La Brexit e gli Stati Uniti
Per quasi cinquant'anni è stato praticamente impossibile trovare un impiego nel servizio diplomatico britannico per chi fosse contrario al Mercato Comune (in seguito chiamato Comunità Economica Europea, poi Comunità Europea e infine Unione Europea). Quando l'Establishment alieno del Regno Unito ha voltato le spalle al popolo inglese e al mondo di lingua inglese e infine ha aderito all'allora Mercato Comune il 1 gennaio 1973, l'Irlanda e la Danimarca, le cui economie dipendevano da quella del Regno Unito, furono anch'esse costrette a unirsi al Mercato Comune con riluttanza. Oggi viviamo in un mondo diverso. Quando un diplomatico dell'Establihment britannico di scarse capacità diplomatiche (per non dire inetto e stupido) a Washington insulta il presidente degli Stati Uniti, dovrebbe licenziarsi da solo. Il mondo è cambiato. La Gran Bretagna si è rivolta agli Stati Uniti e i decrepiti vecchi diplomatici pro-Unione Europea si sentono perduti. Non hanno visto come si è trasformata la marea negli ultimi dieci anni. Questo è un cambio di marea ma anche un ritorno al passato; il flusso europeo è diminuito.
Il Regno Unito sta per avere un primo ministro che è nato a New York e fino a poco tempo fa era un cittadino statunitense. Sfumatura di Churchill, che era per metà americano? Il Regno Unito sta per sciogliersi, mentre l'Irlanda del Nord, puramente artificiale, ritorna finalmente a casa per formare il sogno da lungo tempo dell'Irlanda Unita. Per quanto riguarda la Scozia, inevitabilmente riacquisterà la sua indipendenza dopo oltre 300 anni, lasciando al Galles il compito di diventare indipendente. Per quanto riguarda l'Inghilterra, ridotta in schiavitù dalla classe medio-alta della Britannia normanna da quasi 1.000 anni, ma anche l'ottava economia più grande del mondo, sta per abbandonare l'Europa continentale dopo il disastroso flirt cinquantennale dell'Establishment con l'Unione Europea e il ritorno a se stessa. E che fine farà l'Europa continentale? Tornerà inevitabilmente all'Eurasia, da cui è uscita. Si troverà sempre più sotto l'influenza della Federazione Russa (dietro alla quale c'è la Cina), una Russia che è anche europea.
Le due parti della Chiesa ortodossa russa
Tutti questi eventi presenti sono stati predetti dagli eventi nella Chiesa ortodossa russa. Qui un vescovo americano dagli Stati Uniti è stato nominato dalla Chiesa russa di New York in Gran Bretagna e in Irlanda per sostituire un vescovo dell'Europa continentale: è una Brexit ecclesiale. E così un'intera diocesi è rinata sotto la saggia direzione del metropolita canadese Hilarion di New York. È chiaro che il futuro della Chiesa ortodossa russa è qui con la ROCOR di New York, che negli ultimi dodici anni, da quando Mosca e la ROCOR si sono riconciliati nel 2007, è diventata una Chiesa russo-americana, la Chiesa del mondo di lingua inglese e dei paesi del "cortile" degli Stati Uniti, come Canada, Messico, Costa Rica, Haiti, altri paesi dell'America Latina, i paesi dell'Oceania e ora anche la Gran Bretagna e presto anche l'Irlanda.
Nel frattempo, nell'Europa continentale, alla fine del 2018, la Chiesa ortodossa russa di Mosca ha istituito un Esarcato, con sede a Parigi, e solo lo scorso mercoledì ha aperto un'altra nuova parrocchia, questa volta nelle isole Faroe. (Eurasiatica e volta nella sua essenza a Oriente e a Occidente, la Chiesa ha anche aggiunto nove nuove parrocchie al suo esarcato dell'Asia sud-orientale, una in Myanmar, due in Vietnam, due in Corea del Sud e quattro nelle Filippine). Già con circa 200 parrocchie, l'esarca ortodosso russo, dipendente da Mosca, con i suoi sei vescovi nell'Europa occidentale continentale, si sta espandendo con i preti di Rue Daru (come l'anziano padre Jean Gueit) e le parrocchie di Rue Daru che si uniscono a loro, mentre lasciano la nave di Rue Daru che affonda. Qui non c'è nulla di nuovo: questo processo è già in corso da trent'anni. Nei prossimi mesi ci saranno molti altri nuovi arrivi, o ritorni.
Questo minuscolo gruppo, irrimediabilmente diviso, con la parte "liberale" che insulta il proprio singolo vescovo nella vera intollerante tradizione anti-episcopale di Rue Daru, deve scegliere: essere fedele alla Tradizione russa, a cui era solito rivendicare di appartenere, oppure aderire alla "tradizione euroliberale" di Costantinopoli, che l'istituto Saint Serge e il convento di Bussy hanno già scelto. Tale percorso suicida e scismatico è per coloro che non hanno una tradizione, cosa tipica dell'Unione Europea ugualmente suicida, che ha abbandonato la Tradizione cristiana e quindi non ha tradizioni. Coloro che scelgono la tradizione russa vivranno e prospereranno. E questo vale pure per l'Europa continentale, anche in altri sensi. La scelta è diventata chiara: o tornare alle proprie radici cristiane o diventare un'irrilevante e schizofrenica isola secolarista/musulmana. La nave dell'Unione Europea, come la nave di Rue Daru, sta affondando: smettetela di riorganizzare le sdraio sul ponte del Titanic, è troppo tardi.
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