Attendendo qualche considerazione finale sul Concilio di Creta, presentiamo in romeno e in italiano un saggio storico di padre Petru (Pruteanu), che ci accompagna in un breve esame di tutti gli elementi rilevanti degli antichi Concili ecumenici, per un doveroso confronto storico con quello che vediamo accadere oggi.
Nella Chiesa ortodossa russa hanno ricordato al patriarcato di Costantinopoli l'incompatibilità delle tradizioni della democrazia nelle decisioni conciliari.
La ragione per la discussione sono state le parole dell'arcivescovo costantinopolitano che ha ricordato che tutte le decisioni prese nel forum inter-ortodosso a Creta saranno obbligatorie per tutte le Chiese ortodosse, comprese quelle che hanno rifiutato di parteciparvi.
"Purtroppo, in un paese democratico, non tutti partecipano alle votazioni. Questo significa che il voto che ha avuto luogo in un tale paese è illegittimo?", ha detto l'arcivescovo Giobbe di Telmisso in un briefing dopo la sessione di venerdì del forum, rispondendo alla domanda di una giornalista russa.
"Capisco che l'atmosfera a Creta sia tesa, e comunicare con i giornalisti sia estenuante. Tuttavia mettere a confronto un concilio ecclesiale con una procedura di elezione democratica mi sembra maldestro e difficilmente rilevante, sulle labbra di un portavoce di un concilio", ha detto sabato in proposito al corrispondente di Interfax-Religion il vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, l'arciprete Nikolaj Balashov.
"Nella Chiesa non c'è democrazia, fin dal primo secolo, e non ci sarà mai", ha aggiunto, spiegando che la democrazia è il potere del popolo e nella Chiesa "il potere appartiene a Dio."
Secondo il sacerdote, "se si cerca di verificare i canoni ecclesiastici secondo il loro rispetto degli standard democratici, si ottiene una grande confusione."
"Qualsiasi democratico che si rispetti avrebbe chiesto a vladyka Giobbe qual è la durata del suo mandato e quando tale mandato perderà la sua legittimità; infatti, dal punto di vista della democrazia, ogni potere irrevocabile è un male. E da noi le donne non solo elette all'episcopato. Che democrazia è questa?" ha detto il rappresentante della Chiesa russa.
Ha inoltre ricordato ai sostenitori di Costantinopoli che nelle elezioni democratiche una piccola percentuale di maggioranza porta già a una convincente vittoria, come è stato il caso con Brexit, di cui si è pure discusso durante la conferenza stampa a Creta.
"Ma nella Chiesa c'è un meccanismo decisionale del tutto diverso", ha detto il sacerdote, ricordando le parole del primo concilio apostolico: "Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi..."
"Perché i vescovi possano parlare così, deve esserci l'unanimità, una concordia comune", ha detto l'intervistato all'agenzia.
L'incontro, che doveva essere un Concilio pan-ortodosso, si è aperto il 20 giugno e durerà fino al 25 giugno: vi hanno partecipato i capi di dieci delle 14 chiese ortodosse.
In precedenza, le Chiese bulgara, antiochena, georgiana, serba e russa sono state favore del rinvio del Concilio per la risoluzione delle controversie e il completamento de progetti di suoi documenti. Tuttavia, il Patriarcato di Costantinopoli ha respinto l'iniziativa e ha insistito che fosse condotto come da programma. Di conseguenza, hanno preso parte al forum Chiese che rappresentano una minoranza dell'episcopato, del clero e dei fedeli del mondo ortodosso.
Per questo il capo del Dipartimento sinodale per le relazioni esterne, il metropolita Ilarion, in un'intervista a Interfax-Religion, ha detto che se il Concilio avrà ancora luogo in questa situazione", non avrà carattere né autorità pan-ortodossi".
I partecipanti discutono sei temi: il rapporto della Chiesa ortodossa con il resto del mondo cristiano, il digiuno, il matrimonio, la missione della Chiesa nel mondo moderno, la cura degli ortodossi nella diaspora, la proclamazione dell'autonomia delle Chiese ortodosse.
Giunti al momento del finale di stagione della popolare serie televisiva Game of Thrones (in Italia Il trono di spade), presentiamo alcune osservazioni sullo spettacolo da un punto di vista cristiano tradizionale. Un articolo di Gunnar Bjornson, scritto per il sito Katehon all'inizio di quest'ultima stagione televisiva, analizza la serie come specchio della decadenza della letteratura fantasy, utilizzata in questo contesto per rispecchiare la morte della cultura cristiana. Alle interessanti valutazioni dell'articolo, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione "Confronti" dei documenti, vogliamo aggiungere solo una nostra osservazione: in questo mondo fantastico estremamente dettagliato, che pesca a piene mani da immagini della storia medievale (feudale) dell'Europa occidentale e anche da civiltà antiche dell'Asia e dell'Africa, non c'è un solo riferimento alla storia europea, asiatica o africana del cristianesimo ortodosso. Questo ci sembra un dato da sottolineare.
Il gruppo Ortodossi nel mondo ci propone un video nel quale cerchiamo di dare alcune risposte ai giovani in ricerca, che si chiedono se il cristianesimo è compatibile con la reincarnazione:
25/06/2016
Risposta del patriarcato di Antiochia al portavoce del Concilio di Creta
In questi giorni, uno dei rappresentanti del patriarcato di Costantinopoli (incidentalmente, una nostra conoscenza), agendo come portavoce della segreteria del Concilio di Creta, ha fatto alcune dichiarazioni relative all’assenza del patriarcato di Antiochia. Tali dichiarazioni hanno provocato una secca smentita del metropolita Damaskinos del Brasile, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Confronti” dei documenti.
Sull'onda del dialogo inter-religioso degli ultimi decenni, in diversi cristiani è sorto il dubbio che la Chiesa abbia perso qualcosa, rinunciando a seguire molte delle regole della legge di Mosè (regole indubbiamente seguite dai primi cristiani, che iniziarono la predicazione della Chiesa all'ombra del Tempio di Gerusalemme). Rispondiamo a un nostro corrispondente riguardo a questo processo di 'de-giudaizzazione' del cristianesimo, in un articolo che presentiamo nella sezione "Domande e risposte" dei documenti.
24/06/2016
Due figure inquietanti dietro il Concilio di Creta
Il protopresbitero Alexander Karloutsos e il politico Alex Rondos (nella foto) sono due personaggi di grande importanza per il patriarcato di Costantinopoli, e gestiscono i flussi di cassa dalla ricca arcidiocesi greca d’America e una rete impressionante di influenze internazionali. In questi giorni, il loro contributo all’organizzazione del Concilio pan-ortodosso è stato di estrema importanza. Quello che davvero lascia molto inquieti è l’estensione delle loro attività, che mette alcuni enti benefici della Chiesa ortodossa pericolosamente vicini alle organizzazioni che manovrano le rivoluzioni colorate e le destabilizzazioni internazionali, a partire da quelle nei Balcani. Il sito di analisi Katehon ha pubblicato due allarmanti articoli su questi personaggi, e noi presentiamo le traduzioni in italiano di questi articoli nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti. Questi dati giustificano i nostri dubbi su quali siano le Chiese ortodosse veramente libere.
23/06/2016
Recensione cinematografica: Cirillo e Metodio – Apostoli degli Slavi
Presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti la recensione di un film sui due santi che più di tutti hanno segnato il cammino della pastorale ortodossa: i fratelli Costantino (noto con il nome moastico di Cirillo) e Metodio, oggetto nel 2013 di un film e di una serie televisiva di co-produzione internazionale (con una parte assegnata anche all’Italia!) e con base nella Repubblica Ceca. Anche se non è il massimo come produzione cinematografica e televisiva, rimane comunque una preziosa testimonianza di una storia ortodossa poco conosciuta dal grande pubblico.
22/06/2016
Il Concilio pan-ortodosso rende la vita difficile ai media
Samuel Lieven, per LaCroix, Kolymbari (Creta), 20 giugno 2016
Cronaca del Concilio 1. Dei 140 giornalisti accreditati presso il patriarcato di Costantinopoli, diverse decine hanno gettato la spugna dopo che il patriarca di Mosca ha rinunciato a venire a Creta, ma anche a causa di un'organizzazione complicata.
Priva di esperienza in questo settore, la Chiesa ortodossa ha preferito rendere l'evento quanto più possibile bloccato, il che rende difficili le condizioni di lavoro dei giornalisti presenti.
la tenda dove i giornalisti aspettano pazientemente al margine del Concilio pan-ortodosso (Samuel Lieven)
La sala stampa è una grande tenda eretta ai piedi dell'Accademia ortodossa, a quindici metri da una spiaggia cretese da cartolina. Fin qui, tutto va bene. Ma dentro, i quaranta gradi a mezzogiorno, l'aria condizionata guasta e la carenza di infrastrutture hanno già messo alla prova i nervi dei giornalisti più determinati a coprire il "santo e grande" Concilio, che si tiene dalla mattina di lunedì 20 giugno fino a sabato 25 giugno, sotto la presidenza del patriarca ecumenico Bartolomeo di Costantinopoli.
"Gli organizzatori hanno commesso un grave errore bloccando tutto"
L'annuncio che il patriarca Kirill di Mosca non sarebbe stato presente aveva già seriamente sgonfiato l'appetito delle redazioni internazionali, che privilegiano una lettura politica dell'evento. "L'agenzia per la quale lavoro sporadicamente non mi ha commissionato altro che un resoconto per lunedi e sembra poco interessata al seguito", dice Stefanis, un giornalista greco presente a Heraklion alla vigilia del Concilio per la celebrazione della Pentecoste.
Quanto agli inviati speciali a Kolymbari, la località all'altra estremità di Creta dove si tengono le sedute del Concilio, si sono trovati fin dall'apertura di fronte a un dispositivo di sicurezza che impedisce l'accesso ai 200 vescovi e metropoliti che partecipano al Concilio. Debitamente scortati in gruppi di dieci, i giornalisti non hanno potuto entrare che per soli tre minuti in aula quando il patriarca Bartolomeo ha pronunciato il suo testo di apertura, appena il tempo per un selfie o per fare qualche foto...
"Gli organizzatori hanno commesso un grave errore bloccando tutto", sostiene Andromaca Nikoulara, giornalista della televisione pubblica greca, che non ha lesinato sulle risorse con l'invio di una grande squadra per garantire la trasmissione in diretta per cinque ore. Una delusione. A parte i fotografi del patriarcato, nessun'altra fotocamera è stata ammessa all'interno. "La recente esperienza della visita di papa Francesco e del patriarca Bartolomeo a Lesbo ha tuttavia dimostrato che è possibile combinare le esigenze di sicurezza e il contatto con il pubblico e i media".
Niente pubblico
Di pubblico, non ce n'era neppure alla celebrazione di Pentecoste, in cui i primati erano soli nella cattedrale di san Mina a Heraklion. "Che segnale di comunione si vuole inviare? Comunione con chi?", si chiede un altro giornalista greco.
A essere messa in causa è un'organizzazione subappaltata alle staffette americane del patriarcato di Costantinopoli, che è incapace di assicurare lo svolgimento di un tale evento con il proprio denaro, o di fare affidamento su un'infrastruttura che non ha. "La Grecia, che ospita l'evento, non ha più soldi", conclude Gheorghios Ferdis, giornalista greco specializzato nell'Ortodossia. "Il patriarcato cerca dunque il denaro e le risorse altrove".
Costituita da una sequenza di chiese indipendenti (dieci sono presenti a Creta sulle 14 invitate), l'Ortodossia non ha l'esperienza del Vaticano nell'organizzazione degli eventi.
Alcuni media generalisti
Se i media greci, confessionali o generalisti, costituiscono il grosso delle troupe sotto la tenda, alcuni media europei malgrado tutto hanno fatto il viaggio. Hildegard Suehling anima in Germania un programma laico dedicato alle religioni sulla catena WDR5. "Già molte in Germania a causa di un'immigrazione antica, le comunità ortodosse sono rafforzate dal recente afflusso di profughi dal Medio Oriente. Il dieci per cento tra loro è costituito da cristiani, di cui la maggior parte è legata al patriarcato ortodosso di Antiochia".
Christian Rathner, della televisione pubblica austriaca, stima a 400.000 il numero di ortodossi nel suo paese. Come in Germania, le conversioni all'Ortodossia aumentano con il numero di rifugiati. Abbastanza da alimentare per lui l'interesse del grande pubblico per il mondo ortodosso.
In ogni caso, anche l'accesso ai lavori del Concilio può ancora rischiare di complicarsi nei prossimi giorni. Le sessioni di lavoro dei vescovi si terranno questa volta completamente al chiuso fino alla presentazione del messaggio finale. Questo sarà sabato 25 giugno, e a quel punto, la tenda dal fascino di una serra tropicale potrebbe ben essersi svuotata...
Presentiamo un articolo introduttivo che annuncia la nascita di un nuovo portale web con 80.000 fotografie della Russia dal 1860 al 2000, a cura del Museo d'arte multimediale di Mosca. Il portale è di uso semplice, anche per chi non sa il russo, e aiuta ad approfondire ogni ricerca legata alla storia del paese più grande del mondo.
21/06/2016
Antiochia non ha mai dato l'assenso alla convocazione del Concilio
La scansione del documento dice, al posto riservato alla firma di Antiochia:
"La Chiesa di Antiochia ha un'opinione contraria e pertanto non firma".
Ringraziamo l’agenzia stampa Romfea per avere rivelato quello che noi sapevamo già, ma di cui non si è voluta dare notizia alla stampa. Ci auguriamo che i soloni vaticanisti che hanno sproloquiato in questi giorni sul Concilio di Creta boicottato da Mosca vogliano trarne le dovute conseguenze, e magari ammettere che se non sapevano di questo semplice dato di fatto, sono degli ignoranti irresponsabili; se lo sapevano, invece, sono complici di una mistificazione; in entrambi i casi, dopo avere diffamato una Chiesa con qualcosa di più di un centinaio di milioni di membri, farebbero cosa carina a chiedere scusa.
Phil Butler, autore di un articolo sugli attacchi alla religione della Russia, che abbiamo già presentato sul nostro sito, ci offre un saggio che vuole analizzare l’influenza del filosofo Ivan Il’in (uno degli autori preferiti del presidente Putin) nella ricerca di una possibile “terza via” diversa sia dal comunismo sia dal capitalismo, centrata sulla realtà spirituale dell’uomo. Presentiamo il saggio di Phil Butler in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
20/06/2016
Per capire qualcosa dei conflitti del Concilio di Creta
Da diversi mesi stiamo cercando di presentare riflessioni sul Concilio di Creta che possano aiutare a capire che non è tutto oro quel che luccica. Ci auguriamo di avere offerto una visione per lo meno pluralista, e siamo particolarmente contenti di aver lasciato la parola ai rappresentanti del patriarcato di Antiochia, dai quali è venuta finora la critica più seria e teologicamente articolata all’intero processo conciliare. Già un anno fa, nel giugno del 2015, il libro di George Ghandour La strada per il Grande Concilio ortodosso faceva notare che le modalità di questo Concilio erano niente meno che destabilizzanti per la stessa ecclesiologia ortodossa:
"la mancanza di partecipazione di tutti i vescovi ortodossi nel lavoro di questo incontro [i.e., l'incontro dei primati ortodossi al Fanar nel marzo 2014] e il ricorso al principio di un voto per ogni Chiesa autocefala è in contrasto con la tradizione conciliare ortodossa e con l'ecclesiologia ortodossa, in cui si afferma che ogni vescovo è responsabile della Chiesa locale (diocesi) per la quale fu consacrato, e che il Concilio è l'incontro delle chiese in cui i vescovi siedono in qualità di pastori di un popolo specifico e custodi della retta fede della Chiesa universale. Forse questa soluzione, che è stata inventata per mantenere l'equilibrio tra Costantinopoli e Mosca, costituisce un grave pericolo per l'ecclesiologia ortodossa, in quanto cancella di fatto la teologia del vescovo locale, sostituendola con una teologia della collettività dei vescovi di una singola Chiesa autocefala, che presume avere opinioni omogenee – di fatto, un'opinione sola – e questo è qualcosa che l'Ortodossia non ha assolutamente mai conosciuto nella sua storia".
Oggi vogliamo lasciare la parola ai commenti di un prete ortodosso antiocheno, moderatore di un forum ortodosso di lingua inglese, che ha cercato di spiegare le radici dei conflitti in un modo molto semplice e diretto. Abbiamo volentieri tradotto in italiano questi commenti molto acuti nella sezione “Confronti” dei documenti.
19/06/2016
Perché le chiese sono decorate con rami di betulla nel giorno di Pentecoste?
Uno dei tratti distintivi della Pentecoste in una chiesa ortodossa è la presenza di vegetazione al di là dei consueti addobbi floreali. Foglie e rami, letti di erba e ghirlande di fiori alle icone sono solo alcuni dei vari modi in cui le chiese ortodosse cambiano aspetto nei giorni della festa di Pentecoste. I russi (che non hanno mai bisogno di chiedere scusa se fanno le cose alla grande) arrivano a portare in chiesa anche interi alberi di betulla. L’arciprete Boris Stark (1909-1996, nella foto) ci ha lasciato in uno dei testi delle sue prediche una spiegazione semplice e chiara di questa usanza, che presentiamo nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.