Quando si realizza un sogno di lunga data, è difficile rimanere impassibili. Oggi vi presentiamo la realizzazione di un nostro sogno, attesa da quasi trent'anni: lo ieromonaco Seraphim (Rose, nell'icona), modello di conversione dell'Occidente all'Ortodossia, ha avuto la sua prima canonizzazione locale tra i santi, nella diocesi di Akhalkalaki, Kumurdo e Kari della Chiesa ortodossa georgiana. Il promotore e nostro caro amico, il metropolita Nikoloz (Pachuashvili), ha avuto l'opportunità di avere come concelebrante uno dei discepoli di padre Seraphim, il vescovo Gerasim (Eliel) della Chiesa ortodossa in America. Vi presentiamo la notizia assieme a un video della cerimonia di canonizzazione.
Nella Grande Quaresima, da mercoledì 1 marzo a mercoledì 5 aprile 2021, oltre alla Veglia del sabato e alla Liturgia della domenica, avremo funzioni in questi giorni:
Ogni mercoledì, ore 18: Liturgia dei Presantificati
Ogni giovedì, ore 19: Inno Acatisto a san Nicola
Ogni venerdì, ore 10: Liturgia dei Presantificati
27/02/2023
La Chiesa macedone/di Ohrid rilascia una dichiarazione sul suo nome e sulla sua autocefalia
In questi mesi si sono susseguite molte dichiarazioni ufficiali sullo status ecclesiale degli ortodossi macedoni, ma sembra che si sia fatto poco sforzo per chiedere a loro stessi come considerano la loro nuova situazione all'interno dell'ecumene ortodosso. Vi presentiamo un breve saggio sulle dichiarazioni della Chiesa macedone a proposito del suo rapporto con le Chiese sorelle.
In una conferenza stampasull'Arcidiocesi greco-ortodossa d'America e sulla sua visione per il futuro, l'arcivescovo Elpidophoros (Lambriniadis, nella foto) ha annunciato che da ora in poi i sacerdoti della sua arcidiocesi faranno menzione del patriarca ecumenico e dell'arcivescovo in tutte le celebrazioni ecclesiastiche.
Questa pratica non è una novità per la Chiesa russa, che da secoli è abituata alla doppia commemorazione del patriarca e del vescovo locale, non solo in una determinata diocesi, ma in tutto il mondo. Tale pratica nacque per la necessità di identificare chiaramente, nei tempi dello scisma dei Vecchi Credenti, quali comunità erano all'interno della Chiesa patriarcale e quali se ne erano distaccate. La sterminata distesa dell'Impero Russo, di fronte all'arrivo di nuovi vescovi, magari provenienti da migliaia di chilometri di distanza, giustificava ampiamentecapire quali vescovi non fossero in comunione con il patriarcato. Forse, con il livello delle comunicazioni odierne in America, l'iniziativa dell'arcivescovo Elpidophoros nasce da altre necessità, ma quali che siano i motivi, questo non crea problemi alla Chiesa russa. Purtroppo non si può dire il contrario: nella nostra esperienza pluridecennale, abbiamo perso il conto dei rappresentanti del Patriarcato di Costantinopoli (a partire dall'attuale metropolita Polykarpos), che ci hanno letteralmente esauriti a furia di accuse contro la "pratica non canonica dei russi" di commemorare assieme i patriarchi e i vescovi locali. Ora che anche a casa loro stanno facendo la stessa cosa "non canonica" (in realtà, semplicemente tardiva rispetto agli usi antichi), speriamo che approfondiranno la conoscenza dell'arte (mai sviluppata a sufficienza) di guardare nel proprio piatto.
Alla sera della domenica prima della Grande Quaresima, è uso celebrare in chiesa il Rito del perdono. Anche se il rito in sé e di una assoluta semplicità (tre frasi, con una variazione sulla seconda frase se a condurre il rito ci sono più preti), ci siamo resi conto che non esiste in rete un testo di questo rito in più lingue. Eccovi perciò un aiuto, con la nostra richiesta di perdono!
RITO DEL PERDONO
Rettore: Beneditemi, padri santi e fratelli, e perdonate me, peccatore, per tutto ciò in cui ho peccato in questo giorno e in tutti i giorni della mia vita, in parole, azioni, pensieri e in tutti i miei sentimenti.
Lettore: Che Dio ti perdoni, padre santo; Perdona anche noi peccatori, e dacci la tua benedizione.
(se ci sono più preti) Che Dio vi perdoni, padri santi; Perdonate anche noi peccatori, e dateci la vostra benedizione.
Rettore: Che Dio ci perdoni con la sua benedizione e abbia misericordia di tutti noi.
ЧИН ПРОЩЕНИЯ
Настоятель: Благословите мя, отцы святии и братия, и простите ми, грешному, елика согреших в сей день и во вся дни живота моего словом, делом, помышлением и всеми моими чувствы.
Чтец: Бог простит тя, отче святый. Прости и нас, грешных, и благослови.
(если священников больше) Бог простит вас, отцы святии. Простите и нас, грешных, и благословите.
Настоятель: Благодатию Своею Бог да простит и помилует всех нас.
RITUL IERTĂRII
Starețul: Binecuvîntați-mă, sfinți părinți și frați, și iertați-mă pe mine, păcătosul, care am păcătuit în această zi și în toate zilele vieții mele prin cuvînt, faptă, gînd și toate sentimentele mele.
Citețul: Dumnezeu să te ierte, părinte sfinte. Iartă-ne pe noi păcătoșii și binecuvîntează.
(dacă sunt mai mulți preoți) Dumnezeu să vă ierte, părinți sfinți. Iertați-ne și pe noi păcătoșii și binecuvîntați.
Starețul: Prin harul Său Dumnezeu să ne ierte și să aibă milă de noi toți.
Il santo vescovo Nicola (Kasatkin, 1836-1912, nella foto), evangelizzatore ortodosso del Giappone, si trovò a vivere nel bel mezzo del conflitto russo-giapponese del 1904-1905, che sotto tanti aspetti è simile a quello russo-ucraino di oggi. Sul piano internazionale, chi è ancora convinto che l'Occidente agisca in base a criteri etici di libertà e indipendenza, può riflettere sul fatto che nel 1904 il Giappone invase la Russia a tradimento, e tutto l'Occidente si schierò compatto a favore... del Giappone!
La posizione di san Nicola a Tokyo nel 1904 non è diversa da quella in cui si trovano ora i vescovi della Chiesa ortodossa ucraina, o i vescovi del Patriarcato di Mosca in luoghi fortemente allineati come i paesi baltici: la lezione di san Nicola, che si ritirò dalla vita pubblica e continuò a pregare per la sua patria mentre dava ai suoi fedeli giapponesi la benedizione di combattere per la loro patria, è di estrema rilevanza per la situazione odierna, e per ogni momento in cui un fedele si ritrova suo malgrado coinvolto in una guerra.
Le dirette della casa editrice Monasterium proseguono con un incontro tra Alessandro Gnocchi e il prof. Giovanni Zenone, incentrato sul libro Ritorno alle sorgenti (su cui speriamo di soffermarci di più in futuro) e sul non facile cammino di un italiano che abbraccia la fede ortodossa.
22/02/2023
In che tipo di "Oikoumene" vengono trascinati gli ucraini?
Vi presentiamo un saggio di Konstantin Shemljuk che prende in considerazione la spinta verso il nuovo calendario in Ucraina come gioco politico di integrazione europea ("l'Oikoumene spirituale occidentale", per usare le parole di Andrij Jurash, ambasciatore ucraino presso la Santa Sede).
21/02/2023
La Chiesa romena, il Fanar e la questione dell'autocefalia
L'ultima analisi di Kirill Aleksandrov prende in attenta considerazione il recente documento del Santo Sinodo romeno in cui si riconosce l'autocefalia della Chiesa macedone, e al tempo stesso si delinea una procedura con la quale si potrebbe "bypassare" l'anacronistica pretesa del Fanar di decidere in modo autocratico le autocefalie nel mondo e rimettere questo procedimento al consenso fraterno delle Chiese ortodosse. La procedura è ancor più interessante alla luce di una nuova unificazione con il cattolicesimo romano presentata dal Fanar su basi esclusivamente politiche e non teologiche.
20/02/2023
Un consiglio di lettura: Mistagogia del Santo Spirito
Passato il giorno di festa di san Fozio (6/19 febbraio), vogliamo proporvi una lettura patristica che offra un'idea della più autentica teologia ortodossa.
Il patriarca Fozio (813-893 ca.) di Costantinopoli, che fu uno degli uomini più eruditi del suo tempo, è legato a doppio filo alle polemiche con i latini, tanto che ancora oggi alcuni sedicenti apologeti del cattolicesimo romano (sedicenti, perché in maggior parte in rotta con la sede romana odierna) si divertono a usare l'appellativo "foziani" per indicare i cristiani ortodossi. Il termine è paradossale, perché (proprio come questi polemisti di area cattolica) ben pochi ortodossi conoscono il patriarca Fozio, o tanto meno hanno letto una sola riga dei suoi scritti.
L'opera teologica più significativa di san Fozio è la Mistagogia del Santo Spirito, che per tanto tempo è stata colpevolmente messa da parte e ignorata (forse proprio per aiutare a propagare una "leggenda nera" nei confronti del colto patriarca). Oggi, tuttavia, abbiamo a disposizione un'edizione critica in lingua italiana della Mistagogia, a cura di Valerio Polidori, al quale vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per la sua opera paziente e precisa.
Vi invitiamo a leggere la Mistagogia del Santo Spirito, che riesce a spiegare meglio di qualunque altra grande opera teologica perché il Filioque sia davvero un'eresia, e che ci aiuta a considerare che il vero dialogo ecumenico deve basarsi sulla comprensione delle verità della fede cristiana, e non su interessi contingenti.
Vi presentiamo una riflessione su un tema che talvolta tocca anche la sfera del cristianesimo ortodosso, in particolare in riferimento alle persecuzioni dei cristiani. Se è vero che molte delle sofferenze in questo mondo hanno cause metafisiche, perché sono il riflesso della continua lotta del nemico contro il piano di Dio, dobbiamo fare attenzione a chi si alimenta di teorie dei complotti e non riesce ad accettare che il male nel mondo sia una conseguenza inevitabile della caduta, finendo quindi per cercare sempre nuove vittime a cui attribuire le origini dei mali.
Negli anni passati, per accentuare la propria vocazione "europea", lo stato ucraino si è adoperato ad abbattere le statue di Lenin e a rinominare le vie a lui dedicate: questa operazione, tuttavia, è solo di facciata. In realtà il leninismo la fa ancora da padrone a Kiev, e come agli inizi dell'URSS orchestra una serie crescente di persecuzioni religiose. Il metropolita Kliment (Vecherja, nella foto) di Nezhin e Priluki rilancia questo allarmante paragone quando commenta la recente decisione di demolire il monastero della Decima di Kiev come "un affronto ai cristiani ortodossi ucraini".
18/02/2023
Prima ordinazione di un curdo etnico al sacerdozio cristiano ortodosso
Il 4 febbraio 2023 è avvenuta presso il monastero di santa Nina nello stato del Maryland, USA, l'ordinazione a ieromonaco di padre Madai (Maamdi, nella foto a destra), di cui vi abbiamo parlato agli inizi di gennaio. Oggi, con l'ordinazione di un prete della loro etnia, anche i curdi possono entrare a buon diritto nella famiglia liturgica dei popoli ortodossi.
17/02/2023
Il tribunale di Kiev decide di demolire la chiesa della Decima
Ricordate la storia dei coraggiosi monaci che si erano frapposti tra la polizia e i manifestanti durante i tumulti del Majdan di Kiev, e avevano fermato gli scontri con le loro preghiere? Il loro monastero ha la propria chiesa (nella foto) sul sito dell'antica chiesa della Decima, il più antico luogo di culto cristiano della città. Dal 2014 il monastero è nel mirino del regime di Kiev (il suo abate, il vescovo Gedeon, è stato il primo dei vescovi ucraini a essere privato della cittadinanza, quando questo atto di discriminazione faceva ancora notizia). Ora, per mano dello stesso ministro della cultura (o della mancanza di cultura, a seconda dei punti di vista), il monastero ha avuto un'ingiunzione legale di demolizione, perché si trova su un antico sito archeologico. Se immaginate che la giunta di Zelenskij non abbia alcun interesse a far ricostruire l'antica chiesa, o a sostituire il monastero esistente con un altro luogo di culto (anche affidato agli scismatici nazionalisti)... avete immaginato giusto. In un paese che chiede soccorsi internazionali in una guerra, il primo obiettivo del regime è la distruzione dei monasteri ortodossi. Ecco una cosa che dovremmo ricordare a chiunque sostiene ancora la necessità di supporto all'Ucraina.
Chi l'ha detto che non si può raccontare la geopolitica ai bambini attraverso le fiabe? Nel corso dei secoli, le fiabe sono state usate per far affrontare ai piccoli le realtà più atroci, come l'abbandono dei minori, il cannibalismo, l'incesto... i sottili giochi della ricerca del potere mondiale sembrano poca cosa, a confronto. Eccovi dunque una fiaba adattata alle tragedie dei nostri giorni, raccontata dal nostro anonimo confratello che scrive per il Saker blog.