Vi presentiamo in russo e in italiano un attento studio sulle posizioni teologiche del metropolita Ioannis di Pergamo (Zizioulas, a sinistra nella foto), autore di diversi accostamenti dell’ecclesiologia ortodossa a quella cattolico-romana. Molte sue affermazioni sono passate inosservate (nonostante abbia collezionato numerose critiche) perché pensate come idee per trovare un terreno comune tra ortodossi e cattolici. Purtroppo, quelle stesse idee sono state alla base della nuova ecclesiologia fanariota e delle giustificazioni per i disastri anti-ortodossi compiuti in Ucraina. Una ragione in più per comprendere a fondo dove le posizioni del metropolita Zizioulas sono aberranti.
10/06/2019
Russia – Ucraina – Bielorussia: un unico spazio spirituale
Eccovi in russo e in italiano il testo dell’Intervento del metropolita Ilarion di Volokolamsk al convegno sullo spazio di civiltà comune organizzato a Friburgo in Svizzera il 1 giugno 2019. sua Eminenza spiega in modo molto autorevole come l'unità degli ortodossi che si trovano sotto un unico patriarcato è percepita come un valore di civiltà, e come i tentativi di spezzare quest'unità, come nel recente caso ucraino, siano in realtà attacchi alla Chiesa,
09/06/2019
Metropolita Daniil di Vidin: Costantinopoli minaccia la conciliarità e l'unità della Chiesa
Vi presentiamo in italiano la notizia della lettera spedita all’episcopato della Grecia dal metropolita Daniel di Vidin (nella foto), che tra i vescovi bulgari è il più deciso nel denunciare le violenze perpetrate contro la Chiesa dal patriarca Bartolomeo.
08/06/2019
Gli inquietanti retroscena dello scoutismo ucraino
La guerra contro l’Ortodossia continua in Ucraina con mezzi più subdoli: da pochi giorni, la Verkhovna Rada ha approvato una legge che subordina i fondi statali al sostegno di una singola organizzazione scout (e non di tutte le organizzazioni scout nel loro insieme). Non stupisce che l’organizzazione prescelta, Plast, sia il fiore all’occhiello dell’uniatismo, promosso in chiave “patriottica” anche in quelle regioni dell’Ucraina in cui non ci sono mai state presenze greco-cattoliche. Di questo tema, oltre ai risvolti più sgradevoli e francamente satanici di Plast, possiamo leggere in russo e in italiano nell’analisi di Kirill Aleksandrov.
07/06/2019
Intervista all’abate Nektarij di Città del Messico
Padre Nektarij (Haji-Petropoulos, nella foto) è l’abate dell’eremo della santa Trinità, un insediamento monastico della ROCOR a Città del Messico. Vi presentiamo la traduzione italiana di una sua intervista risalente a quasi nove anni fa, e che racconta una vita trascorsa attraverso un gran numero di paesi, lingue e culture. Da allora la sua missione non ha avuto grandi cambiamenti, se non che egli stesso è stato nel frattempo promosso dal rango di igumeno a quello di archimandrita mitrato, il più alto grado di prete monaco nella Chiesa russa. Dopo aver letto l’intervista, credo che sarete d’accordo con noi nell’ affermare che anche il mantenimento di un tale grado di testimonianza missionaria per un decennio è un’impresa che merita di essere raccontata.
Vi presentiamo la traduzione italiana della quarta parte del diario di viaggio a Mosca di padre John Whiteford, con il resoconto di un giorno alla Lavra della Trinità e di san Sergio.
06/06/2019
Gli athoniti chiedono ai pellegrini dall'Ucraina di confermare la loro affiliazione alla Chiesa ortodossa ucraina
Eccovi la notizia in russo e in italiano sugli sviluppi della crisi ucraina al Monte Athos: in seguito a una richiesta proveniente da igumeni athoniti, da ora i pellegrini ucraini al Monte Santo saranno provvisti di un certificato di appartenenza alla Chiesa canonica, rilasciato dai loro vescovi.
05/06/2019
Arcivescovo Feofan di Corea: continuiamo il lavoro che è stato avviato diversi secoli fa
Vi presentiamo il testo russo e italiano di una recente intervista all’arcivescovo Feofan (Kim), da poco assegnato alla missione della Chiesa ortodossa russa in Corea. Oggi la presenza più numerosa di ortodossi in Corea del Sud è sotto il patriarcato di Costantinopoli, e il metropolita Amvrosios di Seoul (etnicamente greco) non cessa di gridare all’invasione canonica accusando la missione guidata dall’arcivescovo Feofan (etnicamente coreano), Riteniamo utili le parole di quest’ultimo per ridimensionare le pretese della diocesi greca, nata sull’onda dell’arrivo degli americani in Corea, e formatasi cannibalizzando i resti della missione aperta sessant’anni prima dall’Impero russo.
È stata compiuta una grande ingiustizia contro una Chiesa ortodossa locale: tutte le altre Chiese locali hanno rifiutato di avallare questo gesto... cosa si potrebbe desiderare di più? Ebbene, proprio quando sembra che l’indignazione sia generale nel mondo ortodosso, è importantissimo non abbassare la guardia, perché – che noi lo si voglia o no – sono in corso febbrili tentativi di ribaltare la situazione. Accogliamo pertanto con favore i tentativi di spiegare cosa sta succedendo dietro le quinte. Eccovi:
1) L’articolo in russo e in italiano di Kirill Aleksandrov sulle vere motivazioni per cui è stato messo un greco in un “episcopato” formato da sciovinisti ucraini, motivazioni che ribaltano curiosamente la figura della “guardia dei variaghi” (i mercenari slavi che combattevano per la corte di Costantinopoli) in un moderno apporto di “variaghi greci” alla causa dell’ucrainismo radicale.
2) La traduzione italiana del resoconto di Tamara Lomidze sui movimenti all’interno della Chiesa ortodossa georgiana, minacciata di un’incursione in Abkhazia analoga a quella dell’anno scorso in Ucraina, se non si piegherà al ricatto dell’accettazione dello scisma fanariota.
04/06/2019
Aggiornato il programma del nostro pellegrinaggio in Russia
Abbiamo aggiunto dettagli al programma del pellegrinaggio in Russia (Mosca, Murom, Diveevo, Optina) che la nostra parrocchia sta organizzando per il 7-14 settembre 2019. Ricordiamo a chi è interessato che ci si può iscrivere fino al 14 luglio.
Vi presentiamo il testo russo e italiano dello studio di Kirill Aleksandrov sulle ultime menzogne del patriarca Bartolomeo, diffuse a profusione nell’intervista all’agenzia bulgara BGNES e a quella ucraina Glavkom. A chi si chiede perché sembriamo accanirci sulla figura di un patriarca che non è neppure il nostro, suggeriamo di andare a rivedere la lista da noi diffusa alcuni giorni or sono: lì si possono trovare 89 buone ragioni per continuare a chiedere che questo scempio ecclesiale abbia termine.
Venerdì 31 maggio, alla Divina Liturgia presso il convento Novodevichy a San Pietroburgo, l’arcivescovo Antonij (Sevrjuk) ha ricevuto il rango di metropolita, per guidare l’Esarcato dell’Europa occidentale, che gli era stato affidato il giorno prima dal Santo Sinodo.
Il metropolita Antonij torna anche a occuparsi delle parrocchie dell’Italia (dove ha passato molti anni e ha imparato bene l’italiano), coadiuvato dal vescovo Ambrozie (Munteanu) per la cura pastorale delle parrocchie moldave.
02/06/2019
L'unione fa la farsa: la consacrazione dell'archimandrita Epiphanios a Kiev
Seguire per voi gli sviluppi della crisi ucraina sta diventando difficile, perché ogni giorno si riversano notizie sempre più inverosimili da raccontare.
Tuttavia, una chiave di lettura è il principio che non è saggio costruire una casa sulla sabbia. Fin dalla disgraziata decisione di creare unilateralmente un'autocefalia ucraina a partire dai gruppi scismatici, si poteva prevedere che la barca avrebbe iniziato a fare acqua appena salpava, e la crisi di potere all'interno nella nuova struttura ucraina ne è una conferma.
Oggi, grazie alla "unificazione" operata dal Fanar, non abbiamo un solo corpo autocefalista, ma ben tre: i due gruppi precedenti non ancora ufficialmente sciolti ed entrambi ancora ben ufficialmente registrati presso lo stato ucraino, e la cosiddetta "Chiesa ortodossa dell'Ucraina", ai ferri corti con il proprio cosiddetto "patriarca onorario".
Per rafforzare i legami con Costantinopoli (o forse per intorbidare ancor più le acque), arriva un nuovo "vescovo": l'archimandrita Epiphanios (Dimitrou, al centro nella foto) è stato consacrato a Kiev il 26 maggio come "vescovo di Olvia", incaricato della pastorale delle comunità greche dell'Ucraina.
Le circostanze che hanno portato a questa nuova nomina sono da sole degne di un gioco enigmistico. Padre Epiphanios (che aveva effettivamente lavorato per anni con le comunità di lingua greca in Ucraina, situate principalmente attorno a Mariupol') era un cherico della diocesi di Dimitrias (con sede a Volos, in Grecia: la stessa diocesi dove era stato a lungo metropolita il defunto arcivescovo Christodoulos d'Atene).
Le regole canoniche richiedono che per la consacrazione episcopale di un prete di una data diocesi, questi riceva una lettera dimissoriale canonica dal proprio vescovo. Ora, si afferma che il neo-consacrato "vescovo" abbia avuto una lettera dimissoriale dal metropolita Ignatios di Dimitrias: se così fosse, avremmo un chierico trasferito "canonicamente" a un corpo ecclesiale che la Chiesa autocefala di Grecia non riconosce e non commemora come ortodosso, e tutto questo senza un avallo del Sinodo della Chiesa di Grecia o del suo primate, l'arcivescovo d'Atene.
Il puro surrealismo ecclesiologico di questa consacrazione (che è verosimile abbia avuto luogo solo per difendere il prestigio dell'altro Epifanio nelle sue lotte contro il proprio "patriarca onorario") lascia abbastanza stupefatti, mentre non stupisce la reazione di uno dei fedeli di Filaret, il "metropolita" Ioasaf (Shibaev), contrario alla nomina di vescovi per gruppi etnici diversi da quello ucraino: di fatto, tale procedura potrebbe far cadere il castello di carte dell'ucrainismo attorno al quale è stata costruita questa pseudo-autocefalia.
Non ci resta che concludere con le parole del nostro confratello, l'ipodiacono Claude Lopez-Ginisty, che riassume molto appropriatamente questa vicenda con il titolo L'union fait la farce.
01/06/2019
"Sono arrivati l'anziano Gabriele e il nostro Serafino"
Vi presentiamo il resoconto in russo e in italiano di una straordinaria iniziativa: un viaggio attraverso Russia e Bielorussia dell’icona detta "Amicizia dei popoli ortodossi russo e georgiano", che raffigura i due più amati anziani spirituali dei due popoli, Serafino di Sarov e Gabriele (Urgebadze). Il pellegrinaggio dell’icona e delle reliquie di san Gabriele ha reso maggiormente nota tra i russi la figura dell’anziano georgiano, oltre a provocare una moltitudine di miracoli.
01/06/2019
Srebrenica e Jasenovac: la genuina differenza tra un genocidio falso e uno vero
Vi abbiamo già presentato anni fa uno studio dettagliato che spiega perché il cosiddetto genocidio di Srebrenica sia una vera e propria montatura creata per demonizzare ad arte una – e solo una – delle parti in un conflitto. Ora, abbiamo l’occasione di paragonare questa montatura con un genocidio vero e proprio, che avvenne a poca distanza qualche generazione prima. Non perdetevi la versione italiana dell’articolo di Stephen Karganovic sul Saker blog italiano, dove si può incominciare a capire come i genocidi perpetrati nell’ex Jugoslavia siano sempre stati trattati con un cinismo e un doppiogiochismo davvero diabolici.