C'è un grande fiume, di gran lunga il più grande fiume del mondo. Scorre da un'unica sorgente, in cima alle montagne innevate, tra le nuvole, vicino al cielo. Nessuno ha mai visto questa sorgente, ma alcune anime coraggiose si sono avvicinate e dicono tutte che l'acqua che scorre da essa in un'incredibile abbondanza è cristallina come uno specchio. È assolutamente pura, ha un potere trasfigurante e un gusto che si può descrivere solo come 'divino'.
Come questo grande flusso scende dalla montagna, diventa sempre più ampio, in quanto ha molti affluenti, grandi e piccoli. Scendendo verso la pianura e le foreste, ci sono molti altri affluenti, alcuni abbastanza grandi, ma molti molto piccoli. Infatti, l'acqua filtra nel grande fiume da lungo le rive, a sinistra e a destra. Talvolta quest' acqua porta con sé del fango nel fiume. Infatti, è importante non andare nelle acque poco profonde lungo i bordi del fiume, perché lì c'è molto fango. Molto meglio avventurarsi più lontano, nella corrente principale, dove l'acqua è profonda e pura e non vi è alcuna traccia di fango.
Poiché il fiume è così potente, a volte fuoriesce dalle sue rive. Man mano che procede e ritorna nel suo letto, lascia pozze d'acqua presso le rive. Parte dell'acqua in queste pozze ritorna nel fiume e così nella corrente principale, ma parte di essa rimane nelle pozze. Qui ristagna e marcisce, attirando zanzare, e alla fine si trasforma in fango prima di asciugarsi del tutto.
Essendo il più grande fiume del mondo, un flusso enorme e incredibilmente ampio e profondo di acqua pura, procede a lungo, maestosamente e irresistibilmente verso il suo destino, il Grande Oceano, chiamato Oceano dell'Amore di Dio. E il nome del fiume? Si chiama Santità.
07/03/2016
Il caso delle reliquie dell’arcivescovo Dmitri di Dallas
L’arcivescovo Dmitri di Dallas (al secolo Robert Royster, 1923-2011) è stato uno dei più famosi convertiti all’Ortodossia, noto come scrittore e predicatore. Pochi giorni fa, quattro anni e mezzo dopo la sua morte, il corpo di vladyka Dmitri è stato traslato in una nuova cappella funeraria, ed è stato trovato incorrotto.
Rod Dreher, il blogger ortodosso di cui abbiamo ospitato alcuni articoli sul nostro sito, ha pubblicato un post entusiasta dal titolo “Dallas ha un santo”, annunciando l’incorruttibilità del corpo come segno sicuro di santità... salvo poi notare, in un onesto post-scriptum, che un corpo incorrotto non è un criterio incontrovertibile di santità, e quest’ultima è una caratteristica che spetta alla Chiesa di stabilire, dopo un lungo discernimento.
Da parte nostra, non ci dispiacerebbe affatto vedere l’arcivescovo Dmitri oggetto di un processo di canonizzazione. A suo tempo, ci siamo dati da fare per far tradurre un suo libro in italiano, e abbiamo sempre ammirato la sua lunga testimonianza dell’Ortodossia dopo la sua conversione (un cammino di ben 70 anni!). Di converso, abbiamo visto un pessimo esempio di abuso nella sua promozione acritica di due “vescovi” canadesi già affiliati al “sinodo di Milano” e al “patriarcato di Kiev”, che ha portato all’accettazione dei due individui (per quanto a riposo) nell’episcopato della Chiesa Ortodossa in America. Come ci fa notare vladyka Tikhon (un vero vescovo a riposo della OCA), da quest’inaudita capitolazione a un episcopato non canonico ha avuto inizio la sequela di scandali che hanno minato la credibilità della OCA nel mondo. Ci auguriamo che un processo di canonizzazione serio sappia separare il grano dal loglio, nel modo più confacente alla stabilità delle sante Chiese di Dio.
06/03/2016
Fedeltà incrollabile alla santa tradizione: Constantine Cavarnos ricorda Photios Kontoglou
Nel quinto anniversario della morte di Constantine Cavarnos, il filosofo e storico dell’arte greco-americano che ha passato gli ultimi anni della sua vita come schemamonaco in Arizona, il portale Pravoslavie.ru riporta una delle sue ultime, illuminanti interviste. Cavarnos era stato amico intimo e discepolo di Photios Kontoglou, uno dei più straordinari iconografi del XX secolo, a cui si deve quasi a titolo personale la rinascita dell’iconografia bizantina in Grecia dopo le degenerazioni subite tra il tardo XIX e il primo XX secolo. Oltre a tracciare un quadro molto dettagliato della vita di Photios Kontoglou, l’intervista, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti, ci offre una serie di utili criteri per capire l’importanza della tradizione nella vita cristiana ortodossa.
05/03/2016
Islam: attraverso il cuore e la mente di un convertito al cristianesimo ortodosso
Kevin Allen, presentatore dell’emittente ortodossa Ancient Faith Radio, ha recentemente intervistato un americano convertito da giovane all’islam sunnita, che dopo vent’anni di pratica da musulmano e di studi per diventare un imam, ha avuto un ri-orientamento di prospettiva religiosa che lo ha condotto in seno alla Chiesa ortodossa. Possiamo seguire le tappe di questo percorso, alternate a discussioni teologiche che ci confermano la serietà e la preparazione di questa persona, nella traduzione italiana dell’intervista, nella sezione “Confronti” dei documenti.
04/03/2016
Il cimitero ortodosso russo di Nizza: pareri a confronto
Il cimitero ortodosso sulla collina di Caucade presso Nizza (nella foto) contiene oltre 900 tombe, tra le quali spiccano i nomi più illustri dell’aristocrazia russa del tardo Impero e dell’emigrazione. Tradizionalmente legato alla cattedrale russa di Nizza, oggi risente ancora delle vicende giudiziarie legate alla proprietà della cattedrale, delle quali ci siamo occupati a più riprese su questo blog.
Poiché la nostra posizione sulla proprietà delle chiese russe in Europa occidentale è ben nota, non riteniamo opportuno ripeterla nuovamente. Piuttosto, lasciamo il posto a due testimonianze opposte che presentiamo in traduzione italiana:
- Il comunicato del 20 febbraio del vescovo Jean (Renneteau) di Charioupolis, locum tenes dell’Esarcato di Rue Daru;
- La dichiarazione del 29 febbraio di Pierre de Fermor, presidente dell’associazione degli amici della cattedrale russa di Nizza.
Come complemento alle due posizioni, offriamo una testimonianza fotografica sullo stato attuale del cimitero. Lasciamo ai lettori la valutazione finale di questa storia controversa.
Con questo breve filmato di riprese aeree, vi portiamo a visitare le chiese ortodosse di Tjumen’, uno dei più antichi insediamenti russi della Siberia, oggi città in grande sviluppo e vibrante di vita culturale.
03/03/2016
Domande e risposte: le assemblee episcopali, la Pasqua unificata, il cristianesimo in Russia e le riviste ortodosse
Padre Andrew Phillips risponde ad alcune tra le ultime domande dalla sua corrispondenza, offrendoci dati fattuali, alcuni ricordi ben meditati e una serie di prospettive future, ed estendendo anche agli interessati una serie di suggerimenti su come gestire una stampa periodica ortodossa nei nostri paesi. Presentiamo le domande e risposte in traduzione italiana nella relativa sezione dei documenti.
Uno dei più grandi geni della scienza e della tecnica, Nikola Tesla (1856-1943) ha le sue radici nella Vojna Krajina, la zona di frontiera tra la Croazia e l’Impero Ottomano, abitata e difesa da popolazioni serbe. Di fronte ai tentativi di negare l’identità serba di Nikola Tesla, ci sembra doveroso riportare la traduzione italiana di una compilazione di articoli sui suoi genitori padre Milutin Tesla (un sacerdote serbo ortodosso) e Djuka (Georgina) Mandic (nelle foto), provenienti da due famiglie che in due secoli hanno dato alla Kraijna serba ben 36 preti ortodossi. Oltre che un affascinante racconto delle origini di un famoso personaggio storico, questi articoli sono anche preziose testimonianze della storia e delle difficoltà della vita dei serbi in una regione dalla quale sono stati “etnicamente ripuliti” sotto gli auspici dei potenti della Comunità Europea, e di cui oggi nessuno sembra appoggiare il doveroso reinsediamento.
02/03/2016
Al secondo anniversario del Majdan, la verità comincia a venire a galla
Per due anni quelli che hanno cercato di dire la verità sulla tragica degenerazione e dissoluzione dell’Ucraina sono stati accusati di essere meri strumenti di propaganda e di menzogne. Oggi, se hanno tenuto duro sulla loro posizione, potranno provare un certo sollievo agrodolce nel sentirsi corroborati sulle loro posizioni da parte degli stessi attivisti ucraini, che non solo non si pentono, anzi si vantano, di aver perpetrato omicidi e menzogne per la loro causa. Se volete sapere come si può essere fieri di avere fatto i cecchini nelle manifestazioni del Majdan due anni fa, oppure di avere contribuito alla disinformazione di massa sulla rovinosa carneficina della sacca di Debaltsevo un anno or sono, leggete con attenzione (e una buona dose di pelo sullo stomaco) la traduzione italiana dell’articolo di Irina Burja che presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
02/03/2016
Il Metropolita Onufrij torna a celebrare a Chernovtsy
Come tributo all’Ucraina che abbiamo sempre amato, e che ha resistito con eroica serenità in questi anni di pazzia, presentiamo vladyka Onufrij di Kiev (di cui ci onoriamo di definirci amici) al suo ritorno nella sua precedente diocesi di Chernovtsy, a celebrare la Veglia e la Liturgia della Domenica del Figliol Prodigo. Al suo fianco altri due coraggiosi membri dell’episcopato ucraino la cui amicizia e conoscenza personale ci incoraggia e ci ispira: l’arcivescovo Meletij (Egorenko) di Chernovtsy e il vescovo Longin (Zhar) di Banceni.
Ci auguriamo che dopo questi anni anche il popolo ucraino, costretto a dissipare la sua eredità paterna vivendo da dissoluto nel paese lontano degli euro-miraggi, possa presto ritornare in sé e ritrovare l’abbraccio del Padre nella fede ortodossa vissuta senza se e senza ma.
01/03/2016
Ritrovate a Novgorod le reliquie di sant’Antonio il Romano
Sant’Antonio il Romano (un monaco italiano che agli inizi del XII secolo arrivò in Russia e vi fondò uno dei più antichi monasteri del paese) è uno dei molti santi le cui reliquie sono state considerate perdute a causa delle campagne antireligiose dei boscevichi. Nel 1927, le reliquie taumaturgiche del santo erano state sottratte al monastero da lui fondato e spedite alla cattedrale di santa Sofia nel Cremlino di Novgorod, una chiesa trasformata in museo dell’atesimo, e quindi erano state date per disperse. Negli ultimi 20 anni, un’equipe di scienziati ha cominciato a studiare le reliquie conservate nella cattedrale. Il biologo moscovita Denis Pezhemskij è riuscito a ritrovare le reliquie di sant’Antonio il Romano in un mucchio di ossa. Ora lo studio antropologico è completato, e le reliquie sono state consegnate alla Chiesa ortodossa russa che deciderà il loro destino.
Dopo aver seguito il patriarca Kirill a Cuba e in Antartide, vi presentiamo ancora due momenti liturgici della visita patriarcale in Sud America.
Nel giorno della festa della Presentazione al Tempio, il patriarca celebra presso la chiesa ortodossa russa della Santa protezione ad Asunción:
Alla Domenica del Pubblicano e del Fariseo, il patriarca celebra presso la cattedrale ortodossa antiochena dei santi Pietro e Paolo a San Paolo del Brasile:
29/02/2016
Perché le due parti della Chiesa russa non si fondono in una?
Nel mese di ottobre del 2012 abbiamo monitorato l’incontro dei vescovi della Chiesa ortodossa russa – Patriarcato di Mosca e ROCOR – alla ricerca di una soluzione per l’organizzazione della diaspora. Passati ormai tre anni e mezzo da quella riunione (nella foto, un momento dell’incontro), molti si stanno chiedendo cosa ne è stato del processo di integrazione avviato in quei giorni. Certo, non ci sono state fusioni spettacolari, ma in questi anni si sono sviluppati legami importanti, che fanno ben sperare, e soprattutto si assiste a una convergenza di intenti a livello della base dei fedeli, come ci fa notare padre Andrew Phillips in un saggio che abbiamo tradotto in italiano per offrire un orientamento in materia.
Vent’anni fa, quando avevamo chiesto a vladyka Gurij, il primo vescovo della nostra comunità, se mai si sarebbe arrivati alla riunificazione tra Patriarcato di Mosca e ROCOR, ci rispose che la riunificazione avrebbe avuto luogo, solo non nell’immediato... e fu profeta. Ora anche di fronte al quesito dello status organizzativo della diaspora ortodossa russa (inclusa l’eventuale Metropolia dell’Europa occidentale, che vediamo come la più realistica base di una chiesa ortodossa locale, multinazionale e multilingue, che comprenda l’Italia), le parole di padre Andrew sono da ricordare con attenzione negli anni che verranno.
28/02/2016
Un'icona di un'icona del pentimento: il figliol prodigo
Dal blog A Reader's Guide to Orthodox Icons, presentiamo in traduzione italiana uno sguardo alla parabola che dà il nome alla seconda domenica del Triodio quaresimale. Scopriamo come la parabola è di per sé un'icona del pentimento, il processo che caratterizza tutto il periodo quaresimale, e pertanto passiamo a descrivere le rappresentazioni iconografiche della parabola come "un'icona di un'icona".
Ricordando un famoso piemontese scomparso negli ultimi giorni, crediamo che sia importante sottolineare i legami che Umberto Eco (così come tanti intellettuali italiani) ha avuto con il Monte Athos, riportando un estratto di un recente articolo che parla delle sue visite nel 1988 ai monasteri di Vatopedi e Simonopetra.