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  "L'Occidente di oggi è il nostro futuro prossimo, se lasciamo la vita della Chiesa"

intervista di Dmitrij Lapa all'arciprete Andrew Phillips

da Pravoslavie.ru

12 febbraio 2015

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L'arciprete Andrew Phillips, un ortodosso inglese, vive nella città di Felixstowe, sulla costa orientale dell'Inghilterra, nella contea del Suffolk. Serve come rettore della chiesa di san Giovanni di Shanghai il taumaturgo, nella città di Colchester, contea dell'Essex, che appartiene alla giurisdizione della Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR). Per molti anni padre Andrew è stato un autore regolare sui siti web Pravoslavie.ru e OrthoChristian.com.

L'arciprete Andrew Phillips

Padre Andrew, sono passati circa otto anni dall'atto di comunione canonica tra il patriarcato di Mosca e la Chiesa russa fuori dalla Russia, firmato il 17 maggio 2007. Cosa è cambiato per lei da allora?

Nella vita quotidiana, a livello locale, niente è cambiato, siamo ancora esattamente gli stessi, siamo ancora semplicemente una chiesa ortodossa russa locale. Tuttavia, dentro di noi, le cose sono molto migliori perché, mentre prima ci sentivamo isolati, ora che siamo in comunione canonica con il Centro, con la Chiesa in Russia, ci sentiamo più forti, meno isolati. Far parte delle 500 chiese nella ROCOR è una cosa buona, ma far parte delle 30.000 e più chiese nel resto della Santa Rus' è molto meglio. Stare insieme ed essere liberi è sempre meglio che stare da soli. L'isolamento era qualcosa che non abbiamo mai voluto, ma è stato imposto su di noi dalle circostanze politiche. Gli eterodossi ora ci rispettano di più perché conoscono la Chiesa in Russia e il nostro patriarca. Siamo molto più forti insieme. È anche e sempre un piacere per me accogliere pellegrini dalla Russia, da Mosca e da San Pietroburgo. Questo non sarebbe successo prima.

Per favore, ci racconti della vostra parrocchia.

La nostra situazione è molto diversa da quella della parrocchia media in Russia.

Innanzi tutto, vi è il problema dell'architettura. Anche se la nostra chiesa è un edificio bianco di legno, non diverso da alcune chiese ortodosse, in realtà era la chiesa della guarnigione dell'esercito britannico a Colchester, una città militare 80 km a nord-est di Londra. Purtroppo, l'esercito britannico non ha più bisogno di grandi chiese. Un segno dei tempi. Abbiamo comprato la nostra chiesa (di 650 metri quadrati, costruita nel 1855 per i soldati che sono andati a combattere nella guerra anti-russa di Crimea) sette anni fa, grazie alla generosità dei nostri donatori attraverso un appello in internet. Abbiamo convertito il fabbricato a uso ortodosso e l’iconostasi è stata dipinta per noi in Moldova. È molto importante che un edificio ecclesiastico convertito abbia un aspetto e un'atmosfera da chiesa ortodossa. Oltre alla chiesa principale dedicata a san Giovanni di Shanghai, l'apostolo della diaspora, abbiamo anche una cappella con un altare dedicato a tutti i santi delle Isole Britanniche e dell'Irlanda.

La chiesa di san Giovanni di Shanghai, Colchester

Una seconda differenza è data dai nostri parrocchiani e da dove vivono. Anche se abbiamo 600 parrocchiani regolari personalmente a me noti, che sono molti per gli standard della maggior parte delle chiese fuori della Russia, questo non significa che tutti vengono in chiesa ogni domenica. Prima di tutto, i parrocchiani vengono soprattutto in macchina e da una vasta area, fino a 100 chilometri di distanza. Ci sono così poche chiese in Occidente che in realtà abbiamo chiese regionali, in modo che il nome legale ufficiale della nostra Chiesa è " Chiesa ortodossa dell'Inghilterra dell'Est", poiché effettivamente copriamo una delle nove regioni in cui è suddivisa l'Inghilterra. Ho passato molto tempo e percorso molti chilometri a visitare questi parrocchiani.

In terzo luogo, come molte chiese della ROCOR, la nostra chiesa è multinazionale. Abbiamo 24 diverse nazionalità e usiamo tre lingue principali nei servizi, lo slavonico, il romeno e l'inglese. L'inglese è la lingua comune, nonché la lingua parlata meglio dai bambini. Oltre a me, abbiamo un diacono romeno, che è sposato con una russa e che ci aiuta molto con i nostri parrocchiani romeni. Ci possono essere quattro o cinque nazionalità solo tra i servitori d'altare. In ogni domenica si possono sentire le funzioni celebrate in inglese, bulgaro, lituano, greco, russo, romeno, francese o italiano.

Infine – e questo può sorprendere molti dei nostri lettori – i nostri parrocchiani sono giovani, quasi tutti sotto i 40. Per esempio, l'anno scorso abbiamo avuto 49 battesimi, 4 matrimoni e 0 funerali. In realtà il nostro ultimo funerale è stato nel 2009. Teniamo una scuola domenicale nella nostra aula di catechismo e c'è anche una scuola russa e ucraina associata con la Chiesa. Alle grandi feste, diciamo, a Pasqua, a Natale e alla nostra festa patronale, abbiamo un pasto in comune per i parrocchiani nel salone parrocchiale. A Natale i bambini fanno anche una recita della Natività e poi, miracolosamente, appare Ded Moroz (Nonno Gelo).

Sono anche cappellano carcerario ortodosso per le due prigioni locali. Così passo due giorni al mese in carcere.

Sappiamo che la sua chiesa è la più grande chiesa ortodossa in tutta l'Inghilterra: con l'aiuto di Dio, è riuscito a comprare il suo edificio in disuso nel 2008. Ma non molte comunità ortodosse in Inghilterra, che stanno aumentando di numero, hanno i propri edifici di culto. Dove si svolgono le loro funzioni?

Fortunatamente, Nella diocesi della ROCOR nelle Isole britanniche, che esiste da 85 anni, abbiamo tutti le nostre chiese, ma nella maggior parte delle più piccole comunità di nuova costituzione e delle parrocchie recenti della Diocesi di Sourozh della Chiesa in Russia si devono utilizzare e affittare locali anglicani e cattolici la domenica mattina. Molte di queste comunità sono minuscole, a volte con solo dieci persone che le frequentano.

Iconostasi della chiesa di san Giovanni di Shanghai

Padre Andrew, vede qualche notevole aumento del numero di cristiani ortodossi praticanti in Inghilterra? Ci sono molti nativi inglesi che sono diventati ortodossi ultimamente? Secondo le statistiche, l'Ortodossia è una delle religioni in più rapida crescita in Europa occidentale.

Sì, stiamo crescendo, ma per immigrazione, in particolare dalla Romania, dalla Bulgaria e dai paesi baltici, che sono tutti paesi dell'Unione Europea. Se tutti gli ortodossi locali venissero in chiesa, allora avremmo migliaia di parrocchiani. Purtroppo, meno del 10 per cento degli ortodossi in realtà viene in chiesa. Per quanto riguarda le persone occidentali che giungono all'Ortodossia, a prescindere dalla nazionalità, i loro numeri sono sempre stati molto piccoli da quando gli inglesi hanno cominciato a entrare nella Chiesa ortodossa, in pratica dagli anni '50. In media nella nostra parrocchia riceviamo un inglese all'anno nella Chiesa. Direi che nel corso degli ultimi 50 anni in media 50-100 inglesi un anno sono entrati in diverse diocesi della Chiesa ortodossa in tutto il paese. Questo è un numero molto piccolo. In oltre 50 anni questo fa solo 2.500-5.000 persone in tutto.

La situazione è molto simile in altri paesi occidentali: solo piccoli numeri vengono all'Ortodossia. Gli occidentali trovano molto difficile mettere la nostra Ortodossia al di sopra della cultura occidentale con il suo razionalismo e umanesimo. In ogni caso, la domanda più importante che ci dobbiamo porre non è quanti occidentali si uniscano alla Chiesa ortodossa, ma quanti rimangono nella Chiesa senza abbandonarla. Alcune giurisdizioni ricevono molti inglesi, ma quasi tutti abbandonano. Nella ROCOR siamo attenti a chi riceviamo e li prepariamo con cautela. Qualità, non quantità.

Chiesa di san Giovanni di Shanghai, Colchester

Qual è la differenza tra le parrocchie della ROCOR e le parrocchie che sono sotto il patriarcato di Mosca all'estero?

A volte piccola, altre volte grande. In generale le parrocchie del patriarcato sono per la maggior parte molto nuove e provvedono soprattutto a coloro che hanno lasciato l'ex Unione Sovietica, negli ultimi anni. Le parrocchie ROCOR sono molto più antiche, a volte hanno quasi 100 anni, sono molto più miste, spesso bilingui, e sono spesso ben adattate alla vita all'estero e al lavoro missionario, dal momento che in genere capiscono la cultura locale meglio di quelli che sono appena arrivati.

Così, molte questioni che sono nuove per le parrocchie patriarcali sono storie vecchie per noi. Ad esempio, siamo giunti a conclusioni circa la questione dell'ecumenismo 40 anni fa al Terzo Concilio di tutta la diaspora nel 1974. Quindi, una domanda del tipo 'L'ecumenismo ha un futuro?' È irrilevante per noi. Per noi certo che no, l'ecumenismo ha solo un passato. Noi non crediamo affatto che la Chiesa ortodossa sia una delle tante 'Chiese' – c'è una sola Chiesa, la Chiesa ortodossa. Tuttavia, crediamo anche fermamente nelle relazioni amichevoli di buon vicinato e di solidarietà con gli altri cristiani e abbiamo molti parrocchiani che si trovano in matrimoni misti. Le buone relazioni con gli altri sono la norma. Come dice il proverbio inglese: è più facile prendere una mosca con un cucchiaio di miele che con un cucchiaio di aceto.

Che cosa è essenziale per sopravvivere come ortodossi russi fuori dalla Russia?

La cosa essenziale è di mantenere la nostra integrità spirituale, qualunque sia la nostra nazionalità e qualunque sia la lingua che usiamo nelle funzioni della Chiesa, e non la fusione con le istituzioni politiche dei paesi in cui viviamo. Non avviene sempre così, e alcuni ortodossi cadono nella tentazione di conformarsi al mondo, alle istituzioni locali. Se vivono in paesi con uno sfondo culturale cattolico, come la Francia, possono iniziare a somigliare agli uniati; se vivono in paesi di sfondo culturale protestante, come il Regno Unito o gli Stati Uniti, possono iniziare a somigliare ai protestanti.

Possiamo essere snobbati, ignorati e disprezzati perché ci rifiutiamo di essere parte dell'establishment, ma non scendiamo a compromessi. La fede non deve perdere il suo sapore attraverso il conformismo a questo mondo, perché questa è apostasia dalla fede. Solo la scorsa settimana abbiamo avuto il caso di un sacerdote molto protestantizzato in una giurisdizione ortodossa negli Stati Uniti che ha pubblicamente negato che la Chiesa ortodossa è la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Tali errori creano solo scandalo tra i fedeli.

Questo compromesso con l'establishment politico è stato il problema dello scisma di Sourozh in Inghilterra nel 2006. Lo stesso problema si trova in alcuni membri dell'Esarcato di Parigi che rifiutano qualsiasi ritorno alla Chiesa russa, giustificandosi con un riferimento alla laicità delle istituzioni francesi. La nostra fede deve sempre venire prima della nostra cultura, perché la nostra cultura è trasfigurata, fatta cristiana, solo dalla nostra fede. La Chiesa non si conforma al mondo, il mondo si conforma alla Chiesa.

Iconostasi, chiesa di san Giovanni di Shanghai, Colchester

Lo stesso problema è accaduto con diverse centinaia di persone in vari paesi che hanno lasciato la ROCOR nel 2007 perché non erano d'accordo con la riconciliazione tra la Chiesa di fuori della Russia e la Chiesa in Russia. Altamente politicizzati, avevano sviluppato atteggiamenti russofobi... Come risultato hanno lasciato la Chiesa e si sono uniti a delle sette. Ma non c'è nulla di più tragico che morire al di fuori della Chiesa, che è ciò che sta accadendo a loro.

Quali sono i maggiori problemi nel vivere al di fuori di un paese tradizionalmente ortodosso, come una piccola minoranza?

Io direi che ci sono due problemi, apparentemente diametralmente opposti.

In primo luogo, vi è una difficoltà pratica, che si riduce a una mancanza di denaro. A differenza della Russia, non abbiamo monasteri – cosa che è sempre disastrosa – non abbiamo alcuna proprietà, non abbiamo chiese pronte, sacerdoti pronti e direttori di coro pronti, né masse di ortodossi o sponsor che possono dare un sostegno finanziario a una chiesa, a acquistare o affittare un edificio per convertirlo a uso di chiesa, per equipaggiarlo e pagare al sacerdote uno stipendio. Molti dei nostri sacerdoti devono lavorare in posti di lavoro secolare, a meno che non siano pensionati, semplicemente per sopravvivere. Questo è un male per la vita liturgica – gli edifici ecclesiali non possono rimanere aperti tutto il giorno, anche se ci appartengono, perché il sacerdote è al lavoro. E anche se l'edificio della chiesa è permanente e ci appartiene e un sacerdote è presente, chi sarà lì a cantare? Anche chi sa cantare deve lavorare. Se non ci sono soldi per pagare i sacerdoti, allora non ci sono soldi neppure per pagare i cori.

In Occidente ci mancano tutte le infrastrutture di base e la maggior parte dei nostri fedeli è piuttosto povera. Come risultato, i giovani non vogliono diventare sacerdoti e i loro genitori non vogliono che diventino sacerdoti, perché sanno che vuol dire una vita di povertà e di esaurimento, senza sostegno. Noi diciamo: In Russia le chiese pagano per i sacerdoti, ma in Occidente i sacerdoti pagano per le chiese.

In secondo luogo, vi è una difficoltà spirituale. Dove sono i nostri santi moderni? Perché sembra più facile produrre santi sul Monte Athos, in Grecia, in Romania, in Russia? Alcuni possono puntare alla vita monastica ortodossa molto debole nei paesi occidentali come una ragione. Senza dubbio questo è molto importante, ma vi è ancora un problema generale. Le tentazioni in Occidente sono tali che non si producono santi. Prendete perfino san Giovanni di Shanghai, il santo della diaspora. I semi della sua santità sono stati seminati nell'Impero russo, in Serbia e Macedonia, non in Occidente. Non abbiamo ancora prodotto un santo nato e cresciuto nel mondo occidentale. Gli ultimi santi prodotti qui sono vissuti mille anni fa. Sarebbe facile dire: "Beh, cosa vi aspettate, la mentalità occidentale è 'a prova di santi', è 'anti-santità'." Ma alla mia mente questa suona come una scusa. Guardate quanti santi ha prodotto l'Impero Romano pagano. Perché non possiamo produrli noi?

Io credo che questi due problemi siano connessi. Dove non ci sono santi, la Chiesa non può prosperare, né spiritualmente né finanziariamente. Dove ci sono santi, ci sono folle di pellegrini che si riuniscono – guardate san Paissio del Monte Athos – e la Chiesa è in grado di costruire nuove chiese, equipaggiarle, pagare il clero, fondare monasteri. La Chiesa è santa. Senza la santità, non c'è Chiesa, si tratta solo di una organizzazione, un'amministrazione, nel peggiore dei casi un club nazionale o un museo del folklore. La santità è il barometro della salute della Chiesa.

Guardate la Russia contemporanea. L'ondata delle costruzioni di chiese e dei battesimi nel corso degli ultimi 25 anni è stata a causa dei sacrifici dei nuovi martiri e confessori. La Chiesa è fondata sulla santità. Niente santi, niente Chiesa. E la prova di questo è nelle denominazioni protestanti, che non hanno santi, che negano i santi e così stanno morendo. Purtroppo, nel corso degli ultimi cinquant'anni il cattolicesimo è andato sulla stessa strada del protestantesimo, un fatto che sconvolge sempre i cattolici dell'Europa dell'Est, che sono molto più vicini all'Ortodossia di quanto lo sono ai cattolici occidentali.

L'arciprete Andrew Phillips

Qual è la situazione nelle altre giurisdizioni ortodosse con rappresentanze in Gran Bretagna? Dobbiamo ricordare ai nostri lettori che, in aggiunta alle due diocesi della Chiesa russa, ci sono in Inghilterra diocesi (o, almeno, parrocchie) del patriarcato di Costantinopoli, della Chiesa di Antiochia, dei serbi, dei romeni e altre Chiese ortodosse locali.

Come ovunque nel mondo occidentale, qui sono presenti sette Chiese locali: il patriarcato di Costantinopoli, le chiese romena, serba, bulgara e georgiana, il patriarcato di Antiochia e la Chiesa ortodossa russa. Fino a poco tempo le parrocchie georgiane e bulgare non esistevano nemmeno e i romeni avevano solo una chiesa a Londra, ma con l'immigrazione sono in rapido aumento. In generale, solo la Chiesa russa è multinazionale. Così, le parrocchie georgiane, bulgare, romene e serbe si rivolgono per la maggior parte ai loro immigrati nazionali, a una sola nazionalità.

Fondamentalmente lo stesso vale per l'arcidiocesi greca del patriarcato di Costantinopoli. Come in altri paesi occidentali l'arcidiocesi greca è ancora la più grande diocesi in questo paese, e consiste principalmente di immigrati provenienti da Cipro, che si stabilirono qui negli anni '50 e '60. Tuttavia, l'arcidiocesi greca ha anche alcuni ex anglicani come il metropolita Kallistos Ware.

Per quanto riguarda la piccola diocesi antiochena, è molto insolita perché oltre a una chiesa araba a Londra, i suoi parrocchiani sono per lo più ex anglicani. La diocesi è formata da una serie di piccole comunità, circa 20 in numero, con oltre 300 fedeli in tutto. I membri del loro clero sono ex sacerdoti anglicani, di cui alcuni non erano d'accordo con l'ordinazione delle donne tra gli anglicani. La cosa insolita è che cantano melodie russe nella loro liturgia, ma usano il nuovo calendario come i greci.

Le parrocchie o comunità in tutte queste varie giurisdizioni per la maggior parte tengono funzioni in chiese anglicane, anche se l'arcidiocesi greca ha acquistato molte chiese anglicane non utilizzate negli anni '50 e '60, quando erano molto a buon mercato da comprare, e le ha trasformate per il proprio impiego. Solo la ROCOR ha effettivamente costruito diverse chiese in Inghilterra.

Come persona che un tempo ha vissuto in Francia per 15 anni, cosa può dire dell'attacco agli uffici di Parigi del settimanale Charlie Hebdo, il 7 gennaio di quest'anno?

Prima di tutto, mi dispiace per le vittime di questi assassini psicopatici. La maggior parte di loro è morta, a quanto pare, senza tempo per pentirsi. Charlie Hebdo è ben noto in Francia per le sue bestemmie e la sua pornografia anti-cristiana e anti-musulmana, ma non c'è ragione per cui non dovremmo condannare quest'attacco terroristico.

Tuttavia, mi sento dispiaciuto anche per i musulmani. Essi soffrono per due ragioni. Prima di tutto, la loro fede era stata oltraggiata da Charlie Hebdo. Ora sono indignato per le persone che pensano che tutti i musulmani siano terroristi assassini. Le reazioni dei leader occidentali sono state molto chiare. Non hanno speso una sola parola in favore della religione, solo in favore della libertà di bestemmiare e la libertà di pubblicare pornografia, cioè, la "libertà" di odiare Dio e odiare il prossimo. Non hanno mai sentito la parola "rispetto" o conosciuto il concetto di "Dio"? Dire "Je suis Charlie" (Io sono Charlie) equivale a dire "La mia anima è morta."

Può sembrare strano ad alcuni leggere che un prete ortodosso difende i musulmani, ma io non sono solo. Abbiamo ascoltato le parole di vescovi in Serbia, Grecia e Russia che hanno detto la stessa cosa. Noi, ovviamente, abbiamo credenze diverse da quelle dei musulmani, ma dobbiamo rispettarci l'un l'altro. E siamo in molti modi più vicini gli uni agli altri di quanto lo siamo ai laici occidentali. La bestemmia è una provocazione deliberata. Non ce n'è alcun bisogno. Tutto questo dimostra che l'Occidente ha perso ogni concetto dei due comandamenti fondamentali – amare Dio e amare il prossimo. Se l'Occidente obbedisse a questi comandamenti, non bestemmierebbe e avrebbe rispetto per gli altri. Questa mancanza di amore spiega perché i leader occidentali soffrono di tale sbalorditiva ipocrisia e auto-illusione. In realtà credono alla loro stessa propaganda ...

Cosa ne pensa della situazione in Ucraina? Perché pensa che vi siano accaduti questi tragici eventi?

Questa guerra è tragedia pura. Anche se i combattimenti sono in gran parte tra greco-cattolici e ortodossi, è sempre una guerra civile, in cui fratelli slavi uccidono fratelli slavi. Questo è per la gioia di Satana, che ama tutte le sofferenze umane e soprattutto ama i fratelli che uccidono i fratelli. Naturalmente, la situazione politica è molto difficile. L'Ucraina come è oggi è un paese composto da parti della Russia occidentale, parti della Polonia orientale, un po' di Romania e Ungheria e la maggior parte della Rus' Carpatica, che Kiev insiste a chiamare Zakarpat'e (Transcarpazia). Ma queste diverse parti avrebbero potuto vivere insieme in pace e unità, la tragedia è venuta attraverso un intervento politico straniero. A ogni liturgia preghiamo per l'Ucraina e la sua gente, come ci ha chiesto il patriarca Kirill.

Croce da venerazione davanti alla chiesa di Colchester

Questa è la terza volta in quarant'anni che una parte del mondo ortodosso è stata consumata. La prima volta fu a Cipro nel 1974, con l'invasione della Turchia. La seconda volta fu in Serbia, con l'occupazione del Kosovo. Di chi è la colpa? Non serve incolpare gli altri. Noi cosiddetti ortodossi siamo da incolpare. Ricordo dei ciprioti della parte di Cipro occupata dai turchi che parlavano con me nel 1974, lamentandosi di come i turchi avevano preso le loro chiese. Ho chiesto loro se fossero stati in queste chiese, e mi hanno detto "no", non erano mai andati in chiesa.

La stessa cosa in Serbia. Ho incontrato così tanti serbi che mi dicono che sono ortodossi, ma quando chiedo loro perché non vengono alla confessione e alla comunione, rispondono "perché non sono battezzato", cosa che si rifiutano di fare. Ortodossi non battezzati! Per quanto riguarda l'Ucraina, la maggior parte è battezzata, ma quanti sono realmente ortodossi? Voglio dire, quanti frequentano la Chiesa canonica, almeno una volta al mese, e non uno scisma nazionalista come i greco-cattolici o i filaretisti? Credo che non siano molti, una piccola minoranza.

Se non andiamo in chiesa, tranne quando abbiamo una crisi nella nostra vita, come possiamo dire che siamo ortodossi? Se le nostre chiese sono vuote, allora Dio ci toglierà le nostre chiese perché siamo indegni di averle. E quando noi ortodossi non abbiamo più chiese, che cosa siamo? Niente! La Chiesa è la fonte della nostra cultura, della nostra civiltà. Senza la Chiesa scenderemo gradualmente nella barbarie. Questo si può vedere oggi in Occidente, che sta compiendo quella discesa. Anche solo 25 anni fa, non avremmo potuto immaginare che frasi come "matrimonio omosessuale" potessero perfino esistere. Sarebbero state prese come scherzi di cattivo gusto. Ma oggi... L'Occidente è il nostro futuro se abbandoniamo la Chiesa. La scelta è nelle nostre mani.

Non è un bene che noi ortodossi russi diciamo: "Questo non può succedere qui." Ricordate la torre di Siloe. "Se non vi ravvedete, perirete tutti allo stesso modo." (Luca 13,4-5). Se non andiamo in chiesa, se non cerchiamo almeno di vivere una vita della Chiesa, la stessa cosa accadrà a noi, ai nostri figli e nipoti. A volte i russi di mezza età vengono in chiesa e si lamentano con me che i loro figli, ora cresciuti e adulti, vivono male. Io chiedo sempre loro: "E li avete portati in chiesa quando erano piccoli, li avete portati alla comunione ogni settimana, avete insegnato loro qualche preghiera, avete pregato a casa?" E, naturalmente, di solito rispondono qualcosa del genere: "No, ma siamo venuti in chiesa una volta all'anno a Pasqua per mezz'ora e abbiamo acceso una candela." Li guardo negli occhi e allora capiscono il loro errore. E hanno le lacrime agli occhi. Ma è troppo tardi.

Senza la Chiesa sia la vita nazionale sia la vita personale cadono a pezzi. Quasi 2.000 anni fa l'evangelista scrisse che Satana è il principe di questo mondo. Sicuramente, è tutto chiaro. Se non abbracciamo la Chiesa, allora abbracciamo Satana. Non c'è bisogno di leggere libri o di avere un dottorato per saperlo. Che cosa ci può essere di più chiaro?

All'interno della cappella dedicata a tutti i santi della Gran Bretagna e dell'Irlanda

Come vede il futuro dell'Ortodossia in Europa occidentale? Più di una volta nei suoi articoli e libri esprime la speranza che, nonostante tutti gli attuali processi negativi, l'elevazione spirituale e anche la restaurazione dell'Ortodossia in Europa sono ancora possibili, in particolare attraverso le preghiere di migliaia di santi locali, che hanno rifulso in queste terre prima del grande scisma. Come pensa che questo miracolo sia possibile?

Dalla mia esperienza di comunicazione con inglesi e altri europei, si può dire che in Europa ci sono ancora abbastanza persone che stanno mantenendo i valori tradizionali, e un gran numero di anglicani e altri cristiani non ortodossi trattano gli ortodossi con rispetto e mostrano interesse verso di loro. In moltissime cattedrali e persino chiese parrocchiali anglicane oggi si possono vedere icone ortodosse (non era così anche solo dieci anni fa), numerosi santuari antichi vengono ripristinati, e nelle cattedrali si celebrano feste di santi locali pre-normanni. Ho sentito che all'intronizzazione della attuale arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, il Credo è stato letto senza filioque – già questo da solo è un evento! Gli stessi inglesi stanno cominciando a scrivere e pubblicare libri sui loro antichi santi e santuari. E non molto tempo fa l'arcivescovo di Westminster Vincent Nichols ha osservato che la Riforma in Inghilterra si era conclusa dopo il 1990...

Tutto è possibile. L'Europa, a quanto pare, è sul letto di morte, ma crediamo nel pentimento, anche sui letti di morte. Da una parte, l'Europa sembra correre verso l'abisso, d'altra parte ci sono piccole, minoranze cristiane patriottiche, forze spiritualmente sane, in tutti i paesi europei, che simpatizzano con la Russia e l'Ortodossia russa e con i nostri valori, che sono anche i valori dei veri santi occidentali del primo millennio. Noi ortodossi russi dobbiamo sostenere tutte le forze spiritualmente sane in Europa e nel mondo. Alcuni addirittura ora si rivolgono a noi per tale sostegno. La nostra Chiesa deve essere un faro per tutta l'umanità che cerca la vita spirituale. È vero, questi gruppi spiritualmente sani sono solo piccole minoranze e non dobbiamo farci un quadro troppo ottimista. Umanamente parlando, la situazione è quasi disperata. Ma siamo ortodossi – crediamo nel potere dei santi, antichi e nuovi, orientali e occidentali, nella grazia di Dio, nello Spirito Santo, per trasfigurare la sciocca umanità.

Nei momenti di sconforto, mi ricordo le parole di san Serafino di Vyritsa, dette in uno dei momenti più bui della storia della Chiesa russa. Egli profetizzò che sarebbe venuto il tempo in cui gli occidentali sarebbero andati per nave a San Pietroburgo per farsi battezzare. La gente pensava che fosse pazzo. Ma lo vedrete, aveva ragione.

L'autore Dmitrij Lapa con l'arciprete Andrew Phillips presso la croce di sant'Edmund a Hoxne

Per finire, quali sono i suoi auguri per i nostri lettori in Russia?

Vorrei che i lettori non si disperassero per le difficoltà della vita quotidiana in Russia, per l'aumento dei prezzi, per le sanzioni occidentali, per le molte guerre, per gli eventi in Ucraina e nel mondo occidentale. Non arrendetevi mai! Guardate come il sangue dei nuovi martiri e confessori ha conquistato l'ateismo. Con Dio tutto è possibile. Ricordate sant'Aleksandr Nevskij, che ha detto: "Dio non è nella forza, ma nella verità" Ricordate le parole dei Salmi: Chi è un Dio grande come il nostro Dio? Tu sei il Dio che compie meraviglie! Molte cose notevoli accadranno nei prossimi anni.

La ringrazio molto per la sua intervista, padre Andrew! Le auguriamo abbondanti benedizioni e l'aiuto del Signore in tutte le sue fatiche!

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