Un vero cristiano è un essere lucido, non si lascia attrarre da vie contrarie alla sua natura. Egli appartiene alla verità, e la verità ci fa liberi.
Re Michele in dialogo con Mircea Ciobanu, "Conversazioni con Michele I di Romania".
La personalità del Re Michele di Romania sarà sempre un capitolo delicato e affascinante della storia della Romania, una lezione di vita che ogni coscienza responsabile deve imparare. In genere, per un discorso su un uomo eccezionale ci vuole una grande obiettività e chiarezza, senza esagerazione soggettiva, ma il tempo, in tutto il suo divenire, ci ha dato esempi di personalità su cui un discorso etico non può fare altro che evidenziare la loro brillantezza. Un esempio è sicuramente il Re Michele, che brillava anche nei momenti in cui sembrava essere stato rimosso dalla coscienza storica. La gloria del Re Michele è in effetti legata alla discrezione che ha mostrato a prescindere dal contesto in cui si trovava, specialmente dal suo esilio. Una discrezione manifestata in un esilio che lo portava costantemente sulla strada dell'amore per la Romania, un paese che l'ingiustizia storica gli ha proibito, ma che egli ha servito in tutti i modi possibili. Non ha mai chiesto nulla alle grandi potenze della politica internazionale riguardo la sua condizione storica come non ha mai negato il paese da cui è stato espulso perché egli ha sempre saputo amare il suo paese rubato dall'Armata Rossa. Il Re Michele si è perfezionato nella sua autenticità etica perché non ha negoziato la sua moralità, essendo in grado di vincere la scommessa della libertà. Era sempre consapevole di ciò che i romeni sono stati costretti a imparare nel periodo comunista sulla politica della sua personalità o sul suo atto di abdicazione del 30 dicembre 1947, e ha assorbito le critiche più virulente, lasciando al tempo di mostrare alla coscienza collettiva chi è alla fine nel giusto. Pertanto, dopo mezzo secolo di manipolazione storica, Michele, sia come persona, sia come re, è stato riscoperto nella sua semplicità ma anche nella sua tristezza, e questa tristezza stessa e divenuta col tempo una vera dignità che lo ha caratterizzato. Così la verità è stata rivelata da un'ampia gamma di libri scritti e di testimonianze quando si è installata l'era della libertà in Romania e così il Re Michele ha avuto l'opportunità di ritrovare in un certo momento la storia perduta del suo paese, ma non nel senso politico, bensì nella gioia spirituale, perché sua Maestà al di là della vocazione del monarca, ha intrapreso una vocazione spirituale, una sorta di esicasmo etico e morale. Pertanto, la frase che meglio si addice al Re Michele sarebbe: un paese perduto, un amore guadagnato.
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