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  Diveevo, 9 maggio 2045: il terzo Concilio imperiale

dal blog del sito Orthodox England

30 giugno 2017

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Il terzo Concilio imperiale a Diveevo

Dopo la Divina Liturgia e un servizio pasquale di intercessione davanti alle reliquie di san Serafino di Sarov, la cui venerazione è ormai diffusa in tutto il mondo proprio come aveva profetizzato il santo, il Concilio imperiale della Chiesa ortodossa russa del 2045 si è aperto oggi al monastero di Diveevo. Erano presenti lo tsar Nicola III, il patriarca Tikhon II di Mosca, i 205 metropoliti in rappresentanza dei 1.040 altri arcivescovi e vescovi della Chiesa ortodossa russa, oltre a rappresentanti delle altre sedici Chiese locali più piccole.

Il discorso di apertura dello tsar Nicola

Dopo aver salutato tutti, lo tsar Nicola, che governa l'Impero Russo restaurato da 15 anni, ha ricordato come il 22 giugno 1941 i popoli russi furono attaccati per tradimento da fascisti di molte nazionalità occidentali, nel giorno della festa di Tutti i Santi glorificati nella Rus'. Questo era stato l'inizio del pentimento dei popoli russi per la loro apostasia di una generazione prima nel tragico XX secolo.

Lo tsar ha notato come gli eventi terribili dell'attacco del 1941 avevano portato i popoli russi a raggiungere due degli obiettivi dell'Impero Russo dopo che era stato attaccato nella prima guerra tedesca del 1914, cioè la liberazione di Berlino e di Vienna. Sua Maestà ha ricordato come l'invasione genocida anti-slava del 1941 si è conclusa con la vittoria in questo giorno, il 9 maggio, esattamente 100 anni fa, nel 1945. A queste parole, tutti si sono alzati in piedi a cantare "memoria eterna" a tutti gli ortodossi russi di tutte le nazionalità che sono caduti nella Seconda Guerra Patriottica del 1941-45.

Dal 2030, come ha notato lo tsar Nicola, il tasso annuo di costruzione di chiese in tutto l'Impero è aumentato da 1.000 chiese all'anno (un tasso che manteneva dal 1992) a 6.000 chiese all'anno. Questo numero non comprende le chiese che costruite per altre Chiese locali, in particolare in Africa e in Europa occidentale, e le chiese che sono state ricostruite e restaurate in Turchia. Ci sono ora quasi 125.000 chiese in tutto l'Impero, e servono la sua popolazione di 210 milioni di abitanti.

Lo tsar Nicola ha poi riferito che la Confederazione Eurasiatica, della quale l'Impero Russo è stato il fondatore, ha ora esattamente cinquanta membri. Si estende dal Portogallo al Pacifico, a nord fino all'Artico e a sud fino al Vietnam, incluse la Cina e l'India, e comprende più di un terzo della popolazione mondiale. Tutti i cinquanta membri della Confederazione hanno accettato la volontaria evangelizzazione dei loro paesi da parte della Chiesa ortodossa russa, purché questo porti alla creazione di nuove Chiese locali o regionali.

Sfortunatamente, non è ancora certo ciò che gli otto paesi della dittatura dell'Unione Europea di Bruxelles (la Germania, tranne la Sassonia, dal momento che quest'ultima ha respinto ciò che ha definito il dominio "carolingio" di Bruxelles, la Francia, l'Italia, il Benelux, la Croazia e la Galizia con capitale a L'viv) intendono fare dopo i più recenti attacchi terroristici musulmani nelle loro capitali. Ha aggiunto che questi otto paesi non sono pronti ad aderire alla Confederazione Eurasiatica, poiché devono prima maturare spiritualmente.

Saluti dalle altre Chiese locali

Il patriarca Basilio IV di Istanbul e tutta la Turchia, un ex monaco athonita, ha inviato i suoi migliori auguri fraterni in turco e ha richiesto aiuti alla sua Chiesa, che sta lottando per soddisfare le esigenze dei milioni di turchi che hanno aderito ad essa negli ultimi anni. Ha affermato che, sebbene nel suo territorio esistano ancora alcune chiese in cui si utilizza il greco, il 98% delle sue parrocchie è ormai turco. Ha ringraziato la Chiesa russa per il suo aiuto nella traduzione di libri liturgici online in turco e nella ricostruzione di molte chiese nella sua giurisdizione.

Il patriarca Serafino II di Antiochia, che parla correntemente russo, ha parlato via skype e ha ringraziato la Chiesa ortodossa russa per il suo aiuto nella costruzione di chiese e monasteri in Siria, a Mosul e a Beirut. Ha espresso la sua devozione a san Serafino, di cui porta il nome, e ha ricordato il pellegrinaggio Diveevo che gli ha cambiato la vita ventidue anni fa.

Papa Nettario I di Alessandria e di tutta l'Africa, un kikiyu dal Kenya che parla anche lui russo, ha inviato i suoi saluti e ha ringraziato la Chiesa russa per la costruzione di oltre 900 chiese in tutta l'Africa negli ultimi dieci anni e per l'istruzione gratuita di tanti memebri del suo clero. Ha osservato come la Fede abbia prosperato sin dal 2031, quando il suo patriarcato (come quelli di Istanbul e di Antiochia e altre Chiese locali che avevano fatto lo stesso errore) era tornato a usare il calendario ortodosso, terminando gli scismi vecchio-calendaristi. Ha stimato che ora vi sono quasi 100 milioni di ortodossi africani, con decine di migliaia di persone battezzate ogni settimana in tutta l'Africa nera, facendo della sua Chiesa la seconda più grande Chiesa locale.

Il patriarca Teodoro II di Gerusalemme e il suo sinodo pan-arabo ha ringraziato il lo tsar Nicola per il suo aiuto nel ripristino e nella ricostruzione di chiese per i fedeli arabi in tutta la palestina e nell'Israele ebraico, nella preparazione di libri liturgici online in arabo e per l'aiuto nella creazione di scuole e di due università per gli ortodossi arabi.

Altri messaggi fraterni sono stati inviati dalle Chiese locali della Romania, della Serbia, della Grecia, della Bulgaria, della Georgia, della Polonia, della Cipro, della Cecoslovacchia e dell'Albania, con ringraziamenti allo tsar Nicola e al patriarca Tikhon per la loro protezione e aiuto.

Poi il metropolita Metrofane (Liu) di Pechino si è rivolto a tutti i metropoliti riuniti e ha annunciato che la Chiesa ortodossa cinese, la quindicesima Chiesa locale, sta ora festeggiando il decimo anniversario della sua autocefalia da parte della Chiesa russa, e che nuove missioni si aprono ogni mese. Ha menzionato in particolare che la missione in Tibet incontra un grande successo e che il settimo convento ortodosso tibetano è stato aperto a Lhasa il mese scorso. I metropoliti riuniti si sono alzati in piedi a cantare molti anni al metropolita Metrofane e ai popoli della sua Chiesa.

Il metropolita Istvan (Stefano) (Bojko) della Chiesa ortodossa ungherese ha inviato i suoi saluti fraterni via skype da Uzhgorod, dove attualmente sta visitando i membri della sua famiglia dopo aver consacrato la nuova cattedrale a Budapest. Il suo gregge conta 1,3 milioni di fedeli.

Il metropolita Giovanni (Maartens) di Parigi, parlando a nome della Chiesa ortodossa dell'Europa occidentale, che ha ricevuto l'autocefalia da Mosca otto anni fa, divenendo così la diciassettesima Chiesa ortodossa locale dopo quelle della Cina e dell'Ungheria, ha riferito che ora la sua Chiesa ha 992 parrocchie, nonostante le difficoltà politiche ed economiche in quelle parti dell'Europa occidentale che non si sono ancora liberate dalla dittatura dell'Unione Europea di Bruxelles unendosi alla Confederazione Eurasiatica.

Il metropolita Giovanni, che parla correntemente nove lingue, ha parlato con eloquenza del dovere della Chiesa ortodossa russa di soddisfare le esigenze spirituali di coloro che hanno assistito al crollo spirituale e morale del cattolicesimo e del protestantesimo in Europa occidentale e in tutto il mondo. Ha notato lo shock in Francia dopo la recente dichiarazione che l'ateismo è ora la nuova religione ufficiale dello stato. Teme che la persecuzione diretta sia ormai imminente e che porebbe essere perfino costretto a rifugiarsi a Dresda, capitale della Sassonia libera, parte della Confederazione Eurasiatica.

La Chiesa ortodossa russa

Il patriarca Tikhon II di Mosca e di tutta la Rus' ha poi parlato del suo territorio ecclesiastico, in Europa e in Asia, e di come tutti sono stati tenuti insieme dall'unica Fede, per la quale ha ringraziato Dio. Ha affermato che il compito principale del Concilio sarebbe quello di deliberare sulla concessione dell'autocefalia per creare tre nuove Chiese locali o regionali in Giappone, Corea (riunitasi dal 2024) e Sud-Est asiatico (Vietnam, Laos, Cambogia e Thailandia). Hanno fatto seguito le relazioni di vari metropoliti della Chiesa ortodossa russa.

In primo luogo, sua Beatitudine il metropolita Giobbe (Romanchuk) di Kiev e della Malorossija ha commentato come la Malorossija abbia prosperato dal 2020, quando la vecchia giunta imposta dagli americani a Kiev è crollata e l'Ucraina (come era ancora chiamata) si è divisa nelle sue parti costituenti, con la Galizia greco-cattolica sponsorizzata dall'Unione Europea che si è allontanata el tutto dal mondo ortodosso, ma si è rifiutata di aderire alla Polonia. Ha detto che sono stati fatti enormi progressi contro la corruzione e che la Malorossija è oggi uno dei paesi più affidabili del mondo. Tuttavia, ha osservato che il tasso di nascita sta cominciando ad aumentare solo ora, dopo il crollo sociale, economico e politico dell'antica 'Ucraina' di stile sovietico.

Sua Beatitudine il metropolita Nicola di Washington della Chiesa Ortodossa Russa fuori della Russia, che di fatto è la Chiesa ortodossa russa al di fuori dell'Eurasia Continentale (il territorio del patriarca Tikhon) e dell'Africa (il territorio del patriarcato di Alessandria), ha parlato successivamente della vita ecclesiale nei continenti in cui opera la sua Chiesa.

Ha descritto come la sua parte della Chiesa russa è ora composta da sei metropolie, di cui la più grande, quella degli Stati confederati (ex USA) e del Canada, ora ha 702 parrocchie. La metropolia dell'Alaska, rappresentata dal metropolita Innocenzo dell'Alaska, ha riferito di avere 211 parrocchie.

L'ex Metropolia dell'America Latina è stata divisa in due metropolie, la prima per il Messico e l'America Centrale, con 624 parrocchie, e la seconda per l'America del Sud, con 511 parrocchie. Ha osservato che il lavoro missionario sta progredendo bene in Sud America, ma c'è ancora una carenza di sacerdoti di lingua portoghese in Brasile.

La metropolia dell'Oceania ha 373 parrocchie, molte delle quali in Indonesia e nelle Filippine. Per quanto riguarda la Metropolia di Iona (Isole del Nord Atlantico – Inghilterra, Irlanda, Scozia e Galles), ora conta 167 parrocchie, tutte con i loro edifici propri, e otto monasteri.

Ha parlato in seguito il metropolita Gregorio di Tashkent e dell'Asia centrale, segnalando una notevole crescita nel suo gregge, soprattutto da parte di donne musulmane che chiedono il battesimo.

Il Concilio continuerà domani con brevi relazioni da parte dei rimanenti 202 metropoliti.

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