Il movimento rastafariano ha portato nel mondo, attraverso una moltitudine di messaggi spirituali, anche un profondo legame con l’Ortodossia, in modo del tutto particolare con quella etiopica, ma non solo. Chi visita la parrocchia ortodossa serba di santa Maria Egiziaca a Kansas City (Missouri, USA), scoprirà che il suo diacono, padre Michael Wilson, era - e sotto molti aspetti è tuttora - un noto esponente della cultura rasta nel Midwest americano, con il nome di Ras Mike. La rivista ortodossa The Road to Emmaus ha pubblicato in rete una toccante intervista a Michael Wilson e a sua moglie Teresa riguardo alla loro vita nel mondo rasta e alla loro conversione all’Ortodossia, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
Al tempo dell’intervista, Michael non era ancora stato ordinato diacono (ne parla in diverse altre interviste, e in un video in rete, con alcune immagini del suo servizio diaconale); quest’intervista presenta comunque una straordinaria testimonianza di fede, non meno importante perché analizza le motivazioni della conversione della coppia, Michael e Teresa, dai loro rispettivi punti di vista.
Una delle storie più romanzate del medioevo può contenere nel suo nucleo un insospettabile messaggio di lotta per l’Ortodossia in Occidente. Le leggende di Robin Hood sono situate verso la fine del XII secolo, sotto la tarda dinastia dei Plantageneti, ma il vero Robin Hood storico è un fuorilegge (o un eroe, a seconda dei punti di vista) della resistenza dei sassoni all’invasione normanna dell’Inghilterra per mano di Guglielmo il Conquistatore (o il Bastardo, a seconda dei punti di vista). E questa figura storica è nota da un singolo resoconto tragico, non sostenuto da altre fonti, ma molto verosimile: quello della sua fine per mano di una suora normanna che invece di curarlo lo lasciò morire. Padre Ioannis Romanidis, nelle sue ricerche storiche, affronta in un paio di punti la figura storica di Robin Hood: ne presentiamo la traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
30/10/2013
L'Esarcato di Parigi: una rosa di candidati... e qualche spina da tenere in considerazione
Siamo alla vigilia dell'assemblea dell'Esarcato delle Parrocchie Russe dell'Europa Occidentale a Parigi. La pre-elezione del nuovo arcivescovo è prevista per venerdì 1 novembre, con una rosa di tre candidati: gli archimandriti Grigorios (Papathomas), Job (Getcha) e Symeon (Cossec). Il compito che il candidato eletto dovrà affrontare non sarà facile, come sottolinea una lettera aperta presentata dai membri dell’Esarcato aderenti all’OLTR (Ortodossi Locali di Tradizione Russa), l’associazione che fin dal 2004 si sforza di essere un’anima critica, severa ma costruttiva, delle chiese ortodosse di tradizione russa in Europa Occidentale. Presentiamo una serie di nostre valutazioni a riguardo, assieme alla traduzione italiana del testo della lettera aperta, nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea" dei documenti.
29/10/2013
Il metropolita Hierotheos Vlachos sulle stazioni di pedaggio
Uno dei punti meno chiari dell’escatologia ortodossa (volutamente reso meno chiaro dalle polemiche di certi “esperti” che non sanno nemmeno leggere le innografie della Chiesa) sono le cosiddette “stazioni di pedaggio” o “dogane” che attendono l’anima impenitente dopo la morte. Poiché queste si ritrovano in una quantità di punti del patrimonio liturgico della Chiesa, possiamo pacificamente ammettere che fanno parte anche del suo bagaglio dottrinale: tutto sta a renderle comprensibili anche a una mente moderna priva di un senso dell’ascesi e di una percezione della coscienza purificata. Ci prova il Metropolita Hierotheos di Nafpaktos, in un capitolo del suo libro La vita dopo la morte, che presentiamo in traduzione italiana in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti
29/10/2013
Russia: sinergia tra Chiesa e stato sul Medio Oriente
Segnaliamo l'articolo di Gianni Valente su "Vatican Insider" de La Stampa del 24 ottobre, in cui si analizza il ruolo di "protettorato" che la Russia sta esercitando nei confronti dei cristiani del Medio Oriente, peraltro ben felici di questo sostegno. Anche se ci permettiamo un sorriso amaro quando sentiamo Gianni Valente parlare del Patriarcato di Mosca che "dà fondo alle sue sovrabbondanti risorse materiali" (secondo il patriarca Kirill, per far tornare la Chiesa russa al livello in cui era nel 1917, occorreranno ancora... 100 anni di sforzi), dobbiamo riconoscere che l'articolo è ben fatto, e merita un'attenta lettura.
Il 30 ottobre 2012 abbiamo presentato uno scritto di John Sanidopoulos su come separare i fatti della festa di Halloween dalle relative finzioni; ora siamo lieti di presentare un articolo di approfondimento scritto quest’anno da John, che è molto competente sulla storia dello sviluppo storico della festa di Halloween, in particolare nell’America degli ultimi due secoli. Le sue ricerche ci aiutano a non dare per scontato molte interpretazioni che vanno per la maggiore negli ambienti cristiani, inclusi quelli ortodossi.
La Jakutija (un nome alternativamente traslitterato Jacuzia, Yakutia o in vari altri modi) è una repubblica autonoma della Federazione Russa, e all'interno della Russia (e del mondo) costituisce la più vasta unità amministrativa (di oltre 3 milioni di chilometri quadrati). In questa immensa diocesi, il vescovo Roman (al secolo Akeksej Aleksandrovich Lukin, nato l'11 ottobre del 1968) ha la responsabilità di un programma missionario che, nonostante vent’anni di sforzi continui, è riuscito a ricostruire appena un quinto della chiesa ortodossa presente in Jakutija prima della rivoluzione. Julia Makovejchuk ha intervistato il vescovo Roman per conto della rivista Foma, su cui è apparsa l’intervista nel numero di ottobre 2013, che celebra i 20 anni dalla ricostituzione della diocesi di Jakutsk. Presentiamo il testo originale russo e la nostra traduzione italiana dell’intervista al vescovo Roman nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
Una notizia dal sito dell'Arcivescovado delle Chiese Ortodosse Russe in Europa Occidentale comunica il decesso dell'arcivescovo emerito Gabriele di Comana (al secolo Guido de Vylder; Lokeren, Belgio, 13 giugno 1946 - Maastricht, Paesi Bassi, 26 ottobre 2013) dopo la lunga malattia a causa della quale aveva dato le dimissioni da arcivescovo nel gennaio di questo stesso anno. Leggeremo nei giorni a venire ulteriori testimonianze della vita e dell'impegno pastorale di mons. Gabriele; per ora, ci preme ricordare che sotto la sua guida sono state aperte nuove parrocchie in Italia, e alcuni italiani sono stati ordinati sacerdoti: un motivo più che sufficiente perché gli ortodossi in Italia lo ricordino con gratitudine.
26/10/2013
Padre Gabriel (Bunge): "Dobbiamo tornare alle nostre radici"
Durante la sua recente visita a Mosca (dove ha tenuto la conversazione sulle tre età della vita spirituale), padre Gabriel (Bunge) ha avuto modo di incontrare madre Cornelia (Rees), la monaca ortodossa americana che cura molte traduzioni inglesi sul portale Pravoslavie.ru. Madre Cornelia non ha perduto l’occasione di trascrivere una sua conversazione con padre Gabriel, che presentiamo nella nostra traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti. Le parole di padre Gabriel sono di grande importanza per chiunque si trova sul cammino si riscoperta dell’Ortodossia, particolarmente nel mondo europeo occidentale.
26/10/2013
Arciprete Andrew Phillips: La lotta per la santa Ortodossia
Sul blog del sito Orthodox England, padre Andrew Phillips ha postato un’analisi piuttosto acuta (le sue analisi lo sono comunque quasi sempre) dei pericoli che oggi minacciano lo sviluppo di una civiltà ortodossa. Padre Andrew evidenzia due problemi esterni (secolarismo e nazionalismo) e un problema interno (nominalismo), in una breve valutazione che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
26/10/2013
Conflitti tra ortodossi in Qatar: notizie e realtà
Il patriarcato di Gerusalemme, nel marzo del 2013, ha eletto e consacrato all'episcopato, con il titolo di "Arcivescovo del Qatar" l'archimandrita Makarios (Mavrogiannakis, nella foto), già parroco della chiesa dei santi Isacco e Giorgio a Doha, la capitale del Qatar. La notizia ha provocato una forte reazione da parte del patriarcato ortodosso di Antiochia (che considera i paesi del Golfo Persico come suo territorio canonico). Il patriarcato di Antiochia, già funestato dalla guerra in Siria, è giunto in questi giorni a minacciare la rottura della comunione con il patriarcato di Gerusalemme. Perché una simile "guerra tra poveri"? Scopriamolo nel nostro articolo di approfondimento nella sezione "Geopolitica" dei documenti.
Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti la testimonianza di un giovane ortodosso della missione di Sargodha in Pakistan, della quale ci siamo occupati più volte sul sito. Sanawar Mark è un ingegnere informatico di 27 anni, cresciuto nella minoranza cristiana sofferente del Pakistan, che ha trovato nella Chiesa ortodossa la realizzazione perfetta del cammino della croce e risurrezione cristiana. Le sue parole ricordano a tutti noi che viviamo in paesi meno “difficili” quanto sia importante il tesoro di una retta fede e di una retta glorificazione del Signore.
Durante una conferenza stampa, fecero una domanda al pio arcivescovo di Canterbury, Michael Ramsey (1904-1988; in carica come arcivescovo di Canterbury dal 1961 al 1974), chiedendogli quanto tempo pregava ogni giorno.
"All'incirca un minuto", rispose.
L'uditorio dell'arcivescovo rimase senza parole! Ma egli continuò...
"Però, mi ci vogliono circa due ore per arrivarci".
Oggi tocchiamo il tema della rigenerazione spirituale sotto diversi aspetti: nella sezione “Geopolitica ortodossa”, presentiamo il saggio di padre Andrew Phillips, Rigenerazione o degenerazione, che ci parla del lavoro di ribaltamento della catastrofe nichilista nella Russia contemporanea, e i pericoli in cui incorre la presente Unione Europea: un contrasto che si vede nettamente nelle contraddizioni dell’Ucraina. Proprio in Ucraina, un piccolo segno di speranza di rigenerazione viene da un segno di rispetto per i defunti, ma al tempo stesso una ripresa di identità spirituale: l’innalzamento di una croce subacquea nella baia di Karantinnaja a Sebastopoli, di cui presentiamo un resoconto con galleria fotografica nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia contemporanea”.
Infine, niente può portare maggiore profondità di rigenerazione spirituale della venerazione dei nuovi martiri del nichilismo contemporaneo: osserviamo il seguente video che illustra l’icona - dipinta nei mesi scorsi dal nostro iconografo Ovidiu Boc - dei nuovi martiri e confessori russi del XX secolo.
Parliamo nella sezione “Preghiera” dei documenti un oggetto cultuale non molto comune nelle chiese ortodosse (nemmeno la nostra parrocchia ne possiede un paio): i ventagli liturgici, che si usano nelle processioni, alla lettura del Vangelo e in alcuni momenti dell’anafora eucaristica. Il suddiacono Michael Astley esamina i ventagli liturgici nel suo blog personale, offrendo molti riferimenti storici, artistici e archeologici per comprendere l’uso di questi oggetti che risalgono alle più antiche radici storiche delle culture mediterranee.