Sul nostro sito ci siamo occupati poco fino a oggi del fenomeno della metropolia di Bessarabia, che è un caso molto marginale nel mondo ortodosso (ma non per i moldavi...), e ci siamo limitati a tradurre in italiano il documento che chiarifica la posizione del patriarcato di Mosca a proposito.
In questa settimana il caso è tornato alla ribalta, dopo che la Chiesa ortodossa romena ha nominato i suoi delegati al Sinodo di Creta, con la clamorosa esclusione del metropolita di Bessarabia Petru (Paduraru, nella foto) e del suo vescovo ausiliare Antonie di Orhei. Di fronte all’indignazione del clero della metropolia di Bessarabia per questa omissione, padre Petru (Pruteanu) ha formulato una brillante ed esauriente risposta, che al tempo stesso aiuta a capire le dinamiche della risoluzione dei conflitti inter-ortodossi. La presentiamo in romeno e in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti.
13/06/2016
Guy Mettan: le radici della russofobia? L'anti-Ortodossia!
Il giornalista svizzero Guy Mettan (nella foto) è divenuto un buon esperto della Russia a partire dal 1994, quando l’adozione di una bambina russa gli ha aperto un mondo prima sconosciuto, o meglio, conosciuto per stereotipi falsi. Le sue ricerche lo hanno portato ad approfondire il fenomeno della russofobia (a cui ha dedicato un libro), e a concludere che la russofobia di oggi ha radici essenzialmente religiose: non è altro che la trasposizione della precedente propaganda della Chiesa di Roma contro la Chiesa e l’Impero romano d’Oriente, sfruttata tale e quale dai poteri moderni. Presentiamo un’intervista a Guy Mettan in russo e in italiano nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
12/06/2016
In Ucraina si prepara ancora un altro scisma ortodosso
Con tante Chiese ortodosse che rifiutano di partecipare al Concilio di Creta (venerdì 10 giugno è stato il turno della Georgia), viene da chiedersi perché la Chiesa russa, che è quella che meno di tutte avrebbe bisogno di questo Concilio (sia perché è la sola che ha i mezzi e le infrastrutture per ospitare un vero Concilio di tutti i vescovi ortodossi, sia perché potrebbe produrre documenti di qualità ben più alta) continui a essere così conciliante rispetto all’idea di parteciparvi. Il blogger Miroslav Gorskij ha scritto per Korrespondent.net un saggio per spiegare quella che per lui è la ragione più logica: è ricattata dal patriarcato di Costantinopoli, che potrebbe suscitare uno scisma ripetendo in Ucraina le stesse dinamiche dello scisma estone del 1996. In questo caso, la Chiesa russa sceglierebbe la partecipazione al Concilio come male minore, anche perché in Ucraina tutti hanno sofferto già abbastanza per essere oggetto di un nuovo teatro di conflitto. Ovviamente si tratta solo di un’ipotesi (e dovrà essere verificata alla luce delle decisioni prese dalla Chiesa russa nella prossima riunione straordinaria del Santo Sinodo prevista per lunedì 13 giugno), ma presenta molti elementi credibili: presentiamo il saggio di Miroslav Gorskij nell’originale russo e nella nostra traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
12/06/2016
Una nuova testimonianza di cammino verso l’Ortodossia
Fa sempre piacere ascoltare una voce che racconta come ha avuto luogo il suo cammino verso l’Ortodossia. Mario Marchisio, già affermato scrittore di saggi su letteratura, poesia e arte, non ha avuto bisogno di particolari incoraggiamenti a narrare il suo incontro con la Chiesa ortodossa nel libro Ricerca di Dio e retta Fede, che si può acquistare on-line da E-bay.
Per gentile concessione dell’autore, proponiamo qui la pagina di prefazione del libro:
UNO SGUARDO NUOVO
Una sera d’aprile, entrai in una chiesa ortodossa ed ebbi occasione di assistere alla Divina Liturgia. Era la vigilia di Pasqua, sette giorni dopo la celebrazione di quella cattolica. Alle prime ore del mattino, il lunghissimo rito si stava esaurendo e allorché l’officiante si mise a impartire le benedizioni finali compresi di essere diventato un altro uomo. La Liturgia ortodossa mi aveva trasformato in un ortodosso.
La tristezza e la malinconia che mi affliggevano da tempo durante la messa cattolica e le sue cervellotiche omelie, la sensazione di trovarmi fra un gruppo di estranei preoccupati soltanto di timbrare il cartellino virtuale che ne certificasse la presenza, l’atmosfera a metà strada fra l’obitorio e l’assemblea condominiale, da cui sottrarsi nel giro di mezz’ora; tutto questo, e molto altro, svanì, riducendosi in fretta a un fastidioso cumulo di ricordi sfocati.
Rievocare quell’esperienza notturna è un atto dovuto, non solo perché essa avrebbe poi causato in me un mutamento di prospettiva religiosa, ma anche e soprattutto perché in mancanza di quella notte di Pasqua avrei ormai abbandonato il cristianesimo, che da sempre identificavo con la fede propugnata dalla Chiesa cattolica. Se sono rimasto cristiano, e ho evitato di cadere nell’abisso della miscredenza, lo devo dunque alla mano invisibile che volle guidarmi davanti all’iconostasi.
Tra le riflessioni sul Concilio di Creta, si sta diffondendo in questi giorni la lettera scritta dall’archimandrita Touma (Bitar, nella foto) al patriarca Giovanni X di Antiochia. Oltre a un’attenta analisi delle obiezioni teologiche sui documenti del Concilio, padre Touma non ha esitazioni nell’individuare le radici dei conflitti legati al Concilio nell’irresponsabile ecclesiologia del patriarcato di Costantinopoli. Possiamo leggere le sue osservazioni in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
Nella festa dell’Ascensione del Signore, l’Assemblea dei vescovi della Chiesa ortodossa serba ha richiesto di posporre il Concilio (ormai sempre meno pan-)ortodosso di Creta (qui i comunicati in serbo e in inglese, corredati dalla lettera del patriarca Ireneo al patriarca Bartolomeo di Costantinopoli).
Da parte nostra, proponiamo due letture in traduzione italiana per capire meglio la situazione corrente. La prima, di carattere giornalistico e irenico, anche se poco entusiasta, è intitolata Tristi dettagli del processo pre-conciliare, di Andrej Zolotov, e la seconda è un saggio di padre Andrew Phillips (nel suo consueto stile, diretto e senza mezzi termini), dal titolo Il Fanar è sul punto di cadere in uno scisma?
09/06/2016
L'economia nel contesto della globalizzazione: la Chiesa ortodossa russa si pronuncia in campo di economia contemporanea
Vi invitiamo a leggere questo articolo sul recente documento del patriarcato di Mosca in materia di economia, dove di fronte a una dichiarazione di incompatibilità della Chiesa con il modello della globalizzazione unipolare, si prospetta un modello multipolare di valori tradizionali e di rispetto delle culture, fortemente radicato nella sovranità di ogni paese.
La segreteria del Santo Sinodo del patriarcato di Antiochia ha comunicato via Facebook in arabo, francese e inglese una decisione molto esplicita dei motivi per cui anche la Chiesa di Antiochia, dopo quella bulgara, non parteciperà al Concilio previsto a Creta tra due settimane. Presentiamo la traduzione italiana di questo testo, che spiega in modo chiaro quanto siano state discutibili le fasi di preparazione finale a questa riunione episcopale.
Attraverso l’intervista di Tudor Petcu all'ipodiacono Jacques Agbodjan, apprendiamo qualcosa della crescita nell’ultimo decennio (a partire dal 2005) della Chiesa ortodossa in una delle più piccole nazioni dell’Africa. Sentiamo un moto di solidarietà con questa chiesa locale che conta appena un migliaio di fedeli, quattro comunità e un solo parroco residente, e che è già funestata – nelle parole dello stesso intervistato – da uno “sciame” di chiese ortodosse non canoniche, provenienti dai paesi europei (inclusa, purtroppo, anche l’Italia). Presentiamo la traduzione italiana dell’intervista nella sezione “Pastorale” dei documenti, e invitiamo tutti gli ortodossi in Italia (in particolare quelli che sanno il francese) a sostenere la missione ortodossa nella Repubblica del Togo.
Un confronto tra esperienza religiosa ed esperienza magica ha occupato il pensiero di molti studiosi, e spesso ci si è spinti a paragonare le figure del mago e del sacerdote per capire i tratti distintivi dei due. Paradossalmente, i parallelismi tra esperienza magica e liturgica sono stati più accentuati nel caso del sacrdozio cattolico (dove è più forte la tendenza a sistematizzare e razionalizzare l’esperienza sacra, aprendo così la via a costruzioni parallele con le teorie della magia) che non in quello ortodosso (dove il maggior rispetto per l’ineffabilità del mistero libera anche da pericolosi parallelismi). Padre Gregory Jensen ci propone un interessante saggio di approfondimento di questo tema, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti.
06/06/2016
Il monachesimo non è un passatempo per la pensione
Il metropolita Antonij (Pakanich) di Borispol e Brovary (a destra, nella foto) risponde ad alcune domande sulla scelta monastica, partendo dalla sua decisione presa nel proprio villaggio natale, e discute dell’importanza di una scelta cosciente e matura... ma non nella prospettiva di un hobby per gli ultimi anni di vita. Presentiamo l’intervista a sua Eminenza il metropolita nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
Giovedì 2 giugno 2016, la parrocchia ortodossa romena di Lucca ha visto i suoi locali consacrati in via definitiva in una celebrazione alla quale hanno preso parte cinque vescovi del patriarcato di Romania. Ecco il filmato dell’evento:
Ci complimentiamo con il parroco, padre Liviu, e con tutti quelli che hanno reso possibile questo evento, perché è un evento storico: il primo caso in cui un locale di chiesa in Italia è stato interamente riconvertito allo stile liturgico ortodosso romeno.
Ci permettiamo tuttavia di ricordare che questo è solo un primo stadio. Aver ricreato un ambiente canonicamente corrispondente in tutto a una chiesa della Romania è importante, ma dovrà essere integrato, quanto prima, da due altri importantissimi passi:
1 – Lo sviluppo di una vita liturgica in lingua italiana (facciamo presente che i fedeli di questa chiesa vivono già in un ambiente di lingua italiana sotto OGNI altro aspetto della loro vita).
2 – La venerazione dei santi ortodossi locali (di cui la Toscana non è priva), che non sarà certamente impossibile a una parrocchia che si è scelta come patrono un santo africano del terzo secolo.
05/06/2016
I più importanti suggerimenti per un appuntamento con una donna russa
Uno dei compiti di una parrocchia ortodossa – oggi sempre più ricca di coppie miste – è quello di operare un’attenta mediazione culturale per le coppie portatrici di diversi valori. Le due parti di una coppia devono essere aiutate a capire una logica che è differente solo per l’apporto di culture diverse. Una “guida a far colpo su una donna”, anche se piuttosto insolita in un ambiente parrocchiale, può essere un aiuto non privo di valore per promuovere questa mediazione culturale. Presentiamo la curiosa guida in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
Alla notizia recente (1 giugno) del ritiro della Chiesa bulgara dal Sinodo di Creta (di fatto una richiesta di revisione o rinvio, che però arriva quando non c’è più tempo per revisionare o rinviare la riunione), si ripropongono le varie obiezioni al Sinodo e alle sue procedure che abbiamo cercato di monitorare nei mesi passati. Il nostro confratello padre Petru (Pruteanu) ha offerto sul suo blog Teologie.net una serie di considerazioni molto opportune, che presentiamo nell’originale romeno e in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.