È stato annunciato oggi nella terza Roma e anche nell'antica Roma che il patriarca Kirill della Chiesa ortodossa russa e il papa cattolico romano avranno un breve incontro all'aeroporto dell'Avana a Cuba il 12 febbraio. L'incontro si svolgerà nel corso della visita pastorale a lungo attesa di undici giorni del patriarca nella metropolia ortodossa russa in America Latina, in particolare a Cuba, in Brasile e in Paraguay.
Questo viaggio di alto livello, che coinvolge le visite ai leader politici di tutti e tre i paesi, è una conseguenza di inviti ripetuti. Il gregge ortodosso russo di 15.000 fedeli a Cuba sarà particolarmente lieto di accogliere il nostro patriarca, ma il patriarca riconoscerà anche l'importante ruolo svolto dagli ortodossi russi in Paraguay prima della seconda guerra mondiale e in Brasile nel corso degli ultimi 100 anni. Tuttavia, al di là delle questioni pastorali, questo viaggio è chiaramente una brillante mossa diplomatica - per cinque motivi:
In primo luogo, supera e mette in disparte le assurde pretese del minuscolo patriarcato di Costantinopoli, volte a far notare di essere in qualche modo il 'leader' del mondo ortodosso, mentre in realtà si tratta di una Chiesa ortodossa cinquanta volte più piccola di quella russa. Mette fine anche al mito fanariota di essere l'unico a poter rappresentare la Chiesa ortodossa in Vaticano, mentre il vero leader de facto della Chiesa ortodossa è il patriarca Kirill. Ci sarà rabbia al Fanar, mentre ci si rende conto che, dopo quasi 100 anni di tentativi di monopolizzare l'attenzione, è arrivata la fine diplomatica.
In secondo luogo, questa è chiaramente una mossa volta a minare ulteriormente le ridicole pretese settarie degli uniati ucraini, che tanto hanno fatto e tanto stanno ancora facendo per incoraggiare l'aggressione e l'odio verso i cristiani ucraini nella guerra civile che hanno favorito nell'Ucraina. Saranno estremamente preoccupati che il loro leader ufficiale, il papa della vecchia Roma, sta di fatto prendendo le distanze da loro e dalla loro russofobia psicotica.
In terzo luogo, questo incontro segna l'enorme preoccupazione della Chiesa ortodossa russa per gli ortodossi e gli altri cristiani in Medio Oriente e in Nord Africa, che sono stati abbandonati dall'Occidente, e anche dal papato. Solo la Federazione Russa è sostanzialmente intervenuta nella guerra in Siria per sostenere la maggioranza locale contro i movimenti terroristici addestrati, armati e finanziati dall'Occidente e intenti al genocidio, come è stato chiarito dai leader cattolici del Medio Oriente. In particolare, durante la sua visita, il Patriarca Kirill condurrà una funzione presso la cattedrale siriana a San Paolo del Brasile.
In quarto luogo, questo incontro si svolge al di fuori dell'Europa, nel corso di una visita pastorale del patriarca ortodosso russo in America Latina. Questo segna l'internazionalizzazione del mondo ortodosso russo di fronte al resto del mondo. Dopo avere sistemato molti dei problemi principali della Chiesa all'interno della Federazione Russa e dopo aver portato il numero dei vescovi a 361 e dei chierici a 40.000 dalle pietose statistiche di 25 anni fa, il patriarca sta ora mirando più lontano, al di fuori dell'Europa orientale e della Federazione. La seconda generazione del rinnovamento può cominciare. Ora possiamo aspettarci che il patriarca farà altre visite di alto profilo ai territori più lontani della Chiesa ortodossa russa, tra cui, se Dio vuole, anche da noi.
E, infine, quest'incontro sulla soglia di casa degli Stati Uniti, in particolare a Cuba indipendente e sovrana, segna anche il fatto che il mondo ortodosso privo di compromessi non riconosce la presa di potere mondialista dell'Impero neocon con sede a Washington. Questa mossa contro il Nuovo Ordine Mondiale è una mano tesa ai popoli indipendenti di tutto il mondo – la stragrande maggioranza – in uno sforzo missionario senza precedenti. Non possiamo che darle il benvenuto.
|