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  Possiamo sapere con certezza chi è salvato?

dell'arciprete Lawrence Farley

Pravmir, 16 novembre 2016

foto: http://www.simbeparhia.ru/

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Ci sono alcune persone che sono abbastanza certe di poter conoscere – non di indovinare, ma proprio di conoscere – chi è perduto e chi è salvato. Altri, sul lato opposto della scala dell'onniscienza, affermano con forza che nessuno può sapere con certezza se una persona in particolare è perduta o salvata. Il primo gruppo pretende che la totale certezza sia possibile in queste cose; l'altro gruppo opta per l'agnosticismo totale. Cito rappresentanti di entrambi i campi.

Alcuni anni fa nella nostra parrocchia un convertito dalla fede mennonita stava discutendo dell'Ortodossia con il padre di un altro giovane, anche lui recentemente convertito. Il padre era preoccupato per l'anima del suo figlio convertito, perché dopo che aveva lasciato l'evangelicalismo protestante, il padre credeva che il figlio avesse abbandonato Cristo. L'ex mennonita sapeva parlare in "evangelicalese" e si sforzava di convincere in quella lingua il padre preoccupato, spiegando che il figlio credeva ancora in Gesù e non era un apostata. Alla fine della discussione di due ore, disse al padre: "Mi permetta di chiederle questo: lei crede che io sia salvato?" La risposta fu immediata ed enfatica: "Io so che non lo sei".

L'altro esempio è più recente, e viene dalla blogosfera. Nella sezione dei commenti di un testo scritto in First Things, un commentatore è andato un po' fuori tema e ha menzionato Osama bin Laden. Ha scritto, "L'unica persona che conosco che abbia venduto la sua anima al diavolo sta ora bruciando all'inferno! Osama bin Laden sicuramente non è circondato da 72 vergini, ma piuttosto è tostato come un marshmallow o un hot dog dal diavolo e dalle sue coorti. Ora si trova nel pianto e nello stridore di denti per essere stato ingannato dallo stesso essere a cui ha venduto la sua anima". Questo ha suscitato la risposta di un altro commentatore, "Con quali mezzi lo sa, caro signore? Perché questo è più di quanto io possa sapere". Quest'ultimo commentatore era chiaramente riluttante a pronunciarsi definitivamente sullo stato d'animo di chiunque, non solo di Bin Laden.

Cosa ce ne facciamo di tutto questo? La certezza è possibile, in qualsiasi caso particolare? In alcuni casi, suggerisco che tale certezza sia possibile, cioè, nei casi di Giuda Iscariota, del diavolo e dei suoi angeli, i demoni. Dico questo sulla base delle parole di Cristo. Per quanto riguarda Giuda ha detto che era "un diavolo" (Giovanni 6:70), e un "figlio della perdizione" – ovvero, un essere perduto (Giovanni 17:12), e che sarebbe stato meglio per lui se non fosse mai nato (Marco 14:21). In ogni lettura semplice e imparziale di questi testi, Cristo sta dicendo che Giuda non sarà salvato. E dice lo stesso sulla dannazione del diavolo – la Scrittura dice chiaramente che egli sarà "gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta, e saranno tormentati giorno e notte, nei secoli dei secoli" (Apocalisse 20:10). Allo stesso modo con i demoni: Cristo ha parlato della Geenna come qualcosa che è stato "preparato per il diavolo e i suoi angeli" (Matteo 25:41), cosa che sarebbe strana se il diavolo e i suoi angeli la potessero in qualche modo evitare. Si noti che in questi casi non c'è spazio per tirare a indovinare, perché si possiede una parola chiara e autorevole da parte di Cristo proprio su questo punto. Parlare con certezza in questi casi non indica arroganza da parte di chi parla, ma umiltà: Cristo ha dato la sua sentenza, e un cuore umile la accetterà, anche se trema tutto il tempo.

A mio parere, tuttavia, tutti gli altri casi presentano meno certezza. Il Nuovo Testamento ci dice chi sarà perduto nel senso di "che tipo di persona" sarà perduta, ma questo è tutto. Non allega una lista autorevole di nomi. Così leggiamo che una persona sarà perduta se è una di quelli che sono "egoisti e ambiziosi e che non ubbidiscono alla verità, ma all'ingiustizia" (Romani 2:8), se è una di quelli che "praticano tali cose" come "le opere della carne" (Galati 5:19-21), se odia il suo fratello (1 Gv 3:15), se "non obbedisce al Figlio" (Giovanni 3:36). Cioè, ci viene offerto il profilo dei dannati, ma non il verdetto di Dio su ogni particolare individuo, se si adatta o no a quel profilo. E sicuramente è facile capire il perché: Dio vuole che guardiamo soprattutto ai nostri peccati, e non ai peccati degli altri; il giudice di tutta la terra non richiede il nostro aiuto in questo senso.

Questo significa che per alcune persone possiamo non avere quasi nessuna conoscenza del loro stato interno (e quindi della loro sorte eterna), e per altri possiamo avere un maggiore o minore grado di conoscenza. Per esempio, non so con certezza assoluta se Madre Teresa (un esempio felice e spesso utilizzato) sarà salvata. Ma se dovessi fare una scommessa, penso che sia molto probabile – così altamente probabile, di fatto, che il grado di probabilità psicologica è indistinguibile dalla certezza.

Oppure prendiamo l'altro infelice esempio di Osama bin Laden. Io non so con certezza assoluta se sia dannato, e se ora sia "tostato come un marshmallow o un hot dog dal diavolo e dalle sue coorti". È possibile che prima di essere inaspettatamente ucciso abbia ripensato tutta la sua vita e si sia pentito. Lo stesso con Hitler (un altro esempio spesso citato di una persona perduta). Non so se sia dannato. Forse proprio mentre ha tirato il grilletto per farsi saltare le cervella anche lui si sia pentito. Ma l'elemento di dubbio nella mia mente sulla sua dannazione non è molto grande. So che il motivo della "ignoranza invincibile" come difesa arriverà solo fino a un certo punto, e probabilmente non sarà abbastanza per coprire i casi di bin Laden e di Hitler. E comunque, vorrei ancora dire che il fatto della loro dannazione è "più di quanto io conosca". Ma la maggior parte delle cose su cui basiamo la nostra vita sono gradi di probabilità, non certezze assolute.

Per esempio, non so se il biglietto della lotteria che ho in mano (una mano metaforica, io non acquisto mai biglietti della lotteria) sia il biglietto vincente o no, e se presto non sarò più ricco di cinque milioni di dollari. Ma le probabilità astronomiche contro la vincita servono a ridurre la probabilità di una certezza psicologica virtuale. (Questo, naturalmente, è ciò che rende i vincitori tanto interessanti per i notiziari). Non so con assoluta certezza se non sarò colpito da un fulmine dopo che mi alzerò dal letto (circa 330 persone sono colpite da un fulmine ogni anno negli Stati Uniti), ma l'elevato grado di probabilità è a mio favore, e così vivrò la giornata come se sapessi che il fulmine non cadrà e non continuerò a guardare nervosamente verso il cielo se inizia a piovere. La stessa cosa riguarda altre credenze di base che governano le nostre vite – quasi tutto è una questione di probabilità, non di certezza matematica, ma per vivere in modo sano spesso bisogna comprimere le due cose in una.

Suggerisco, pertanto, che anche se non possiamo sapere con assoluta certezza che certi individui sono dannati, possiamo azzardare una buona congettura per alcuni casi spettacolari. Una migliore domanda rispetto a "questa persona sarà salvata?" è "che cosa vuole Dio che io faccia oggi?" Per quanto riguarda questa domanda, possiamo avere la certezza assoluta.

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