Un recente articolo di William S. Lind in American Conservative sottolinea l'ovvio: la Russia di Vladimir Putin è oggi nel mondo il difensore più importante del conservatorismo, e ha sostituito in quel ruolo gli Stati Uniti che una volta sembravano proteggere e difendere i valori tradizionali in tutto il mondo.
Lind inizia il suo commento con un promemoria il cui significato molti americani non hanno ancora compreso.
Citazione: "Una sfortunata eredità della guerra fredda è l'atteggiamento negativo che alcuni conservatori americani ancora nutrono nei confronti della Russia".
Avevo una volta tradotto una lettera di Alexander Solzhenitsyn al presidente Reagan, lettera che fornisce qualche informazione sulla diffidenza della destra americana non tanto nei confronti del comunismo sovietico, ma della Russia stessa. Potete leggere qui la traduzione in inglese.
Mentre ci si può adombrare con Putin per il suo passato nel KGB e, quindi, attribuirgli ulteriori motivi estranei a qualsiasi amore per la cultura tradizionale russa, è difficile imputare secondi fini al patriota Solzhenitsyn, che era disposto a finire nei gulag di Stalin nel nome della verità e della giustizia per la sua Madre Russia. Questa diffidenza verso Solzhenitsyn che riflette in questa lettera dimostra che i "conservatori" anti-russi non sono necessariamente motivati da obiettività, anche se alcuni hanno argomenti pronti che si appoggiano esclusivamente sulle dichiarazioni di Golitsyn, un uomo che ha lasciato la Russia nel 1962 e potrebbe quindi non aver conosciuto nulla di quello che traspirava nella struttura del potere russo per 30 anni prima della caduta dell'Unione Sovietica.
Di fatto il 1962 erano 52 anni fa! L'Unione Sovietica è durata solo 69 anni, e questo lasso di tempo è quasi la durata di tale entità in sé, durante la quale nessun occidentale era a conoscenza dei meandri delle decisioni politiche del Cremlino. Ma se possiamo giudicare dai grandi cambiamenti dall'era di Stalin alla denuncia di Stalin fatta da Krushchev, allora possiamo facilmente vedere che tutto può accadere nel centro del potere russo, anche improvvise inversioni di marcia. Come possiamo presumere di sapere che nulla è cambiato? Una mancanza di cambiamenti indicherebbe un cambiamento in sé rispetto a un passato tumultuoso.
Durante il mio viaggio di studio presso l'università di Leningrado nei primi anni '70, ho notato qualcosa di strano: le autorità sovietiche "atee" spendevano milioni e milioni di rubli e di tempo per restaurare amorevolmente chiese bombardate dalla Germania nella seconda guerra mondiale. Gli artisti potevano quindi prendere titoli di studio in restauro architettonico, un corso di studi molto popolare. Questo mi sembrava strano, e lo era, se si considera come invece il compagno dei comunisti sovietici, Mao, distruggeva deliberatamente manufatti antichi e templi in tutta la Cina.
In altre parole, i sovietici potevano facilmente fare la stessa cosa che faceva Mao senza perdere il loro potere. Credo fermamente che la loro decisione di preservare i monumenti culturali russi fosse dovuta non tanto a considerazioni di opportunità politica, ma di qualcosa di insito profondamente all'interno di questi uomini. Qualcosa di cui essi stessi potevano essere consapevoli oppure no.
Non ho pienamente capito queste anomalie fino a quando Putin ha parlato e scritto in difesa dei valori tradizionali russi. Credo che sotto quell'esteriorità atea vi fossero correnti di dubbio del valore della repressione culturale e un riconoscimento, ai più alti livelli, che il popolo russo non avrebbe mai abbandonato - anzi, non avrebbe mai potuto abbandonare - le proprie tradizioni, compreso il loro fulcro, la Chiesa.
Quando stavo lavorando al mio diploma di master in lingua e letteratura russa, ho scoperto quanto i sovietici onoravano i loro poeti e scrittori tradizionali, compresi quelli che come Dostoevskij e il primo Tolstoj scrissero in difesa della religione ortodossa russa. Sembra che quelli che prendevano decisioni in ambito accademico avessero deciso che non potevano semplicemente seppellire questi scrittori e le loro opere. Hanno continuato a pubblicarli e a venderli come prima in grandi edizioni.
Tutte queste cose erano indizi inequivocabili per quanto riguarda il pensiero del Politburo e del Congresso.
Come per legare tutti questi indizi insieme, negli anni '90 ho visto un film sovietico girato durante gli ultimi giorni dell'Unione Sovietica intitolato Pentimento. Era girato in lingua georgiana (estranea al russo) ed è una deliziosa opera d'arte cinematografica. Invito chiunque fosse interessato a conoscere la verità sulla Russia e sul suo amore per le tradizioni cristiane a vederlo. Si può vedere qui in versione sottotitolata.
Se non avete tempo per vederlo tutto, andate almeno al punto 2:21:37, con un incontro tra un'anziana donna – il cui marito restauratore era morto per mano di un crudele sindaco stalinista di nome Varlam, che aveva distrutto la chiesa e ucciso il custode – e una donna di mezza età, una sconosciuta a cui sta chiedendo indicazioni.
Questo dialogo finale dice più o meno così:
Donna anziana (che porta una valigia a pezzi e parla con una donna di mezza età, affacciata alla finestra si casa sua): Questa strada conduce alla chiesa? [Si riferisce alla chiesa che il marito defunto aveva restaurato, ma che era stata distrutta da Varlam]
Donna di mezza età: Questa è strada Varlam. Non conduce a una chiesa.
Donna anziana: E allora a che vi serve? Perché avere una strada che non conduce a una chiesa?
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