Apro alla parola "Crimea", il famoso Dizionario universale di storia e geografia di Bouillet pubblicato da Hachette nel 1843, e leggo: "Crimea, l'antica Chersoneso Taurica, penisola della Russia europea, sul Mar Nero". Questa definizione ha una chiarezza cristallina.
Liberata dal giogo turco nel 1783 per opera di Caterina II - Imperatrice dell'Illuminismo, amica di Diderot, di Voltaire, di Grimm, di Giacomo Casanova - fu nel 1791 che la Crimea divenne permanentemente russa. Questo esempio della Crimea avrebbe stimolato mirabilmente i patrioti greci, e 30 anni più tardi sarebbe stata la Grecia, a sua volta, a sollevarsi contro l'occupazione straniera.
Che fosse la Crimea o la Grecia, l'imperatrice Caterina di Russia o Lord Byron, l'Europa progressista, favorevole all'autodeterminazione dei popoli, seguiva con entusiasmo questi declini dell'imperialismo ottomano, queste vittorie della libertà.
Una politica decisa a Washington
Che dire di oggi? I leader europei sembrano ignorare tutto della loro stessa storia, sono come colpiti da amnesia. Senza dubbio questa è una ragione per la loro servile adunata attorno alla politica estera degli Stati Uniti. Durante la guerra della NATO contro la Serbia, il presidente degli Stati Uniti, il democratico Clinton, aveva voluto che l'aviazione turca bombardasse Belgrado. Fu François Mitterrand che lo dissuase dal commettere una tale follia. L'ignoranza di storia europea che aveva Clinton, evidentemente, l'ha ereditata il suo successore Obama. Ahimè, nel 2014, a Parigi, non abbiamo un François Mitterrand per illuminarlo, e ormai l'Eliseo e il Quai d'Orsay non sono altro che le casse di risonanza della politica decisa a Washington.
Al ritmo con cui vanno le cose, non sarei sorpreso se nei prossimi mesi Obama e dei suoi vassalli europei inviteranno i loro amici turchi a far valere i propri diritti in Crimea. Non l'hanno forse occupata tra il 1475 e il 1783? La Turchia non è forse un membro della NATO dal 1952? Per gli Stati Uniti, questi due titoli certamente dare loro diritti per la riconquista, soprattutto il secondo, perché per gli americani gli europei sono divisi in due blocchi: i buoni che fanno parte della NATO e i cattovi che non vi appartengono. Se i polacchi e gli ucraini sono ora così ben visti dalla Casa Bianca, è perché stanno chiedendo la protezione della NATO contro i russi, mostrandosi servi zelanti e obbedienti degli interessi americani.
Due pesi, due misure
In caso che Obama, per vendicarsi di Vladimir Putin, incoraggiasse i turchi a invadere il Crimea come 40 anni fa invasero Cipro, sono convinto che il signor Laurent Fabius, il nostro infaticabile Ministro degli Esteri, potrebbe ottenere da sua Altezza Erdogan in Turchia, in cambio del sostegno della Francia, la nomina a Mammalucco del valoroso presidente François Hollande. "Mammalucco, ti dico. Sono un Mammalucco" (Il borghese gentiluomo, Atto V, scena 1).
Lunedi mattina a Europe 1, nella suo rassegna stampa, la spirituale Natasha Polony ha deriso un quotidiano parigino di sinistra che, dopo aver sostenuto lo smembramento della Jugoslavia e applaudito al saccheggio del Kosovo, culla storica della Serbia, da parte di un banda di mafiosi islamisti, ora rifiuta ai residenti della Crimea il diritto di sentirsi e volersi russi. Di fatto, cosa sconvolgente in questo caso, sono due pesi e due misure. Mentre è sempre cosa delicata accusare persone che non la pensano come te di disonestà intellettuale, Quando si vede una pratica di due pesi e due misure perpetuata da certi intellettuali, questa, se non è malafede, vi assomiglia in modo diabolico.
Ah! La Chersoneso Taurica degli antichi greci! Che nome affascinante! E più che mai d'attualità. Conoscete il titolo del vescovo del Patriarcato di Mosca in Francia? Il titolo è "Vescovo di Chersoneso". Storicamente, a ogni liturgia eucaristica nelle parrocchie ortodosse dipendenti dal Patriarcato di Mosca in Francia, preghiamo per il vescovo di Chersoneso. I lettori di Le Point che mi fanno l'onore di avere i miei libri nella loro biblioteca sanno che uno di questi prelati mi ha anche ispirato una poesia intitolata appunto "Chersoneso".
Viva la Crimea russa!
In questo tempo penitenziale della Quaresima, vi farò una confessione. Durante la sua vita, ero geloso del mio amico teologo Olivier Clément. Gli volevo molto bene: è stato testimone al mio matrimonio in chiesa a Londra, io sono il padrino di suo figlio, ma il patriarca di Costantinopoli gli aveva dato la distinzione di Grande Chartophylax del Trono ecumenico, e che mi sorprendeva a un punto di cui non avete idea. Poter stampare sui biglietti da visita: "Grande Chartophylax del Trono ecumenico", che sogno!
Ho sempre sperato che il Patriarca di Costantinopoli, sensibile al posto di primo piano che ha la Chiesa ortodossa nella mia opera di scrittore, facesse anche me Grande Chartophylax, ma il tempo passa e, come la signora Marlborough, non vedo arrivare nulla. Ora tutte le mie speranze si rivolgono al Patriarca di Mosca. Se riuscissi a convincere il signor François Hollande a cercare a sua volta di convincere il suo amico Obama ad accettare che la Crimea resti russa e a rinunciare alle sue misere rappresaglie economiche, non potrei ricevere l'Ordine di san Vladimir (di Kiev, sia detto tra parentesi) o, come Tintin nell'avventura dello Scettro di Ottokar, essere fatto Cavaliere dell'Ordine del Pellicano d'Oro? Tale distinzione porterà gioia alla mia vecchiaia, e certamente mi riempirebbe di benignità nei confronti dell'attuale capo dello Stato. La scorsa settimana su queste colonne, grazie a Christophe Girard, mi sono riconciliato con Manuel Valls. Se domani, grazie a sua Santità Kirill I, mi mettessi a scrivere bene di François Hollande, il miracolo sarebbe paragonabile a quelli di Lourdes! Il Mammalucco e il Chartophylax mano nella mano! Abbracciamoci, Folleville! Viva la Ruritania indipendente! Viva la Crimea russa!
|