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  Perché è mancato un intervento militare della Federazione Russa in Ucraina?

30 maggio 2014 

 

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Il livello delle discussioni analitiche sull'internet russo è perfettamente descritto dal politologo Simon Uralov: "Considerare che la crisi ucraina abbia influito solo sulle menti dei colleghi di Kiev trasformandoli in isterici assetati di sangue è fondamentalmente sbagliato. Anche tra i colleghi di Mosca ce n'è un numero incredibile". Lo scopo di questo materiale è quello di fare un passo indietro dall'isteria e di analizzare freddamente la situazione in Ucraina.

Comincerò con i necessari chiarimenti su diversi argomenti emotivamente importanti:

Perché è mancato un intervento militare russo?

Se questo testo fosse stato scritto pochi giorni fa, una sua parte significativa avrebbe dovuto essere dedicata a spiegare perché l'invio di truppe in Ucraina era inadeguato e semplicemente stupido anche dopo il referendum. Fortunatamente, il capo della resistenza a Slavjansk, Igor Strelkov, ha affrontato con questo compito meglio di me: nel suo messaggio video, ha descritto molto chiaramente l'inerzia della popolazione locale di Lugansk e Donetsk, in termini di azioni concrete per proteggere i loro interessi contro la giunta. Anticipando le argomentazioni circa il referendum, mi affretto a dire che un segno sulla scheda elettorale è sicuramente una buona cosa, ma non molto diverso da qualsiasi "mi piace" su Facebook. Perché un "mi piace" sulla scheda non cambia nulla. Il referendum è stato un atto necessario ma non sufficiente.

Quanto era preparato il Cremlino per gli eventi in Ucraina e quanto sta improvvisando anche adesso?

Vi consiglio di leggere il telegramma su Wikileaks, in cui è dimostrato che nel 2008 il Cremlino ha chiaramente indicato agli americani gli scenari che vediamo oggi: "Gli esperti ci dicono che la Russia è particolarmente preoccupata che le forti divisioni in Ucraina sull'adesione alla NATO, con gran parte della comunità etnica russa contro questa appartenenza, potrebbero portare a una grande divisione, di violenza o, nel caso peggiore, di guerra civile. In tale eventualità, la Russia dovrebbe decidere se intervenire, una decisione che la Russia non vuole fronteggiare".

È logico supporre che un tale sviluppo per il Cremlino non sia stato una sorpresa e che ora siamo in una situazione ancora più sgradevole, ma meno sfumata rispetto al "Piano E" descritto da Uralov.

Per capire ciò che il Cremlino farà in futuro, cerchiamo di formulare gli obiettivi:

- Non permettere l'ingresso dell'Ucraina nella NATO.

- Non permettere l'istituzione e la stabilizzazione in Ucraina di un regime russofobo, cosa che presume la denazificazione.

- Non consentire il genocidio della popolazione russa del Sud-Est.

Idealmente questo richiede la realizzazione dei tre obiettivi, e al tempo stesso, di non distruggere l'economia russa durante il suo ri-orientamento verso l'Asia e, allo stesso tempo, evitare che gli americani impongano i loro obiettivi economici a scapito della UE.

Come possono essere realizzati questi obiettivi?

Consideriamo lo scenario più semplice e vediamo quali sono le vulnerabilità e le conseguenze negative:

Così, l'esercito russo entra in Ucraina e pochi giorni dopo arriva a Kiev, poi cattura tutta l'Ucraina. I "patrioti" sono giubilanti, ci sono parate sulla Khreshchatyk, ecc.

Sembra che tutti e tre gli obiettivi siano stati raggiunti, ma emergono i seguenti problemi:

1. Nell'Unione Europea, dove l'elite imprenditoriale europea ha lentamente premuto sui piedi dei politici e tirato i freni per quanto riguarda le sanzioni, il "partito della guerra" (alias "il partito degli Stati Uniti", o meglio "il partito della Pax Americana") trionfa nettamente. Contro la Federazione russa, scatta il massimo delle sanzioni economiche con effetto terrificante principalmente per l'economia europea stessa, che cade subito in una recessione. Ma nulla di cui rallegrarsi.

In questo contesto, gli americani forzano facilmente la firma della loro versione del Partenariato transatlantico del commercio e degli investimenti, un patto commerciale, che trasforma l'UE in un'appendice dell'economia degli Stati Uniti. I negoziati sul trattato sono in corso in questo momento e, per gli americani, l'ingresso delle truppe russe in Ucraina sarebbe un enorme regalo. Le  sanzioni contro la Russia distruggerebbero il business europeo e le barriere commerciali con gli Stati Uniti gli darebbero il colpo di grazia. Ecco quello che avremmo alla fine: l'UE in uno stato post-bellico; gli Stati Uniti, vestiti a festa, che assorbono con gioia i mercati europei sui quali non hanno e non avranno concorrenti; la Federazione Russa... non nella sua forma migliore. Non sembra chiato a tutti chi sarebbe il pazzo in questa situazione, e che tale persona non è chiaramente gli Stati Uniti? Tra l'altro, non è necessario prendere in considerazione le argomentazioni secondo cui i politici europei non permetterebbero il suicidio economico. Gli euro-burocrati non sono in grado di fare nemmeno questo, come dimostra la pratica.

2. Oltre al fatto che il Cremlino renderebbe un servizio a Washington, abbiamo bisogno di guardare a ciò che accadrà alla Russia stessa.

- Se le sanzioni avessero effetti contro la Russia prima che sia firmato il mega-contratto del gas con la Cina per 30 anni, la Cina sarà in grado di negoziare un prezzo da una posizione di forza. Di fatto, da una posizione di ricatto (questo dimostra il comportamento della Cina, tuttavia, ma non chiaramente).

- Se vengono imposte sanzioni contro la Russia prima che sia siglato il mega-contratto petrolifero con l'Iran, attraverso il quale Rosneft sarà in grado di controllare altri 500.000 barili di petrolio al giorno, l'Iran sarà in grado di negoziare un prezzo da una  posizione di forza.

- Tutti i successivi tentativi di costruire qualcosa fino alla consegna delle importazioni di cui abbiamo bisogno adesso, saranno molto, molto costosi.

- Se le sanzioni avessero effetti prima della firma dell'accordo sulla costituzione della Comunità economica eurasiatica, immaginate quanto sarà facile per Lukashenko e Nazarbayev torcere le braccia di Putin nei negoziati. Un po' più di questo, e Mosca, al fine di creare la Comunità economica eurasiatica, dovrà pagare per il suo stesso petrolio.

3. La Federazione Russa dovrebbe assumersi la responsabilità del restauro dell'economia ucraina e della sua denazificazione: dove trovare il numero necessario di "denazificatori" in "caschi polverosi" (se qualcuno lo ha dimenticato, secondo Okudzhava, erano i commissari in caschi polverosi che si chinavano sugli eroi morti della guerra civile) per combattere gruppi compatti di ucraini nazisti, che potranno godere di sostegno e di fornitura dall'estero? Nel suo insieme, è chiaro che questo scenario beneficia grandemente Stati Uniti e Cina. Alla Russia resta un profondo senso di soddisfazione morale, sanzioni economiche e le future maledizioni dei "generosi" ucraini che sono infelici della loro "vita sotto occupazione".

Come sono strutturati nel tempo i punti chiave delle nostre vulnerabilità?

1. Contratto del gas con la Cina a maggio-giugno (firmato il 21 maggio!)

2. Contratto petrolifero con l'Iran in estate (Ecco perché gli Stati Uniti hanno revocato l'embargo: Rosneft è molto ben inserita sotto BP e non molto sotto Exxon Mobil. Dove scorre il petrolio? Verso la Cina).

3. Importante! Elezioni al Parlamento europeo, che porteranno un sacco di voti agli euroscettici alleati della Russia. Dopo l'elezione, si creeranno eurocommissioni di diversa composizione, con le quali sarà molto più facile lavorare – 25 maggio. Ancor più importante! Una volta siglato il contratto del gas con la Cina, i deputati neo-eletti saranno molto meglio disposti verso il South Stream.

4. Raccolta di tutti i documenti/permessi/ecc, per la costruzione del South Stream – maggio.

Questo è ciò che è visibile a occhio nudo, ma ci sono altri aspetti che sono molto importanti, ma che sono difficili da posizionare chiaramente su un calendario:

1. Transizione ad accordi in rubli per l'energia. Il petrolio e il gas non sono patate: sono forniti dietro contratti a lungo termine che non possono essere modificati unilateralmente, ma richiedono un lungo lavoro per sostituirli con quelli nuovi, oltre al cambiamento di quelli attuali.

2 Transizione alla quotazione dei prezzi in rubli per l'energia (per la negoziazione in rubli) sui mercati russi - è un lavoro assolutamente infernale, se non altro perché fino a ora nessuno ha mai fatto niente di simile.

3. Proprio sistema di pagamento.

4. Preparazione di sostituzione o di miglioramento delle importazioni del nostro lavoro con i fornitori asiatici (non in modalità di emergenza).

La lista può e deve continuare, questo è quello che vedo, e il Cremlino ha orizzonti molto più ampi.

Ora aggiungiamo le interessanti iniziative del ministero degli Esteri russo, che non se ne sta seduto inerte a guardare con le mani giunte. Per esempio, il vice ministro Karasin era a Doha il 6 maggio e si è incontrato con tutta l'elite del Qatar. I risultati, a mio parere, si sono rivelati scioccanti. Secondo il ministero degli Esteri, l'emiro del Qatar ha detto che apprezza la "convincente e coerente politica regionale della Federazione russa", cosa molto inaspettata per un paese che non solo è un alleato degli Stati Uniti e il ramo politico della Exxon Mobil nel Medio Oriente, oltre che un avversario al 100% della Federazione russa in Siria. Ma lo scrigno si è semplicemente aperto: il fatto è che i sogni americani di riempire il mondo intero con gas a buon mercato sono una condanna a morte per il Qatar e la sua élite. Senza prezzi ultra-elevati del gas, il Qatar non solo perde ogni speranza di grandezza regionale, ma diventa un cadavere. Doha si concentra rapidamente e inizia a offrire qualcosa di interessante: "Allo stesso tempo, è stato posto l'accento sull'accelerazione del coordinamento del Forum di Paesi Esportatori di Gas (GECF)", il cui prossimo vertice (che coincidenza!) si terrà in Qatar. Il Forum dei Paesi Esportatori di Gas è un'organizzazione che comprende paesi come la Russia, l'Iran, il Qatar, il Venezuela, la Bolivia e altri esportatori, e che il Cremlino, per lungo tempo, ma senza successo, ha cercato di trasformare in un analogo dell'OPEC per il gas. È possibile che ora sia arrivato il momento giusto per un potenziale cartello del gas. In primo luogo, i tre maggiori esportatori di gas, Russia, Qatar e Iran, hanno interessi molto simili e dovrebbe essere in grado di lavorare sullo stesso lato, al fine di condividere e "prendere in consegna le branchie" del mercato del GNL e dei gasdotti. Tale cartello del gas, anche in un formato ridotto (solo Russia, Qatar, Iran) controllerà almeno il 55 % delle riserve mondiali di gas e avrà notevoli opportunità di influenzare fortemente i mercati energetici della UE e dell'Asia. Naturalmente, un simile progetto comporterebbe un sacco di problemi e incontrerà opposizioni, nessuno garantisce che tutto funzionerà, ma è importante vedere che Mosca sta cercando attivamente opportunità per ulteriori vantaggi strategici nella lotta contro gli Stati Uniti.

Speriamo che ora sia chiaro su cosa il Cremlino stia prendendo tempo, su cosa stia cercando di tirar fuori dalla situazione ucraina, e sul perché questo sia importante.

Torniamo ai problemi direttamente connessi all'Ucraina e notiamo che anche l'attuazione di tutti i progetti importanti di politica estera non aiuterà nella realizzazione della denazificazione di Kiev e nel fare in modo che le truppe russe o l'esercito ribelle della Novorossija siano salutati con pane e sale anche nelle regioni centrali. Se l'esercito della Novorossija ha problemi con la mobilitazione di Lugansk e Donetsk, allora il lavoro all'interno delle regioni zombificate sarà molto, molto difficile. Tuttavia, sembra che al fianco della Federazione russa sul campo di battaglia appariranno presto il colonnello Fame e i reparti speciali Giperok ("Iperinflazione"), che cambieranno radicalmente gli equilibri di potere.

L'economia ucraina è finita. Con le semine primaverili disastrose, le coltivazioni di ortaggi distrutte (congelate), la mancanza di credito, i problemi con il gas, la salita dei prezzi del carburante, possiamo tranquillamente dire che l'economia verrà giù come un castello di carte. Nessuno darà soldi alla giunta, nemmeno dal FMI, che ha promesso qualcosa intorno a 17 miliardi dollari (esattamente il 50% di ciò di cui ha bisogno l'Ucraina per quest'anno), ma ha messo nel contratto una "clausola di salvaguardia": se Kiev non controlla tutte le regioni, non riceverà un centesimo. La fame, il freddo e l'iperinflazione (causata dal crollo della grivna) lavoreranno attivamente per indebolire la giunta e per correggere le menti dei "generosi" ucraini: certamente non arriveranno ad amare la Russia, ma questo non è affatto necessario. È sufficiente che comincino a ricordare il periodo di Janukovich come un dolce e irraggiungibile sogno. L'inevitabile caos e collasso totale delle strutture sociali, insieme con la guerra civile a bassa intensità, garantirà che la NATO non accetterà l'Ucraina perché l'Europa si metterà "in mezzo ai binari", e anche negli Stati Uniti i politici più o meno moderati non faranno una mossa, che ovviamente non porterebbe alla vittoria degli Stati Uniti, ma al trascinamento del paese in una guerra nucleare.

Inoltre, nel contesto del collasso economico totale, i minatori, i metalmeccanici e gli altri lavoratori che sono ora saldamente incollati al loro posto di lavoro per paura di perderlo e sperando di "cavarsela nelle loro capanne sul bordo (del precipizio)", non avranno più questa possibilità. Dovranno partecipare in una forma o nell'altra ai problemi politici ed economici della Novorossija. E verosimilmente dovranno partecipare con le armi.

Allo stesso tempo, la giunta rinominata Poroshenko, imposta (sul paese) da parte dell'Unione Europea, avrà un forte incentivo a negoziare con Mosca per fare concessioni e offrire compromessi. Già la nuova Commissione Europea, che ha bisogno di pace nell'Est e di transito stabile del gas, starà spingendo Poroshenko in questa direzione. Poroshenko sarà spinto nella stessa direzione anche dagli sconvolgimenti sociali causati dal colonnello Fame e da Iperinflazione il sabotatore.

Tutti questi fattori, sommati assieme, aprono grandi opportunità per il Cremlino di riformattare l'ex Ucraina in qualcosa di appropriato per gli interessi della Federazione russa. È proprio questo scenario che gli Stati Uniti stanno cercando di evitare, ed è per questo che gli Stati Uniti hanno seri motivi per accelerare la passaggio del conflitto a una fase calda con l'impiego di truppe e un massiccio spargimento di sangue.

Se si aggiunge il tempo necessario per l'azione della Fame e il tempo necessario per risolvere i problemi di politica estera in termini di creazione di lavoro con la Cina, l'Iran, la liberazione dalle catene dal dollaro, la sostituzione delle importazioni, ecc (molto approssimativamente) si può giungere alla conclusione che servono 5-9 mesi (quello stesso mese di dicembre, per il quale Janukovich ha tentato di negoziare) per fornire soluzioni alla questione ucraina e ad altre questioni per il massimo vantaggio della Russia. Durante questo periodo, è necessario fornire aiuti almeno per la conservazione dell'Ucraina in uno stato di guerra civile (per esempio, il supporto alle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, ma senza prendere Kiev troppo velocemente per non creare ulteriori inutili problemi) e idealmente, combinati con la guerra civile, prolungati e appiccicosi negoziati all'interno dell'Ucraina, con la partecipazione di osservatori internazionali, qualcosa come un foprmato 2 +4, cioè, Poroshenko + Tsarev + Russia, Unione Europea, OSCE, Stati Uniti d'America.

Il tocco finale. Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno rallentato il lavoro dei loro servizi stampa, riducendo il "pump-priming" (iniezione di denaro) da 85 a 55 miliardi di dollari al mese. Molti si aspettano (si veda per esempio http://www.reuters.com/article/2014/04/27/us-usa-fed-idUSBREA3Q08920140427), che la macchina si spegnerà completamente verso la fine di questo anno. Ancora una volta, in quello stesso dicembre. Ciò è dovuto al fatto che il dollaro, anche se è la valuta internazionale, non può essere stampato all'infinito – è impossibile. Secondo varie stime, gli Stati Uniti hanno quasi totalmente utilizzato la "forza di risorsa" del dollaro, che ha permesso loro di fare i cattivi con la macchina finanziaria. Inoltre, il corollario e l'effetto inevitabile di questi trucchi è la riduzione dei tassi sulle obbligazioni statunitensi, che, da un lato, aiuta Washington a pagare meno per i suoi debiti, ma, d'altra parte, sta in realtà soffocando l'intero sistema pensionistico e assicurativo statunitense che si basa sulla previsione di rendimenti molto diversi dalle loro obbligazioni. In parole povere, entro la fine dell'anno, gli Stati Uniti dovranno scegliere di far saltare in aria il loro sistema sociale al fine di mantenere la stampa, oppure ridurre notevolmente i loro appetiti al fine di preservare una possibilità di stabilità in casa. A giudicare dalla riduzione della quantità di dollari gettati nel sistema, Washington ha deciso che prevenire un'esplosione è più importante delle sue ambizioni di politica estera.

Ora per completare il puzzle, alla fine, facciamo le nostre previsioni:

- L'America cercherà con tutti i mezzi di aggravare la crisi in Ucraina, al fine di indebolire la Russia e mettere l'intero mercato europeo sotto il suo dominio prima di dover chiudere le sue macchine da stampa.

- Il Cremlino cercherà di tradurre la crisi in Ucraina dalla fase acuta alla fase cronica – guerra civile più lenti negoziati in mezzo al collasso economico dell'Ucraina. Allo stesso tempo, il Cremlino utilizzerà il tempo per creare condizioni favorevoli per il passaggio a un forte confronto con gli Stati Uniti – dal lavoro sullo svincolamento dal dollaro con la Cina, l'Iran, il Qatar, la creazione della CEE, ecc.

- Fine completa della crisi nel dicembre del 2014, forse anche prima se gli USA desistono dal tentativo di esacerbare le ostilità.

- E se non desistono? – Allora... una grande guerra... una guerra per le risorse, perché il "boom" del gas da argilla è una semplice bolla di gas.

Su questo argomento si veda in dettaglio questo articolo di William Engdahl, "Il boom dei gas da argilla di Washington – una bancarotta"

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