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  Come essere liberati dalle passioni

Intervista al protosincello Petroniu (Tănase)

Orthochristian.com, 13 giugno 2023

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il protosincello Petroniu (Tănase)

Il protosincello Petroniu (nel mondo Petru Tănase; 1916-2011) è uno dei venerati anziani romeni del ventesimo secolo. Per molti anni è stato abate dell'eremo cenobitico romeno Prodromu (dedicato alla Natività di san Giovanni il Precursore) sul santo Monte Athos. L'anziano godeva di grande autorità non solo sull'Athos, ma in tutta la Grecia, e naturalmente nella sua terra natale, la Romania, dove dovette difendere con fermezza la sua fede negli anni del regime comunista.

Il 27 aprile 2023, le sue reliquie sono state esumate all'eremo. L'anziano Petroniu è uno dei confessori spirituali romeni proposti per la canonizzazione nel 2025.

In questo articolo, l'anziano parla di come dovrebbe vivere un cristiano, di come condurre una battaglia spirituale con le nostre passioni e di come moltiplicare la fede e l'amore in un mondo pieno di odio.

Come possiamo essere liberati dalle passioni?

La mancanza di passione è l'opera più importante e più difficile, come dicono i santi Padri. Non puoi coltivare piante in un giardino se non scavi e concimi il terreno. Se ci sono zolle dure e radici, prima devi sbarazzartene in modo che possa crescere qualcosa. È lo stesso con la virtù. Devi essere mondato dai peccati per poter piantare le virtù: per poter pregare, per amare gli altri, e così via. Se sei pieno di passioni, non puoi farlo. Devi sbarazzarti dei peccati vili che ti rendono schiavo dell'insensibilità spirituale. I Santi Padri dicono che le virtù vengono piantate nel terreno del cuore, o l'anima, dopo che è stata affinata rifiutando le vanità mondane, sopportando difficoltà e dolori, con la preghiera e una vita pura, e diventa ricettiva.

L'uomo vuole essere questo e quello: vuole essere ricco, godere del lusso e dei piaceri vari, e vuole acquisire la salvezza e la gloria di Cristo. Vuole aggrapparsi agli affari mondani e stare con Dio. Ma questo è impossibile. Rimane bloccato in una faida con qualcuno, e poi vuole pregare la preghiera noetica. In realtà, siamo abbastanza lontani dalla vera vita spirituale. Le cose erano ben diverse nei primi secoli del cristianesimo. I cristiani di quel tempo ascoltarono la chiamata alla vita spirituale e rinunciarono allo splendore e alla gloria mondani per acquisire la gloria eterna di Cristo. Ma ora permettiamo al nemico di prenderci e siamo sedotti da vane cose mondane; non vogliamo rinunciare ai peccati che ci rendono schiavi, dipendenti da questo mondo, schiavi della materia; vogliamo avere una vita felice attraverso di essa, sperando nelle cose materiali, il che è impossibile, perché l'uomo è un essere spirituale e non può trovare la felicità se non attraverso Dio che lo ha creato.

Come dovrebbe essere la vita di un cristiano?

Se un uomo rivolge sempre i suoi pensieri al comandamento dell'amore datoci da Cristo: Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri (Gv13:34), allora la sua vita diventa una vita in Cristo; se fa tutto con la benedizione di Dio, la sua grazia, e vede in tutto il dono di Dio, allora esce dalla propensione al mondo ed entra nell'amore di Cristo. La vera vita è amore, non dipendenza, che è amore malsano. La vita cristiana è il ritorno dell'uomo alla sua vera salute, che è per lui una gioia, che egli percepisce come la pienezza della vita, perché Cristo si è effuso in quest'uomo per vivere in lui.

Per affidare la tua volontà a Cristo e perché la vita di Cristo sia in te ogni giorno, devi sottometterti alle prescrizioni ascetiche della Chiesa, che rendono l'anima sensibile e capace di entrare in comunione con Cristo. Digiuno, preghiera, umiltà: questi sono i mezzi usati dai venerabili Padri. Non richiedono alcuna spesa; inoltre, sono associati alla gioia che la comunione con Cristo porta all'anima.

Padroneggiando il corpo, ponendo il nous come padrone sui desideri peccaminosi del corpo, sarai liberato dalle passioni, diventerai la dimora dello Spirito Santo, avendo fatto dominare il meglio sul peggio. Così acquisterai la forza dello spirito, che i santi acquisirono con le fatiche ascetiche affinché l'uomo interiore crescesse sempre più forte fino alla misura della Divinità di Cristo.

Questo è l'ideale: una vita cristiana e, se vuoi, la vita eterna. Devi mettere il corpo al suo posto; devi raffinarlo attraverso l'ascetismo e renderlo spirituale. Così realizzerai il vero scopo della vita: l'acquisizione dello Spirito Santo e la sua piena dimora nell'anima e nel corpo dell'uomo, che è la vera vita cristiana. Questo bene a cui l'uomo è chiamato non è né un dovere né qualcosa che si fa per costrizione, ma è nel suo interesse farlo.

Dio ci chiama: Siate santi! (1 Pt 1:16). Ci ha creati per prendere parte al suo Spirito ed essere santificati in tal modo. Questo è il significato della nostra esistenza sulla Terra: essere santificati ed entrare nella perfetta santità, nella vera salute del nostro essere. La vita cristiana dovrebbe essere una preparazione costante a questo, non un'estenuante schiavitù al cibo e alle bevande, come la vita delle persone di oggi.

Come trascorrere la giornata in santità secondo il programma della vita spirituale? Come moltiplicare la fede e l'amore in questo mondo così pieno di odio e privo di amore per il prossimo?

Il programma della vita spirituale? L'amore non si manifesta secondo un programma. San Basilio il Grande dice che un uomo spirituale non programma i suoi pensieri ma si prende sempre cura della sua anima; non è attaccato a nulla di terreno e collega sempre la sua anima allo spirituale e al Divino. L'amore è permanente perché è eterno, e quindi non si manifesta secondo qualche programma, ma mette naturalmente ordine in tutta la vita di un uomo.

Se vogliamo parlare di un programma, allora questo è brevemente affermato nelle parole dell'Apostolo: Pregate incessantemente (1 Ts 5:17). L'amore è la vera natura della nostra anima e l'amore è il modo in cui lo acquisiamo e il programma generale per la vita cristiana. Niente formule! Chi crede moltiplica la fede che viene da Dio, perché apre la sua anima ai tesori spirituali che si trovano in Dio.

Il più grande comandamento è amare Dio e il tuo prossimo come te stesso: due facce della stessa medaglia. Dio apprezza allo stesso modo l'amore per lui e l'amore per il prossimo. L'uomo è l'immagine di Dio ed è di grande valore. I Padri dicono: "Se hai visto un uomo, hai visto Dio". L'uomo porta l'immagine di Dio. Se senti che Dio si è allontanato da te, devi capire che il tuo "io" si è allontanato, si è distaccato da se stesso, e devi riportarlo dalla distrazione con una fervida adorazione e pietà. Anche nelle prove che Dio permette che ci vengano, quando sentiamo che la grazia si è allontanata da noi, possiamo riconquistare Dio nella nostra anima attraverso lo stesso percorso di accendere lo zelo e la fede.

Man mano che la nostra fede in Dio si indebolisce, perdiamo il nostro valore. Se la fede diventa più forte nella nostra anima, allora siamo nobilitati in virtù dell'interezza interiore che la fede ci dà. Molte persone oggigiorno non credono più in niente, nemmeno in se stesse, nell'uomo. Se qualcuno ti è utile e fa soldi, è bravo; se no, è cattivo. È l'utilitarismo, che ci trasforma in oggetti di lavoro e di consumo, e ci consumiamo. Gli Apostoli dicono che non si ama Dio se non si ama il prossimo. Se non ami il prossimo che vedi, come puoi amare Dio che non vedi (cfr 1 Gv 4:20)? Probabilmente è per questo che i dominatori del mondo hanno trasformato l'uomo in un oggetto, perché nella loro adorazione del denaro non riescono ad amare Dio e si immaginano padroni del mondo e del destino dell'uomo, al posto di Dio.

Ci parli dell'unità interiore che ci danno la fede e la pietà.

In generale, gli Apostoli ci insegnano che l'uomo è uscito buono dalla mano del Creatore, ma dopo la caduta siamo inclini al male. Quindi dobbiamo lottare contro questa inclinazione e dirigerla verso il bene per guarirla. Sebbene redenti e salvati da Cristo, non siamo in quello stato paradisiaco dove non c'era il male e l'uomo non era incline ad esso. Come dicono i santi Padri, abbiamo una "natura caduta". Siamo caduti per natura, avendo una mente cieca e una volontà indebolita. Ci conducono e ci spingono verso il male, verso il quale ci chiama il nemico invisibile, come fece in Paradiso. Il maligno ci adesca costantemente e dobbiamo combattere costantemente. Perciò san Paolo ci chiama a cingerci della virtù della giustizia, a prendere lo scudo della fede, per mezzo del quale l'occhio della mente vede in anticipo queste trappole, e prendere tutte le armi per la battaglia contro il maligno (cfr Ef 6:14-17), tutte le armi della giustizia, per praticare tutte queste virtù e rivestire la volontà di Dio. La vita cristiana è una vita di continua lotta. Perché vada bene, dobbiamo superare questa inclinazione della nostra natura decaduta e cercare di percorrere il sentiero buono e vero.

Ma, padre, ci sono momenti in cui siamo sopraffatti, e anche un uomo spirituale cade in tentazione.

Questo non è casuale. Poiché Dio sa tutto, lo permette con uno scopo, quindi non dovrebbe essere considerato fatale. Questo è dato a un uomo perché ha fatto qualcosa, e se non ha peccato in alcun modo, allora dovrebbe capire questa caduta come un'occasione per elevarsi più in alto, per mobilitarsi dopo questa caduta e crescere ancora di più nella grazia. In ogni caso, se qualcuno è caduto, significa che non aveva uno stato di sobrietà. Sappiamo tante cose buone, siamo cristiani, ascoltiamo il santo Vangelo, ma la nostra fede è debole, perché gli uccelli del cielo beccano i semi della parola della fede seminati da Cristo, quindi non abbiamo più le sane forze naturali per fare del bene.

Il terreno del cuore diventa infruttuoso e sterile. Dio è vicino, è vicino a ciascuno di noi, come dice il santo apostolo Paolo (Fil 4:5), ma noi non usiamo la sua grazia a causa della nostra distrazione, dei compromessi che facciamo, a causa della televisione, a causa dell'adesione a società e organizzazioni che operano senza Dio. Dobbiamo essere sobri e percorrere la via buona e santa e adempiere gli insegnamenti divini della Chiesa, che non hanno bisogno di alcuna correzione, perché la saggezza del mondo è come uno straccio scartato davanti a Dio (cfr Is 64:6).

Nessuno può causarci alcun danno dall'esterno, e tutto il male nel mondo deriva da questa separazione dell'uomo da Dio.

San Giovanni Crisostomo ci dice che nessuno può farci del male senza la nostra volontà, nemmeno il diavolo, che è completamente contro di noi ed è desideroso di farci del male; senza la nostra volontà, non può nulla contro di noi. Quindi nessuno può farci del male dall'esterno. San Giovanni Crisostomo cita come esempio la persecuzione dei cristiani. I governanti e i carnefici che torturavano i cristiani per rinunciare alla loro vera fede, sebbene stessero facendo l'opera del diavolo, con le sofferenze a cui li sottoponevano, tuttavia aiutarono i cristiani a ottenere una corona di vittoria. I cristiani non hanno rinunciato alla loro fede; hanno sofferto, sono morti e hanno ricevuto la corona della santità.

Il nostro nemico, il diavolo, stava dietro coloro che torturavano i cristiani per cercare di farli rinunciare alla loro fede, e li minacciava di morte in modo che le loro anime potessero perire. E cosa è venuto fuori da tutto questo? Hanno avuto forza e hanno resistito, e le cattive intenzioni del nemico per loro si sono trasformate in gloria per loro: sono divenuti martiri, grandi confessori, santi della Chiesa. Sebbene la sua intenzione fosse negativa, sebbene volesse causare il male all'uomo, la sua intenzione malvagia si è trasformata in riverenza e lode di coloro contro i quali era diretta.

È lo stesso adesso. Le autorità odierne, guidate dal diavolo, vogliono nuocere alla Chiesa, diffondendo insidiosamente ogni genere di insegnamenti e tentazioni che demoralizzano l'uomo e la società nel suo insieme. L'intenzione è malvagia, astuta, diabolica, non richiede una totale rinuncia alla fede in Dio, ma questa è dettata sottilmente nella coscienza umana attraverso tutti i mezzi di propaganda. E nonostante tutto questo, il diavolo e tutti i suoi servi non possono nuocere a un vero cristiano, perché non credendo in Dio e nel mondo spirituale, vedono il male solo nell'esterno, nella sofferenza, nella povertà e nella malattia. Volendo fare il male, il nemico porta corone ai veri cristiani che perseverano fino alla fine.

In generale, l'Ortodossia non si distingue per le benedizioni terrene. Un cristiano deve vivere nella fede, e solo così possiamo rovesciare il dominio del diavolo. Soffriamo le sue intenzioni e azioni negative che ci arrivano attraverso le cose mondane. Può farci soffrire, noi lo sopportiamo, e crede di averci fatto del male. Ma in realtà, non ci ha causato alcun danno, ma ha fatto qualcosa di buono per noi, perché sopportando questo, mostriamo più fortemente la nostra fede in Dio e riceviamo per questo una ricompensa.

Dio premia tutti per le loro azioni. Se ci rattristiamo per cose materiali, ovviamente siamo sotto l'autorità del diavolo. Il diavolo ha un grande potere nel mondo ora, perché ha portato i poveri fuori strada con tante promesse e annunci di benedizioni terrene. E dopo tanto materialismo e adorazione del denaro, le persone che non hanno ricchezze si sentono infelici e non sanno più accontentarsi di poco e vivere contenti. Ma al Giudizio tremendo, ognuno renderà conto delle proprie azioni, parole e pensieri, e se sono afflitti da desideri materiali, allora sono chiaramente sotto il controllo del diavolo.

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