Il 21 febbraio 2019 sua Santità il patriarca ecumenico ha risposto alla lettera di sua Beatitudine il patriarca Giovanni X, inviata il 31 dicembre 2018, in cui lo invitava a convocare una Sinassi dei primati delle Chiese ortodosse autocefale per esaminare la questione ucraina e trovare una soluzione pan-ortodossa. Sua Santità afferma che "dopo che quattro Chiese ortodosse, senza ragione da un punto di vista ecclesiologico e teologico, hanno rifiutato di essere presenti durante il lavoro del Grande e Santo Concilio, cosa per la quale non ci sono scuse - e la vostra antica Chiesa era una di loro - il Patriarcato ecumenico ha buone ragioni per astenersi da un tale incontro a livello pan-ortodosso, che sarebbe inutile in quanto porterebbe solo ad un accordo sul fatto che i partecipanti siano in disaccordo l'uno con l'altro".
Se ignoriamo la posizione polemica in questa lettera riguardo all'astensione delle quattro Chiese nel partecipare a quello che doveva essere il crande Concilio ortodosso - e Costantinopoli sembra essere impreparata a condurre una valutazione obiettiva delle ragioni di tale mancata partecipazione e della propria responsabilità nel non risolvere le questioni in sospeso prima della sua convocazione - è importante notare quanto segue nella posizione di Costantinopoli:
* L'insistenza nel respingere le richieste di tenere una Sinassi dei primati delle Chiese ortodosse, nonostante gli appelli dalla maggioranza di esse, prima e dopo la crisi ucraina, perché sua Santità il patriarca ecumenico tenesse questa Sinassi.
* L'insinuazione che le riunioni ortodosse generali sono incontri inutili che portano solo al disaccordo e alla frammentazione.
* La tirannia nel suo approccio alle questioni ecclesiastiche, l'immersione nella Realpolitik e il totale disprezzo per l'opera dello Spirito Santo nella Chiesa, che supera sempre le difficoltà e gli ostacoli della storia.
* L'incoerenza della posizione del Fanar, che si astiene seriamente dal convocare una riunione dei primati delle Chiese con il pretesto di temere una mancanza di accordo, mentre i suoi portavoce giustificano la convocazione del "Concilio di Creta" con coloro che hanno partecipato e respingono la regola dell'unanimità nel lavoro ortodosso congiunto e invocano la regola della maggioranza.
* La negazione del fatto ormai stabilito che la Chiesa di Antiochia ha partecipato alle Sinassi dei primati delle Chiese che si sono svolte al Fanar e a Chambésy nel 2014 e nel 2016, nonostante la decisione di rompere la comunione con Gerusalemme. Si vuole ignorare che il Patriarcato ecumenico ha proceduto a convocare il Grande Concilio nonostante l'obiezione della Chiesa di Antiochia e il suo declino a firmare le decisioni di queste due Sinassi, basandosi in quel momento sul principio della regola della maggioranza. Ciò significa che il Patriarcato ecumenico rifiuta la chiamata a tenere una Sinassi dei primati delle chiese perché la maggioranza delle chiese si oppone a ciò che esso stesso ha fatto? O vuol dire che sua Santità il patriarca ecumenico è arrivato a credere che un papismo orientale sia l'unico modo per gestire la Chiesa ortodossa? Sua Santità il patriarca ecumenico pensa che le decisioni emesse da lui e dal suo sinodo siano decisioni corrette semplicemente perché emesse da loro? Il suo rifiuto di ascoltare ciò che "lo Spirito sta dicendo alle chiese" e gli appelli dei suoi fratelli e dei loro sinodi significa che è arrivato a credere nella propria infallibilità e nell'infallibilità della sua visione? Forse la più grande domanda rimane ciò che si deve fare di fronte a questa limitazione dell'orizzonte? Chi prenderà l'iniziativa per correggere il corso? Chi raddrizzerà ciò che è stato deviato? Chi porterà l'Ortodossia fuori da questa crisi? Non è ancora giunto il momento perché tutti i vescovi ortodossi del mondo si convochino l'un l'altro per dispensare rettamente la parola di verità per noi, dopo che il primus nell'Ortodossia ha abdicato al suo ruolo e ci ha posti di fronte a un vicolo cieco?
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