VERBALE № 98
TENUTE IN CONSIDERAZIONE le terribili conseguenze dell'invasione anticanonica e criminale del Patriarcato di Costantinopoli nel territorio canonico della Chiesa ortodossa ucraina.
SI È DELIBERATO:
1. Di testimoniare l'accordo con la valutazione dell'invasione del Patriarcato di Costantinopoli nel territorio canonico della Chiesa ortodossa ucraina, espressa nel discorso di apertura del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' all'incontro del Consiglio Supremo della Chiesa il 26 dicembre 2018, nonché nelle lettere del patriarca ai primati delle Chiese ortodosse locali.
2. Di sottolineare il carattere non canonico del cosiddetto "Concilio d'unificazione" svoltosi a Kiev il 15 dicembre 2018, composto da membri dei gruppi scismatici sotto la guida del metropolita Emmanuel di Gallia, del Patriarcato di Costantinopoli, e di P.A. Poroshenko.
3. Di concordare con la valutazione canonica di questo evento data nelle decisioni del Sinodo della Chiesa ortodossa ucraina del 17 dicembre 2018.
4. Di testimoniare la profonda preoccupazione in relazione all'entrata in vigore della legge discriminatoria dell'Ucraina "sugli emendamenti alla legge dell'Ucraina 'sulla libertà di coscienza e sulle organizzazioni religiose'," sulla base della quale i politici secolari intendono cercare di privare la Chiesa ortodossa ucraina del suo nome canonico e legale. Di considerare questo atto legislativo come una grave violazione del principio di non ingerenza dello stato negli affari interni delle comunità religiose, sancito dalla Costituzione dell'Ucraina. Di prestare attenzione alla contraddizione di questa legge per i documenti internazionali di base sulla protezione dei diritti umani e delle libertà.
5. Di fare appello ai primati e ai Santi Sinodi delle Chiese ortodosse locali sorelle a sostenere il metropolita Onufrij di Kiev e di Tutta l'Ucraina, l'episcopato, il clero, i monaci e i figli fedeli della Chiesa ortodossa ucraina in connessione con l'esperienza vissuta, e a non riconoscere la comunità fondata sul cosiddetto "Concilio d'unificazione" del 15 dicembre 2018 a Kiev come Chiesa ortodossa locale autocefala.
VERBALE № 105
TENUTA IN CONSIDERAZIONE la situazione degli affari ecclesiastici nei paesi dell'Europa occidentale.
SI È DELIBERATO:
1. Di formare un Esarcato patriarcale nell'Europa occidentale con il centro a Parigi.
2. Di includere nella responsabilità pastorale di quest'Esarcato i seguenti paesi: Principato di Andorra, Regno del Belgio, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Irlanda, Regno di Spagna, Repubblica italiana, Principato del Liechtenstein, Granducato di Lussemburgo, Principato di Monaco, Regno dei Paesi Bassi, Repubblica del Portogallo, Repubblica di Francia, Confederazione Svizzera.
3. Di assegnare al capo dell'Esarcato patriarcale nell'Europa occidentale il titolo "di Korsun e dell'Europa occidentale".
4. Di nominare sua Grazia il vescovo Ioann di Bogorodsk con il titolo indicato in precedenza come capo dell'Esarcato patriarcale nell'Europa occidentale.
5. Di affidare a sua Grazia Ioann, vescovo di Bogorodsk, l'incarico di ordinario della diocesi di Korsun, pur mantenendo l'amministrazione provvisoria delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa in Italia.
6. Di formare una diocesi della Chiesa ortodossa russa in Spagna e Portogallo, con il centro a Madrid.
7. Di assegnare al vescovo diocesano della diocesi ispano-portoghese il titolo "di Madrid e Lisbona".
8. Di nominare sua Grazia il vescovo Nestor di Korsun come vescovo di Madrid e Lisbona.
VERBALE № 106
TENUTA IN CONSIDERAZIONE la situazione degli affari ecclesiastici nei paesi del Sud-est asiatico.
SI È DELIBERATO:
A causa del notevole successo della missione della Chiesa ortodossa russa nei paesi del sud-est asiatico, espressa nella moltiplicazione di chiese e comunità, l'emergere di un clero dalla popolazione locale, l'aumento di interesse per l'Ortodossia russa, così come in relazione a un aumento della popolazione di lingua russa che vive in modo permanente o temporaneo nei paesi di questa regione:
1. Di formare un Esarcato patriarcale nel sud-est asiatico con il centro a Singapore.
2. Di includere nella responsabilità pastorale di quest'Esarcato i seguenti paesi: Repubblica di Singapore, Repubblica socialista del Vietnam, Repubblica d'Indonesia, Regno di Cambogia, Repubblica Democratica Popolare di Corea, Repubblica di Corea, Repubblica Democratica Popolare del Laos, Malaysia, Repubblica dell'Unione di Myanmar, Repubblica delle Filippine, Regno di Thailandia.
3. Di assegnare al capo dell'Esarcato patriarcale nel Sud-est asiatico il titolo "di Singapore e del Sud-est asiatico".
4. Di nominare sua Eminenza l'arcivescovo Sergij di Solnechnogorsk con il titolo indicato in precedenza come capo dell'Esarcato patriarcale nel Sud-est asiatico, e di liberarlo temporaneamente dall'incarico di capo della Segreteria amministrativa del Patriarcato di Mosca.
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