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  Note sulla restaurazione della Chiesa ortodossa russa

arciprete Andrew Phillips

dal blog del sito Orthodox England

12 febbraio 2014

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Introduzione

In questo momento della restaurazione della Chiesa, la nostra coscienza e le ambizioni dell'Ortodossia russa sono chiare – il nostro obiettivo non è restaurare la Chiesa che esisteva nel 1917. Non è un obiettivo abbastanza buono, altrimenti ci sarà un'altra rivoluzione. Il nostro scopo è più di una restaurazione storica, è di fare di meglio. Che cosa dobbiamo vedere in particolare?

1. Un patriarcato

Già nel 1905 il futuro tsar martire Nicola II propose il ripristino del patriarcato ortodosso russo dopo un doloroso intervallo di 200 anni. Purtroppo, quelli che erano abituati al vecchio sistema non canonico rifiutarono la sua offerta – non erano ancora pronti per la restaurazione e preferivano la prigionia agrodolce del sistema protestante dei procuratori capi e del governo sinodale. Tuttavia, nel 1918 le forze pro-patriarcato, a lungo guidate dal metropolita Antonio di Kiev, avevano trionfato. Tuttavia, questo restauro fu ribaltato dall'ateismo sovietico e anche dopo la sua seconda restaurazione durante la Seconda Guerra Mondiale, fece poca differenza, poiché i burocrati sovietici degli affari religiosi, atei militanti, trattavano la Chiesa in modi ancora peggiori rispetto ai peggiori procuratori capi, massoni, del XVIII secolo. Dopo il tragico periodo sovietico, oggi è evidente che la restaurazione del patriarcato è permanente.

2. Libertà

La libertà e l'indipendenza del patriarcato contemporaneo dallo sato della Federazione Russa, soggetta ai capricci e alle mode della democrazia e della politica di partito, e da altri stati successori, devono continuare come in epoca post - sovietica di oggi. Nessuno deve temere alcuna interferenza statale. Questo principio è tanto più importante in quanto il patriarcato è per natura e titolo multinazionale, e rappresenta non solo la Federazione Russa, ma tutta la Rus' e i suoi territori canonici, che coprono la maggior parte dell'ex impero russo, così come il Giappone e la Cina, così come i territori condivisi dalla Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia – complessivamente 62 diverse nazionalità. La Chiesa divino-umana deve resistere ovunque alla sudditanza ai capricci di degli stati occidentalizzati o di altri stati e mostrare chiaramente la sua libertà di predicare il Vangelo di Cristo e non diventare una mera istituzione di stato per il moralismo.

3. Indipendenza finanziaria

Viene quindi la questione spinosa delle finanze della Chiesa. Prima della rivoluzione il clero viveva spesso in povertà e la Chiesa era spesso soggetta ai capricci dei ricchi mercanti, l'equivalente di uomini d'affari e 'sponsor' moderni. Qui gli stati contemporanei hanno un ruolo da svolgere. Le chiese devono essere ricostruite dagli stati successori dello stato sovietico che le ha distrutte. I successori dei responsabili della distruzione hanno obblighi morali e qui c'è una lunga strada da percorrere anche solo per tornare ai numeri di edifici ecclesiastici  prima della rivoluzione. Una volta che questo compito è stato svolto, ci sono questioni riguardanti il finanziamento del ​​clero dei cori. Non è sufficiente permettere ai chierici di vivere in povertà e costringerli a lavorare in posti di lavoro secolari e ad affidarsi a direttori di coro che non sono mai liberi durante la settimana, il che significa che tutte le funzioni nei giorni feriali devono essere cantate da sacerdoti. Ci deve essere sicurezza finanziaria.

4. Istruzione

La questione della formazione del clero è collegata con il problema precedente, come abbiamo visto, sia prima della Rivoluzione sia con alcune ordinazioni errate degli anni '90 post-sovietici. Se la Chiesa non può pagare al suo clero un salario di sussistenza, troverà che i suoi talenti vanno altrove. Così, molti studiano teologia, ma non fanno uso delle loro conoscenze come parte del clero, per poter trovare una migliore retribuzione e condizioni molto migliori altrove. Alcuni possono essere scioccati da questo, ma è solo una questione di realismo: se i parroci sono sposati e hanno figli, non puoi tormentarti ancora di più, privando le mogli e i figli del sostentamento. Per quanto riguarda la natura della formazione del clero, deve essere di livello dovuto e morale. In caso contrario, la vita della Chiesa può essere ridotta al ritualismo. Ridurre la Chiesa al ritualismo esterno può essere una facile via d'uscita, ma è un errore e anche un'eresia, che allontana i fedeli che cercano un contenuto interno.

5. Cultura ecclesiale: musica, iconografia, arredamento, arte e architettura

Per due secoli prima della rivoluzione la musica ecclesiastica è stata dominata sia dal canto all'italiana del tipo del concerto professionale, inaccessibile ai fedeli, oppure da canti di solisti per mancanza di cori. Allo stesso tempo anche l'iconografia è stata dominata da immagini cattolico-romane di stile realistico e umanistico che non esprime nulla dell'iconografia ortodossa. Ha sofferto pure la qualità dei paramenti, a volte troppo ornati ed eccessivamente pesanti, e degli arredi della Chiesa. D'altra parte, poco prima della rivoluzione ci fu una rinascita dell'arte e dell'architettura tradizionale. È da auspicare che le forme tradizionali continuino a rivivere e che il cattivo gusto di alcuni "sponsor", innamorati dell'oro, possa essere superato, in modo che i fondi disponibili possano essere utilizzati non per costruire poche chiese super-elaborate o di lusso, ma molte più chiese funzionali, seppur semplici e più modeste nella forma.

Conclusione

La restaurazione non significa la ripetizione cieca degli errori. Un'autentica restaurazione significa un ritorno ai migliori modelli del passato. La restaurazione di un libero, indipendente, colto patriarcato della Rus' esteso a livello mondiale, multinazionale e multilingue, protettore delle altre Chiese locali, e modello di cultura e pratica della Chiesa, è il nostro obiettivo.

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