeno contatti ufficiali. Gli esperti hanno associato questa posizione alla riluttanza di Roma a peggiorare i rapporti con la Chiesa russa. Ma dopo l'invasione russa dell'Ucraina, questa posizione è gradualmente cambiata. Ciò è diventato particolarmente evidente all'inizio del 2023.

Sergej Dumenko a Roma e al Fanar

Il 25 gennaio 2023, il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Sergej (Epifanij) Dumenko, ha incontrato a Roma il prefetto del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani, il cardinale Kurt Koch.

Dumenko e il cardinale Kurt Koch. Foto: www.pomisna.info

Dumenko ha condiviso con Koch la sua visione della vita religiosa dell'Ucraina, lo ha ringraziato "per l'attenzione alla Chiesa locale dell'Ucraina" e ha affermato che la sua struttura è pronta per un dialogo con la Chiesa cattolica romana. Le strutture religiose conducono comunque un dialogo diplomatico tra di loro, quindi non è necessario dichiarare la disponibilità a questo fine. È probabile che si tratti di qualcosa di più grande: il riavvicinamento al cattolicesimo, il cui tono è stato dato dal Vaticano e dal Fanar con tutta una serie di dichiarazioni ed eventi congiunti che indicano che intendono seriamente unirsi tra loro.

In risposta, il cardinale Koch ha affermato: "Stiamo seguendo da vicino gli eventi. Durante i nostri incontri, sia il patriarca Bartolomeo che il metropolita Emmanuel, che, come so, ha fatto molto anche per la Chiesa ucraina (la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ndc), ci hanno parlato di loro". Cioè, il Vaticano preferisce ricevere informazioni sulla vita religiosa in Ucraina solo da una parte, anche se potrebbe incontrare i rappresentanti del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina e avere un quadro completo di ciò che sta accadendo. Ma il Vaticano non lo fa e preferisce affidarsi proprio alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Koch ha anche osservato che il Vaticano è "contento della visita in corso" di Dumenko e spera che "con l'aiuto di Dio, finiscano le controversie che esistono tra gli ortodossi in Ucraina".

Lo stesso giorno, papa Francesco ha tenuto un'udienza con i delegati del Consiglio pan-ucraino delle chiese e delle organizzazioni religiose (AUCCRO) e con i membri della Società biblica interconfessionale ucraina.

Dopo il Vaticano, il 26 gennaio 2023, il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" Sergej Dumenko si è recato al Fanar.

il patriarca Bartolomeo e Dumenko. Foto: orthodoxtimes.com

Il patriarca Bartolomeo lo ha ricevuto molto gentilmente e ha espresso la speranza che Papa Francesco si sia avvicinato alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e all'Ucraina: "Questa volta è venuto da noi dall'Antica Roma, qui alla Nuova Roma. Siamo lieti che abbia avuto l'opportunità di informare papa Francesco di prima mano su ciò che sta accadendo in Ucraina". Notate come il capo del Fanar parla di Istanbul. È stata una città musulmana turca per molti secoli. Tuttavia, il patriarca Bartolomeo usa il nome "Nuova Roma". Non è difficile capire che si tratta di una narrativa puramente imperiale, che intende sostenere ideologicamente le rivendicazioni del Fanar al primato nell'Ortodossia e la superiorità dell'ellenismo sulle altre tradizioni, come ripetono costantemente i suoi rappresentanti. A proposito, il concetto di "Mosca Terza Roma" è solo un'interpretazione del concetto imperiale di Costantinopoli alla maniera russa.

L'atteggiamento del Vaticano nei confronti della repressione della Chiesa ortodossa ucraina: dalla non accettazione all'approvazione

Una delle dichiarazioni del pontefice durante l'incontro con l'AUCCRO è molto indicativa: "Sono con voi nella difesa dei diritti dei credenti di tutte le comunità religiose, specialmente di quelli che subiscono offese e persecuzioni... nel rispetto dei principi e delle norme del diritto internazionale e dei diritti umani fondamentali".

Le delegazioni più rappresentative all'incontro sono state la Chiesa greco-cattolica ucraina e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Possiamo dire che queste "subiscono offese e persecuzioni"? I loro "diritti umani fondamentali" sono violati? Ben difficilmente. Eppure il papa è sicuramente ben informato sulla situazione che si è venuta a creare intorno alla Chiesa ortodossa ucraina. Il vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa ucraina, l'arciprete Nikolaj Danilevich, presente all'incontro, ha affermato che i rappresentanti della Chiesa cattolica romana "hanno espresso preoccupazione per la possibilità di applicare punizioni collettive a un'intera denominazione per singole violazioni della legge da parte di alcuni chierici". Ma le azioni dei rappresentanti ufficiali parlano di qualcosa di completamente diverso.

Il 21 febbraio 2023, Sergej Dumenko ha visitato il nunzio apostolico in Ucraina, l'arcivescovo Visvaldas Kulbokas. I partecipanti all'incontro hanno anche discusso dell'interdizione della Chiesa ortodossa ucraina in Ucraina. In particolare, Dumenko ha affermato: "Sosteniamo la volontà dello Stato ucraino di proteggere i nostri concittadini e la libertà di religione dall'influenza ibrida della propaganda russa, il cui strumento, purtroppo, è diventata la Chiesa russa. Non stiamo parlando di vietare la religione, ma di vietare ai centri religiosi russi controllati dall'amministrazione Putin di avere un'influenza sulle organizzazioni religiose in Ucraina".

È chiaro a tutti che dietro queste frasi diplomatiche c'è una campagna per interdire la Chiesa ortodossa ucraina, che si sta svolgendo sotto i nostri occhi e si sta svolgendo a tutti i livelli: legislazione, forze dell'ordine, governo locale, media e così via. Sappiamo solo dalle parole di Dumenko che il nunzio e il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" hanno discusso dell'interdizione della Chiesa ortodossa ucraina. Ma poiché Kulbokas non l'ha negato, significa che questo è vero.

Dumenko e Kulbokas. Foto: www.pomisna.info

E solo un anno fa, i cattolici avevano una posizione completamente diversa. L'11 aprile 2022 l'Ambasciata vaticana in Ucraina aveva rilasciato un comunicato in cui esprimeva "opposizione a qualsiasi azione restrittiva nei confronti di Chiese e organizzazioni religiose". Il comunicato era apparso in risposta ai primi progetti di legge contro la Chiesa ortodossa ucraina. Da allora, la valanga di repressioni contro la Chiesa ortodossa ucraina è cresciuta in progressione geometrica. Ma la posizione dei cattolici si è trasformata dal rifiuto di queste repressioni al loro effettivo sostegno.

Il 26 febbraio 2022, il giorno dopo l'incontro con Kulbokas, una delegazione della Conferenza episcopale cattolica belga ha visitato la residenza di Dumenko.

rappresentanti del Vaticano in visita a Dumenko. Foto: www.pomisna.info

La delegazione era molto rappresentativa: il vescovo ausiliare di Bruxelles, Jean Kockerols, il vescovo di Gand, Lode Van Hecke, il vescovo di Bruges, Lodewijk Aerts, e il vescovo di Anversa, Johann Bonny. Hanno partecipato anche rappresentanti di strutture estere della Chiesa greco-cattolica ucraina: l'amministratore apostolico dell'eparchia di Parigi della Chiesa greco-cattolica ucraina, mons. Hlib Lonchyna, e il vicario Episcopale della Chiesa greco-cattolica ucraina in Belgio, Ivan Dantchevsky. L'incontro ha anche discusso del "mondo russo" e dei modi per contrastarlo.

Ancora una volta, sottolineiamo che il "mondo russo" porta davvero distruzione e rovina, che l'intero popolo ucraino sta vivendo, compresi i molti milioni di fedeli della Chiesa ortodossa ucraina. Ma i nemici della Chiesa ortodossa ucraina la etichettano ingiustamente come "mondo russo" per giustificare ideologicamente la loro lotta contro la Chiesa. Oggi, quando la Federazione Russa semina morte e distruzione in Ucraina, è molto conveniente occuparsi degli indesiderati e privarli dei loro diritti costituzionali semplicemente chiamandoli "mondo russo". E molti cittadini ucraini saranno d'accordo con tale repressione senza preoccuparsi di chiedersi: queste accuse contro la Chiesa ortodossa ucraina sono giustificate?

Conclusioni

In primo luogo, tutti questi eventi mostrano che il Vaticano ha recentemente iniziato a considerare la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" come una parte con cui può e deve comunicare ufficialmente.

In secondo luogo, questi contatti e dichiarazioni si inseriscono nel contesto dell'imminente unificazione della Chiesa greco-cattolica ucraina e della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", e quindi del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e del Vaticano.

Prima della sua visita a Roma, il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Svjatoslav Shevchuk, ha rilasciato una dichiarazione eloquente. "A Dio piacendo, un giorno saremo tutti uniti. Cioè, tutte le divisioni che esistono oggi tra il mondo ortodosso e il mondo cattolico, penso, passo dopo passo saranno superate", ha detto il leader della Chiesa cattolica orientale e ha aggiunto che la cattedrale di santa Sofia a Kiev è la chiesa madre della Chiesa greco-cattolica ucraina e simboleggia l'unità nazionale. Sulla stessa linea si è espresso anche Dumenko, che ha detto che si recherà in Vaticano per "rafforzare la collaborazione".

Gli incontri e negoziati con il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Epifanij Dumenko, anche con papa Francesco e i suoi stretti cardinali, dimostrano che il Vaticano ha posizionato la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non solo come una delle denominazioni ucraine, ma anche come una "Chiesa locale" in Ucraina. Questo non è affatto casuale. La "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" è necessaria al Vaticano come partner nei negoziati sull'unificazione in tale status.

Si può notare che, a parte il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, nessun'altra Chiesa ortodossa locale ha ancora annunciato l'intenzione di partecipare a tale processo di unificazione. Sembra che le Chiese locali stiano assistendo al processo di riavvicinamento tra Patriarcato ecumenico e Vaticano e semplicemente non sappiano come reagire. Non lo sanno perché ancora oggi è impossibile dire con certezza fino a che punto arriverà questa unificazione e in che forma avverrà. La reazione dipenderà da questo. Ma già ora il Vaticano deve dimostrare che il processo di unificazione è sostenuto non solo dal Patriarcato ecumenico, ma che vi partecipano anche altre "Chiese locali".

Dal punto di vista interno ucraino, la possibile unificazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" e della Chiesa greco-cattolica ucraina sarà presentata nello spazio informativo come la "riunificazione delle Chiese del battesimo di Vladimir". Qui, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" si presenta come una Chiesa ortodossa locale che si sta "riunendo" a una simile Chiesa cattolica locale, o come amano dire di sé i cattolici orientali, una Chiesa ortodossa locale in comunione con il trono romano. I partecipanti al processo di unificazione preferiscono non discutere il fatto che la dottrina cattolica, la morale cattolica, le pratiche di preghiera e gli ideali di santità differiscono fondamentalmente da quelli della fede ortodossa. Oggi questi "dettagli" interessano a pochi.

Pertanto, la Chiesa greco-cattolica ucraina e la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" si stanno muovendo verso la loro unificazione, che è più sostanziale che amministrativa, e si posizioneranno come l'unica Chiesa nazionale dell'Ucraina.

La Chiesa ortodossa ucraina, che si rifiuta di partecipare a questo processo, sarà dichiarata un gruppo marginale che si troverà nello stato di una "Cenerentola" appena tollerata per misericordia. Da un lato saremo privati dello splendore esteriore e del riconoscimento da parte del mondo, ma dall'altro questo apre meravigliose opportunità per concentrare tutte le nostre forze spirituali nel seguire il Vangelo e i comandamenti di Cristo.

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