Nell’onda delle riflessioni sulle ragioni d’essere ecclesiologiche di un’Ortodossia indipendente di tradizione russa in Occidente, il nostro confratello padre Marco ci rimanda a un testo interessante del vescovo Aleksandr (Semenov Tian-Shanskij); purgato dalle ormai superate polemiche con la Chiesa russa all’estero, il brano offre spunti di riflessione seria. Qui riportiamo quello che a nostro parere costituisce il cuore (profetico) del messaggio del vescovo Aleksandr:
“La Chiesa ortodossa in Occidente, dopo la liberazione della Chiesa in Russia, vivrà certamente con quest’ultima nell’unità, ma non dovrà necessariamente diventare una diocesi della Chiesa russa. Possiamo supporre che molti chierici e laici scelgano di rientrare nella Russia libera, in cui si aprirà un campo immenso per l’azione pastorale, ma è innegabile che molti nipoti, pronipoti e figli dei pronipoti degli emigrati russi preferiranno restare in Occidente, senza tradire l’Ortodossia”.
Questa è certamente una vera raison d'être che vale la pena considerare, e che nessuno, né a Mosca, né a Parigi (…né tanto meno a Torino!) desidera osteggiare. Restano però due problemi di una certa gravità.
Il primo è la carenza di vescovi, che è tutt’altro che un problema contingente: l’incapacità di perpetuare l’episcopato è il primo sintomo di immaturità di un corpo ecclesiale. “Dov’è il vescovo, là è la Chiesa” vale per sant’Ignazio di Antiochia tanto quanto per noi.
Il secondo tocca tutti da vicino e rischia di gettare discredito sull’Ortodossia in Occidente: come si possono mantenere, senza la supervisione diretta della Chiesa russa, le chiese russe storiche dei nostri paesi? I progetti di Ortodossia occidentale che non sanno (o non vogliono) rispondere a questo quesito basilare conducono inevitabilmente a vicende come quella che ha portato all’attenzione della stampa e dei tribunali la cattedrale russa di San Nicola a Nizza.
La vicenda si è ora risolta (si veda su questo blog il commento del 22 dicembre 2012, “Un centenario a lungo atteso”), ma non senza malessere. Cerchiamo di capirne le ragioni attraverso le interviste a Nikita Krivoshein e a Séraphin Rehbinder (membri fondatori dell’OLTR, il movimento degli Ortodossi Locali di Tradizione Russa), che presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti, nel testo russo e nella nostra traduzione italiana.
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