Il 18.7.2017 il capo della Repubblica popolare di Donetsk, Aleksandr Zakharchenko, ha espresso una dichiarazione sulla creazione di un nuovo Stato federale, la Malorossija, che diventerà il successore legale della 'Ucraina'. La nuova formazione statale sarà costituita da 19 regioni dell'ex Ucraina con la capitale della città di Donetsk. Kiev rimane un centro storico e culturale senza lo status di capitale.
Ecco la traduzione completa della dichiarazione:
Dichiarazione politica
Il progetto dello stato della "Ucraina", formulato centocinquant'anni fa e attuato in diverse versioni nel corso del ventesimo secolo, ha raggiunto la sua logica conclusione e ha portato alla disintegrazione del paese, alla guerra civile e alla morte di decine di migliaia di persone, compresi bambini, donne e anziani. E questo processo è irreversibile. Un tentativo di far tornare indietro la storia avrà come risultato la "balcanizzazione" del conflitto, l'espansione del caos, l'escalation della guerra civile e un numero ancora maggiore di vittime.
Per fermare la guerra civile e per evitare nuove vittime, noi, rappresentanti della maggioranza delle regioni della ex "Ucraina" riuniti a Donetsk il 18 luglio 2017, abbiamo discusso la situazione attuale e siamo giunti alle seguenti conclusioni:
- lo stato della "Ucraina" si è rivelato come uno stato fallito e ha dimostrato di essere incapace di concedere ai suoi abitanti un presente e un futuro pacifico e prospero;
- le autorità attuali – il "presidente" Poroshenko e la Verkhovna Rada – elette a Kiev dopo il colpo di stato sullo sfondo del terrore politico e dell'assenza di elezioni in Crimea e Donbass sono illegittime;
- lo stato della "Ucraina" è sull'orlo della catastrofe economica e dello spopolamento;
- si sta preparando a Kiev un colpo di stato ultranazionalista, come conseguenza del quale aperti neo-nazisti saranno al potere, al posto dei "banderisti dal volto europeo";
- come risultato del colpo di stato neonsazita, comincerà una guerra civile di tutti contro tutti, che causerà la successiva disintegrazione del paese;
- il progetto nazionalista ucraino (quello galiziano) si è screditato spargendo il sangue di civili nel paese;
- l'ideologia del cosiddetto "ucrainismo" si è dimostrata misantropica, intrisa di xenofobia (russofobia, antisemitismo, polonofobia) e di neonazismo (l'ideologia dell'esclusività e della superiorità nazionale);
- a causa degli sviluppi storici e grazie alla Maidan, la parola "Ucraina" sarà per sempre associata ai nomi dei complici dei nazisti Bandera e Shukhevich, alle tragedie di Babi Yar, al massacro della Volinia e a Khatyn e, oggi, agli omicidi di massa sul Maidan e alla casa dei sindacati di Odessa e al genocidio del popolo del Donbass.
Sulla base di quanto sopra, riteniamo che lo stato della "Ucraina", nella forma che è stata stabilita dopo il crollo dell'URSS, sia insostenibile.
Noi, rappresentanti delle regioni dell'ex "Ucraina", proponiamo di ri-fondare lo Stato e proclamare lo stato della Malorossija sullo sfondo storico dell'ex "Ucraina". In questo caso, è di fondamentale importanza rinominare il paese, in quanto la "Ucraina" come stato è colpevole di crimini di guerra, di terrorismo di massa e di genocidio del proprio popolo.
A sua volta, il nuovo nome del paese basato sulle tradizioni storiche ci permetterà di riunificare quei pezzi dell'ex "Ucraina" che sembravano essere separati per sempre, anche per la partecipazione alla guerra civile su diversi lati del fronte.
Dobbiamo voltare la pagina della storia del nostro popolo che è sommersa dal sangue dei nostri fratelli e sorelle.
La Malorossija è uno stato indipendente e sovrano con un nuovo nome, una nuova bandiera, una nuova costituzione, una nuova struttura statale, nuovi principi di sviluppo sociale ed economico e nuove prospettive storiche. Ma questa non è una rivoluzione! Questo è un ritorno alla storia. Questa è una novità che ripristina, non distrugge.
In considerazione della situazione economica del paese, del caos e del potenziale di disintegrazione, in merito alla possibilità di lanciare una "guerra contro tutti", riteniamo necessario dichiarare uno stato di emergenza per unl periodo di transizione - fino a 3 anni. Durante questo periodo, il processo di adozione della nuova Costituzione e dell'istituzione dello stato di diritto dovrebbero essere completati.
In uno stato di emergenza, è necessario introdurre un divieto di attività di partiti politici e di fondi stranieri e si devono aumentare le sanzioni per i reati penali, in particolare quelli contro la persona. La lotta contro la corruzione sarà resa dura, così come le pene relative. Il mercato clandestino delle armi va eliminato, anche registrando le armi in conformità alla nuova legge.
Nello stesso periodo, deve essere condotta un'inchiesta con il coinvolgimento di specialisti stranieri – dalla Russia, dalla Bielorussia, dall'Unione Europea – sui reati commessi dal regime del Maidan a Kiev: gli omicidi sul Maidan, l'omicidio dei cittadini nella casa dei sindacati di Odessa il 2 maggio 2014, i crimini di guerra nel Donbass nella cosiddetta operazione anti-terrorismo.
Nello stesso periodo, il tribunale popolare deve essere pronto a processare i criminali di stato che hanno portato il paese alla disintegrazione e alla guerra civile: V.F. Yanukovich (con una richiesta alla Russia per la sua estradizione), P. A. Poroshenko e la sua cricca: Turchinov, Jatsenjuk, Kolomoiskij, Parubij, Nalivajchenko e altri.
Siamo sicuri che, dopo esserci ripresi dall'ideologia neo-nazista criminale dell'ucrainismo, saremo in grado di costruire una nuova società sulla base dell'amicizia e della mutua assistenza, ma non sull'odio e sull'invidia. Il genio creativo del nostro popolo riuscirà a portare la Malorossija all'avanguardia della civiltà globale e a svolgere un ruolo nella storia. Il ruolo del bene e della verità.
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