Rubrica

 

Informații despre parohia în alte limbi

Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=205  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=602  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=646  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=647  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=4898 
Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=2779  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=204  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=206  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=207  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=208 
Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=3944  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=7999  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=8801  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=9731  Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=9782 
Mirrors.php?cat_id=31&locale=ro&id=11631         
 

Calendar Ortodox

   

Școala duminicală din parohia

   

Căutare

 

In evidenza

04/10/2023  Scoperte, innovazioni e invenzioni russe  
14/03/2020  I consigli di un monaco per chi è bloccato in casa  
11/11/2018  Cronologia della crisi ucraina (aggiornamento: 3 febbraio 2021)  
30/01/2016  I vescovi ortodossi con giurisdizione sull'Italia (aggiornamento: 21 dicembre 2022)  
02/07/2015  Come imparare a distinguere le icone eterodosse  
19/04/2015  Viaggio tra le iconostasi ortodosse in Italia  
17/03/2013  UNA GUIDA ALL'USO DEL SITO (aggiornamento: aprile 2015)  
21/02/2013  Funerali e commemorazioni dei defunti  
10/11/2012  Naşii de botez şi rolul lor în viaţa finului  
31/08/2012  I nostri iconografi: Iurie Braşoveanu  
31/08/2012  I nostri iconografi: Ovidiu Boc  
07/06/2012  I nomi di battesimo nella Chiesa ortodossa  
01/06/2012  Indicazioni per una Veglia di Tutta la Notte  
31/05/2012  La Veglia di Tutta la Notte  
28/05/2012  Pregătirea pentru Taina Cununiei în Biserica Ortodoxă  
08/05/2012  La Divina Liturgia con note di servizio  
29/04/2012  Pregătirea pentru Taina Sfîntului Botez în Biserica Ortodoxă
 
11/04/2012  CHIESE ORTODOSSE E ORIENTALI A TORINO  
 



Pagina principală  >  Documente  >  Sezione 7
  Parigi e la Russia: Un confronto

Nikita Alekseevich Struve

Ivan Dmitrievich Shakhovskoj

Clicca per SCARICARE il documento come PDF file  
Răspândește:

"ОГОНЕК" (Ogonjok, "La fiamma"), "Cristianesimo - non autorità". La Chiesa Ortodossa Russa si prende Parigi. Che cosa pensano di questa offensiva i discendenti degli immigrati russi?

Conversazione di Olga Allenova con Nikita Struve - 25 luglio 2011

http://www.interfax-religion.ru/?act=print&div=13451

Nikita Struve

Il dibattito che è sorto dopo la pubblicazione di un articolo di Vladislav Inozemtsev ["Власть - от Бога, Бог - от власти", in "Огонек", n. 26, 2011] ha ricevuto un impulso imprevisto quando si è saputo che la Federazione Russa, dopo aver vinto la causa in tribunale sulla cattedrale di Nizza, ha trasferito la proprietà al Patriarcato di Mosca. Nella comunità russa in Francia si sta discutendo di questo stesso argomento.

Il governo russo ha trasferito l’edificio della Cattedrale di San Nicola a Nizza (Francia), che in precedenza apparteneva a una parrocchia del Patriarcato Ecumenico, al Patriarcato di Mosca, per uso gratuito, in perpetuo. Vladimir Kozhin, membro dell'Amministrazione presidenziale della Federazione Russa, ha informato di questo cambiamento della parrocchia. I parrocchiani hanno sussurrato... perché lo Stato fa tante storie per una questione puramente religiosa, piuttosto che per questioni politiche? Infatti, a parte la storia relativa alla cattedrale di Nizza, le autorità secolari russe stanno attivamente sostenendo un piano per la costruzione di un nuovo Centro ortodosso a Parigi.

Il filosofo Nikita Struve, i cui genitori erano emigrati in Francia all’inizio del XX secolo, in un'intervista a Ogonjok, riflette su questo.

Come sono riusciti gli emigrati russi in Francia a conservare la propria lingua e cultura?

Io credo che la nostra cultura spirituale sia associata con la Chiesa, la Chiesa ci ha aiutato a preservare la lingua e le tradizioni, e, in questo ci differenziamo da chi vive in Russia. La nostra esperienza ci dice che abbiamo bisogno di mantenere la nostra indipendenza più a lungo possibile.

Indipendenza da chi?

Per ora, ci hanno portato via una chiesa... in generale, vogliono metterci sotto il loro controllo.

Forse, al contrario, [vogliono] riunirvi con la Russia contemporanea?

Sì, con la Russia contemporanea, ma noi non vediamo perché questo sia necessario. Apprezziamo la nostra povertà, la nostra libertà. Abbiamo bisogno della nostra indipendenza dallo Stato russo post-sovietico. Sì, bisogna amarla, la Russia post-sovietica, ma non vogliamo che questa si imponga su di noi. Qui nell’emigrazione, abbiamo la nostra missione, e questa missione si estende ai nostri discendenti.

Quale missione?

Un cristianesimo illuminato... ortodosso, ma non chiuso. In Russia, hanno preso un'altra direzione...

Ci hanno detto che gli emigrati russi sono scettici circa il previsto centro spirituale russo sulla Senna, che si costruisce su iniziativa del Patriarcato di Mosca...

Molto scettici, e anche negativi nei suoi confronti. Perché la Russia ne ha bisogno? Costerà un sacco di soldi. Non c’è bisogno di cultura russa qui... non ne esiste, se non la nostra. Inoltre, abbiamo un istituto teologico, famoso in tutto il mondo. Ora, qui, non vedo nessuno che possa testimoniare la cultura spirituale dalla Russia post-sovietica. Se ci sono persone del genere, ne hanno più bisogno in Russia.

Forse, non è troppo tardi per influenzare in qualche modo questo progetto, per correggerlo?

No, si tratta di una politica congiunta stato / Chiesa. Poiché la Chiesa è ora unita con lo stato, cioè, agiscono all'unisono quando intraprendono tali azioni, è molto difficile opporsi. E non è necessario opporsi. Devi avere un motivo per lottare. Lottare per la nostra indipendenza... sì, noi combatteremo per questo. Non combatteremo contro quello che vogliono creare.

Tuttavia, in Russia, la Chiesa è indipendente dallo stato ...

Ora è indipendente e dipendente allo stesso tempo. Legalmente, sì, è indipendente, come in Francia. Tuttavia, di fatto, è vicina allo stato. Lo stato si serve della Chiesa, a causa della sua posizione, e la Chiesa si serve dello stato. Se è così, quindi, non può essere indipendente. Noi siamo contrari a una stretta relazione Chiesa/stato. Il luogo per la nuova cattedrale a Parigi lo ha comprato lo stato. E lo stato ha messo gli occhi addosso alla cattedrale di Nizza.

Nella Russia pre-rivoluzionaria, la Chiesa sinodale poteva solo sognare di liberarsi dal controllo statale. Ma nell’emigrazione, soprattutto qui, in Francia, era al di là della portata di qualsiasi controllo statale... di questo ha parlato chiaramente la santa martire madre Maria Skobtsova. Il periodo bizantino è finito, la nostra chiesa è stata felicissima di poter tornare ai tempi dei primi cristiani, quando non eravamo a carico dello stato. E abbiamo potuto vivere e respirare liberamente.

La nostra cultura spirituale è legata a questo. Pertanto, ora, stiamo difendendo la nostra indipendenza, apparentemente senza molta speranza, perché i nostri avversari hanno molto denaro e influenza politica...

Perché la Russia avrebbe bisogno di tutto questo?

Non capisco.

Costruisce già un seminario...

Non è affatto necessario, per nulla! Noi abbiamo già un seminario. Questo è per dire: "Anche noi", invece di cooperare. Sono sempre stato per le buone relazioni e la cooperazione. Tuttavia, dobbiamo riconoscere la nostra eccellenza, non nel senso di un superlativo, piuttosto nel senso che ci differenziamo dalla Chiesa russa post-sovietica, e abbiamo qui una vocazione speciale.

Ci sono molti fautori dell'idea dell’indipendenza tra gli emigrati odierni?

Sì, ce ne sono molti, come dimostrano le elezioni nei congressi della nostra chiesa. Ma c’è anche un piccolo gruppo, una decina di persone, che vuole l'unione con il Patriarcato di Mosca. È composto quasi interamente da discendenti di ex nobili, principi, conti, baroni, ma non sono esperti negli affari ecclesiastici...

Molti di loro sono cittadini russi. Ha richiesto la cittadinanza russa?

No, me l’hanno offerta, ma ho rifiutato. Questo mi permette più libertà di amare la Russia. Sono nato in Francia, sono andato in Russia solo nel sessantesimo anno della mia vita. L’ho amata così com’è, però non mi faccio illusioni, non dopo 70 anni di dominio sovietico.

Eppure, c’è stato il processo di riunificazione della Chiesa russa all’estero con la Chiesa Ortodossa Russa.

La cosiddetta Chiesa russa all’estero (karlovtsiana) era molto conservatrice. Il suo centro era in Serbia, a Belgrado, tra i circoli emigrati più di destra. Essi credevano che la Chiesa nella Russia sovietica fosse priva di grazia. Inoltre, evitavano chiunque avesse una qualche connessione con essa. Pertanto, non erano riconosciuti da nessuno. Di conseguenza, hanno dovuto riunirsi con Mosca. Ma noi abbiamo avuto un legame canonico nel 1931 sotto il Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Siamo una Chiesa occidentale russa francese. La Chiesa russa all’estero non ci ha riconosciuti.

Molti emigrati russi dicono che non si fidano della Russia contemporanea. Perché?

La mentalità sovietica li spaventa. La mentalità sovietica persisterà ancora per un certo tempo.

In generale, come può la Russia superare questa mentalità?

Attraverso la cultura. Non credo che si dovrebbe sviluppare qualche nuova ideologia. Naturalmente, la povera Russia è passata attraverso tali prove, attraverso un tale abisso, che l'attuale situazione è spaventosa. Tuttavia, dobbiamo ricordarci che il cristianesimo ortodosso non può essere un'ideologia. Soprattutto non un’ideologia di stato.

Perché?

Perché non è autoritario, tutti sanno che il cristianesimo è anti-autoritario. La cosa principale nel cristianesimo è la propria vita spirituale personale.

Cosa ne pensa del tentativo di introdurre l'insegnamento delle nozioni di base della cultura ortodossa nelle scuole?

Forse, come un esercizio culturale, è utile, ma come scenario di un'ideologia, è cattivo. Pertanto, sono ambivalente nei suoi confronti.

Potrebbe minacciare l’Ortodossia?

No, ma l’Ortodossia sarebbe percepita come un pericolo, sia in senso negativo, o, al contrario, in modo attivo. Piuttosto, cerchi di capire perché la Russia sia discesa all'inferno e abbia ucciso una parte significativa della sua popolazione. Questo non è accaduto in nessun altro paese europeo...

 

"Il compito degli emigranti è di partecipare alla rinascita spirituale della Russia, e non di desiderarne l'indipendenza"

9 agosto 2011

http://www.interfax-religion.ru/?act=interview&div=330

Ivan Shakhovskoj

Di recente, in un'intervista, il noto filosofo emigrato Nikita Struve ha detto che è contrario al progetto del Patriarcato di Mosca di costruire un complesso ortodosso russo a Parigi. La sua opinione è che il Patriarcato di Mosca dipende dallo Stato, e che i circoli degli emigrati vogliono essere indipendenti "dalla Russia post-sovietica". Secondo N. Struve, la maggior parte degli emigrati è a favore della continuazione dell’attuale separazione, "ma c’è anche un piccolo gruppo, una decina di persone, che vuole l'unione con il Patriarcato di Mosca".

Per conoscere l’effettivo punto di vista dell'emigrazione russa nei confronti della Russia contemporanea, della Chiesa russa, e del ritorno nel suo seno delle chiese russe che si trovano in Francia, Elena Mahler-Mat’jazova, in un’intervista esclusiva per "Interfax-Religion", ha parlato al principe Ivan Shakhovskoj, rappresentante di una delle più antiche case principesche russe, e pronipote dell’arcivescovo Ioann (Shakhovskoj) di San Francisco. Ivan Dmitrievich è nato a Parigi, ma si è trasferito in Russia in età adulta.

Ivan Dmitrievich, la prego di commentare la recente intervista di Nikita Struve, in cui è stato totalmente critico nei confronti della Russia contemporanea e della Chiesa russa.

Che cosa posso dire? Naturalmente, a suo tempo Nikita Alekseevich ha fatto molto per la conservazione della cultura russa... è sufficiente ricordare la sua attività editoriale presso la YMCA-Press e il Вестник РСХД (Vestnik RSKhD: Rivista del RSKhD, il Movimento studentesco cristiano russo), o il libro "Христиане в СССР" (Khristiane v SSSR: I cristiani in URSS). Tuttavia, quando inizia a parlare e scrivere della Russia contemporanea, si dimostra del tutto carente... in linea di principio, si è sempre opposto al Patriarcato di Mosca, ma a giudicare dalle sue recenti dichiarazioni, ha perso la presa sul buon senso e sulla logica.

Nikita Alekseevich sostiene che la maggioranza assoluta dei rappresentanti dell’emigrazione russa condivide le sue idee, e che solo circa una decina di persone, poco versate negli affari ecclesiastici, prende una posizione opposta. Questo è coerente con la realtà?

Davvero, non corrisponde ai fatti. Oggi, le persone che sono a favore del ricongiungimento con il Patriarcato di Mosca sono membri di parrocchie, in ognuna delle quali sono sostenuti da ben più di dieci persone. In realtà, se ci fosse in tutto solo una decina di oppositori, nessuno li avrebbe notati, nessuno si sarebbe opposto a loro, li avrebbero semplicemente ignorati. Lo stesso vale per la sua accusa che tutti hanno titoli nobiliari ma sono inesperti di affari della chiesa. Questo non è affatto vero. Le sue opinioni politiche liberali rivelano un disprezzo per la nobiltà. Deve capire che Struve si riferiva a persone che mi sono molto ben note, tra cui professori dell’Istituto Teologico San Sergio, specialisti di teologia e di storia della Chiesa, e membri del clero. In che modo lo avrebbero frainteso in questioni di chiesa? A quanto pare, chiama semplicemente "poco versati" tutti quelli che non condividono il suo punto di vista.

A cosa è legata la diffidenza verso la Russia moderna di una certa parte degli emigrati russi? Leggendo le loro dichiarazioni sulla "Russia post-sovietica", la "Chiesa post-sovietica", e una "mentalità sovietica" apparentemente immutabile, sembra che vivano ancora in epoca sovietica, che continuino le lotte di quel periodo, nonostante quello che è successo in Russia.

Il motivo di questa diffidenza è effettivamente il loro atteggiamento critico nei confronti dell'Unione Sovietica, che alla fine è diventato per loro "tradizionale", e, come abbiamo visto, è sopravvissuto fino ad oggi. Ma questo si applica solo a una parte dell'emigrazione russa, perché non tutti condividevano questo atteggiamento, anche per quanto concerne lo Stato sovietico. C'erano, nella prima onda di emigrati, quelli che avevano lasciato la Russia con grande dolore, che erano pronti a tornare a casa alla prima occasione, nonostante il regime ostile. In particolare, sentimenti di calore per la Russia si intensificarono durante la guerra... alcuni emigrati si schierarono con l'Unione Sovietica, come dimostra il fatto che, subito dopo la guerra, alcuni di loro ritornarono, anche in condizioni difficili ... non potevano stare lontani dal destino del loro paese.

Penso che se questi cambiamenti si fossero verificati in Russia venti, trenta anni prima, sarebbero ancora vivi i genitori di quelli che ora si oppongono alla riunificazione con Mosca. In tal caso la loro reazione sarebbe molto diversa. E abbiamo osservato che negli ambienti degli emigrati è cresciuta una generazione critica che, in generale, non conosce la Russia e non sente un legame organico con lei. Se negli anni ’40 e ’50 si consideravano ancora russi, ora per la maggior parte si identificano come francesi, e non partecipano più alla cultura russa e alla memoria delle tradizioni russe.

Per quanto ne so, sia la stessa emigrazione che il passaggio delle parrocchie russe sotto la giurisdizione di Costantinopoli erano considerati eventi forzati e temporanei, e in relazione a questi eventi è arrivato nel 2003 il ben noto messaggio del patriarca Alessio II a "tutte le parrocchie ortodosse russe nella diaspora", con l’invito a ritornare in seno alla Chiesa madre del Patriarcato di Mosca.

Nel XX secolo, come risultato della pressione degli eventi di quel tempo, la Chiesa dell’emigrazione si è suddivisa in tre diramazioni.

Ricordiamo in breve che le parrocchie all'estero, dopo la Rivoluzione, passarono sotto la Chiesa ortodossa russa fuori dalla Russia (ROCOR). Una parte delle parrocchie, per decisione del metropolita Evlogij, si trasferì sotto la giurisdizione di Costantinopoli, e, per inciso, dopo la guerra, fino alla morte del metropolita Evlogij, per un breve periodo tornò sotto l’omoforio di Mosca. Inoltre, le parrocchie estere del Patriarcato di Mosca continuarono a esistere, iniziando con la fondazione nel 1931 della parrocchia dei Santi Tre Gerarchi a Parigi, il tempio principale dell'Esarcato occidentale del Patriarcato di Mosca. Si può anche citare la Chiesa della Santissima Trinità a Vanves, il cui rettore è stato, tra l'altro, l'archimandrita Sergij (Shevich), zio di Nikita Alekseevich Struve. Dal mio punto di vista, senza entrare in dettagli canonici, in quel momento tutte e tre le linee erano perfettamente valide.

Ma naturalmente, questa divisione interna della chiesa era vista come una cosa transitoria e forzata. In effetti, il messaggio di sua Santità il Patriarca Alessio non era un appello, ma una risposta a parrocchie straniere che facevano richiesta per una riunione. Questo non fu il risultato di qualche pressione, ma, in realtà, una loro scelta personale.

Come tutti ricordiamo, ci fu un evento storico molto importante, nel 2007, la riunificazione con il Patriarcato di Mosca delle parrocchie della ROCOR, dopo la quale si può dire che per la maggior parte le parrocchie russe all'estero hanno superato la loro divisione forzata e sono divenute parte di una Chiesa russa unita. All’opposizione sono rimaste alcune parrocchie, in cui una parte dei parrocchiani ha mantenuto la lingua russa, ma ha perso la speranza di una rinascita russa. Ma per lo più si tratta di persone di origine non russa, che solo di recente e per diversi motivi, a volte puramente mondani, hanno accettato l'Ortodossia o sono state artificialmente aggiunte alle liste delle parrocchie per garantire la maggioranza dei voti alle riunioni.

Perché si vede una simile protesta contro il processo (a quanto sembra) naturale della restituzione delle chiese russe, in particolare la cattedrale di san Nicola a Nizza? Dopo tutto, l’emigrazione russa non diceva di desiderare una Russia libera dal "giogo sovietico"? Eppure, quando ciò è accaduto, una parte si rifiuta di accettare il rinnovamento della Russia?

In Russia è iniziata una rinascita spirituale. Inoltre, a mio parere, l'unica reazione normale per il credente russo non è solo una ripresa del sostegno, ma anche cercare di entrare in questa rinascita e prendervi parte. Ecco ciò che sarebbe assolutamente logico. Si scopre che la reazione espressa da Struve è proprio il contrario... crede che la cosa più importante sia preservare a tutti i costi la propria indipendenza dalla Russia contemporanea. Collegato a questo è il fatto che, nel corso del tempo, un certo numero di parrocchie straniere ha consolidato modalità proprie, un certo gruppo di persone ha formato la propria atmosfera. Alcune di queste parrocchie, come la cattedrale di sant’Alessandro Nevskij a Parigi, hanno iniziato ad avere più l’aspetto di luoghi di ritrovo, di club dove le persone si riuniscono per socializzare. Hanno formato un piccolo mondo a cui si sono abituati e che non desiderano modificare. Pertanto, vedono la riunione con il Patriarcato di Mosca come una qualche forma di intrusione da un altro mondo.

Ivan Dmitrievich, come persona che vive in Russia, pensa che la Russia moderna stia attraversando un’incredibile crisi spirituale, come ribadiscono costantemente alcuni circoli di emigrati?

Non capisco molto che cosa vogliano dire quando parlano di una crisi spirituale in Russia. Nel XX secolo, la Russia è stata un paese in cui per decenni c'è stata una vera e propria lotta spirituale, membri del clero e laici sono stati pronti a morire - e sono morti - per la fede. La Chiesa russa ha subito la persecuzione, ha dovuto lottare per la sopravvivenza, e questa battaglia l’ha temprata spiritualmente e l’ha resa più forte. Dopo tutto, questo è il compimento delle profezie scritte dai santi Serafino di Sarov e Giovanni di Kronshtadt... ci sarebbero state terribili e inevitabili persecuzioni, ma avrebbero portato con sé i mezzi per far rivivere la spiritualità perduta della Russia. E noi vediamo l'inizio di questa rigenerazione spirituale.

Eppure, possiamo vedere una crisi spirituale molto reale in Occidente... per esempio, nella stessa Francia, dove il cristianesimo sta sempre più scomparendo, le chiese sono vuote, e per mancanza di interesse, o si usano per altri scopi, oppure cadono in rovina. Ecco dove si può vedere la vera povertà spirituale. A questo proposito, mi sono ricordato come, dopo la sua visita a Parigi, il presidente Dmitri Medvedev ha detto in una conferenza stampa che la sua più grande impressione era stata quella di aver potuto venerare la corona di spine del Salvatore a Notre-Dame. Oggi, non credo che avremmo potuto sentire qualcosa di simile da un qualsiasi presidente occidentale.

Răspândește:
Pagina principală  >  Documente  >  Sezione 7