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  Gli arconti del Patriarcato di Costantinopoli: di chi sono al servizio?

di Kirill Aleksandrov

Unione dei giornalisti ortodossi, 18 febbraio 2020

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arconti del Patriarcato di Costantinopoli. Foto: archons.org

Quale ruolo hanno gli influenti clan greci nel rafforzare il potere del Fanar e quale relazione hanno con l'Ucraina.

Con la caduta di Costantinopoli sotto la pressione dei turchi ottomani nel 1453, la situazione del Patriarcato di Costantinopoli subì cambiamenti significativi: da un lato, si trasformò da un ente dominante a un ente appena tollerato in un paese musulmano, e dall'altro, gli furono trasferite le funzioni di amministrazione della popolazione greca che viveva nell'Impero Ottomano (Rum millet), insolite per la Chiesa.

Laici benestanti, che ricevettero il nome di arconti del Patriarcato di Costantinopoli, iniziarono a esercitare una grande influenza sulla politica del Fanar. Cos'è oggi quest'organizzazione, che detiene ruoli principali nel patriarcato, e quali compiti si prefigge?

Il "figlio del diavolo" e altri

La conquista di Costantinopoli da parte dei turchi comportò cambiamenti significativi nella vita della popolazione greca. Ma non tutti erano negativi. Il famoso storico inglese Stephen Runciman ha scritto: "Il sultano capì bene che i greci potevano essere utili al suo impero. I turchi gli fornivano governanti e guerrieri, ma non avevano competenze nel commercio e nell'industria; pochi di loro erano buoni marinai; e perfino nei villaggi erano più probabilmente pastori che agricoltori. Per l'economia dell'impero, la collaborazione con i greci era essenziale. <...> Una delle conseguenze più impreviste della conquista ottomana fu il risveglio della vita commerciale greca. <...> Pochi tra i turchi avevano una tendenza o un gusto per il commercio, e il commercio nei vasti e crescenti possedimenti del sultano passò nelle mani di popoli schiavi: ebrei, armeni e soprattutto greci. Il genio commerciale greco fioriva sempre in luoghi in cui i greci erano privati ​​del potere politico, e quindi le loro ambizioni ed energie erano dirette al commercio".

I turchi e i greci formarono una simbiosi molto efficace: i turchi fornirono copertura militare e politica e vari favori, mentre i greci fecero molti soldi in queste condizioni favorevoli. Presto emersero ricche dinastie greche, in cui da padre in figlio si trasferivano non solo capitali ma anche contatti utili, nonché esperienza e conoscenza nella conduzione di operazioni commerciali.

I rappresentanti di famose dinastie greche come Lascaris, Duca, Argir, Ypsilanti, Kantakuzin e altri, hanno avuto un ruolo molto importante nella storia. Circolavano leggende sulla loro ricchezza. Per esempio, nel XVI secolo Mikhail Kantakuzin era una delle persone più ricche di tutto l'Oriente. Una descrizione interessante gli fu data da uno dei discendenti della dinastia, Mikhail Kantakuzin-Speranskij, nel libro "La saga dei Kantakuzin-Speranskij": "Un commerciante di sale e pellicce russe, un vero ladro in tutto ciò che riguardava il suo denaro (specialmente quando commerciò con i turchi dopo la rimozione del patriarca Mitrophan), un creditore crudele – era chiamato Shaitan-Oglu – il figlio del diavolo".

Naturalmente tali greci benestanti, da un lato, fornivano un notevole aiuto finanziario al Patriarcato di Costantinopoli, ma dall'altro avevano acquisito così tanto potere nel patriarcato che potevano mettere i patriarchi sul trono e rimuoverli da esso. Per esempio, lo stesso Mikhail Kantakuzin depose Joasaph II, uno dei più importanti patriarchi del periodo ottomano, perché non gli aveva benedetto un matrimonio da lui desiderato che era contrario ai canoni ecclesiastici.

Nel tempo, queste ricche famiglie greche iniziarono a costruire le loro case vicino al Patriarcato di Costantinopoli nella zona del Fanar e divennero note come arconti. Questa stessa parola è piuttosto ambigua. Nelle antiche città-stato della Grecia, erano chiamati arconti i più alti funzionari. Nell'impero bizantino erano chiamati con questo nome i cosiddetti governanti che tuttavia riconoscevano il potere dell'imperatore. Ma in alcuni punti del Vangelo nell'originale greco, il diavolo è chiamato arconte ("άρχων του κόσμου τούτου" – "principe di questo mondo"), mentre nello gnosticismo gli spiriti maligni venivano chiamati arconti.

Un significativo aumento dell'influenza degli arconti sugli affari del patriarcato fu facilitato dal fatto che l'amministrazione turca autorizzava a ricoprire cariche superiori attraverso il sistema di corruzione dei documenti chiamati berat [ratifiche di diritti, ndt], con il quale i turchi presero molti soldi. Come scrive Runciman, "entro la fine del XVII secolo, la somma usuale pagata dal patriarca per la sua intronizzazione era di circa 20.000 piastre – circa 3.000 sterline d'oro".

Questi soldi dovevano essere presi da qualche parte. E così gli arconti venivano in soccorso con i loro enormi capitali. Ciò che ha portato a questo è eloquentemente descritto da uno degli odierni vescovi del Patriarcato di Costantinopoli, il metropolita Kallistos (Ware), nel suo libro "La Chiesa ortodossa":

"Il vertice dell'amministrazione ecclesiastica era coinvolto in un degradante sistema di corruzione e simonia. Impantanati negli affari oscuri e negli intrighi politici, i vescovi erano diventati vittime dell'ambizione e dell'avidità. Ogni nuovo patriarca chiedeva al sultano un berat per assumere l'incarico e doveva pagare caro per questo documento. Il patriarca operava a spese dei vescovi, ricevendo una bustarella da ciascuno di loro per la nomina a capo della diocesi; questi, a loro volta, derubavano i parroci e i preti derubavano il loro gregge. Ciò di cui un tempo era stato accusato il papato era senza dubbio il caso del Patriarcato ecumenico sotto i turchi: tutto era in vendita.

Quando diversi candidati reclamavano il trono patriarcale, i turchi di solito lo vendevano a chi pagava di più. Presto si resero conto che era nel loro interesse finanziario cambiare i patriarchi il più spesso possibile per avere più spesso l'opportunità di vendere berat. I patriarchi erano spostati e riconfermati con velocità caleidoscopica. Dei 159 patriarchi che occuparono il trono tra il XV e il XX secolo, 105 furono deposti dai turchi, 27 abdicarono e spesso furono costretti a farlo, 6 patriarchi morirono violentemente, impiccati, avvelenati o annegati, e solo 21 di loro sono morti per cause naturali mentre erano in carica. Una stessa persona a volte diveniva patriarca 5-6 volte, e molti ex patriarchi abitualmente vivevano in esilio, aspettando testardamente l'opportunità di tornare sul trono.

L'estrema instabilità dei patriarchi generava intrighi incessanti tra i metropoliti del Santo Sinodo, che miravano a un posto vacante, e di solito i capi della Chiesa erano divisi in partiti estremamente ostili l'uno all'altro. "Ogni buon cristiano", scrisse un inglese che viveva in Oriente nel XVII secolo, "è costretto a notare con tristezza e compassione come questa Chiesa una volta gloriosa si stia strappando le viscere e le stia gettando per essere mangiate da corvi, avvoltoi e altre creature selvagge e mondane assetate di sangue".

Naturalmente, il ruolo degli arconti non era del tutto negativo. Assegnavano denaro all'istruzione, all'acquisto di libri. Lo stesso Mikhail Kantakuzin raccolse la biblioteca più ricca di allora, di cui la maggior parte fu acquistata dai monasteri del Monte Athos dopo la sua esecuzione da parte dei turchi.

Gli arconti pagavano spesso per l'educazione dei giovani greci nelle istituzioni educative europee, principalmente cattoliche. È vero, però, che per studiare lì in molti casi era necessario convertirsi al cattolicesimo, almeno per il periodo di studio.

Nel diciannovesimo secolo, durante la lotta della Grecia per l'indipendenza, gli arconti con i loro soldi, i legami con i sovrani di diversi paesi e la loro influenza sulla società greca contribuirono al fatto che la Grecia fu comunque in grado di liberarsi dal potere dei turchi. Proveniente dal clan Ypsilanti, Alexander Ypsilanti, un grande generale dell'esercito russo e aiutante dell'imperatore Alessandro I, guidò la guerra di liberazione nel 1821, che fece guadagnare alla Grecia l'indipendenza.

I fedeli servitori del Fanar

Nel XX secolo fu istituzionalizzata la società degli arconti del Patriarcato di Costantinopoli. Il 10 marzo 1966, durante il patriarcato del patriarca Atenagora I di Costantinopoli (colui che immediatamente dopo essere salito al trono dichiarò che il suo compito principale era quello di promuovere gli interessi americani), fu stabilito un ordine religioso di arconti – l'Ordine di sant'Andrea Apostolo – il cui secondo nome è "Arconti del Patriarcato ecumenico".

L'Ordine è stato creato presso l'Arcidiocesi americana del Patriarcato di Costantinopoli come organizzazione pubblica senza scopo di lucro. Nel 1991, il Sinodo del Patriarcato di Costantinopoli stabilì un ordine separato per gli arconti che vivevano al di fuori dell'America, la Confraternita degli ufficiali (arconti) chiamata "La Santissima Vergine".

Il mentore spirituale dell'Ordine di sant'Andrea è d'ufficio il capo dell'Arcidiocesi americana. Ora è l'arcivescovo Elpidophoros (Lambriniadis), colui che ha articolato il concetto di supremazia del patriarca di Costantinopoli come "primo senza eguali".

Le attività dell'Ordine sono guidate direttamente da un comandante nazionale. Ora è Anthony Limberakis. Tra gli organi direttivi vi sono anche il comitato esecutivo e il consiglio nazionale.

Ogni anno il patriarca di Costantinopoli assegna il titolo di arconte a circa due dozzine di candidati. I criteri di selezione, secondo la procedura su archons.org, sono i seguenti:

  • Il candidato ha una traccia di attività nella sua parrocchia locale, metropolia e Chiesa nazionale?
  • Il candidato è pronto e in grado di fornire il proprio tempo, talento e finanze, per quanto possibile, per proteggere la libertà religiosa del Patriarcato ecumenico?
  • Il candidato è pronto e in grado di parlare con funzionari locali, statali e / o federali al fine di sostenere la libertà religiosa del Patriarcato ecumenico?
  • Il candidato è pronto e in grado di effettuare visite o di partecipare a un pellegrinaggio al Patriarcato ecumenico?
  • Come può il candidato contribuire a proteggere gli interessi del Patriarcato ecumenico?

È facile vedere che quasi tutti i requisiti si riferiscono alla devozione non all'Ortodossia in generale ma al Patriarcato ecumenico (di Costantinopoli). Questa lista non formula nemmeno requisiti di carattere morale per il candidato.

Non per niente l'elenco dei criteri indica la volontà del candidato di fare pressione sugli interessi del Fanar tra le autorità statunitensi. Nel 2006, l'ordine degli Arconti ha avviato il progetto di risoluzione sulla libertà religiosa, che è stato accettato da tutti gli stati degli Stati Uniti tranne quattro.

Dal titolo di questa risoluzione si può concludere che essa è progettata per affermare la libertà religiosa negli stati per tutte le organizzazioni religiose o almeno per quelle ortodosse. Ma non è così. Le disposizioni della risoluzione riguardano solo l'affermazione dei diritti del Fanar dinanzi alle autorità turche. In particolare, l'amministrazione turca è tenuta a riconoscere che il patriarca di Costantinopoli ha uno "status ecumenico" e non è solo il capo della comunità ortodossa locale.

Epifanij Dumenko e "il primo senza eguali"

L'Ordine degli arconti è stato direttamente coinvolto nel progetto di creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina". Nell'agosto 2018, quando il Patriarcato di Costantinopoli non aveva ancora deciso in merito alla creazione della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sulla base di due denominazioni scismatiche dell'Ucraina, l'Ordine degli arconti dichiarò di "esortare tutti i cristiani ortodossi a ricordare che il patriarca ecumenico ha il diritto concedere il Tomos d'autocefalia alla Chiesa ortodossa ucraina, se lo decide. "

E nel 2019, durante l'incontro annuale dell'Ordine negli Stati Uniti, il capo della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", Epifanij Dumenko, ha ricevuto il "Premio Athenagoras nel campo dei diritti umani" . Secondo la descrizione del premio su archons.org, esso "viene assegnato ogni anno al banchetto annuale dell'Ordine a una persona o organizzazione che attraverso le proprie azioni, intenzioni e dedizione dimostra costantemente preoccupazione per i diritti fondamentali e la libertà di religione di tutte le persone."

presentazione del "Premio Athenagoras nel campo dei diritti umani" a Epifanij Dumenko. Foto: pomisna.info

È piuttosto cinico presentare il premio per "la preoccupazione per i diritti fondamentali e la libertà di religione di tutte le persone" al capo di un'organizzazione religiosa i cui seguaci sequestrano luoghi di culto di un'altra denominazione in Ucraina, picchiano sacerdoti e parrocchiani e compiono altre atrocità. Ma davvero?

Alla presentazione del premio, il comandante dell'ordine Anthony Limberakis ha osservato "la pluriennale esperienza del metropolita Epifanij nella protezione del Patriarcato ecumenico".  A sua volta, il sito archons.org riferiva che "il metropolita Epifanij è un attivo sostenitore della libertà religiosa e un sostenitore chiave delle prerogative ecclesiastiche e canoniche del Patriarcato ecumenico".

Un'altra area di attività dell'Ordine degli arconti è il sostegno alle iniziative ecumeniche per avvicinare il Patriarcato di Costantinopoli e il Vaticano. Nel 2007, l'Ordine ha proclamato "Apostoli del mondo" papa Benedetto XVI e il patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli.

Il 10 gennaio 2020, l'Ordine ha tenuto un'assemblea costituente a New York, in cui è stato creato il "Fondo ecumenico patriarcale di Sant'Andrea". Anthony Limberakis, comandante nazionale dell'Ordine degli Arconti, ne è divenuto il presidente.

Il fondo mira a "aiutare il Patriarcato ecumenico a proteggere i suoi poteri canonici negli Stati Uniti e altrove", nonché a "proteggere e mantenere il ruolo guida del Patriarcato ecumenico tra varie giurisdizioni e organizzazioni ortodosse nel mondo".

Il patriarca Bartolomeo ha recentemente affermato che il patriarcato di Costantinopoli "è adorato non solo dai suoi stessi figli spirituali ma anche da altri – da tutta l'Ortodossia in tutto il mondo cristiano" , probabilmente dimenticando le parole di Cristo: "Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto" (Mt 4:10).

Tuttavia, va notato che il concetto di supremazia del patriarca di Costantinopoli "primo senza eguali" non è solo una semplice considerazione teorica. Questo concetto è supportato da un forte supporto finanziario e organizzativo. C'è solo una domanda al riguardo: questo concetto è ortodosso o anti-ortodosso?

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