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  Alcuni tipi di prestiti a interesse sono immorali e anticristiani

di Hilaire Belloc

Russian Faith, 10 dicembre 2019

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Storicamente, nei paesi cristiani, l'addebito di interessi era vietato senza eccezioni per alcuni tipi di prestito. Nel frattempo, per altri tipi di prestiti, eri libero di addebitare tutti gli interessi che volevi. Ecco perché...

Questo articolo è un estratto dal libro di Hilaire Belloc: Economics for Helen – A Brief Outline of Real Economy.

L'usura, penultimo argomento che toccherò in questo libro, è qualcosa che la gente moderna ha quasi del tutto dimenticato, e che non troverete menzionata in nessun libro di economia che io conosca. Eppure la sua importanza vitale è stata riconosciuta nel corso di tutta la storia fino a tempi piuttosto recenti, e si sta già imponendo all'attenzione della gente moderna, che lo voglia o adesso. Quindi è bene capirlo per tempo, perché se ne parlerà molto ampiamente nel prossimo futuro.

Tutti i codici di legge e tutti gli scrittori di morale fin dall'inizio di tutto ciò che sappiamo sulla società umana hanno denunciato come errata la pratica dell'USURA.

Hanno riconosciuto che questa pratica arreca grave danno allo Stato e alla società nel suo insieme e deve quindi, per quanto possibile, essere vietata.

Ora, che cos'è l'usura e perché fa così male?

Le persone moderne hanno dimenticato questo tema estremamente importante, a tal punto da arrivare a usare la parola "usura" in modo approssimativo, definendola come "prendere un alto interesse su un prestito". Questo è davvero un pensiero molto confuso, come vedrai tra un momento. Il carattere dell'usura non ha nulla a che fare con la riscossione di interessi alti o bassi. Si tratta di qualcosa di completamente diverso.

L'usura è la riscossione di un qualsiasi interesse su un prestito NON PRODUTTIVO .

Un uomo viene da te e ti dice: “Prestami questa parte di capitale che possiedi” (per esempio, una nave, e scorte di viveri con cui nutrire i marinai durante il viaggio della nave). “Utilizzando questa parte di capitale per trasportare da questo paese via mare le merci in eccedenza e per riportare le merci straniere di cui abbiamo bisogno qui, realizzerò un profitto così grande che posso scambiarlo con almeno cento tonnellate di grano. Il viaggio di andata e ritorno richiederà un anno.

Tu naturalmente rispondi: “Va benissimo che tu guadagni cento tonnellate di grano in un anno con l'uso della mia nave e delle mie scorte di viveri per i marinai che lavorano sulla nave, ma io? Ti concedo che dovresti avere una parte di questo profitto per te, dato che ti stai prendendo tutto il disturbo. Ma io dovrei averne un po', perché la nave e le scorte di viveri sono mie; e se non te li prestassi (poiché non ne hai di tue) non potresti fare quel profitto col commercio di cui parli. Dividiamo i profitti a metà. Tu avrai cinquanta tonnellate di grano e io ne prenderò cinquanta, su un totale di cento tonnellate”.

L'uomo che ha proposto di prendere in prestito la tua nave si dichiara d'accordo. L'affare è concluso e quando l'anno è finito guadagni cinquanta tonnellate di grano che aggiungi al tuo capitale.

Questo è un guadagno di interessi su un prestito produttivo.

Non c'è niente di moralmente sbagliato in quella transazione, che non fa del male a nessuno. Non indebolisce lo Stato o la società, né danneggia alcun individuo. C'è un puro guadagno dovuto a uno scambio accorto (che equivale alla produzione); tutti ne beneficiano: tu che possiedi il capitale, l'uomo che lo usa e tutta la società, che beneficia del cambio. Supponendo che la tua nave e le scorte di cibo valgano cento tonnellate di grano, allora il tuo profitto di cinquanta tonnellate di grano è un profitto del cinquanta per cento, che è davvero molto alto. Ma tu ne hai perfettamente diritto: il tuo capitale ha prodotto in tal senso un vero aumento di ricchezza. Se il tuo capitale vale dieci volte tanto, allora il tuo profitto è solo del cinque per cento invece del cinquanta. Ma il tuo diritto morale al cinquanta per cento è tanto grande quanto il tuo diritto morale al cinque per cento.

Supponiamo ora che, invece di venire a chiederti il prestito della tua nave, l'uomo venga e ti chieda in prestito una somma di denaro che ti è capitato di avere da te e che sarebbe sufficiente per acquistare e rifornire la nave. È chiaro che la transazione rimane esattamente la stessa. Il prestito è produttivo. Causa un vero profitto, cioè c'è un vero aumento di ricchezza per la comunità, e tu e lui avete il diritto di prenderne le vostre quote, tu perché sei il proprietario del capitale, e lui perché si è addossato la fatica di organizzare e sorvegliare la spedizione.

Questi sono esempi di profitto su un prestito produttivo.

Supponiamo ora che un uomo venga da te che fai il fornaio e dica: “Prestami una mezza dozzina di pagnotte. La mia famiglia non ha pane e non riesco a vedere come guadagnare qualcosa per un giorno o due. Ma quando comincerò a guadagnare, prenderò un'altra mezza dozzina di pagnotte e farò in modo che tu non abbia perdite. Allora se tu rispondessi, “Non ti lascerò avere una mezza dozzina di pani a queste condizioni. Ti lascerò il pane per un mese se vuoi, ma alla fine del mese devi restituirmi sette pani”: quella sarebbe usura.

L'uomo non utilizza il prestito in modo produttivo; consuma subito i pani. Non esiste ulteriore ricchezza creata dall'atto. Il mondo non è più ricco, né tu sei più ricco, né la società in generale è più ricca. Non è apparsa alcuna ulteriore ricchezza attraverso la transazione. Quindi la pagnotta extra che stai rivendicando è rivendicata dal nulla. Deve uscire dalla ricchezza della comunità – in questo caso particolare dalla ricchezza dell'uomo che ha preso in prestito i pani – invece che da un incremento o da un eccesso o da una nuova ricchezza. Ecco perché l'usura si chiama così. “Usurare” significa “logorare”, “dilapidare a poco a poco”.

È chiaro che se il mondo intero praticasse l'usura e nient'altro che l'usura, se la ricchezza non fosse mai prestata per essere utilizzata produttivamente, ma solo per essere consumata improduttivamente, e tuttavia dovesse esigere interessi sulla transazione improduttiva, allora la ricchezza prestata divorerebbe presto tutte le altre ricchezze della comunità, finché non si arriva a una situazione in cui non c'è più niente da prendere. Tutti sarebbero rovinati tranne quelli che hanno prestato; poi questi, non avendo più sangue da succhiare, morirebbero essi stessi, e la società finirebbe.

Come nel caso della nave, poco importa se si presta una cosa reale come dei pani, o se si presta denaro con cui comprarli. La questione è se il prestito è produttivo o meno. È presente l'intenzione dell'usura quando il denaro è prestato a interesse su ciò che il prestatore SA che sarà uno scopo improduttivo, e la pratica effettiva dell'usura è presente quando il prestito è di fatto utilizzato in modo improduttivo, ed è comunque richiesto un interesse.

Come in ogni altro caso di giusto e sbagliato, c'è, ovviamente, un ampio margine in cui è molto difficile tracciare una linea di demarcazione. Un uomo colpevole di usura e che cerca di scusarsi potrebbe dire, anche nel caso di cibo prestato a un uomo affamato: “Il prestito può non sembrare direttamente produttivo, ma indirettamente è stato produttivo, poiché ha salvato la vita dell'uomo, che quindi in seguito è stato in grado di lavorare e produrre ricchezza”.

Al contrario (sebbene oggi non ci sia molto di questo pericolo), un uomo che cerca di ottenere interessi su un prestito produttivo potrebbe dire in molti casi: “Il prestito non è stato realmente produttivo. È vero che ci ho guadagnato, ma quel guadagno non è stato una ricchezza aggiuntiva per la comunità. Rappresenta solo ciò che ho ottenuto da qualcun altro con un affare”.

In questo margine di incertezza abbiamo solo il buon senso a guidarci, come in ogni altro caso simile. Sappiamo abbastanza bene in ogni particolare esempio in cui ci imbattiamo se un prestito è produttivo o meno; se stiamo prendendo in prestito o prestando per uno scopo produttivo, o per beneficenza o per lusso, o per uno scopo in ogni modo improduttivo.

La prova che questo sentimento verso l'usura è corretto si trova nella condotta privata degli individui nei loro rapporti sociali. Se un povero in difficoltà va da un amico ricco e si fa prestare dieci sterline, le restituisce quando può; e il ricco riterrebbe disonorevole fargli pagare gli interessi. Ma se un uomo ci prendesse in prestito dieci sterline allo scopo di fare qualcosa che potrebbe aumentarne il valore, e noi sapessimo che questo era il suo scopo, avremmo il pieno diritto di condividere i suoi ricavi, e nessuno penserebbe che la cosa sia disonorevole.

L'usura, quindi, è essenzialmente una pretesa di incremento, o di ricchezza extra, che non esiste. È una pratica che sminuisce la ricchezza patrimoniale dei bisognosi e la divora a vantaggio di chi presta; cosicché, se l'usura non viene controllata, finisce per assorbire tutta la proprietà privata nelle mani di pochi prestatori.

Ora, stando così le cose, essendo abbastanza chiara la natura dell'usura, ed essendo ugualmente chiari sia il torto morale che il danno che arreca alla società, come mai il mondo moderno per così tanto tempo se ne è dimenticato completamente, e come è che si sta nuovamente imponendo all'attenzione del mondo moderno nonostante quella dimenticanza?

Risponderò a entrambe le domande.

Il male e la natura stessa dell'usura furono dimenticati con la grande espansione dei rapporti finanziari che si verificò alla metà e alla fine del XVII secolo, cioè circa 250 anni fa, in Europa. Nei tempi più semplici, quando le transazioni commerciali erano aperte e si facevano su scala relativamente piccola, tra uomini che si conoscevano, si poteva quasi sempre dire, come si può fare nella vita privata, se un prestito era richiesto per uno scopo produttivo o per uno scopo improduttivo. L'onere della prova gravava sul creditore. Non era una scusa prestare denaro a un uomo e dire: “Non sapevo cosa volesse farne, quindi gli ho addebitato il 10 per cento, pensando che molto probabilmente lo avrebbe usato in modo produttivo”. I tribunali non avrebbero ammesso un simile motivo, e avevano perfettamente ragione. Perché nelle semplici condizioni dei vecchi tempi il giudice rispondeva: “Era tuo compito saperlo. Un uomo non viene a prendere in prestito denaro a meno che non si trovi in una necessità personale o abbia qualche progetto produttivo per il quale desidera utilizzare il denaro. Se avessi pensato che fosse un progetto produttivo, glielo avresti sicuramente chiesto per dividere i profitti, e il fatto che tu non ti sia preoccupato di scoprire se fosse produttivo o no dimostra che sei indifferente al male dell'usura, e propenso a fare quel male con il pretesto che non è affar tuo indagare.

L'atteggiamento della legge sul prestito di denaro ai vecchi tempi era molto simile a quello che è oggi riguardo a certi prodotti chimici velenosi che possono essere usati bene o male. Il venditore di tali prodotti chimici deve chiedere per cosa verranno utilizzati ed è responsabile se non si informa. Allo stesso modo l'antica legge cristiana diceva che un creditore era tenuto a sapere se il suo prestito era destinato o meno alla produzione. Se la legge non avesse imposto questa cautela, allora l'usura sarebbe stata universale e avrebbe divorato lo Stato, a vantaggio dei pochi che prestavano il loro denaro... come sta facendo ora.

Ma quando il commercio è divenuto sempre più complicato e molto più grande e ha perso il suo carattere personale, quando il sistema bancario si è imposto su larga scala con grandi società con molteplici azionisti, quando, in effetti, la maggior parte dei creditori non poteva sapere per quale motivo il loro denaro fosse prestato, ma sapevano solo che lo avevano messo in qualche istituto finanziario con l'obiettivo di produrre frutti – allora si è presentata l'occasione dell'usura, che presto ha permeato tutto il commercio.

Supponiamo che un uomo oggi, per esempio, metta dei soldi in una compagnia di assicurazioni. Questa gli paga, diciamo, un interesse del 5% sui suoi soldi. L'uomo non sa, e non può sapere – nessuno lo può sapere – esattamente come è usato quel denaro in particolare, che rimane fuso nell'insieme dei fondi con cui la compagnia di assicurazioni ha a che fare. Una grande quantità sarà utilizzata in modo produttivo, come l'acquisto di macchinari e scorte di cibo, navi e così via, che nel uso aumentano la ricchezza del mondo; e il denaro speso per l'acquisto di queste cose porta con sé un perfetto diritto al profitto, che non nuoce a nessuno. Ma una certa proporzione sarà utilizzata in modo improduttivo. L'investitore originale non ne sa nulla e nemmeno i dirigenti dell'azienda ne sanno nulla.

Un cliente va da loro e dice: “Voglio un prestito di mille sterline”. Sono del tutto incapaci, nelle condizioni moderne, di esaminare cosa ne farà. Offre una garanzia e ottiene il suo prestito. Potrebbe essere un uomo in difficoltà che lo ottiene per pagare i suoi debiti, o potrebbe essere un uomo che sta per avviare un'impresa. La società non può entrare in questi dettagli. Deve stabilire una regola generale di uno specifico interesse su ciò che presta, sotto l'implicita supposizione, ovviamente, che il prestito sia normalmente produttivo. Ma il mutuatario può usarlo in modo improduttivo, e spesso lo fa e intende farlo.

Pertanto, con un volume molto elevato di affari impersonali, la presenza dell'usura è inevitabile. Ma sebbene inevitabile, e sebbene quindi la sua pratica, essendo indiretta e lontana, non possa essere imputata a questo o a quell'individuo, l'usura produce inevitabilmente i suoi effetti disastrosi, e il mondo moderno sta finalmente arrivando a risentire di tali effetti in modo molto acuto.

Qualche soldo prestato a usura una ventina di secoli fa equivarrebbe ora, a interesse composto, a più ricchezza di quanta ce ne sia nel mondo intero; il che è una prova sufficiente che l'usura è ingiusta e, come metodo di commercio permanente, è impossibile.

La grande proporzione di pagamenti usurari che si effettuano ora, a causa del carattere impersonale e indiretto di quasi tutte le transazioni, sta cominciando a gravare sul mondo nel suo insieme in modo tale che c'è il pericolo di un collasso.

Se continui a prendere ricchezza come da un ricavo, quando in realtà non c'è alcun ricavo da cui possa derivare quella ricchezza, il processo deve, prima o poi, finire. È come se dovessi reclamare cento staia di mele ogni anno da un frutteto dopo che il frutteto ha cessato di produrre, o come se dovessi reclamare un rifornimento giornaliero d'acqua da una sorgente che si è prosciugata. Un uomo che deve pagare delle mele potrebbe ottenerle come meglio può, ma quando la richiesta è fatta su tutti i frutteti del mondo, quando l'usura richiede un milione di staia di mele all'anno, anche se ne producono solo mezzo milione, il mercato delle mele sarebbe al collasso. L'interesse non sarebbe imminente e il meccanismo per riscuoterlo smetterebbe di funzionare. Molto prima che si fermasse, naturalmente,

L'interesse non si potrebbe riscuotere e il meccanismo per riscuoterlo smetterebbe di funzionare. Molto prima che si fermi effettivamente, naturalmente, la gente troverà crescenti difficoltà nell'ottenere i propri interessi, e appariranno sempre più problemi in tutto il mondo commerciale.

Ora, questo è esattamente ciò che sta cominciando ad accadere oggi dopo circa due secoli di usura comune e un secolo di usura illimitata. Finora ne siamo usciti con ogni sorta di espedienti. Coloro che hanno preso in prestito denaro e hanno promesso di pagare, diciamo, il 5 per cento, possono cambiare e pagare solo il 2 1/2 per cento. Oppure, mediante il processo di svalutazione monetaria, che ho descritto in precedenza in questo libro, il valore del denaro viene modificato, così che un uomo che è stato incaricato di pagare, diciamo, cento pecore all'anno, in realtà paga solo 50 o 30 pecore all'anno. Un metodo più drastico è il metodo di "cancellare" del tutto i prestiti, dicendo semplicemente: "Semplicemente non riesco a pagare i miei interessi, quindi devo smettere di chiederli". Questo è ciò che accade quando un governo fallisce, come ha fatto il governo tedesco.

Se guardi all'usura creata dalla Grande Guerra, vedrai succedere questo genere di cose da tutte le parti. I governi che stavano combattendo prendevano in prestito denaro da privati e promettevano interessi su di esso. La maggior parte di quel denaro non è stata utilizzata in modo produttivo: si è usato denaro per acquistare grano e metallo, macchinari e altri beni produttivi, ma il grano non è stato utilizzato per nutrire gli operai che producono più ricchezza. Era usato per nutrire i soldati che non producono ricchezza, e allo stesso modo le navi, il metallo e i macchinari, ecc. Pertanto, quando le persone che avevano prestato il denaro hanno iniziato a riscuotere dal governo gli interessi su ciò che avevano prestato, hanno chiesto ogni anno ricchezze che semplicemente non c'erano, e i governi sono venuti meno alla loro promessa di pagare interessi usurari in tutti i modi – alcuni ripudiando, cioè non pagando (come hanno fatto i russi), altri svalutando la moneta in vari gradi. Il governo inglese ha ridotto a circa la metà quello che aveva promesso di pagare, e tassandolo lo ha ulteriormente ridotto a poco meno di un terzo. Il governo francese, con l'inflazione e la tassazione, l'ha ridotto molto di più, a meno di un quarto, o forse più simile a un sesto o un ottavo.

I tedeschi l'hanno ridotto a zero con l'inflazione, il che equivale in realtà a ripudiare del tutto il debito.

Quindi quello che vediamo in un quadro generale è questo:

1. L'usura è sia moralmente sbagliata sia cattiva per la società, perché è la pretesa di un aumento di una ricchezza che non è affatto presente. Cerca di ottenere qualcosa dove non c'è niente da cui quel qualcosa possa essere pagato.

2. Questa azione quindi, progressivamente e sempre di più, finisce per assorbire la ricchezza che gli uomini producono nelle mani di coloro che prestano denaro, fino a far assorbire loro tutta la ricchezza, facendo così giungere a termine il processo.

3. Questo è ciò che è accaduto nel caso del mondo moderno, in gran parte attraverso spese improduttive per la guerra, spese soddisfatte prendendo a prestito denaro e promettendo interessi su di esso, sebbene il denaro non producesse ulteriore ricchezza.

4. Il mondo moderno ha quindi raggiunto un limite in questo processo e il futuro dell'investimento usurario è in dubbio.

Sebbene queste conclusioni siano perfettamente chiare, purtroppo non è possibile dire quale sia una via d'uscita dalle nostre difficoltà; che con questa o quella legge possiamo fermare l'usura in futuro e possiamo tornare a condizioni più sane. Il commercio è ancora diffuso in tutto il mondo. È ancora impersonale e il denaro continua ad essere prestato a interesse in modo improduttivo, con la necessità ricorrente di ripagare il debito e il mancato rispetto dei pagamenti promessi. Le cose non andranno di nuovo bene sotto questo aspetto fino a quando la società non diventerà semplice come una volta, e dovremo attraversare un periodo piuttosto brutto prima di tornare a tale stato.

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