Il movimento di "rinnovamento liturgico" o "risveglio eucaristico" che ha travolto gli ortodossi nel periodo della partecipazione attiva di quasi tutte le Chiese ortodosse locali al movimento ecumenico, ha avuto come conseguenza il cambiamento della tradizionale coscienza di podvig ascetico degli ortodossi. La stragrande maggioranza delle Chiese ortodosse locali è caduta sotto una forte influenza di mondanizzazione, e di fatto di estinzione reale, della vita ecclesiale. E proprio nel contesto di questa nuova direzione della vita della chiesa sono stati fatti tentativi abbastanza prevedibili di riforma del culto.
Una nuova tendenza è stata la riduzione o l'omissione dell'ectenia "per i catecumeni" e delle due ectenie della Liturgia dei fedeli. Durante i giorni della Settimana Luminosa, questa riduzione è stata giustificata dal fatto che al posto del "Trisagio" si canta invece "Quanti in Cristo siete stati battezzati", e non si deve usare l'ectenia "per i catecumeni" in connessione con la memoria storica del battesimo di tutti i catecumeni in questi giorni. Ma se questo sembra essere un argomento convincente, si dissolve in generale, se consideriamo piuttosto il fatto obiettivo che in questi giorni sono presenti alla Divina Liturgia persone caricate da penitenze sacerdotali, e anche turisti stranieri ed eterodossi. Se seguiamo la tradizione della Chiesa primitiva, dobbiamo farlo in modo coerente, logico e in tutto. In questo caso, bisogna seguire l'obbligo di far uscire dal tempio i pagani, i non ortodossi e i penitenti.
L'ectenia "per i catecumeni" è un ricordo non solo della scomparsa istituzione dei catecumeni, che all'epoca dell'impero romano e romano-orientale sparirono in gran parte nel V-VI secolo, a causa della diffusione del battesimo dei bambini, ma è anche un ricordo di altri gradi di punizione e di penitenza che esistevano nella Chiesa. Tuttavia, le Chiese orientali, così come la Chiesa russa, di fatto hanno mantenuto nella successione della Divina Liturgia l'ectenia "per i catecumeni" anche nel Medioevo, e l'hanno mantenuta fino al nostro tempo. E per questo, a quanto pare, c'erano alcuni motivi piuttosto oggettivi, nonostante il fatto che la Chiesa non ha dogmatizzato l'ordine del rito della Divina Liturgia. Il vescovo Vissarion nel suo famoso libro "Commento alla Divina Liturgia" dà tre ragioni per compiere questa litania durante la liturgia:
a) il dovere di amore verso chi si sforza nel campo dell'irradiazione missionaria;
b) la manifestazione dell'amore verso i neonati che ancora non sono stati battezzati;
c) la manifestazione di cura verso quei battezzati che non conoscono la fede ortodossa. [1]
Il noto liturgista russo Ivan Dmitrievskij, alla domanda sul motivo per la conservazione nel rito della Divina Liturgia dell'ectenia "per i catecumeni", ha scritto : "Se non ci sono penitenti o catecumeni in un certo tempio o luogo, può essere che vi siano in altri templi e luoghi; ma il dovere di amore cristiano ci impone di pregare per loro e generalmente compiere tutto ciò che ci hanno tramandato i santi dell'antichità". [2]
Lo sviluppo attivo dell'attività missionaria nella Chiesa greca, in Grecia e soprattutto all'estero (Africa e altri paesi) negli anni '90 del secolo scorso ha portato al fatto che si è deciso di abbandonare il taglio consueto dell'ectenia "per i catecumeni" e si è raccomandato di eseguire l'ectenia nelle chiese parrocchiali. [3] Il Santo Sinodo della Chiesa ellenica, ascoltando la voce del popolo, ha restaurato la recitazione dell'ectenia "per i catecumeni" a voce alta, invece del costume recentemente adottato di leggere in segreto le ectenie e le loro tre preghiere [4]. Nello ieratico della Chiesa di Grecia per il 2004 è stato stabilito che la tradizione di recitare in segreto, dopo la lettura del Vangelo, l'ectenia "di supplica intensa", l'ectenia "per i catecumeni" e le due ectenie "dei fedeli" non è corretta. [5]
Si deve dire che il desiderio di alcuni di riforma nella vita liturgica della Chiesa russa è causato non tanto da un desiderio del bene della Chiesa, quanto da una sorta di malsana ossessione per la riforma fine a se stessa. Gli ideologi della riforma liturgica si appellano molto spesso alla pratica della Chiesa greca, ma ne traggono alcune forme, senza considerarne il contenuto. Qui vorremmo sottolineare che, per esempio, l'idea di accorciare la Divina Liturgia nel XIX secolo in Grecia fu introdotta nella vita della Chiesa esclusivamente sotto l'influenza del razionalismo occidentale. E fu un tempo di gravi allontanamenti dalla Chiesa del popolo greco e di declino della vita ecclesiale.
Sorge una domanda: che bisogno c'è, quando si dichiara la necessità di un'opera missionaria, soprattutto tra i giovani, di togliere dall'ordine della Divina Liturgia l'ectenia "per i catecumeni"? È evidente che tale necessità non esiste. Molto probabilmente, questa potrebbe rilanciare una prassi della Chiesa antica, che per qualche motivo fu abolita nel IX secolo [6]: la pratica di pronunciare omelie dopo la lettura del Vangelo. [7] Questa pratica deve essere rianimata, assieme alla lettura di brevi Sinassari dei santi del giorno e delle feste per un legame più significativo con il culto. Questo è particolarmente vero nelle funzioni monastiche, perché un monaco è chiamato a essere il portatore della coscienza della Chiesa, suo tutore e protettore, a essere un esempio di ecclesialità sia nel pensiero sia nello stile di vita.
La Chiesa di Cristo è chiamata a garantire la trasformazione della mente e della ragione umana. E questa si compie come prodezza ascetica che è sempre finalizzata alla purificazione della mente, così come l'impresa di leggere i Santi Padri della Chiesa, anche durante i momenti di culto. Questi due più importanti elementi di compimento della salvezza umana hanno caratterizzato la società prevalentemente cristiana dei primi secoli, e attraverso di essi si è riusciti a evitare la tiepidezza dell'empietà e la vita ecclesiale ha assunto un carattere cristocentrico.
[1] Толкование на Божественную литургию по чину св. Иоанна Златоустого и св. Василия Великого д-ра богословия епископа Виссариона (Commento alla Divina Liturgia di san Giovanni Crisostomo e di san Basilio nella teologia del vescovo Vissarion), San Pietroburgo, 1895, p.172 -174.
[2] Ivan Dmitrievskij, Историческое, догматическое и таинственное изъяснение Божественной литургии (Esposizione storica, dogmatica e mistica della Divina Liturgia), ristampa, Mosca, 1993, pp 243-244.
[3] Circolare dell'arcivescovo di Atene kyr Christodoulos il 16 ottobre 1998 sotto il nome di «Λειτουργική Ανανέωσις».
[4] Cfr. Ιερατικόν. Ἀθῆναι. Ἔκδ. τὴς Ἀποστολικῆς Διακονίας τῆς Ἐκκλησίας τῆς Ἐλλαδος. 2004 σελ.119 -120.
[5] Quest'omissione delle ectenie è riflessa nelle pubblicazioni dello Ieratico del 1977. Vedi V.V.Pechatnov. Божественная литургия в России и Греции (La Divina Liturgia in Russia e in Grecia), Mosca, Palomnik, 2008, p. 148.
[6] La predica dopo il Vangelo aveva in pratica un carattere catechetico. La predica chiariva il testo del vangelo appena letto, e offriva ai catecumeni e agli eretici un insegnamento su temi dottrinali, morali e didattiche. Con la progressiva scomparsa dei catecumeni in età adulta, rispettivamente, è decaduta anche la necessità della predicazione, che è stata trasferita alla liturgia dei fedeli ed è stata spinta alla fine stessa del rito.
[7] Cfr. Vescovo Vissarion. Raccolta dei decreti, p. 165.
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