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  Come dovremmo convivere ulteriormente con la Convenzione di Istanbul?

di Andrej Vlasov

Unione dei giornalisti ortodossi, 27 giugno 2022

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l'Ucraina potrebbe essere messa a repentaglio dalla distruzione dei valori tradizionali. Foto: Unione dei giornalisti ortodossi

Il 21 giugno 2022, il presidente dell'Ucraina ha firmato una legge, alla quale si erano opposte tutte le organizzazioni religiose in Ucraina e una parte significativa della società. Come mai?

Il 20 giugno 2022 la Verkhovna Rada ha votato per la ratifica della Convenzione di Istanbul, il giorno successivo il presidente ha firmato la legge sulla ratifica della Convenzione: "Il suo contenuto principale è semplice, ma estremamente importante. È un obbligo proteggere le donne dalla violenza e da ogni forma di discriminazione. Condividiamo i valori europei". Ma la società ucraina, in particolare quella cristiana, non condivide l'ottimismo del capo dello Stato. Che cosa accadrà?

Perché l'Ucraina ha ratificato la Convenzione di Istanbul

L'Ucraina ha firmato la Convenzione di Istanbul il 7 novembre 2011 (tra l'altro, sotto il presidente Viktor Janukovich), e da allora, per quasi 11 anni, ci sono state deliberazioni pubbliche sull'opportunità della sua ratifica. I tentativi di ratifica si sono intensificati di pari passo con gli sforzi per andare avanti lungo la via dell'integrazione europea. Quando l'integrazione europea ha rallentato, le passioni per la Convenzione si sono placate. Una parte significativa della società civile ucraina ha resistito con successo alla ratifica della Convenzione di Istanbul, sottolineando giustamente che essa ha un "falso fondo" e che dietro la volontà di proteggere le donne dalla violenza domestica si cela la volontà di imporre un'ideologia di genere alla popolo ucraino.

L'essenza di questa ideologia è la seguente: non importa con quale gender una persona è nata, ciò che conta è come si identifica. Sia la società che lo stato sono obbligati ad accettare questa auto-identificazione. Ma la Sacra Scrittura afferma qualcosa di completamente diverso: "La donna non si metterà un indumento da uomo né l'uomo indosserà una veste da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio al Signore tuo Dio" (Dt 22:5). In effetti, non si tratta affatto di vestiti, ma di gender. Nei tempi biblici, l'abbigliamento femminile e quello maschile non differivano in modi fondamentali; basta guardare le figure delle persone adulte nelle icone.

Tuttavia, protestando contro la Convenzione di Istanbul, le organizzazioni religiose in Ucraina hanno fatto riferimento principalmente al trauma psicologico che può essere inflitto alla personalità di un bambino dall'imposizione del gender. "L'ignoranza del fatto dell'esistenza di sessi biologici che caratterizzano una donna o un uomo, e il relativo obbligo di educare i bambini a ruoli di gender non stereotipati (articolo 14 della Convenzione) minaccia di distorcere la generazione più giovane nella propria identità di gender, di popolarizzare i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso e di diffondere casi di disforia di gender tra bambini e giovani", si legge nel comunicato del Consiglio pan-ucraino delle Chiese, pubblicato alla vigilia del voto per la Convenzione.

Tuttavia, le autorità hanno ignorato la posizione delle organizzazioni religiose ucraine e hanno ratificato frettolosamente la Convenzione di Istanbul. La ragione di tale fretta è abbastanza ovvia: dimostrare l'impegno dell'Ucraina nei confronti dei valori europei alla vigilia del vertice dell'Unione Europea del 23 e 24 giugno, durante il quale al nostro paese poteva essere concesso (e lo è stato effettivamente) lo status di membro candidato dell'Unione Europea. Commentando la Convenzione, il presidente parla solo di tutela delle donne. Tuttavia, il contenuto della Convenzione è tutt'altro che così semplice. Vediamo cosa si nasconde nel testo del documento.

Le principali disposizioni distruttive della Convenzione

1. Divulgazione dell'ideologia del gender a tutti i livelli dell'istruzione, della cultura e dello sport

L'articolo 14 della Convenzione di Istanbul afferma: "Le parti adottano, ove opportuno, le misure necessarie per includere materiale didattico su questioni quali la parità tra donne e uomini, ruoli di gender non stereotipati, rispetto reciproco, risoluzione non violenta dei conflitti nelle relazioni interpersonali, violenza di gender contro le donne e diritto all'integrità personale, adattato alle capacità in evoluzione degli studenti, nei programmi di studio formali e a tutti i livelli dell'istruzione".

Ciò significa che a partire dal livello d'istruzione prescolare, i bambini ucraini possono (e sicuramente lo saranno) essere nutriti con il "materiale didattico" che rende popolare l'ideologia del gender. Pertanto, saranno spinti a dubitare della propria identità di gender con la prospettiva di un cambio di sesso (cosa che sta avvenendo ora in Occidente con forza e potere).

2. Distruzione delle idee tradizionali sui ruoli sociali

Articolo 12 della Convenzione: "Le parti adottano le misure necessarie per promuovere il cambiamento dei modelli di comportamento sociale e culturale delle donne e degli uomini al fine di sradicare pregiudizi, costumi, tradizioni e ogni altra pratica che si basi sull'idea di inferiorità delle donne o su ruoli stereotipati per donne e uomini".

Pertanto, gli Stati che hanno adottato la Convenzione di Istanbul si impegnano a sradicare la tradizionale visione religiosa del ruolo delle donne e degli uomini. Per esempio, quella delle parole dell'apostolo Paolo che "il capo della donna è l'uomo" e che "l'uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo" (1 Cor 11:3.9).

3. Ampio spazio per abusi

La Convenzione di Istanbul contiene disposizioni formulate in modo così vago da creare molte opportunità d'abuso, quando il diritto alla protezione dalla violenza domestica si trasforma nel migliore dei casi in ricatto o nel peggiore dei casi in punizione degli innocenti.

Per esempio, l'art. 27 della Convenzione recita: "Le parti adottano le misure necessarie per incoraggiare chiunque sia testimone della commissione di atti di violenza rientranti nell'ambito di applicazione della presente Convenzione o che abbia fondati motivi di ritenere che tali atti possano essere commessi, o che siano prevedibili ulteriori atti di violenza, a segnalarli alle organizzazioni o autorità competenti".

Cioè, la Convenzione in realtà chiede alle forze dell'ordine o ad altre autorità competenti di intervenire nei rapporti familiari sulla base del fatto che "è sembrato qualcosa a qualcuno". Può essere chiunque: vicini, parenti, conoscenti, ecc. Inoltre, la Convenzione invita espressamente a incoraggiare questi "chiunque" a fare segnalazioni alle autorità competenti. Questo non è solo un incoraggiamento alla denuncia, ma anche un'opportunità per ricattare una persona che vive nelle vicinanze con minacce di punizione.

Queste non sono le uniche disposizioni della Convenzione di Istanbul che sono una bomba a orologeria, ma mostrano abbastanza bene che questo documento è tutt'altro che semplice come sembra e che dietro la maschera della protezione dalla violenza domestica si celano minacce molto serie alla società ucraina.

Cosa dobbiamo fare adesso?

La Convenzione di Istanbul è stata ratificata e firmata dal presidente dell'Ucraina, e in breve entrerà in vigore. Tuttavia, sia la Chiesa ortodossa ucraina che la società ucraina (più precisamente, coloro che non sostengono l'ideologia della Convenzione di Istanbul) possono prendere provvedimenti per minimizzarne o annullarne le conseguenze.

In primo luogo, per non stare a re-inventare la ruota, possiamo adottare l'esperienza dei nostri fratelli ortodossi dei paesi in cui la Convenzione di Istanbul è in vigore da molto tempo. Per esempio, Polonia, Romania, Serbia, Grecia, Cipro e altri. In questi paesi gli ortodossi hanno sicuramente incontrato gli effetti della Convenzione, e sicuramente ci sono stati precedenti per lo scontro dell'ideologia del gender con i valori tradizionali. Dobbiamo familiarizzarci con questa esperienza e usarla da noi.

In secondo luogo, la società ucraina può resistere ai tentativi di inculcare l'ideologia del gender e la distruzione dei valori tradizionali con tutti i mezzi legali. È necessario spiegare agli ucraini attraverso i media e i social network quelle disposizioni della Convenzione che minacciano il tradizionale sistema di valori del nostro popolo e contrastano con gli insegnamenti della fede ortodossa. Se la gente comprende che la Convenzione ha molte insidie, che minaccia le idee tradizionali sulla moralità, allora sarà molto più difficile, e forse anche impossibile, per gli organi statali attuare quelle disposizioni che provocano contraccolpi nella nostra società.

È inoltre necessario elaborare uno schema di tutela giuridica in casi specifici che possono sorgere nel corso dell'applicazione della Convenzione. Per esempio, se insegnanti o genitori vengono perseguitati per aver rifiutato le classi scolastiche sull'ideologia del gender. Qui c'è un campo di attività per l'Unione degli avvocati ortodossi e per altre strutture della società civile.

In terzo luogo, è necessario garantire l'adozione da parte della Verkhovna Rada di una legge che tuteli i valori tradizionali del popolo ucraino e crei meccanismi per tale protezione, oltre a obbligare lo stato a rendere popolari questi valori a tutti i livelli del sistema educativo. L'unione pubblica "Miriane" ha già esperienza nello sviluppo di un disegno di legge sull'abolizione delle "leggi anti-ecclesiastiche" e nel presentarlo alla Verkhovna Rada. Sembra che ci siano sufficienti avvocati professionisti nella comunità ortodossa (e non solo) dell'Ucraina che potrebbero comporre correttamente il testo di tale disegno di legge. Il suo scopo principale è fungere da alternativa alla Convenzione di Istanbul in materia di protezione e promozione della morale tradizionale e dei valori familiari.

Sì, questo può creare situazioni in cui le disposizioni delle varie leggi sono in conflitto tra loro, ma in questo caso prevale la legge sui valori tradizionali, poiché la loro tutela è esplicitata nella nostra Costituzione. Per esempio, già nel preambolo si dice che la Verkhovna Rada adotta la Costituzione "realizzando la responsabilità davanti a Dio", mentre l'articolo 11 dice: "Lo Stato contribuisce al consolidamento e allo sviluppo della nazione ucraina, della sua coscienza storica, delle sue tradizioni e della sua cultura…"

Conclusione

Nonostante il fatto che sia la Chiesa sia la società ucraina possono resistere con successo all'introduzione dell'ideologia del gender, è necessario rendersi conto che i tempi in cui la Chiesa ortodossa ucraina viveva in condizioni esterne favorevoli sono finiti. La Chiesa ha bisogno di imparare a vivere sotto una legislazione ostile. Per i primi tre secoli i cristiani sono esistiti proprio in tali condizioni: sia lo stato sia la società erano pagani. Tuttavia, i cristiani allo stesso tempo hanno vissuto e sono rimasti fedeli alla loro fede e alla loro Chiesa. Furono in grado non solo di resistere all'assalto dell'ideologia anticristiana, ma anche di espandere la loro influenza: il cristianesimo divenne presto la religione dominante in tutto il mondo.

Ora la Chiesa sta tornando a vivere un clima di rifiuto della morale cristiana e persino di attiva opposizione ad essa da parte dello Stato e della società. Non c'è speranza che la Convenzione di Istanbul sia abolita. Così come non c'è speranza che la società moderna promuova nuovamente i valori tradizionali e le norme morali. Al contrario, le tendenze sono esattamente l'opposto, poiché l'Europa sta diventando sempre più post-cristiana.

In queste circostanze, il ruolo delle famiglie cristiane e delle comunità cristiane affiatate aumenta notevolmente. Dopotutto, se l'ideologia del gender è imposta ai bambini nelle scuole, l'unico modo per instillare in loro concetti e valori cristiani è l'educazione familiare – non tanto con le lezioni, ma con esempi pratici di vita dei genitori secondo il Vangelo. La semplice esperienza di un bambino che vive in una tale famiglia, dove accoglie il comportamento dei suoi genitori, sarà il più efficace contrasto all'ideologia del gender o a qualsiasi altra ideologia non cristiana. In altre parole, se una essere umano, e ancor più un bambino, vive in una famiglia attivamente credente, se partecipa consapevolmente al culto e alla vita della sua comunità e partecipa con riverenza ai sacramenti, allora nessuna ideologia del gender e nessuna "convenzione di Istanbul" riuscirà a sconfiggerlo.

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