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  Arciprete Andrew Phillips: Domande e risposte dalla corrispondenza recente (gennaio-febbraio 2015)

dal blog del sito Orthodox England

3 febbraio 2015

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Răspândește:

Alcuni ritengono che il mondo ortodosso sia stato molto debole nel XX secolo. Lei è d'accordo?

L'Ortodossia del XX secolo ha prodotto più martiri di qualsiasi altro secolo, così come un gran numero di confessori, quindi non vedo come si possa chiamare 'debole' il mondo ortodosso del XX secolo.

Ma per quanto riguarda i tradimenti della fede da parte di alcuni vescovi e patriarchi anche nel XX secolo?

Questi ci sono stati, ma abbiamo quello che ci meritiamo. Se fossimo ortodossi autentici, saremmo forti e vorremmo che tutti i nostri vescovi fossero parimenti forti, ma noi siamo ortodossi nominali e quindi decadenti. Il problema non è negli altri, ma tutto in noi stessi. La Chiesa siamo noi. Pensare altrimenti è un percorso non cristiano che porta direttamente alla setta. Cerchiamo di trovare da ridire con noi stessi, non con gli altri. Odiamo il peccato, ma amiamo il peccatore. Solo le persone di mentalità non ortodossa odiano i peccatori e, così facendo, finiscono per amare il peccato. Noi ortodossi sappiamo che siamo tutti peccatori, anche se alcuni lo sono forse un po' più degli altri, sappiamo che siamo tutti vittime di Satana e pertanto dovremmo sentire più solidarietà reciproca, sapendo che abbiamo solo un nemico comune, non gli uni gli altri, ma Satana e solo Satana. "Portate i i pesi gli uni degli altri", come dice l'apostolo.

Che dire delle ingiustizie storiche che il mondo ortodosso ha sofferto, il sacco di Costantinopoli nel 1204, le numerose invasioni occidentali della Russia? Non hanno indebolito di molto il mondo ortodosso?

È vero che ci sono state molte ingiustizie storiche e tradimenti da parte della Chiesa d'Occidente, che ha voluto sostituirsi alla Chiesa.

Solo nel secondo millennio, ci sono state  l'invasione e l'occupazione dell'Inghilterra nel 1066, il saccheggio di Costantinopoli nel 1204 che ha portato alla sua caduta nel 1453, l'invasione della Russia da parte dei cavalieri teutonici nel XIII secolo, dei polacchi nel XVII secolo e poi degli europei sotto Napoleone nel 1812, l'imposizione nel XIX secolo di principi tedeschi in Grecia e in Bulgaria, l'invasione occidentale della Crimea e l'invasione e l'occupazione di Cipro da parte degli inglesi.

Nel XX secolo ci furono le invasioni di Serbia e Russia da parte degli Imperi Centrali nel 1914, la rivoluzione russa organizzata dall'Occidente nel 1917, le invasioni da parte della Germania e dei suoi alleati di varie parti del mondo ortodosso nel 1940-1941, il regime colonnelli – degno di una repubblica delle banane – installato dalla CIA in Grecia negli anni '60-'70, il genocidio occidentale in Serbia nel 1990, la colonizzazione europea dell'Europa orientale ortodossa e oggi il sanguinario regime fantoccio occidentale a Kiev. Tuttavia, non dobbiamo cercare scuse per queste ingiustizie storiche che la nostra civiltà ha subito. La fonte di tutte queste ingiustizie storiche è nella nostra decadenza. Se fossimo stati fedeli, queste ingiustizie non si sarebbero mai verificate.

È tutto per quanto riguarda il passato e il presente. A suo parere, il XXI secolo sarà nel complesso positivo o negativo per il mondo ortodosso?

Chi sono io per rispondere a questa domanda? Non è ancora chiaro da che parte sta andando la Chiesa cristiana, ossia il mondo ortodosso. Da un lato, ci sono segni di speranza, il rinnovamento della vita monastica sul monte Athos fin dagli anni '60, la caduta dell'ateismo in Europa orientale e in Russia dal 1989, la diffusione dell'Ortodossia in tutto il mondo. D'altra parte, c'è molto che è profondamente decadente e motivo di pessimismo. Il presidente dell'Estonia è un americano, il nuovo presidente della Romania è un tedesco, ci sono ministri non ucraini nominati dagli americani in Ucraina, il presidente del Montenegro è una marionetta dell'Unione Europea, e così via. Tuttavia, il popolo ortodosso può resistere all'establishment imposto da Unione Europea e Stati Uniti e scegliere la libertà, come abbiamo appena visto in Grecia, anche se, naturalmente, i leader che scelgono la libertà di solito vengono assassinati.

Parlando di 'molto che è profondamente decadente', sta anche pensando alla corruzione? Per esempio, i sistemi politici, imprenditoriali, bancari, polizieschi e giudiziari in Romania, Grecia, Ucraina o Russia e così via sono immersi in corruzione e tangenti, ancor più che paesi come l'Italia, la Spagna e la Francia. Perché c'è tanta corruzione nei paesi ortodossi, perché gli ortodossi sono così corrotti?

Prima di tutto, oggi non esiste, purtroppo, una cosa come 'un paese ortodosso'. Ci sono solo paesi ex-ortodossa o, parlando ottimisticamente, paesi in condizione pre-ortodossa, che ci auguriamo possano diventare di nuovo paesi ortodossi. In secondo luogo, gli ortodossi non sono corrotti, solo gli ex-ortodossi sono corrotti. La nostra fede ortodossa è tutto. Distruggetela e distruggerete la fonte di tutta la nostra moralità e il nostro intero sistema politico, sociale ed economico. Abbiamo solo un ideale – l'Ortodossia, la Chiesa. Portatele via da noi e le passioni corruttrici di questo mondo diventeranno padrone.

Questo l'Occidente non lo ha mai capito. Pensa che se distrugge la civiltà di qualcun altro, allora può trasformarla quasi automaticamente in una parte della 'civiltà' occidentale. Questa è la più grande delle illusioni. Se distruggi, distruggi. Punto. La 'civiltà' occidentale non funziona al di fuori del mondo occidentale. Quando l'Occidente distrugge la civiltà di qualcun altro in nome della 'libertà e della democrazia' bombardandola fino a farla tornare indietro all'età della pietra, tutto ciò che produce è l'età della pietra, non la 'civiltà' occidentale.

Ecco perché, dopo il colpo di stato occidentale nel 1917, l'impero russo è diventato un regime mafioso corrotto di criminali e banditi, l'Unione Sovietica, creata dall'Occidente. Noi ortodossi non abbiamo altri valori, nessun'altra fonte di moralità, giustizia e onestà che la nostra Fede. Nella Chiesa cristiana, il mondo ortodosso, abbiamo solo la Chiesa. Per noi è una questione di tutto o niente. Così, in Grecia, quando l'élite ha mandato in bancarotta la nazione e il popolo dopo l'istituzione della moneta unica, la corruzione esiste perché l'élite non è ortodossa. Colui che non è ortodosso in un paese un tempo ortodosso, è corrotto. Lo stesso vale per Romania, Russia, Bulgaria e così via.

In Occidente è diverso. In Occidente, almeno nella parte di cultura protestante, c'è un'elaborata via di mezzo tra la Chiesa e la corruzione, un insieme di equilibri e controlli legalistici e umanistici, d'origine remotamente cristiana, che sono il sostituto per la pienezza dell'Ortodossia. Detto questo, l'Occidente è ancora corrotto. L'Unione Europea non è neppure soggetta a valutazione. In Inghilterra la tua carriera non potrà mai andare molto lontano se non sei un massone o almeno un membro di qualche club para-massonico come i rotariani. E come mi ha detto anni fa un italiano: 'In Inghilterra hanno le tasse, in Italia abbiamo le tangenti. È la stessa cosa – il pagamento di un racket di protezione; è solo che in Inghilterra il racket di protezione è a conduzione statale, in Italia è privato'.

La decadenza in quelli che lei chiama paesi 'ex-ortodossi' o 'pre-ortodossi' ha influenzato la diaspora?

Tale decadenza ci ha colpito profondamente. Molto semplicemente, ha reso impossibile la fondazione di nuove Chiese locali nella diaspora perché le condizioni necessarie per la loro creazione non sono in vigore in patria, dove i leader delle Chiese locali sono stati tutti politicamente schiavizzati e così spiritualmente compromessi. Nessuna nuova Chiesa locale può essere costruita sul compromesso spirituale.

Per quanto riguarda la diaspora stessa, non è stata in grado di fare nulla da solo perché le manca il livello spirituale. Avere un livello spirituale implica avere fondazioni monastiche, che in gran parte mancavano ai profughi, politici o economici, che hanno formato la diaspora. In altre parole, anche a prescindere dalla prigionia di tutte le Chiese locali nelle patrie, la diaspora non è stata spiritualmente abbastanza matura per formare nuove Chiese locali.

Che cosa intende per maturità spirituale?

La maturità spirituale è la crescita spirituale che viene dalla sofferenza. Questo, per inciso, è il motivo per cui le società occidentali moderne, viziate da un consumismo superficiale, sono così infantili, così immature. La maggioranza di loro non sa soffrire.

Può fornire esempi di quest'immaturità spirituale nel contesto della Chiesa?

Abbiamo l'esempio dell'OCA (Chiesa Ortodossa in America), a cui è stata concessa un'autocefalia contestata da parte del Patriarcato di Mosca in un momento in cui quest'ultimo era sotto la prigionia sovietica. Quasi 50 anni dopo che l'OCA ha ricevuto quest'autocefalia contestata, è ancora lacerata da fazioni settarie, spiritualmente immature, politicizzate, moderniste. Queste fazioni ignorano e arrivano persino a disprezzare e negare le due radici spirituali dell'OCA, quella della Rus' americana in Alaska e quella della Rus' carpatica in Pennsylvania, cioè, due filoni della tradizione ortodossa russa, e vogliono sostituire queste radici con qualche abitudine culturale del protestantesimo americano superficiale, compromessa ed effimera. È come sostituire l'innografia del Natale ortodosso con "Jingle Bells" (cito dalla pratica di una parrocchia 'ortodossa' di convertiti in California) o un buon vino francese con la Coca-Cola (per parafrasare le parole di un noto e più tradizionale vescovo dell'OCA del passato).

Per essere onesti dobbiamo menzionare che una buona parte o la maggior parte dei laici dell' OCA rifiuta queste fazioni estremiste e il loro modernismo, mentre allo stesso tempo esiste un problema in centinaia di ex membri della Chiesa fuori dalla Russia (ROCOR). Anch'essi spiritualmente immaturi e politicizzati, ignoranti o sprezzanti delle pratiche tradizionali e dellele radici spirituali della Chiesa fuori dalla Russia che erano evidenti prima della metà degli anni '60, hanno cercato creare innovazioni nella ROCOR e, fallendo nello scopo, l'hanno abbandonata per entrare in varie sette extra-ecclesiali. Questo è accaduto nel corso di un periodo di due decenni tra il 1986 e il 2007, prima della riconciliazione tra la ROCOR e la Chiesa in Russia. (Allo stesso modo, anche alcuni intellettuali rinnovazionisti hanno lasciato la Chiesa in Russia prima della sua riconciliazione con la ROCOR, dal momento che non potevano accettare la realtà della vita della Chiesa). Gli estremisti di qualsiasi tipo non possono rispettare l'unità e la realtà e cadono sempre in fantasie e mentalità settarie.

Chi erano questi rinnovatori della Chiesa all'interno della Russia che l'hanno lasciata? Pensavo cche il rinnovazionismo in Russia fosse stato sconfitto negli anni '20 e '30.

Sì, è stato sconfitto alla grande, ma solo in Russia. Io intendevo il rinnovazionismo settario nelle parrocchie straniere nella giurisdizione della Chiesa in Russia. A questa tendenza era stato permesso di svilupparsi e stava ancora prevenendo l'unità e la riconciliazione tra le due parti della Chiesa russa dopo il Concilio del Giubileo del 2000.

Quali condizioni direbbe che devono essere in vigore per una qualsiasi autocefalia legittima nella diaspora?

Ci sono due condizioni, una riguardante la diaspora, l'altra riguardante le Chiese locali coinvolte.

1. La libertà dal compromesso spirituale nella diaspora, cioè, la coscienza in un numero sufficiente (intendo almeno nell'ordine delle decine di migliaia, non qualche centinaio) di radicati e maturi ortodossi nella diaspora che hanno bisogno di un loro status come nuova Chiesa locale attraverso l'autocefalia.

2. La libertà dal compromesso spirituale, cioè, un accordo, tra le sette Chiese locali che hanno giurisdizioni nella diaspora, sulla concessione di tale autocefalia.

Lasciando da parte la prima condizione e l'accordo tra le sette Chiese, perché la Chiesa russa di oggi non può dare l'autocefalia alla diaspora e fondare nuove Chiese locali, per esempio, in Europa occidentale, Australia, Nord America e America Latina? Dopo tutto, il regime ateo in Russia è morto una generazione fa e oggi la Chiesa è politicamente libera, esente da interferenze statali. In caso contrario, non ci sarebbe mai stata alcuna riconciliazione tra essa e la Chiesa fuori dalla Russia (ROCOR).

È vero, la Chiesa in Russia è politicamente libera e la Chiesa russa riunita ora ha 342 vescovi, circa la metà del numero totale dei vescovi ortodossi di tutto il mondo, e quasi 40.000 sacerdoti, con 4.000 ordinati solo negli ultimi due anni. Tuttavia, essere meramente libera politicamente non è lo stesso che essere priva di 'compromesso spirituale'. Ci sono altri problemi che creano quello che io chiamo 'compromesso spirituale'. Per esempio, a differenza del periodo ateo, le masse nelle terre russe sono per lo meno battezzate, ma questo non è sufficiente. Bisogna vivere la fede per essere ortodossi.

Solo una minoranza del popolo e delle élite nelle terre russe vive l'Ortodossia. Molte persone di mezza età nella burocrazia pensano ancora nei vecchi modi della mafia sovietica – altrimenti non ci sarebbero corruzione, oligarchi e anche una guerra civile in corso per il controllo oligarchico nell'Ucraina. Tutti questi fenomeni sono dovuti al patrimonio ateo sovietico. È il motivo per cui c'è tanto alcolismo, aborto, corruzione e divorzio. La Chiesa in Russia non è ancora abbastanza forte spiritualmente. È anche possibile vedere questa debolezza nelle tendenze nazionaliste in certi settori della popolazione russa.

Quali tendenze nazionaliste?

In Russia oggi ci sono nazionalisti, cioè semi-ortodossi, che hanno ancora una mentalità sovietica, anche se sono stati battezzati. Per esempio, possono parlare di opposti come lo tsar-martire e Stalin come 'eroi russi' nello stesso respiro. O parlare di 'mondo russo', invece del mondo ortodosso russo. O parlano di commemorare Vladimir (Putin) per nome alla Liturgia.

Cosa c'è di sbagliato nel pregare per il proprio leader politico per nome?

Tutti sono d'accordo che Vladimir Putin è di gran lunga il miglior leader che la Russia ha avuto dal 1917, ma non è lo tsar unto, nel migliore dei casi è il politico che, a Dio piacendo, sta preparando la strada per il restauro di un legittimo tsar. Ma non è lui stesso lo tsar, solo un precursore. E alla Liturgia si prega per nome solo per uno tsar unto. Pregare per nome per un leader laico alla Liturgia è una forma di nazionalismo, per quanto positiva sia la motivazione sottostante. Peggio ancora, in una Chiesa multinazionale, penso con 62 nazionalità in tutto, non si offrono preghiere pubbliche per il leader di una sola nazionalità. Sarebbe divisivo. Se alcuni vogliono pregare per 'Vladimir' nelle loro preghiere personali, questo va bene, ma alla Liturgia, nella preghiera pubblica, preghiamo solo per le autorità in generale.

Come si può superare un tale nazionalismo?

Per superare un tale nazionalismo dobbiamo sviluppare la consapevolezza di ciò che significa la parola Rus'.

E che cosa vuol dire Rus'?

Il nostro patriarca è chiamato patriarca di tutta la Rus', cioè di tutte le terre russe. E parlare di Santa Rus' esprime l'ideale della Chiesa, che è multinazionale, perché comprende tutte le decine di diverse razze che confessano l'Ortodossia russa senza compromessi, non solo i russi. I nemici della Chiesa, sia che siano ortodossi nominali e nazionalisti oppure eterodossi occidentali – ed entrambi i gruppi sono in realtà nemici della Chiesa – sono terrorizzati di una Chiesa multinazionale e senza compromessi. Perché le loro anime sono strette, entrambi soffrono dello stesso, ristretto nazionalismo riduzionista.

Se la Chiesa russa non è al momento in grado di fare qualcosa nella diaspora, allora perché, se sono soddisfatte le altre condizioni, non potrebbe essere il patriarcato di Costantinopoli a dare l'autocefalia alla diaspora e a fondare nuove Chiese locali, per esempio, in Europa occidentale, Australasia, Nord America e America Latina?

Qui cadiamo dalla padella nella brace. Prima di tutto, a differenza della Chiesa russa, il patriarcato di Costantinopoli non ha mai dato liberamente l'autocefalia ad alcun popolo; l'imperialismo greco è qui un grande ostacolo. In secondo luogo, quel patriarcato non è solo schiavo dalla politica degli Stati Uniti – a partire dal 1948 i suoi patriarchi sono nominati dalla CIA – ma è anche molto nazionalista. L'ellenismo è più forte del cristianesimo. Posso citare tre sacerdoti greci in Inghilterra che negli ultimi 15 mesi si sono rifiutati di battezzare inglesi (non battezzati in precedenza) nel patriarcato di Costantinopoli per la semplice ragione che 'non sono greci'. Così li ho battezzati io al loro posto. Tali chierici vedono la Chiesa come un semplice club greco. Questa è una caratteristica generale. Qualunque cosa si possa dire dei russi, non nazionalisti fino a questo punto. Ricorderò sempre ciò che è successo nella cattedrale greca a Parigi una domenica di 35 anni fa; la Liturgia fu interrotta perché era entrato l'ambasciatore greco – arrivato in ritardo. Questo è altamente simbolico. Un rappresentante dello Stato greco era considerato più importante di Cristo.

Che cos'è il nazionalismo, spiritualmente?

Il nazionalismo è una malattia spirituale - un segno di mancanza di esperienza spirituale e coscienza spirituale. È ciò che sta dietro agli scismi assurdi e violentemente nazionalisti in Ucraina, in Macedonia, in Montenegro e in Moldova, che sono sfruttati in modo tanto veemente e beffardo dall'Occidente come movimenti di zotici provinciali (il che è proprio quello che sono). Ovunque c'è decadenza, c'è nazionalismo, e dovunque ci sono tendenze nazionaliste, c'è decadenza. Potete abbellire tutto questo con un nome come filetismo, ma è ancora nazionalismo, razzismo.

Il nazionalismo è un segno di decadenza solo tra gli ortodossi?

Niente affatto. Nel V secolo si trovava già dietro lo scisma copto / monofisita e lo scisma nestoriano. Nell'XI secolo, si trovava dietro lo scisma occidentale, quando l'Occidente ha voluto sostituire la Chiesa con una propria identità etnica (cattolica 'romana', non semplicemente cattolica) e ha cominciato a deridere la Chiesa con titoli come 'greci' e 'bizantini", riducendola così a un'identità etnica. Nel XVI secolo si trovava dietro la Riforma protestante, che era essenzialmente una rivolta anti-latina dei popoli germanici.

In nessun luogo questo è più evidente che nell'invenzione dell'anglicanesimo per mano dei monarchi assetati di sangue della dinastia Tudor, che, come i papi di Roma prima di loro, soppiantarono Gesù Cristo come capo della Chiesa, in un'operazione puramente etnica. A differenza delle Chiese ortodosse, per quanto possano soffrire di nazionalismo, nell'anglicanesimo i monarchi (oppure i primi ministri atei e agnostici di oggi) nominano i vescovi e di fatto influenzano e plasmano dottrine e credenze anglicane, sia che si tratti di sacramenti o di un episcopato femminile.

Perché il nazionalismo è così velenoso nella vita della Chiesa?

Semplicemente perché il nazionalismo è un'altra parola per la mondanità.

Se la Chiesa russa e il patriarcato di Costantinopoli non possono agire nella diaspora, che dire della Chiesa romena? È la seconda più grande Chiesa locale. Non potrebbe essere questa ad agire, se concorrono le altre condizioni?

No neanche i romeni sono in grado di fare qualcosa. Purtroppo, il loro paese è diventato una colonia dell'Unione Europea e così, come il patriarcato di Costantinopoli, è a conduzione statunitense. A parte il nazionalismo (pienamente sostenuto da Washington, dove sono desiderosi di coltivare e sfruttare tale debolezza – 'ogni uomo ha il suo prezzo' è il loro motto), vi è in Romania una seconda malattia strettamente collegata, che si è evoluta direttamente dal nazionalismo. Si tratta dell'ecumenismo.

Per esempio, in Italia, in cui quella romena è di gran lunga la più grande giurisdizione ortodossa, l'impressione data dai rappresentanti della Chiesa romena è che 'noi siamo cattolici che utilizzano il romeno nei nostri servizi, invece dell'italiano. Non c'è altra differenza tra noi'. (Alcuni sacerdoti romeni usano anche il vino bianco nell'Eucaristia per essere 'come i cattolici'). I rappresentanti della Chiesa romena sono così poveri che comprometteranno quasi ogni cosa con il Vaticano per ottenere il libero uso di chiese cattoliche ridondanti in Italia. Dietro quest'ecumenismo sta il nazionalismo perché romeni e italiani sono dello stesso ceppo latino, un fatto razziale che il Vaticano sfrutta al massimo. Questo è solo un passo dall'Uniatismo e il Vaticano lo sa e lo sfrutta – romeno cattolico e romano cattolico suonano davvero molto simili.

La situazione romena mi ricorda da vicino le relazioni del patriarcato di Costantinopoli con gli anglicani quando fanno sedere l'arcivescovo di Canterbury sul trono del vescovo nelle loro chiese, o con i cattolici, ai quali vietano l'ingresso nella Chiesa, anche se sono questi a supplicare di essere ricevuti. (Quindi se un sacerdote cattolico desidera essere accolto nella giurisdizione di Rue Daru del Patriarcato di Costantinopoli, deve essere spedito all'OCA per essere ricevuti; in altre parole, è ricevuto attraverso la porta sul retro).

Solo di recente in Germania due sacerdoti ortodossi romeni sono diventati sacerdoti cattolici. E perché no? Il vescovo romeno locale aveva detto per anni che 'non vi è alcuna differenza tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica'. I suoi sacerdoti non hanno fatto che un passo logico. Inoltre, i cattolici pagano meglio. Per un ortodosso che non ha coscienza dogmatica dell'Ortodossia (cioè, che è un apostata), è logico essere cattolici.

Quello che sto dicendo è che ogni Chiesa locale ridotta al nazionalismo è molto facilmente sfruttata dai nemici della Chiesa, sia che il nemico sia il protestantesimo oppure il Vaticano, oppure la Washington laico-protestante, oppure i suoi vassalli laico-cattolici dell'Unione Europea oppure, forse, il peggior nemico, l'Ortodossia nominale nazionalista. Il nazionalismo è il risultato di una decadenza, di un livello spirituale basso, che causa una coscienza dogmatica debole, o in altre parole, che crea un attaccamento a questo mondo, che è molto più forte di un attaccamento al Regno di Dio, ai valori della Chiesa.

Quindi, se al momento nessuna Chiesa locale può agire nella diaspora, qual è la soluzione?

Non c'è soluzione al problema della diaspora in questo momento, perché la soluzione è molto più pratica di quella immaginata da alcuni intellettuali disincarnati negli istituti 'teologici'. La soluzione è l'incarnazione della fede nella vita internazionale, vale a dire, il restauro della legittima autorità statale cristiana multinazionale, il restauro dell'imperatore ortodosso e dell'Impero ortodosso. Una volta ripristinato, ci sarà il supporto multinazionale alla diaspora e alle sue nuove Chiese locali. Non cerano conflitti di giurisdizione nella diaspora prima del 1917, quando c'era un imperatore ortodosso. Una volta che l'imperatore ortodosso sarà ripristinato, ci saranno i finanziamenti necessari, per esempio, 200 miliardi di rubli (due miliardi di sterline / 3 miliardi di dollari) per le nuove Chiese locali, saranno create le infrastrutture necessarie e tutti i problemi di competenza saranno risolti a livello mondiale, come lo erano prima della rivoluzione del 1917.

Che cosa ve lo impedisce?

Noi stessi. Noi ortodossi dobbiamo prima desiderare e poi essere degni di un imperatore restaurato e di un impero restaurato. Nel 1917 l'élite ortodossa era tanto decaduta dalla fede da respingere in realtà un imperatore cristiano e un impero cristiano. Il problema è quando gli ortodossi smetteranno di essere 'ex-ortodossi' oppure, ottimisticamente parlando, 'pre-ortodossi', e diverranno degni, pronti ad accettare di nuovo un imperatore ortodosso e un impero ortodosso. Solo allora, mettendo fine alla decadenza, con una coscienza ortodossa sviluppata, vedremo la fine dei problemi della diaspora.

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