Il sito dell’Unione dei giornalisti ortodossi ha pubblicato in russo (e noi vi abbiamo tradotto in italiano) l’articolo dello ieromonaco eremita Konstantin del Caucaso, intitolato Accettiamo davvero la "notte di san Bartolomeo"?
Per la prima volta dall’inizio della crisi ucraina, ci viene presentato un testo con abbondanti ragioni teologiche (canoniche, bibliche e di mero buon senso) per le quali la soluzione della crisi è, né più né meno, la deposizione del patriarca Bartolomeo. Padre Konstantin non si limita a dire che questa è la soluzione più corretta per riportare la giustizia, ma avvisa anche che ogni ulteriore inazione dell’episcopato ortodosso costituirà ora un precedente per altre violazioni canoniche da parte del Fanar.
29/06/2019
Luce e guerra: la situazione in Ucraina spiegata in due analisi magistrali
In questi giorni, sono successi tanti eventi in Ucraina da meritare due brillanti articoli di analisi da parte di Kirill Aleksandrov:
1) Nella prima analisi, intitolata “Luce tra le Chiese ortodosse”, possiamo leggere in russo e in italiano come le recenti celebrazioni dell’onomastico del metropolita Onufrij (nella foto) testimoniano il sostegno compatto dell’Ortodossia alla Chiesa canonica e al suo primate, e spingono il mondo secolare a porre fine alle ingiustizie.
2) Nella seconda analisi, intitolata “La guerra dei concili”, leggiamo in russo, in romeno e in italiano come gli scismatici si stanno preparando a una lotta intestina senza quartiere, e riusciamo a comprendere quali sono le idee che motivano i vari gruppi di ortodossi o di sedicenti tali in Ucraina.
Abbiamo incluso nel sito la nuova versione romena dell’articolo di Taras Rebikov sui motivi delle presenze degli scismatici ucraini al Monte Athos.
Per adesso le versioni in romeno tardano alcuni giorni ad apparire, com’è naturale che accada con le pagine secondarie di un sito (e così come succede anche con anche le nostre traduzioni in italiano): ci sforziamo comunque di renderle disponibili appena possibile ai nostri lettori.
28/06/2019
“Un litigio tra proprietari terrieri”: gli interessi economici dietro gli scismi in Ucraina
Con questa colorita espressione Pavel Rudjakov, l’analista politico che ci aveva già spiegato alla fine dello scorso dicembre le contraddizioni del cosiddetto “concilio d’unificazione”, ci spiega in russo e in italiano le ragioni più evidenti della nuova frattura tra gli scismatici ucraini: niente meno che interessi di milioni di dollari, che il Fanar, vistosi negare dal nuovo governo le proprietà fondiarie promesse da Poroshenko, vuole recuperare sotto forma di “decime”, e che Filaret, dopo avere per decenni rubato i beni della Chiesa canonica, non vuole spartire con i suoi complici a Istanbul.
28/06/2019
La riforma cattolica della Preghiera del Signore è irriverente verso Cristo stesso
Vi presentiamo in russo e in italiano il testo dell’intervista di Mikhail Tjurenkov del canale TV Tsargrad al professor Aleksej Osipov (nella foto), che fa osservazioni di gran rigore teologico sulle recenti riforme liturgiche della Chiesa di Roma e sulla mentalità che le determina.
Vi presentiamo la traduzione italiana della testimonianza sofferta ma sincera di un ortodosso americano, Dionysius Redington, lettore e consigliere parrocchiale che ha dovuto lasciare la parrocchia dell’Arcidiocesi greca d’America da lui servita, per opposizione alla nuova ecclesiologia papista del Fanar. Con la nuova generazione di estremisti alla guida delle diocesi costantinopolitane (nella foto, il nuovo arcivescovo Elpidophoros d’America), è probabile che sentiremo molte più storie come questa.
Terminiamo la traduzione italiana del diario di viaggio in Russia di padre John Whiteford (nella foto) con il resoconto del giorno finale e del pellegrinaggio ai monasteri di Optina e Shamordino. Anche se può sembrare strano presentare nei primi giorni dell’estate un viaggio fatto nel cuore dell’inverno russo, speriamo che questo episodio dica qualcosa a chi è interessato a partecipare al nostro prossimo pellegrinaggio parrocchiale, che in settembre toccherà anche questi monasteri.
Vi presentiamo in traduzione italiana la storia di Maksim, un cinese della provincia di Sichuan, divenuto il primo cristiano ortodosso della città di Chengdu (la capitale della provincia di Sichuan, una “cittadina” di oltre 14 milioni di abitanti) a causa del suo amore per la Russia.
25/06/2019
I politici cercano di sedersi sul trono della Chiesa perché non vedono Cristo che vi è seduto sopra
Vi presentiamo il testo russo e italiano dell’intervista del diacono Sergej Geruk al metropolita Onufrij di Kiev: nelle parole di sua Beatitudine possiamo apprezzare la serenità e la lucidità di un pastore d'anime che anche nelle circostanze più complicate sa sempre mettere Cristo al primo posto.
Sabato 22 giugno il metropolita Antonij ha presentato ai chierici moldavi dell'Italia il vescovo Ambrozie (Munteanu, a sinistra nella foto), che con il titolo di vescovo di Bogorodsk è stato assegnato come suo vicario con un compito speciale di cura degli ortodossi moldavi in Italia.
Il vescovo Ambrozie (al secolo Vitalie Munteanu) è nato il 25 ottobre del 1973 nel villaggio di Taxobeni (distretto di Făleşti) in Moldova. È stato tonsurato nel 1993, ordinato diacono nel 1994 e prete nel 1996 nel monastero di Noul Neamţ; ha studiato teologia a Chişinău, Mosca e Kiev, ed è stato superiore o padre spirituale in diversi monasteri, a Călărăşeuca (Ocniţa), Briceni, Edineţ, Rudi (Donduşeni), Căpriana (Străşeni) e Frumoasa (Călăraşi).
Elevato all’episcopato alla fine del 2011, ha servito per sette anni come vescovo in russia, a Neftekamsk (nel nord-ovest del Bashkortostan, vicino all'Udmurtia). Ora, realizzando un progetto a lungo pianificato, il Santo Sinodo lo ha assegnato all’Italia, dove i chierici e i fedeli moldavi costituiscono la maggioranza della presenza della Chiesa ortodossa russa in Italia.
Gli ambiti della cura episcopale del vescovo Ambrozie non sono ancora delineati con precisione, e apprezziamo la delicatezza pastorale della nostra Chiesa, che ha voluto offrire un confronto con i suoi stessi compaesani in Italia prima di fissare le sue competenze. Sicuramente per la nostra parrocchia, composta per la maggior parte da moldavi, sarà un piacere incontrare quanto prima il vescovo Ambrozie, che ci conosce da anni e che ha spesso desiderato farci visita.
Pe Stăpânul și Arhiereul nostru, Doamne Îl păzește!
Il presule e ierarca nostro, Signore, custodiscilo!
22/06/2019
Cosa succede quando dei noti cristiani ortodossi diventano musulmani?
La Russia, storicamente multireligiosa, non vede la “minaccia islamica” nel modo allarmista con cui la vede il mondo occidentale, ma nondimeno è attenta al fenomeno delle conversioni. Nell’articolo della monaca Cornelia (Rees) che vi presentiamo in traduzione italiana, si prendono in considerazione alcuni casi di preti ortodossi che negli ultimi decenni hanno lasciato la loro vocazione per diventare musulmani. Parliamo di un numero esiguo di quattro preti (su 23.000 preti nella Chiesa ortodossa russa), tre dei quali hanno in seguito lasciato l’islam. Tuttavia, anche casi così rari fanno discutere, e nell’articolo possiamo trovare alcune risposte su questo strano fenomeno, e su come esso coinvolga anche le nostre vite.
Passato il giorno in cui tutta la follia sembra essere scoppiata all’interno dello scisma ucraino per rivelarne la futilità, non dobbiamo dimenticare che il diavolo riesce a tentare anche quelli che stanno al sicuro all’interno dei confini ben stabiliti della Chiesa. Diamo un’occhiata alla lista che ha preparato padre Geoffey Kortz di Hamilton (Canada), e osserviamo quanto nelle nostre stesse vite è all’opera un piano per portarci lontani dalla Chiesa e dalla salvezza.
Come ci ricorda il detto popolare, tutto ciò che è ottenuto con la disonestà e l'inganno prima o poi si ritorce contro chi se lo è procurato, e questo lo abbiamo notato fin dall'inizio della crisi ucraina (come, siamo sicuri, lo avranno notato i nostri perspicaci lettori).
Ora vediamo convergere verso la resa dei conti tutti i responsabili della crisi, a cominciare dal cesaropapista presidente Poroshenko, "disperso sul campo" dopo una totale (e prevedibilissima) batosta elettorale. Vediamo come si dipana la matassa per gli occupanti dei troni ecclesiastici, veri o falsi che siano:
1) Il patriarca Bartolomeo si risente della reazione delle Chiese locali alle sue prerogative autoproclamate, arrivando a insultare la Chiesa di Cipro in una sfuriata su cui vi presentiamo un commento in russo e in italiano.
2) Lo pseudo-patriarca Filaret, messo alle strette, inizia paradossalmente a dire una serie di scomode verità che sconfessano tutta la sua retorica precedente, affermando che la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non è canonica, che il Tomos e l'unificazione non valgono nulla, e che se l'anatema di Mosca nei suoi confronti è valido (cosa della quale non abbiamo mai dubitato per un solo istante), allora il suo ex sodale e ora avversario Epifanij non è neppure un vero prete.
3) Quanto alla "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", questa è vista come una struttura che inizia a cadere a pezzi nell’analisi del politologo Nikolaj Spiridonov, che vi presentiamo in russo e in italiano.
19/06/2019
Scismatici all'Athos: chi e perché fa andare membri della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" sulla Montagna Santa
Vi presentiamo la versione russa e italiana dell’articolo di Taras Rebikov che cerca di fare un po’ di chiarezza sulle complicate interazioni dell’Ortodossia ucraina con il Monte Athos, spiegando come scismatici e nazionalisti cercano di strumentalizzare il Monte Santo come arma per la loro propaganda.