Dagli inizi di aprile non vi abbiamo più dato notizie dall'Africa, e ci rammarichiamo di questo silenzio, perché le vittime delle buriane mediatiche sono spesso i più poveri, che meriterebbero maggiore attenzione e rispetto.
L'Esarcato patriarcale dell'Africa non ha arrestato le sue attività, anzi, dietro la cortina fumogena della russofobia si è ancor più sviluppato, mostrando quanto poco interesse ci sia nella maggior parte del mondo per la propaganda di una sedicente "comunità internazionale" che non rappresenta nemmeno un quinto degli abitanti del pianeta.
Le notizie che vi diamo sono prese liberamente dalla pagina Facebook dell'Esarcato, che vi preghiamo di usare come riferimento per notizie che non riceverete da altre parti.
La notizia più importante riguarda la recente visita del metropolita Leonid in Uganda. Ve lo presentiamo qui in un incontro con il clero locale:
Nonostante l'opposizione delle autorità del patriarcato d'Alessandria, il metropolita Leonid ha potuto incontrare sia i rappresentanti del Consiglio inter-religioso dell'Uganda, sia il presidente del paese. Lasciamolo per ora a benedire antimensi per le nuove comunità e parrocchie dell'Esarcato:
Oggi l'Esarcato ha il suo simbolo, che fa buona mostra di sé alla sua sede nella Chiesa di Tutti i Santi in Piazza Slavjanskaja 2 a Mosca:
Dopo i viaggi missionari dei padri Georgij Maksimov e Andrej Novikov in vari paesi africani, ne è seguito uno del sacerdote Dionisij Grishkov e di Konstantin Gorditsa nei paesi dell'Africa centro-meridionale.
Ruanda
Repubblica del Congo
Camerun
Malawi
Padre Andrej Novikov ha fatto un ulteriore viaggio in Madagascar, portando antimensi e oggetti liturgici a 20 sacerdoti locali. Notate nelle foto seguenti che alcuni preti portano la croce pettorale su abiti civili: questo è dovuto al fatto che la diocesi del Patriarcato d'Alessandria in Madagascar, in adempimento di Lc 3:11, ha pensato bene di requisire le tonache dei suoi preti (anche se ne avevano solo una) in quanto "proprietà ecclesiastiche". Il metropolita Leonid si è limitato a commentare "Тут можно смеяться в голос", ovvero "qui si può ridere ad alta voce", e noi ci limitiamo a dargli ragione.
Tuttavia, per dare una voce anche agli ortodossi locali, riportiamo un bel commento in malgascio:
Efa ela no niandrasana azy ka indro tonga ihany.
Isaorana ny Tompo.
Isaorana ny Patriarkan'i Moscou.
Isaorana ny Exarchat.
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(Il momento tanto atteso è arrivato.
Grazie al Signore.
Grazie al Patriarca di Mosca.
Grazie all'Esarcato.)
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Chiudiamo con una notizia che riguarda una scelta di raro equilibrio. Padre Elijah Mhando Katisiko, il primo prete ortodosso del popolo Masai in Tanzania, di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo, ha richiesto una motocicletta per proseguire la sua missione presso il suo popolo. Alla notizia che l'Esarcato gli avrebbe fornito questo mezzo come dono alla festa dell'Annunciazione, la diocesi greca locale ha cercato di riprendersi il prete offrendogli una motocicletta in dono. Padre Elijah ha rimandato indietro la motocicletta della diocesi greca, e ha accettato il dono dell'Esarcato. Non sappiamo se padre Elijah conosca il verso "Timeo Danaos et dona ferentes" (Eneide, II, 49), ma certamente ha le idee chiare su chi sa aiutare le missioni ortodosse nel mondo.
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