Dopo aver tradotto sul nostro sito un articolo sulla Liturgia eucaristica nelle antiche chiese domestiche (da oggi disponibile anche in versione romena), presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti due altri articoli dalla stessa fonte, che esaminano più in dettaglio l'iconografia cristiana nelle testimonianze più antiche: il primo articolo è dedicato all'iconografia di quelle stesse chiese domestiche, in particolare la chiesa di Dura Europos in Siria; il secondo articolo analizza i ritratti funerari egizi del Fayyum e nota come l'iconografia cristiana procede in modo del tutto naturale da ritratti ampiamente diffusi ai tempi di Cristo.
11/02/2014
La Chiesa ortodossa greca tra ortodossia e liberalismo
Segnaliamo un articolo sulla Chiesa ortodossa della Grecia, apparso il 18 ottobre 2013 sul magazine "Mondogreco.net", e riportato sul Blog per appunti, che tratta di diverse materie relative alla Grecia. L'articolo è scritto con competenza giornalistica (anche se un po' troppo legato a temi di scandali contemporanei per presentare un quadro obiettivo) e può aiutare il lettore italiano a capire la complessità degli equilibri che coinvolgono la Chiesa greca in ogni evento della gestione dello Stato.
11/02/2014
La sparatoria nella chiesa di Sakhalin è a dir poco sconvolgente
La città dell'isola russa in Estremo Oriente, ricca di petrolio e gas, è l'ultimo posto sulla terra dove ci si sarebbe aspettato il tipo di sparatoria così tanto comune negli Stati Uniti.
L'incidente ha lasciato la città di 200.000 abitanti in stato di shock. Foto: ITAR-TASS
Juzhno-Sakhalinsk, il centro amministrativo della regione di Sakhalin in Russia, domenica ha fatto notizia nel mondo per le ragioni sbagliate. Stepan Komarov, 24 anni, guardia di sicurezza che lavora per una banca, è entrato nella principale cattedrale ortodossa con un fucile e ha aperto il fuoco, uccidendo 2 persone e ferendone 6, un incidente che ha lasciato la città di 200.000 abitanti in stato di shock.
È opinione diffusa che l'uomo sia malato di mente, ma l'obiettivo può non essere stato scelto a caso. Il motivo dell'assalitore, secondo un rapporto su un portale di Sakhalin, che ha citato un sacerdote locale, era l'odio per i cristiani. Komarov, che il sito definisce un "neo-pagano", è presumibilmente entrato in chiesa e ha costretto quelli che erano dentro a inginocchiarsi prima di sparare contro di loro. Le sue vittime sono state una monaca e un parrocchiano di 35 anni. Un prete ortodosso di Sakhalin ha inoltre affermato che Komarov ha fatto minacce alla chiesa attraverso i social media. Al momento in cui l'uomo armato ha raggiunto la chiesa, la maggior parte dei parrocchiani era già partita. Se fosse arrivato anche mezz'ora prima, più vite sarebbero state a rischio. La chiesa è a poche centinaia di metri dal parco Gagarin, il parco centrale della città che è una destinazione popolare per le famiglie nei fine settimana.
'Juzhno' è una casa lontano da casa per me, e i miei legami con la città risalgono al tempo in cui mi sono trasferito lì nel 2003. Nel corso degli anni, ho visto come è stata trasformata da un luogo tranquillo, che non era certo diverso da molte città in decomposizione nell'estremo Oriente russo, in una città ricca, attirando immigrati da tutta la regione. Non ho dati a sostegno, ma Juzhno ha più jeep a quattro ruote motrici pro capite di qualsiasi altra città in Russia. Non so di una famiglia che non possieda due auto, e gli ingorghi, una cosa inaudita dieci anni fa, sono comuni in città.
La disoccupazione a Sakhalin è bassa proprio a partire dalla metà dello scorso decennio, ma come tutte le storie di boom economico, alcune persone sono state lasciate fuori. Coloro che non sono stati in grado di raccogliere i frutti del boom del petrolio e del gas hanno sempre cercato capri espiatori. Molte delle guardie di sicurezza sull'isola, come Stepan Komarov, portano le cicatrici del nonnismo, una cosa comune in un esercito di coscritti. Visti i tabù nel paese quando si tratta di cercare un aiuto professionale per problemi psicologici, può essere stato solo un incidente che aspettava di comparire.
Ho avuto anch'io il mio scontro con una guardia di sicurezza frustrata undici anni fa a Juzhno. Ero con alcuni amici in un negozio all'angolo di una strada, e stavo acquistando cibo e vino, quando un uomo ubriaco è entrato e mi ha gridato oscenità anti-americane in inglese. Era un momento in cui la controversia sul pattinaggio artistico alle olimpiadi invernali del 2002 a Salt Lake City era ancora fresca nella mente della gente. Il presupposto era che uno straniero che parla inglese deve essere per forza americano. Quando un amico ha cercato di tranquillizzare l'uomo in divisa da guardia di sicurezza e di dirgli che ero un indiano e avevo il massimo rispetto per la Russia e la sua cultura, l'uomo ha modificato le oscenità indirizzandole verso gli indiani. Una ragazza che era con noi ha insultato l'uomo nel modo peggiore con cui si può insultare qualcuno in russo (e credetemi, ci sono diversi gradi di insulti in quel ricco linguaggio).
Mentre lasciavamo il negozio, l'uomo è venuto fuori e ha schiaffeggiato la ragazza e ha detto che se questa fosse stata la Cecenia lui l'avrebbe uccisa. Aveva dei sostenitori, e l'unico modo per uscire illesi da quella situazione è stato di mettersi a parlare. La guardia di sicurezza ha quindi espresso le sue frustrazioni sul servizio nella lontana repubblica interna russa e su come non avevano avuto alcun rispetto per i suoi sacrifici per la nazione. Anche se non ha chiesto scusa alla ragazza, il suo tono e le parole indicavano che stava cercando di farsi perdonare per aver dato avvio a una zuffa.
I rapporti indicano che Komarov era ubriaco al momento dell'incidente di ieri. Non è chiaro se il giovane aveva precedenti penali o se era stato fatto un adeguato controllo dei precedenti prima della sua assunzione. L'industria della sicurezza privata in Russia è completamente autorizzata e fortemente regolamentata. Una licenza di guardia di sicurezza può essere ottenuta solo dopo aver completato un programma di formazione gestito dal governo che dura quattro settimane. Questo è in aggiunta alla formazione in aula e alla pratica, nonché a test medici e, cosa più importante, psicologici.
Ottenere un porto d'armi è molto difficile in Russia, e anche se questa sparatoria e quella dell'ultima settimana a Mosca hanno attirato un sacco di attenzione, si può solo sperare che questi siano episodi isolati in un vasto ed enorme paese. Tuttavia ci vorrà del tempo prima che lo shock di questo incidente svanisca a Juzhno - Sakhalinsk, una città relativamente pacifica e prospera, dove questo tipo di incidente sarebbe stato inimmaginabile fino a domenica.
Presentiamo nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” un video da YouTube della fine degli anni ’90, ma davvero al di fuori del tempo: una serie di interviste in romeno con sottotitoli in inglese (e con la nostra trascrizione in italiano) riguardo alla presenza di eremiti sulle montagne della Romania. Le testimonianze, soprattutto quella di un vero eremita del monte Tarcău, sono di un certo interesse, e aiutano a capire come una persona che vive in solitudine e in preghiera ha davvero la forza di cambiare la società.
No, purtroppo questo non è il noto dramma teatrale di T. S. Eliot. Si tratta di una notizia di cronaca nera che ha funestato la Chiesa ortodossa proprio alla domenica dei santi nuovi martiri e confessori della Rus': con le parole "Assassinio nella cattedrale", il sito della diocesi di Juzhno-Sakhalinsk e delle isole Curili annuncia che ieri 9 febbraio, alle due del pomeriggio, un uomo armato ha fatto irruzione e ha sparato diversi colpi nella cattedrale della Risurrezione di Cristo a Juzhno-Sakhalinsk (nella foto). Nella sparatoria hanno perso la vita la monaca Ljudmila (al secolo Olga Prjashnikova) al servizio nella cattedrale, e un'altro parrocchiano, che hanno cercato di proteggere i fedeli. Altri sei fedeli sono rimasti feriti. L'uccisore, venticinquenne guardia di sicurezza di un'agenzia privata, è stato arrestato sul posto, dopo aver motivato il suo gesto con grida di odio verso i cristiani e la Chiesa.
Qui il video con la testimonianza dell'arcivescovo Tikhon e i due articoli di Lifenews, il primo con l'intervista telefonica al rettore della cattedrale, l'arciprete Viktor Gorbach, e il secondo con altri dati sulla storia della monaca Ljudmila, che aveva preso i voti solo alla fine dello scorso anno, dopo essere venuta a sostenere il figlio sacerdote, assegnato due anni fa all'opera pastorale presso la popolazione locale.
Il patriarca Kirill ha offerto preghiere per i defunti a Juzhno-Sakhalinsk nella cattedrale della Dormizione del Cremlino di Mosca, al Vespro tenuto poche ore dopo l'attentato.
Non c'è amore più grande che dare la vita per i propri amici (Gv 15:13)
Stanno aumentando in Italia le comunità della Chiesa ortodossa georgiana, anche se per il momento sono rari i contatti tra queste comunità e le parrocchie ortodosse già esistenti; di questi contatti, ben poco è pubblicato in rete.
Solo un mese fa abbiamo avuto la possibilità di invitare l'igumeno Kirion (Machaidze), che si occupa della pastorale degli ortodossi georgiani in Lombardia e in Piemonte, a visitare la nostra chiesa.
Come primo passo di reciproca familiarizzazione, vogliamo presentare il canto del Padre Nostro in georgiano ("Mamao chveno": il georgiano è l'unica lingua europea in cui padre si dice "mama"), con la relativa traslitterazione e traduzione italiana.
მამაო ჩვენო / mamao chveno / padre nostro
მამაო ჩვენო, რომელი ხარ ცათა შინა,
mamao chveno, romeli khar tsata shina,
Padre nostro, che sei nei cieli,
წმინდა იყავნ სახელი შენი,
tsminda iqavn sakheli sheni,
sia santificato il tuo nome,
მოვედინ სუფება შენი,
movedin supeva sheni,
venga il tuo regno,
იყავნ ნება შენი, ვითარცა ცათა შინა, ეგრეცა ქვეყანასა ზედა.
In una pagina del suo blog Orthodox Way of Life, il diacono ortodosso americano charles Joiner parla del fenomeno della delusione spirituale (in russo прелесть - prelest', in greco πλάνη - plani) in un modo che è al tempo stesso un avvertimento sul cammino spirituale, che tutti faremo bene a prendere in considerazione, e una sincera confessione personale, in quanto fu proprio un'esperienza di delusione personale nella sua crescita di cristiano a portarlo verso l'Ortodossia. Presentiamo l'articolo sulla delusione spirituale nella sezione "Ortoprassi" dei documenti
09/02/2014
Vescovo scismatico russo torna a far danni in Italia
È annunciato per l’11 febbraio l’inizio della visita in Italia dell’arcivescovo Andrej (Maklakov) di Pavlovsk, della “Chiesa Ortodossa Russa Autonoma”, a cui “parrocchie e fedeli” (opportunamente non citate per nome e soprattutto per numeri) hanno chiesto protezione canonica.
I lettori curiosi potranno chiedersi chi siano le parrocchie e i fedeli. Per ora, presentiamo il curriculum di esemplare coerenza ecclesiale di questo vescovo:
Mikhail Maklakov (nome russificato, l'originale è Michael McLaughlin), nato nel 1953 negli USA in una famiglia cattolica, è entrato a 14 anni nel seminario minore dei Carmelitani. Passato alla Chiesa greco-cattolica ucraina, nel 1973 ha studiato per un anno presso una delle università pontificie di Roma. Nel 1975 è entrato a far parte della ROCOR ed è stato ri-battezzato al monastero della Santissima Trinità a Jordanville. Sposatosi con l’americana Susanna Dickinson e terminato il servizio militare, nell’agosto 1982 è stato ordinato diacono dal vescovo Gregory (Grabbe) e sacerdote dal metropolita Filaret (Voznesensky). Dopo aver servito alla cattedrale dell’Ascensione a Glen Cove (New York) nel 1984 è stato elevato al rango di arciprete e assegnato alla parrocchia di san Nicola a Roma. Qui la sua posizione di rigorismo anti-ecumenista e altri problemi materiali (furti di icone) sono stati la causa della sua collisione con i fedeli, e del passaggio della parrocchia di san Nicola a Roma dalla ROCOR all’Esarcato russo di Costantinopoli. Trasferito a Copenhagen, nel 1986 ha lasciato la giurisdizione della Chiesa Russa all’Estero e si è unito al sinodo “matteita” dei veri cristiani ortodossi di Grecia. Nel 1999 è stato lasciato dalla moglie e dalle figlie. Nel 2003 è entrato a far parte della “Chiesa Ortodossa Russa Autonoma” di Valentin (Rusantsov), dove ha preso i voti da monaco nel 2004 con il nome di Andrej (lo ha tonsurato l' "arcivescovo Gregory del Colorado", poco prima di essere deposto dal sinodo della "Chiesa Ortodossa Russa Autonoma”), ed è “vescovo” dal 2006, con competenza per le parrocchie estere.
Con l’arrivo della “Chiesa ortodossa russa autonoma”, di cui certamente sentivamo tutti la mancanza in Italia, torneremo a sentire sproloqui sul “sergianismo” e la consueta bordata di attacchi all’ecumenismo, non importa come quest’ultimo sia definito, non importa se accuse vere o false, non importa se notizie fresche di stampa o riesumate dai cestini della carta straccia della storia. A qualche appiglio ci si deve pur attaccare, per potersi atteggiare a “veri” ortodossi al di fuori della Chiesa ortodossa!
Séraphin Rehbinder (nella foto), il presidente dell'associazione OLTR (Movimento per un'Ortodossia locale di traizione russa in Europa occidentale), nel suo editoriale del 5 gennaio 2014 ci spiega il titolo del patriarca di Mosca. Ecco il testo dell'editoriale:
Il primate della Chiesa russa ha il titolo di patriarca di Mosca "и всея Руси". In traduzione, questo diventa spesso patriarca di Mosca "e di tutta la Russia" o "e di tutte le Russie".
La prima traduzione è chiaramente sbagliata e la seconda non è molto comprensibile per chi non conosce la storia della Russia.
In realtà, la traduzione corretta sarebbe "e di tutta la Rus' (Pусь)". Ma che cosa significa esattamente?
La Rus' era lo stato medievale che riuniva intorno ai principi variaghi (noti anche come vichinghi o normanni), le terre tra la Scandinavia e quelle che si trovavano nell'orbita di Costantinopoli. Questo nome è stato sempre usato per designare questi territori. Nel X secolo, il principe Vladimir ha unificato sotto di sé le terre della Rus' e ha dato inizio al battesimo del suo popolo. Costantinopoli ha iniziato, quindi, a inviare un metropolita a Kiev, la capitale di questo stato. Il metropolita di Kiev divenne abbastanza rapidamente il primate di una grande chiesa con molti vescovi. Tuttavia, secondo le usanze del tempo, il principato non passava al figlio maggiore alla morte del principe, ma era diviso tra i figli. Così, questo insieme si frazionò in seguito in diversi principati che si facevano guerra tra loro. Dal XII secolo, il metropolita di Kiev fu gratificato dell'aggiunta del titolo "e di tutta la Rus' ", perché rappresentava l'unica istituzione che si estendeva su tutte queste terre. Va notato che a causa del declino di Kiev, prese residenza per un certo tempo a Vladimir, e poi a Mosca, pur mantenendo il suo titolo di metropolita di Kiev ancora per molti anni prima di diventare metropolita di Mosca.
La traduzione "di tutte le Russie" deriva dagli appellativi "Piccola Russia", ora Ucraina, "Russia Bianca", ora Bielorussia (Belarus'), e "Grande Russia", ora Russia. L'origine di questi nomi risale al periodo bizantino, ed erano ancora nomi comunemente utilizzati prima della rivoluzione russa. Dal 1654, i sovrani moscoviti hanno portato il titolo di "Tsar di tutte le Russie, la grande, la piccola e la bianca".
In ogni caso, il patriarca di Mosca era tradizionalmente chiamato a essere il primate di tutte le terre della Rus', a prescindere dalla organizzazione politica di quelle terre. Fu solo per brevi periodi che queste furono suddivise in una metropolia di Mosca e un'altra di Kiev, per motivi politici.
Attualmente, le Chiese di Bielorussia e Ucraina, che sono sotto la giurisdizione del patriarca di Mosca, hanno uno statuto di autonomia. I loro rispettivi primati, il metropolita di Minsk e quello di Kiev, sono membri permanenti del Santo Sinodo della Chiesa del Patriarcato di Mosca.
08/02/2014
Come avviare una missione e costruire una parrocchia
Nel suo sito parrocchiale (diverso dal suo blog, che già abbiamo citato molte volte) il nostro confratello padre John Whiteford ci offre alcuni consigli pratici sulla crescita di una chiesa dallo status di missione o piccola presenza a quello di una parrocchia ben stabilita. Non solo padre John può parlare dall’esperienza della sua chiesa, nata come missione in un negozio e ora stabilita in un edificio di proprietà costruito dalla comunità parrocchiale; la sua stessa formazione si è basata sulla teologia e lo sviluppo pratico delle missioni. Com’è ovvio, non tutti i consigli della sua parrocchia suburbana in Texas possono adattarsi facilmente alla situazione di una città italiana, ma gli siamo grati lo stesso per il suo sforzo. Presentiamo i consigli di padre John nella sezione “Pastorale” dei documenti.
Il blog Fos Ilaron riporta la notizia e il video del Moleben celebrato dal patriarca Kirill alla chiesa del volto santo di Cristo a Sochi, con i rappresentanti delle squadre olimpiche di Russia, Ucraina, Bielorussia e Moldova.
Uno dei grandi capolavori del cinema è anche una grande testimonianza dell’Ortodossia russa perseguitata. Il film Andrej Rublev, oggi difficile e impegnativo da vedere per le sue inquadrature lente e il suo sviluppo non lineare, non è solo la visione del mondo attraverso brani della vita di un grande iconografo del passato: è esso stesso un’icona della fede della Russia sotto un regime oppressivo. Presentiamo un’introduzione al film pensata in modo speciale per cristiani ortodossi, nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti. Aggiungiamo anche il video dell’episodio finale del film, “La campana”.
Quante volte, nelle chiese ortodosse in Italia, abbiamo avuto la domanda (mal formulata, ma del tutto sincera) se potevamo celebrare una Messa per un defunto? Nella sezione “domande e risposte” dei documenti, presentiamo una breve ma esaustiva risposta di padre John Whiteford a questa domanda, con i dati di base su cosa si può fare quando in una chiesa ortodossa si ricevono richieste di pregare per un proprio caro.
06/02/2014
Il vescovo Nestor sull'arcivescovo Serge di Eucarpia
Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” una testimonianza che il nostro vescovo Nestor ha dato nel dicembre 2012 alla tavola rotonda promossa dall’OLTR (l'associazione degli Ortodossi Locali di Tradizione Russa) in memoria dell’arcivescovo Serge (Konovaloff) in occasione del decennale della sua improvvisa scomparsa. Ne emerge un quadro toccante e arguto di un arcivescovo che ha avuto un compito delicato e difficile, e ha saputo condurlo con bontà d’animo e con dignità.
Presentiamo una nuova galleria fotografica con le immagini del Vespro inter-ortodosso officiato al santuario della Consolata il 24 gennaio 2014, nel quadro della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Ringraziamo Alberto Ceoloni per le foto professionali.