La carrellata delle prepotenze di questi paesi contro la loro minoranza russa (che in Estonia e Lettonia rappresenta più di un quinto, quasi un quarto, degli abitanti dei paesi) è molto precisa, e trattata perfino con garbo (l'autore non cita i tremendi "passaporti alieni" che per anni hanno fatto indignare l'opinione pubblica, ma ce n'è abbastanza per gridare a molti scandali).
Forse non sarebbe stata fuori luogo una breve analisi di come i paesi baltici siano diventati tre delle nazioni più depresse del pianeta, a causa delle politiche economiche europee del tutto sconsiderate, e se ora le loro popolazioni "europee" possono contare su posti di colf, badanti e (per le creature più carine) prostitute nei paesi occidentali, forse si capisce che l'unico sfogo delle loro frustrazioni è prendersela con i parenti di quegli "invasori" che avevano offerto loro posti di medici, ingegneri e scienziati.
In questo articolo ci rincresce soltanto una citazione a dir poco agghiacciante: nel condannare le tendenze (vere) di pulizia etnica dei tedeschi del Baltico attuate dai paesi baltici indipendenti prima della loro annessione forzata all'URSS, come esempio di questa minoranza l'autore non trova di meglio da citare che uno dei più disumani leader militari del XX secolo: "Molti avranno letto della figura straordinaria del barone Roman Nicolaus von Ungern-Sternberg, generale dell'esercito zarista e poi 'signore della guerra', capo di un'Armata Bianca formata da russi, cosacchi, mongoli, buriati e altri asiatici, che in Siberia e in Mongolia si batté vittoriosamente per anni contro i bolscevichi. Catturato solo per un tradimento, venne fucilato dai rossi dopo un processo farsa". Per una valutazione un po' più oggettiva del 'barone sanguinario', suggeriamo la lettura delle pagine 88-90 di Contro il buddismo di Roberto dal Bosco (Verona: Fede e Cultura), dove si analizza la figura di Ungern, che di 'straordinario' ebbe solo la crudeltà, tanto che fu consegnato ai bolscevichi dai suoi stessi soldati. Se proprio si voleva trovare qualche persona rappresentativa dei tedeschi del Baltico, e ben più vicina allo spirito dei russi, si potrebbero ricordare i nomi di tanti teologi ortodossi provenienti da famiglie di baroni baltici (Schmemann e Meyendorff non sono proprio nomi slavi...), per finire con un discendente di conti tedeschi d'Estonia, Aleksej (von) Ridiger, più noto come patriarca Alessio II.
06/03/2024
Ragazzi e tecnologia: I sorprendenti risultati dell'esperimento di una psicologa
Vi presentiamo i risultati, tanto interessanti quanto inquietanti, di un esperimento condotto da una psicologa di San Pietroburgo, che ha chiesto a 68 ragazzi dai 12 ai 18 anni di vivere per 8 ore (una giornata delle vacanze estive) senza dispositivi elettronici come cellulari, Internet, computer, radio e TV. Pur avendo a disposizione una gamma immensa di attività e di divertimenti consentiti, solo tre dei ragazzi sono riusciti a portare a termine l'esperimento con successo, e in quasi tutti i casi ci sono stati effetti psicologici negativi. Questi dati preoccupanti ci aiutano a capire il ruolo che le nuove tecnologie ricoprono nell'educazione e nel controllo sociale.
05/03/2024
Stoccolma contro la Chiesa ortodossa russa: la guerra dei sospetti ideologici
La Svezia ha tagliato i fondi statali alla Chiesa ortodossa russa per il 2024... perché?
Ecco cosa appare nel rapporto della Säpo (il servizio di sicurezza svedese) del 20 febbraio: "La polizia di sicurezza valuta che lo Stato russo stia utilizzando la Chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca in Svezia come piattaforma per condurre raccolte di informazioni e altre attività pericolose per la sicurezza sotto forma di influenza contro la Svezia".
Il pretesto che scatena queste accuse è sempre lo stesso: l'attitudine della Chiesa russa verso la guerra, un tema che ormai non conta più niente, poiché qualunque cosa si affermi, viene sempre presunta la ragione ideologica preferita dal governo. In questo tripudio di ipocrisia, l'Agenzia per il sostegno alle comunità religiose ha dichiarato che i rappresentanti della Chiesa russa in Svezia non supportano la guerra e si occupano solo di questioni spirituali, tuttavia fa propria l'opinione della Säpo che vede nella Chiesa una minaccia alla sicurezza dello stato.
04/03/2024
L'anti-Chiesa di Dumenko e l'ipocrisia del Fanar arrivano a Mosca
Nella città di Noginsk, a 60 chilometri a est di Mosca, è stato aperto un luogo di culto della "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" (nella foto) in cui è stata registrata una "eparchia", guidata dal "metropolita" Adrian (Valentin Egorovich Starina), cittadino della Federazione Russa. I dati curiosi di questo contraltare (in tutti i sensi del termine) sono questi:
1) i seguaci di Dumenko possono registrare e aprire luoghi di culto sul territorio della Russia, dove nessuno li sequestra. Un bel po' di differenza da casa loro, vero?
2) tali seguaci, per registrare legalmente le loro organizzazioni in Russia, devono essere cittadini russi, e secondo la legge ucraina (NON secondo la legge russa), la loro cittadinanza russa li esclude automaticamente dall'essere cittadini ucraini. Niente male per essere i rappresentanti dell'ucrainismo presso Mosca, vero?
3) Noginsk è la città il cui antico nome, Bogorodsk, è stato scelto alcuni anni fa come sede titolare per il vescovo del Patriarcato di Mosca residente in Italia: oggi il titolo è assegnato al vescovo moldavo Ambrozie (Munteanu), che vive poco lontano da Bologna. Ora dovremo necessariamente parlare del "vero" vescovo di Bogorodsk e di quello farlocco.
4) la cosa più ipocrita (e dal punto di vista ecclesiastico, la più pericolosa) di questo show del circo di Dumenko è che, secondo il "Tomos" generosamente rifilatole dal Fanar, la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina" non ha il diritto di aprire neppure una chiesetta (figuriamoci un'eparchia) al di fuori dei confini dello Stato ucraino. O il patriarca Bartolomeo si è convinto che Mosca faccia parte dello Stato ucraino (visto il tenore delle sue dichiarazioni, questa non sarebbe un'ipotesi del tutto peregrina), oppure ora sta decretando che i suoi seguaci possono aprire "eparchie" all'interno del territorio canonico delle altre Chiese locali. A quando la fondazione di "eparchie" fanariote alle periferie di Belgrado, Varsavia, Praga, Bratislava, Bucarest, Sofia, Tbilisi, Tirana e Gerusalemme...?
03/03/2024
Per la sovversione dell'Ortodossia, un'immagine vale più di mille parole
Il blog Orthodox Reflections, sempre attento alle deviazioni odierne dalla Fede ortodossa, ci presenta un articolo di denuncia di quelle azioni discutibili, presentate come casi isolati ed estremi (nella foto, un momento di presenza del vescovo greco-ortodosso Athenagoras di Nazianzo alla consacrazione di un tempio induista), ma che in realtà condizionano l'opinione pubblica dei fedeli molto più efficacemente di tanti discorsi, quando sono viste in immagini fotografiche ad alta diffusione.
A quanto sembra, il regime di Kiev non riesce proprio a smetterla di fare figuracce, continuando a perseguitare un metropolita ortodosso dopo l'altro. La nuova vittima è il metropolita Evlogij (Gutchenko, nella foto) di Sumy e Akhtyrka, accusato di "incitamento all'odio religioso" (cioè, per dir le cose come stanno, accusato di aver diffuso la notizia vera e incontrovertibile che molte Chiese ortodosse locali non hanno riconosciuto la "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") e forse, ancor di più, per aver rifiutato di firmare un documento in cui si auto-accusava di collaborazionismo con i russi. L'aspetto paradossale di questa vicenda è il fatto che, nel 2022, proprio il metropolita Evlogy e la diocesi di Sumy erano stati i primi a interrompere la commemorazione liturgica del patriarca Kirill e a premere per una dichiarazione unilaterale di autocefalia della Chiesa ucraina canonica: una dimostrazione lampante che se c'è una cosa più pericolosa che essere sotto il mirino del regime ucraino, è proprio l'essere graditi al regime ucraino.
L'arcidiacono John Chryssavgis (al podio nella foto) ha pronunciato il 22 febbraio un discorso in cui critica la Chiesa di Grecia per essersi opposta alla legge sul matrimonio omosessuale, concludendo che "Il mondo può non ascoltare l'obsoleto monologo della Chiesa".
Il nostro amico George Michalopulos, che come noi non crede alla teoria del monologo obsoleto, pubblica una seria riflessione sullo sprofondamento del Fanar in un ulteriore livello di stupidità, che gli alienerà anche le simpatie (e il sostegno) di tanti ortodossi greci.
29/02/2024
Tutte le religioni condividono la fede in un unico Dio?
Di fronte a una delle domande che è diventata un tormentone dell'ecumenismo moderno, vi presentiamo una risposta del professor Aleksej Osipov, che come sempre si dimostra lucido conoscitore delle verità della fede cristiana.
28/02/2024
Un altro "chierico" che non sa fare nemmeno il segno della croce
Il patetico personaggio nella foto qui accanto, Jurij Bol'shakov, è uno dei due "preti" di Dumenko che il 22 febbraio hanno cercato di sequestrare la chiesa di san Panteleimone a Vyshgorod, presso Kiev.
Oltre a saper spaccare le serrature (un'abilità che probabilmente fa parte dei crediti formativi di seminario nella "Chiesa ortodossa dell'Ucraina") sa vestirsi con una tuta mimetica (ha perfino scritto "batjushka" sulla targhetta del nome, un segno poco serio per un cappellano militare), ma deve essersi addormentato il giorno in cui insegnavano a fare il segno della croce.
In questo video lo potete vedere mentre, spronato da alcuni a farsi almeno il segno della croce, lo sbaglia in pieno per ben due volte di fila.
Poiché questo non è un caso isolato (possiamo rivedere questo articolo per altri esempi di come i pagliacci del circo di Dumenko trattano il segno della croce), desideriamo che queste storie restino a futura memoria, per ogni volta in cui i sostenitori del patriarca Bartolomeo e delle sue disgraziate azioni vorranno farci lezione su cosa sia l'Ortodossia.
27/02/2024
Celebrazione dei trent'anni del monastero Sretenskij
In una colossale galleria di oltre 300 fotografie, vi presentiamo la storia del monastero Sretenskij di Mosca dal 1994 (quando era appena uno dei tanti piccoli monasteri della capitale, riaperto con fatica da alcuni monaci di Pskov) fino ai giorni nostri, passando per tutte le fasi che ne hanno fatto un protagonista della riunificazione con la ROCOR, nonché un colosso di iniziative editoriali ed educative di alto livello, fino alla costruzione della splendida cattedrale dei Nuovi Martiri e Confessori della Chiesa russa.
26/02/2024
I parrocchiani di una chiesa ucraina se la riprendono dopo il sequestro
Nella chiesa di san Panteleimone a Vyshgorod si è assistito a un evento finora insolito. Dopo aver subito uno dei soliti sequestri (questi purtroppo non insoliti) da parte di due "preti" di Dumenko (già sequestratori di altre chiese, e naturalmente sostenuti pienamente dalla polizia locale), i parrocchiani e il rettore legittimo sono passati alla riscossa. Hanno buttato fuori a calci i due "preti" sequestratori, affermando che nessuno li voleva, hanno preso loro le chiavi della nuova serratura installata poco prima, e sono rientrati nella loro chiesa a celebrare (nella foto) un officio di ringraziamento.
Al di là di un comprensibile esercizio di legittima difesa, questo caso è anche una cartina di tornasole che avverte che in Ucraina il vento sta cambiando.
25/02/2024
Il metropolita Feodosij subisce un infarto in un raid dei sevizi segreti
Al primo mattino del 22 febbraio la SBU ha condotto un'altra incursione nella residenza del metropolita Feodosij (Snigirjov, nella foto) di Cherkassy, bloccando la Divina Liturgia che stava celebrando nella sua cappella domestica e provocandogli un infarto. Dopo i casi dell'ictus del metropolita Longhin nel luglio del 2023 e dell'infarto del metropolita Pavel il 9 agosto 2023, questo è il terzo caso documentato di un'aggressione di forze dell'ordine a un metropolita ortodosso ucraino, totalmente ingiustificata dal punto di vista legale, ma con conseguenze quasi fatali per la salute della vittima. Quelli che subiscono simili aggressioni per nessun'altra ragione che la loro appartenenza alla Chiesa, se sopravvivono, sono chiamati confessori della fede.
Vi presentiamo due saggi di padre Andrew Phillips: nel primo, Perché l'Occidente è caduto nella cultura atea, ma non la Russia?, padre Andrew cerca di spiegare come la Russia mantiene ancora una cultura cristiana nonostante le cadute nell'atesimo. Nel secondo, Perché rifiutiamo sia i papi cattolici romani che quelli "ortodossi", cerca di delineare come il secolarismo (la separazione da Chiesa e Stato) sia una prerogativa storica del solo papato romano, sconosciuta a tutta la cultura (cristiana e non cristiana) fino all'XI secolo, e che sta alla base di tutta la degenerazione anticristiana di oggi.
L'intervista rilasciata da Vladimir Putin a Tucker Carlson l'8 febbraio 2024 sta ormai raggiungendo centinaia di milioni di visualizzazioni nel mondo, e solo questo ha fatto imbestialire l'intero fronte antirusso. Ovviamente, in buono stile orwelliano, una dittatura che si rispetti non può permettere ai propri sudditi di avere una conoscenza di una conversazione pericolosa che dura ben due ore... proprio come un qualsiasi film.
Ringraziamo di cuore L'indipendente per averci messo a disposizione il testo integrale dell'intervista in italiano. Come è scritto nell'introduzione a questa versione: "Al solito sui principali media si trovano solo brevi estratti sensazionalisti e decontestualizzati". Ben venga la traduzione integrale, che chi non ha padronanza col russo o con l'inglese potrà almeno leggere con calma.
L'intervista è tradotta bene, salvo per la discutibile scelta di presentare Putin e Carlson come due amiconi che si danno del tu. Verosimilmente questa traduzione si è basata sulla versione inglese, dove il "you" vale sia per il tu che per il voi italiano, ma sarebbe bastata una breve occhiata al testo russo per notare subito l'uso del voi, che equivale al lei italiano (in russo il tu e il voi sono ben distinti, e il secondo si usa come formula di rispetto).
Come cristiani ortodossi ci incuriosisce e ci diverte vedere Putin, nella parte finale dell'intervista, smorzare i toni dell'aspetto religioso del conflitto ucraino, e dichiarare di non volerli presentare nell'ottica di un conflitto metafisico tra bene e male. Ci diverte ancora di più vedere che chi lo accusava ieri di usare pretesti di guerra santa, oggi si mette a strepitare in senso inverso accusandolo di indifferentismo religioso, nel perfetto stile del detto "damned if you do, damned if you don't" (dannato se lo fai, dannato se non lo fai).
22/02/2024
La Chiesa ortodossa russa esamina la dichiarazione "Fiducia supplicans"
Dalla pubblicazione della dichiarazione "Fiducia supplicans", si sono viste nella Chiesa ortodossa alcune reazioni personali, tra cui quella del metropolita Ilarion (Alfeev), che aveva dichiarato in un'intervista a The American Conservative che la benedizione delle coppie omosessuali approvata da questo documento rende impossibili ulteriori discussioni sulla riunificazione tra cattolici e ortodossi.
Il 20 febbraio 2024 c'è stata la prima dichiarazione ufficiale della Chiesa ortodossa russa, che ha fatto esaminare il documento dalla sua Commissione biblica e teologica in riunione plenaria. Il fatto che tale commissione sia presieduta proprio dal metropolita Ilarion può far presagire il risultato, ma il punto interessante è che la commissione ha deciso all'unanimità di ritenere il contenuto della dichiarazione vaticana come un netto allontanamento dall'insegnamento morale cristiano.