L’arcivescovo Mikahil (Donskov), a capo della diocesi dell’Europa occidentale della ROCOR, è stato un gradito ospite della nostra chiesa alcuni anni fa. Presentiamo in traduzione italiana la sua ultima intervista, in cui parla della storia della ROCOR e del ruolo della sua diocesi nel sostegno alla causa del Donbass.
18/07/2016
Dal monastero di Jordanville a una prigione di massima sicurezza in Australia
Per il sito ROCOR Studies il diacono Andrej Psarev ha intervistato il lettore Ivan Jigalin (nella foto), membro dell’antica immigrazione russa in Australia, che ha studiato al seminario di Jordanville negli Stati Uniti, e che poi ha trovato lavoro in patria nell’insolito ruolo di guardia carceraria. Possiamo leggere in russo e in italiano come Ivan Jigalin paragona la disciplina della sua vita odierna nel carcere a quella che ha vissuto negli anni di studi teologici al seminario e all’adiacente monastero della Santa Trinità.
Tra le vittime dell'attentato terrorista che ha insanguinato le strade di Nizza nella notte tra il 14 e il 15 luglio 2016, si conta il lettore e sacrestano della cattedrale di san Nicola, Igor' Sheleshko, oltre a due ospiti provenienti dalla parrocchia della Natività del Signore ad Anversa (tra cui l'insegnante della scuola domenicale della parrocchia, Natal'ja Dmitrievna Otto), invitati a Nizza dal rettore della cattedrale, l'arciprete Andrej Eliseev.
Il lettore Igor' è ricordato da Pierre de Fermor, presidente dell'Associazione degli amici della cattedrale di Nizza, come "un uomo di una bontà infinita".
Insieme al patriarca Kirill e al vescovo Nestor, ci stringiamo attorno alle vittime e ai loro cari, pregando per i nostri fratelli di fede e per tutti quelli che sono stati strappati alla vita da questo gesto terrorista.
Sono pochi i momenti in cui ci sentiamo di esclamare "...era ora! " all’apparizione di qualche nuovo video sull'Ortodossia, ma oggi è arrivato uno di questi momenti. Vi presentiamo il video con trascrizione italiana del documentario Il patriarca nero (Черный Патриарх), che ripercorre la vita del famigerato Mikhail Denisenko (o come lo chiamano i poveretti in stato di ingenuità o di delusione, il "patriarca Filarete"), probabilmente la peggiore persona che il mondo ortodosso contemporaneo abbia prodotto.
Vi invitiamo a vedere tutto il documentario, e a leggerne attentamente la trascrizione italiana.
Da parte nostra, vogliamo semplicemente far notare che tutti (o quasi) questi tratti infami dell'anti-patriarca per eccellenza dei nostri tempi ci erano già noti da molti anni (e cosa ancor più interessante, nessuno è riuscito in questi anni a contro-argomentarli in maniera anche lontanamente soddisfacente), ma finora non erano disponibili in italiano, pertanto qualsiasi illuso nel nostro paese poteva ancora appellarsi all'ignoranza per credere che il "patriarcato di Kiev" fosse qualcosa di ortodosso, o almeno di quasi ortodosso. D'ora in poi, da ogni italiano che voglia cercare nel filaretismo una scappatoia per una "Ortodossia facile", l'unica forma di giustificazione che accetteremo sarà la malafede.
Siamo contenti di ridare il benvenuto a Torino al nostro amico iconografo, Iurie Braşoveanu, che negli ultimi due anni ha vissuto e lavorato a Venezia.
Approfittando della calma dell'estate, Iurie avrà tempo di realizzare icone per chi vuole servirsi della sua arte. Per il momento, ha a disposizione un'icona del santo martire Emiliano di Durostoro, la cui festa cade proprio nei prossimi giorni (18/31 luglio) e di cui vi proponiamo un anticipo qui sotto.
Se volete mettervi in contatto con Iurie per quest'icona o per altri lavori, trovate i suoi dati nella pagina dei contatti del sito.
14/07/2016
Le profezie di san Paisios e il loro uso improprio
Il 12 luglio sono stati commemorati i 16 anni dal decesso dell’anziano Paisios del Monte Athos, canonizzato nel gennaio del 2015. Molti tra quelli che hanno conosciuto personalmente padre Paisios deplorano l’uso sconsiderato che è stato fatto di alcune sue affermazioni profetiche (particolarmente in chiave catastrofista); vi presentiamo la traduzione in italiano delle parole di un confratello di padre Paisios, il monaco athonita Mosè, che cerca di presentare le profezie del santo anziano in una chiave più equilibrata.
Padre Petru (Pruteanu) ci lascia alcune considerazioni conclusive (in gran parte su una nota chiave di delusione, ma non prive di interessanti dettagli) sul recente Sinodo di Creta, che presentiamo in romeno e in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
13/07/2016
La processione della croce in tutta l'Ucraina e la preghiera per la pace
Nel mese di luglio, il metropolita Onufrij di Kiev e di tutta l'Ucraina ha indetto un duplice Krestnyj Khod (processione della croce) attraverso il paese.
La processione ha luogo in due percorsi paralleli, che a partire dai due più famosi santuari della Madre di Dio nell'est e nell'ovest dell'Ucraina, convergono sulla Lavra delle Grotte di Kiev.
Il primo percorso è partito domenica 3 luglio (festa di Tutti i Santi della Rus') dalla Lavra di Svjatogorsk, nella regione di Donetsk, e il secondo percorso è partito mercoledì 6 luglio dalla Lavra di Pochaev, nella regione di Ternopol'.
partenza da Svjatogorsk (3 luglio)
partenza da Pochaev (6 luglio)
L'arrivo a Kiev dei due percorsi della processione è previsto per mercoledì 27 luglio, con una celebrazione comune il 28 luglio in occasione della festa del Battesimo della Rus'.
Tutti sono invitati a partecipare alla processione in misura delle loro capacità, a partire dai fedeli delle 12 eparchie ucraine attraversate dalla processione. Chiese e monasteri lungo il percorso si danno da fare per offrire ospitalità e cibo ai pellegrini, così come sono invitate a fare tutte le persone di buona volontà che incontreranno la processione.
Il metropolita Onufrij ha benedetto tutti quelli che non potranno prendere parte fisicamente al percorso a recitare quotidianamente la preghiera della processione, che ne esprime lo spirito:
МОЛИТВА
Господу Вседержителю о мире и прекращении междоусобной вражды
Владыко Вседержителю, Господи многомилостивый, приими коленопреклонныя молитвы и смиренныя слезы наша, приносимыя пред Святым Алтарем Твоим в сие время беды и скорби народа Твоего, приими предстательство всех святых сродников наших, коих призываем ныне на помощь и заступление, дабы свет любве Твоея, явленныя на Кресте Твоем, просветил всякаго человека страждущаго в мире сем, во тьме вражды и беззаконий сущем.
Приими ходатайство святаго и благовернаго князя Владимира, крестителя и просветителя земли нашея; приими молитву страстотерпцев святых Бориса и Глеба, научающих не поднимати руки своея на брата своего; приими заступничество угодников Твоих Антония и Феодосия и с ними всех преподобных мужей и жен, слезами покаяния души свои паче снега убеливших; приими подвиги новомучеников и исповедников, страданиями своими спасительную веру в Тя нам сохранивших; приими прошения всех святых Церкве Твоея, трудами своими землю нашу освятивших. Наипаче приими молитвенный Покров Пресвятыя Матере Твоея, Владычицы нашея Богородицы и Приснодевы Марии, Ея же непостыдным предстательством люди Твоя многажды избавленни быша от всякия вражды и междуусобныя брани.
Услыши ны, Боже, Спасителю наш, и милостив, милостив буди Владыко ко всем страждущим и обремененным, и остави нам долги наша, научая и нас оставляти обиды должником нашим, и преклони гнев Твой на милость Твою, усмиряя всякия крамолы и нестроения в державе нашей, яко Ты еси един благий и человеколюбивый Бог наш, и Тебе славу возсылаем Отцу и Сыну и Святому Духу, ныне и присно и во веки веков. Аминь.
PREGHIERA
Al Signore onnipotente, per la pace e la cessazione del conflitto civile
O Sovrano onnipotente, Signore molto misericordioso, accetta le nostre preghiere nel tempo del nostro dolore, offerte a te davanti al tuo santo altare con le ginocchia piegate e con umili lacrime. Accetta le suppliche di tutti i nostri santi fratelli, che noi oggi chiamiamo a intercedere per noi e aiutarci, in modo che la luce del tuo amore, rifulsa dalla tua Croce, illumini ogni uomo e donna che soffre in questo mondo oscurato da ostilità e lotte.
Accetta la supplica del santo e retto credente principe Vladimir, che ha battezzato e illuminato la nostra terra; accetta le preghiere dei santi sofferenti della passione Boris e Gleb, che ci insegnano a non alzare la nostra mano contro un nostro fratello; accetta l'intercessione dei tuoi santi Antonio e Teodosio, e con loro di tutti i venerabili padri e madri, che con lacrime di pentimento hanno reso la loro anima più bianca della neve; accetta l'eroismo dei nuovi martiri e confessori, che con le loro sofferenze hanno conservato per noi la fede salvifica in te; accogli le richieste di tutti i santi della tua Chiesa, che hanno consacrato la nostra terra con le loro fatiche. E soprattutto accetta la protezione di preghiera della tua santissima Madre, la nostra Sovrana, Madre di Dio e sempre Vergine Maria, per la cui immancabile intercessione il tuo popolo è stato salvato molte volte in passato da ogni ostilità e conflitto civile.
Ascoltaci, o Dio, nostro Salvatore, e abbi misericordia, o clemente Signore, di tutti coloro che soffrono e sono oppressi, e rimetti a noi i nostri peccati, insegnandoci anche a perdonare coloro che peccano contro di noi, e trasforma la tua collera in misericordia, calmando ogni agitazione e conflitto nella nostra terra [nella terra ucraina], poiché tu sei il nostro Dio di misericordia e compassione verso l'umanità e a te innalziamo la gloria, al Padre, al Figlio e al santo Spirito, ora e sempre, e nei secoli dei secoli. Amen.
12/07/2016
Il santo che portava sempre un'icona del Salvatore
Il 19 gennaio celebra la memoria di un santo georgiano: il venerabile Antonio di Martqopi, lo Stilita. Si tratta di uno dei tredici Padri siriani che si stabilirono in Georgia nel corso del VI secolo per predicare il Vangelo e ai quali è attribuito lo sviluppo del monachesimo in Georgia. Sant'Antonio era conosciuto perché portava sempre con sé un'icona del Salvatore "non fatta da mani umane", ed è notevole che i monaci giunti in Georgia per evangelizzare usassero icone per questo scopo. Infatti, l'icona originale "non fatta da mani umane" era stata determinante nel causare la conversione di Edessa.
Un nobile pagano che aveva incontrato il santo mentre questi reggeva l'icona ed era circondato da cervi (la vicinanza agli animali selvatici è una caratteristica di molti santi asceti) fu condotto dalla paura a far rimuovere l'icona da Antonio tagliandogli le mani. Questo fu miracolosamente evitato e tale evento contribuì a convincere molti della verità del cristianesimo.
Dopo aver stabilito monasteri, Sant'Antonio trascorse gli ultimi anni della sua vita in solitudine, ritirandosi nel deserto e vivendo in cima a una colonna (da cui viene il suo titolo di stilita), anche se non poté impedire a molte persone di andare da lui con richieste e in cerca di consigli. Dopo il suo riposo, sant'Antonio fu sepolto nel monastero da lui fondato - tenendo sempre nelle mani l'icona del suo Salvatore.
Il sito della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d'Italia e Malta ha pubblicato in formato PDF la tesi di dottorato del 2005 del nostro confratello, il protopresbitero Iosif Restagno, dal titolo Liturgia e Sacerdozio nel Costituirsi della Tradizione Bizantina Ortodossa. Vi invitiamo a scaricare il documento, a salvarlo e soprattutto a leggerlo, perché l’approccio del testo è esattamente quel che serve a far capire, attraverso l’esperienza liturgica della Chiesa ortodossa, le radici della tradizione cristiana dimenticata nel nostro paese.
11/07/2016
Sulle origini delle lettere Ὁ ὬΝ nell'aureola di Cristo
L’abitudine di vedere nelle icone ortodosse di Cristo l’aureola con la croce e le iniziali greche della frase Ὁ ὬΝ (Colui che è) è tanto radicata da far trascurare che queste lettere sono un’aggiunta molto tardiva, risalente a ben oltre gli inizi del secondo millennio. Padre Steven Bigham ci porta in un viaggio di scoperta delle origini e del significato simbolico di quest’iscrizione, in un saggio che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.
Il gruppo dei nostri parrocchiani che in questi giorni è in pellegrinaggio al Monte Athos, guidato dal nostro diacono Nicolae, ci invia alcune foto, assieme ai loro saluti e alle loro preghiere per noi:
10/07/2016
Una lezione di storia ortodossa: la successione dei patriarchi di Costantinopoli
Uno dei retroscena del Concilio di Creta e dell’ansia di tenerlo a tutti i costi nei tempi prestabiliti (anche in assenza della rappresentanza di oltre i tre quarti degli ortodossi nel mondo) può essere l’età avanzata e lo stato di salute cagionevole del patriarca Bartolomeo, cosa che riapre la questione della sua successione, e rivela diverse tensioni nell’episcopato del Fanar. Per capire queste tensioni, riapriamo un capitolo di storia poco studiato, e osserviamo le cause delle rivalità odierne nelle radici della successione al trono patriarcale di Costantinopoli per oltre quattro secoli e mezzo, in una lezione che presentiamo nella sezione “Domande e risposte” dei documenti. Apprenderemo come patriarchi come Cirillo V (Lukaris, nell'immagine) potevano ascendere al trono, essere deposti o costretti a dimettersi, e attendere con il supporto delle loro fazioni un'opportunità per essere reinsediati come patriarchi, anche più volte. Queste rivalità per il trono ci insegnano qualcosa delle radici storiche della cultura istituzionale del patriarcato di Costantinopoli.
09/07/2016
Un miracolo poco noto di san Giovanni di Kronstadt
Il generale Dzambolat Abatsiev (1857-1939), aiutante di campo dell'imperatore Alessandro III, era a Livadia (luogo di villeggiatura estiva degli ultimi sovrani russi in Crimea), dove l'imperatore era malato, e dove sarebbe morto il 1 novembre 1894.
Padre Giovanni era stato chiamato al capezzale dell'imperatore morente il 17 ottobre per dargli la comunione e l'unzione degli infermi. Il padre era già noto per le sue cure miracolose e la gente accorreva da tutto l'impero per vederlo - ortodossi, ma anche musulmani ed ebrei. Si ebbero centinaia di casi di guarigioni.
Una sera una signora chiese al generale Abatsiev di farle avere un incontro con padre Giovanni, e il generale decise di andare a trovarlo alle 5 di mattina. Nonostante l'ora mattutina una piccola folla si era riunita all'esterno della dimora del taumaturgo, compresi alcuni tatari locali a cui la polizia non permetteva di avvicinarsi.
Sulla porta di casa una donna tatara piangeva e la polizia non capiva cosa volesse. Abatsiev, che era nato in Ossezia e conosceva il tataro, chiese alla donna che cosa desiderasse. La donna spiegò che aveva portato il marito malato, che giaceva in un carretto sulla strada, e lo pregò di lasciar avvicinare il "mullah Giovanni". Abatsiev trovò padre Giovanni nelle sua preghiere del mattino, anche se erano le 5, e gli parlò della donna tatara. Padre Giovanni chiese di lasciarla entrare.
Attraverso Abatsiev, padre Giovanni chieste alla donna se credeva in Dio e alla sua risposta positiva, disse: "Pregheremo insieme, tu prega al modo tuo, e io pregherò al modo mio". Quando padre Giovanni ebbe finito la sua preghiera, benedisse la donna tatara con un segno della croce e poi Abatsiev uscì con lei, e con loro grande stupore, videro il marito malato venire verso di loro perfettamente guarito.