Recentemente, un gruppo di vescovi e teologi dell'arcidiocesi greco-ortodossa d'America ha lanciato l'idea di far rivivere la pratica della chirotonia delle diaconesse (ordinazione femminile) per ottimizzare l'attività liturgica, sociale, pastorale e missionaria della Chiesa. Una proposta simile è stata presentata nel 2004 nella Chiesa di Grecia, ma dopo la morte dell'arcivescovo Hristodoulos, è rimasta in sospeso.
Anche se per molti di noi queste idee sembrano tratte dall'anglicanesimo e dal protestantesimo, gli autori del documento, che sono distinti teologi ortodossi, non fanno altro che rilanciare l'antica pratica delle diaconesse, indipendentemente dalle discussioni moderne sull'ordinazione (chirotonia) delle donne al sacerdozio o all'episcopato. È noto che le donne non sono mai state ordinate al sacerdozio o all'episcopato, ma la loro consacrazione al rango diaconale non creava nella mentalità antica presupposti per rivendicare il sacerdozio per le donne (sant'Epifanio di Salamina, PG 42, 744D).
Per comprendere la necessità, o quanto meno, l'ammissibilità delle diaconesse, un ortodosso deve prima chiarire il ruolo del diacono (uomo) nella Chiesa ortodossa. Non si tratta solo di un grado preparatorio per il sacerdozio, né si riduce al ministero liturgico, che è stato da lungo tempo eccessivamente clericalizzato. Teologicamente parlando, il ministero sacerdotale è vicino a quello episcopale (con l'eccezione del diritto di ordinare), mentre il ministero diaconale è piuttosto vicino al ministero dei laici nella Chiesa, ma non un ministero secolarizzato e occasionale, quanto piuttosto un ministero organizzato e posto sotto la benedizione del vescovo. In passato, ogni ministero nella Chiesa (lettori, cantori, portieri, servitori d'altare, suddiaconi), era benedetto attraverso un servizio di chirotesia, ma il diaconato era il grado più alto a cui poteva salire un laico senza studi particolari, ma già attraverso una chirotonia. Una funzione senza diacono era impensabile, perché litanie e altre acclamazioni diaconali erano considerate assolutamente improprie per un sacerdote, che aveva il compito di offrire il santo Sacrificio.
Per esempio, ai tempi dell'imperatore Giustiniano, la cattedrale di santa Sofia a Costantinopoli aveva 525 chierici di cui: 60 sacerdoti, 100 diaconi, 40 diaconesse, 90 ipodiaconi, 110 lettori, (solo) 25 cantori e 100 portieri. Ai tempo dell'imperatore Eraclio, il clero della cattedrale era cresciuto fino a 600 persone. Penso che le cifre parlino già di un approccio al culto completamente diverso rispetto ai nostri giorni, in cui i diaconi sono diventati una rarità, e le diaconesse sono scomparse del tutto.
Con la pubblicazione di questo documento non voglio provocare dibattiti, ma solo dire che in determinate aree geografiche, l'ordinazione delle diaconesse è necessaria e può essere implementata, senza che ciò significhi un'eresia o un allontanamento dalla tradizione della Chiesa.
Di seguito vi presenterò altre immagini, in cui vediamo che il Patriarcato di Alessandria già officia la chirotesia delle diaconesse, discutendo anche della loro chirotonia per lo spazio africano.
E nel Patriarcato di Antiochia il servizio all'altare delle ragazze (vestite in sticario e orario) è visto come una cosa normale.
Più recentemente, questa pratica è stata osservata anche altrove, come in Montenegro, negli Stati Uniti, in Germania, o anche in alcune parrocchie russe.
Solo la Chiesa orientale armena, in particolare quella in Iran, mantiene fino a oggi l'antica pratica della chirotonia delle donne al diaconato.
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