Vi presentiamo in traduzione italiana un breve saggio del nostro amico George Michalopulos che, da greco della diaspora, vede l’indecisione della Chiesa di Grecia riguardo al riconoscimento degli scismatici ucraini non tanto come un tentennamento diplomatico, ma come un’abile mossa di resistenza (non diversa da quella di Leonida alle Termopili) per far guadagnare ai propri fratelli tempo prezioso di fronte all’invasione di un nemico comune.
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