Come sacerdote, sono sempre preoccupato del perché i fedeli abbandonano la fede ortodossa. Nel corso degli anni, ho notato che il problema potrebbe avere a che fare con i modi molto moderni in cui pensiamo alle nostre vite spirituali come a viaggi personali.
Nelle società pre-moderne, l'identità di una persona era forgiata quasi interamente in relazione alla sua tribù. Come membro della tribù, il tuo "viaggio" era ben definito attraverso rituali di nascita, formazione, matrimonio, guerra, pace e morte. Il tuo "viaggio" non era il tuo, ma quello che i tuoi antenati avevano intrapreso prima di te.
Nel mondo moderno, fin dal XVIII secolo, i legami tra individui e comunità sono stati in gran parte recisi. Di conseguenza, il senso della vita come viaggio è diventato una deriva personale. Mentre il tuo viaggio verso la maturità era ben definito per te dalla tua tribù, ora devi inventarti non solo la destinazione (qualunque cosa costituisca una 'realizzazione personale'), ma anche il percorso e i punti di significato sul cammino.
Io mi considero un tipico esempio di questa situazione moderna. Quando le persone apprendono che sono un prete ortodosso, spesso mi chiedono se sono russo o greco. L'assunto è che sono entrato nel sacerdozio perché è la mia religione tribale.
Di fatto, sono nato alle Seychelles, cresciuto nell'Africa meridionale e orientale, ed emigrato nel Canada occidentale. Ho scelto di frequentare una Chiesa ortodossa indipendentemente dalla mia famiglia, che ha trovato la mia decisione strana e alienante. Accettare il sacerdozio è stato una scelta molto personale per me. Era il mio viaggio, quello che ho intrapreso per me stesso, piuttosto che come una parte del logoro percorso che i membri della mia tribù avevano seguito prima di me.
In questo senso, quindi, la rottura moderna del viaggio definito dalla tribù è stata una buona cosa. Ha reso possibile per le persone come me, che sono al di fuori delle tribù slave, greche e palestinesi, scoprire le ricchezze del nostro patrimonio spirituale ortodosso.
Ma c'è anche un lato oscuro in questi viaggi spirituali personali. Quando la tribù non definisce più il tuo viaggio verso la maturità spirituale, allora ogni percorso e ogni destinazione sono ugualmente validi, perché li hai scelti tu e sono giusti per te.
Questo assunto può essere molto pericoloso. Se ogni sentiero che scegli è giusto fintanto che fa parte del 'tuo viaggio personale', allora il cristianesimo ortodosso, che si considera la via per la salvezza umana attraverso Gesù Cristo, non è più giusto di qualsiasi altro percorso spirituale. Peggio ancora, l'Ortodossia potrebbe diventare solo un'altra tappa lungo la strada verso qualcosa di 'più appagante'...
In breve, quando adottiamo acriticamente la moderna comprensione della vita spirituale come un viaggio definito in chiave personale, permettiamo di ridurre il cristianesimo a una fede puramente soggettiva, dipendente dalle nostre nozioni di "realizzazione personale". Se è vero che la sensibilità moderna ha abbattuto le barriere e permesso alle persone al di fuori dei confini tribali di viaggiare verso un incontro con la pienezza del Vangelo, è anche vero che c'è una pericolosa tendenza a rendere il viaggio fuori dalla Chiesa altrettanto valido quanto il viaggio verso di essa.
Se dobbiamo parlare di un "viaggio spirituale personale" o di un "viaggio di fede" (e sarebbe difficile non farlo), dobbiamo ricordarci che come cristiani ortodossi, il nostro viaggio e la destinazione, la pienezza di Cristo nella tradizione della Chiesa ortodossa - nn sono auto-definiti, ma sono donati.
Per quanto personale possa essere stato il nostro viaggio verso l'Ortodossia, una volta arrivati, siamo chiamati a fare qualcosa di profondamente anti-moderno: conformare il resto del nostro viaggio a quello della tribù spirituale alla quale alla fine apparteniamo – la Chiesa.
Mentre l'Ortodossia può essere stata una scelta che abbiamo fatto perché "sembrava giusto", le nostre scelte come cristiani ortodossi non possono essere fatte usando lo stesso approccio. Piuttosto, dobbiamo continuamente prendere le nostre decisioni spirituali nel contesto e nella comprensione della Chiesa, chiedendo come possiamo scegliere un percorso che sia coerente con quello dei nostri antenati spirituali – gli apostoli, i santi, i martiri, gli evangelizzatori e la Madre di Dio, se stessa – che hanno camminato sul sentiero prima di noi.
Solo così potremo evitare le insidie della modernità, che troppo facilmente ci porta via dalla vera casa dei nostri cuori.
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