Le sarei molto grato se potesse parlare un po' delle sue esperienze spirituali. Quali esperienze spirituali sono state importanti per lei prima di conoscere l'Ortodossia?
Prima di conoscere l'Ortodossia, mi sono occupato per anni del cosiddetto esoterismo, esternamente con l'ufologia e la magia naturale, internamente con esperienze indotte da droghe, ma anche con esperienze mistiche interpretate filosoficamente in dimensioni immaginarie.
Quando ha scoperto l'Ortodossia, e perché questa scoperta è così importante per lo sviluppo della sua vita? Le chiederei di parlarmi un po' anche della sua conversione all'Ortodossia.
La scoperta dell'Ortodossia negli anni '90 è stata una logica conseguenza dell'impegno nella filosofia della religione (Bloch) e della delusione causata dalle forme di culto protestanti. C'è stato anche nel 1993 l'incontro con mia moglie Ludmila, di San Pietroburgo. Con lei ho iniziato a visitare la Chiesa ortodossa russa sin dall'inizio. Questa è stata la svolta decisiva nella mia vita, a cui sono rimasto fedele fino a oggi.
Cosa potrebbe dire dell'unicità della spiritualità ortodossa o, meglio dire, della sua bellezza?
La spiritualità ortodossa è unica perché non risponde alla domanda filosofica della verità con una qualsiasi cosa, ma con un singolare chi. La persona di Gesù Cristo non è solo riconoscibile, ma può essere sperimentata nel tentativo di seguire Dio. La bellezza di Cristo non è solo vissuta sensualmente, non solo iconicamente, ma soprattutto spiritualmente.
Chi è il santo ortodosso più importante per lei, e perché?
Soggettivamente il santo più importante per me è san Pietro l'Aleute, il mio santo patrono. Il santo più importante per me è san Sergio di Radonezh, la cui Vita (opera dell'arcivescovo Nikon Rozhdéstvenskij) io e mia moglie abbiamo tradotto in tedesco. Il titolo è: "Vita e lotte del nostro venerabile padre amato da Dio Sergij, abate di Radonezh e taumaturgo di tutta la Russia".
Crede che l'icona ortodossa sia portatrice dell'insegnamento cristiano e, in caso affermativo, perché?
Sì, le icone ortodosse sono espressioni sacre di tutta la storia della Chiesa. In esse sono rappresentate e conservate in modo trasfigurato la vita e l'opera di Gesù Cristo, della Theotokos, degli apostoli, dei martiri, dei confessori, dei padri della Chiesa e di tutti i santi. Le icone sono la lingua dell'anima ortodossa e del sentimento ortodosso. Senza di loro la vita liturgica ecclesiastica sarebbe più povera in una dimensione essenziale.
Cosa può dire della differenza tra lei come eterodosso e lei come ortodosso?
La mia precedente vita di protestante battezzato era segnata da un declino del secolarismo, fino all'ateismo, perché la Chiesa evangelica non aveva più la forza di legarmi oltre il conforto del cristianesimo domenicale. Inoltre, la prima conferma è stata seguita da forme di culto moderniste, che mi hanno irritato, al di là dei dubbi di natura teologica: l'Ortodossia prende possesso di tutta la mia vita quotidiana, non solo della domenica.
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