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Il Blog del Parroco


 08/01/2021    

Messaggio di Natale di sua Beatitudine il metropolita Onufrij

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Agli arcipastori, ai pastori, ai monaci e a tutti i fedeli figli della Chiesa ortodossa ucraina:

Cristo è nato, glorificatelo!

Mi congratulo sinceramente con tutti voi: arcipastori e pastori amati da Dio, pii monaci e monache, cari fratelli e sorelle, per la grande festa, portatrice di salvezza al mondo, della Natività nella carne del nostro Signore Dio e Salvatore Gesù Cristo.

Oggi la santa Chiesa ortodossa celebra devotamente e glorifica il grande mistero della pietà: l'apparizione di Dio nella carne (1 Tim 3:16). Il mistero della venuta di Cristo il Messia nel mondo ha origine dal paradiso, da quel tragico evento in cui i nostri progenitori Adamo ed Eva violarono il comandamento dell'amore divino. Non desiderando pentirsi, Adamo ed Eva si allontanarono da Dio e, grazie alla loro auto-giustificazione, divennero anche oppositori di Dio. Per non violare la libertà degli antenati e per non costringerli a vivere assieme a colui contro il quale si erano ribellati, il Signore li condusse dal paradiso in un mondo di dolore e devastazione, dove avrebbero comprenso il loro vuoto spirituale personale. Lo avrebbero capito, ma troppo tardi: prima del ripristino del loro vuoto interiore, hanno dovuto bere fino in fondo il calice del dolore. E lo bevvero con gratitudine e pentimento. Per tutta la vita Adamo alzò gli occhi verso il paradiso, gridò e disse le parole: "Il mio paradiso, il paradiso, il mio dolcissimo paradiso!" Adamo e i suoi discendenti piansero, si addolorarono e aspettarono pazientemente quel giorno benedetto in cui, secondo la parola di Dio, il seme della donna avrebbe schiacciato la testa del serpente (Gen 3:15), il diavolo, quando il Redentore sarebbe venuto sulla terra a risuscitare, a ripristinare le anime umane devastate. E quel momento è arrivato. Il Figlio di Dio è venuto nel mondo.

Lo proclama il santo Vangelo della Natività di Cristo. Durante il regno dell'imperatore romano Augusto, che a quel tempo si estendeva anche sulla Giudea, fu ordinato di fare un censimento di tutta la terra (Luca 2:1). La Madre di Dio, che portava nel suo grembo il Salvatore che voleva prendere da lei la natura umana, e il suo angelo custode terreno – Giuseppe il Promesso Sposo – vennero da Nazaret a Betlemme, per essere censiti nella città di Davide, come discendenti di Davide. E poiché tutti i discendenti di Davide venivano a Betlemme in quel momento per il censimento, tutti i posti negli alberghi erano occupati. E giunse per la beata Vergine il momento di partorire. Allora uscirono dalla città, in una grotta dove si nascondevano i pastori in caso di maltempo, e lì, in una povera grotta, la Madre di Dio diede alla luce il Salvatore del mondo, il Figlio di Dio, che voleva diventare il Figlio dell'uomo. La beata Vergine Maria avvolse in fasce il Bambino divino e lo depose in una mangiatoia, alla quale, secondo la profezia di Isaia, erano legati un bue e un asino (Is

 1:3): l'asino che portò la beata Vergine da Nazaret a Betlemme, e il bue che il giusto Giuseppe il Promesso Sposo prese per venderlo quando sarebbero mancati i mezzi per vivere.

A quel tempo, nei campi, non lontano dalla grotta benedetta, i pastori facevano la guardia ai greggi. L'angelo di Dio apparve loro e la gloria del Signore risplendette su di loro. I pastori erano terrorizzati, ma l'angelo di Dio li rassicurò e disse: "Non abbiate paura. Vi porto buone notizie che daranno grande gioia a tutte le persone. Oggi nella città di Davide vi è nato un Salvatore; è il Messia, il Signore. Questo sarà il segno per voi: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia" (Lc 2:9-12). E improvvisamente con l'Angelo apparve una grande schiera celeste, che glorificava Dio e cantava un canto meraviglioso: "Gloria a Dio negli eccelsi, e sulla terra pace, tra gli uomini la benevolenza" (Lc 2:14). Quando gli angeli li avevano lasciati ed erano saliti al cielo, i pastori si dissero l'un l'altro: "Andiamo a Betlemme e vediamo quello che è successo, di cui ci ha parlato il Signore" (Lc 2:15). I pastori furono i primi sulla terra a venire alla grotta di Betlemme per trovarvi il Bambino divino, che giaceva nella mangiatoia. "Quando lo ebbero visto, raccontarono alla beata Vergine Maria e a Giuseppe il Promesso Sposo ciò che era stato detto loro di questo bambino" (Lc 2:15-17).

In seguito, tre re dall'oriente giunsero per adorare Cristo il divino bambino: uno dalla Persia, uno dall'Arabia e uno dall'Etiopia. Avevano visto una stella meravigliosa in cielo e si erano resi conto che era venuto al mondo il Liberatore atteso da tutti i popoli della terra. I Re Magi vennero ad adorare Cristo il Bambino proprio il giorno di Natale. Portarono con sé doni: oro, incenso e mirra. Oro come il re, incenso come il sommo sacerdote e mirra come simbolo che il sommo sacerdote Cristo avrebbe sacrificato se stesso per la salvezza dell'umanità. Dopo aver offerto doni e adorazione a Cristo il Dio Bambino, i Magi tornarono nella loro terra ed Erode il Male iniziò a cercare il Dio Bambino per ucciderlo. L'infelice Erode non sapeva che Cristo, nato a Betlemme, non era nato per essere re dei Giudei. Cristo è il Re di tutta la terra e del cielo e non vuole governare sulle persone come fanno i re terreni. Vuole abbracciare tutte le persone e riscaldarle con il suo amore divino. Cristo il Salvatore è venuto sulla terra non per renderci schiavi, ma per liberarci dalla schiavitù. Cristo il Salvatore ha preso su di sé i nostri peccati che ci rendevano schiavi, li ha vinti sulla Croce e ci ha resi liberi nel senso pieno e vero della parola. Cristo Salvatore non solo ci ha liberati dalla schiavitù del peccato, ma ci ha anche insegnato come dovremmo vivere per mantenere la nostra libertà spirituale: cosa dovremmo fare e cosa non dovremmo fare. Tutto questo insegnamento del Salvatore è registrato nel Libro sacro, chiamato Vangelo.

Ogni volta che celebriamo la Natività di Cristo, ricordiamo con amore la storia di questo glorioso evento. La storia della Natività di Cristo in apparenza è semplice e modesta, ma nella semplicità e nella modestia il Signore ci rivela la sua saggezza, grandezza e potenza. Il Cristo bambino è ancora nella mangiatoia e i re terreni sono già preoccupati. I re dell'oriente, spinti dall'amore per la verità, vengono con doni e adorano il Dio Bambino. Il malvagio Erode è preso dalla paura, ma invece di venire e adorare razionalmente il Dio Bambino, rafforzando in questo modo se stesso e il suo regno, cade nella follia e cerca di ucciderlo. Anche l'imperatore romano Augusto, davanti al quale tremava il mondo intero, servì il mistero dell'Incarnazione: fece un censimento della popolazione, non sospettando che la cosa principale in questo non fosse contare i suoi sudditi, ma condurre la Madre di Dio a Betlemme per adempiere la profezia, secondo la quale Cristo, il Messia, sarebbe nato a Betlemme.

L'apparizione degli angeli nella notte di Natale, le loro parole e i loro canti testimoniano la grandezza del mistero della Natività di Cristo, che ha scosso non solo la terra, ma anche il cielo.

In questi giorni santi, ricordando devotamente e glorificando il mistero della Natività del nostro Salvatore e Dio, ci uniamo alla celebrazione mondiale e, insieme a tutti i cristiani ortodossi, adoriamo il nostro Salvatore e lo ringraziamo umilmente per il suo amore per noi peccatori. Preghiamo umilmente che il Figlio di Dio, "che per noi uomini e per la nostra salvezza discese dai cieli e si incarnò dallo Spirito Santo e da Maria Vergine" (Credo), scenda verso le nostre infermità, perdoni i nostri peccati, la nostra aberrazione, per la quale oggi approviamo e accettiamo leggi innaturali che ci distruggono. Preghiamo che il Signore illumini la nostra cecità spirituale, in modo da vedere e amare non la nostra verità, ma la verità di Dio, che è perfetta, eterna e l'unica utile per noi.

In questo luminoso giorno, quando ricordiamo la venuta nel mondo di Dio, secondo la parola di san Gregorio il Teologo, rallegriamoci con trepidazione e gioia: con trepidazione – a causa dei nostri peccati, ma con gioia – a causa della speranza (san Gregorio il Teologo. Vol. 1, Discorso 38, Pag. 522, San Pietroburgo 1912), la speranza nella misericordia, nella forza e nella filantropia di Dio.

Ancora una volta, mi congratulo sinceramente con tutti voi, cari fratelli e sorelle, per la festa della Natività di Cristo. Auguro a tutti voi salute, salvezza e benedizioni di Dio. Possano la pace e la grazia di Dio, annunciate dagli angeli alla vigilia di Natale, riempire i nostri cuori, le nostre famiglie, la nostra terra ucraina e il mondo intero. Amen.

Buon Natale!

umile

† Onufrij

metropolita di Kiev e di tutta  l'Ucraina

Natività di Cristo,

2020/2021,

Kiev

 
 08/01/2021    

La cripta della cattedrale di san Sava a Belgrado

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Eccovi come pensiero di Natale un viaggio in un luogo che molti non hanno ancora visto: la cripta della nuova cattedrale di san Sava a Belgrado, in un video che presenta anche la cupola a mosaico appena terminata e alcune riprese dall'esterno della chiesa.

 
 07/01/2021    

Messaggio di Natale del patriarca Kirill

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Messaggio di Natale

del patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus'

agli arcipastori, pastori, diaconi, monaci

e a tutti i figli fedeli della Chiesa ortodossa russa

2021

Beneamati nel Signore arcipastori,

reverendi presbiteri e diaconi,

monaci e monache amati da Dio,

cari fratelli e sorelle!

Mi congratulo di cuore con tutti voi per la luminosa festa della Natività di Cristo.

Oggi la Chiesa celeste e terrena trionfa, allietandosi per la venuta nel mondo del nostro Signore e Salvatore, e offre lode e ringraziamento a Dio per la Sua misericordia e amore per l'umanità. Ascoltiamo con trepidazione spirituale le parole del canto: "Cristo è nato – glorificatelo! Cristo dal cielo – andategli incontro!" (irmo del canone della Natività di Cristo). Con devozione e speranza, guardiamo la grotta di Betlemme, dove in una misera mangiatoia giace Dio bambino avvolto in fasce.

Veramente in questo giorno si è avverato "il grande mistero della pietà: Dio si è manifestato nella carne, è stato giustificato nello Spirito, si è mostrato agli angeli" (1 Tim 3:16). È impossibile addentrarsi fino alla fine con la mente nel mistero dell'Incarnazione. È impossibile comprendere appieno come colui che è la fonte della vita per tutto ciò che esiste è ora riscaldato dal respiro degli animali! Il Creatore dell'universo si umilia, assumendo la forma della creazione!

Il Figlio di Dio diventa il Figlio dell'uomo!

"Non indagate su come avvenga avverte il santo Giovanni Crisostomo – laddove Dio vuole, è vinto l'ordine della natura. Voleva, poteva, discendere e salvare. Tutto obbedisce a Dio. Colui che è nasce oggi, e Colui che è diventa ciò che non era. Pur essendo Dio diventa uomo senza smettere di essere Dio" (Sermone per la Natività del nostro Salvatore Gesù Cristo).

Celebrando la festa salvifica per il mondo della Natività di Cristo, riflettiamo sul suo duraturo senso spirituale e sul suo significato chiave per tutta l'umanità. E questo è vero. Ma è anche importante rendersi conto della dimensione personale che ha per ciascuno di noi il mistero dell'Incarnazione, perché non è un caso che ci rivolgiamo in preghiera al Signore, chiamandolo nostro Salvatore.

Sappiamo per esperienza che l'uomo non è capace di vincere il male in se stesso, non importa quanto ostinatamente cerchi di farlo. Il peccato che ha colpito profondamente l'anima e danneggiato la natura umana non può essere superato da nessuna pratica spirituale o addestramento psicologico. Solo Dio è in grado di guarire e riportare l'intera persona alla bellezza originale. "Perché il nostro Signore si è rivestito di carne?" – si chiede il venerabile Efrem il Siro, e risponde: "Affinché la carne stessa assapori la gioia della vittoria e si compia e conosca i doni della grazia ... così che le persone, come sulle ali, ascendano a lui e in lui solo trovino la pace" (Esegesi dei quattro Vangeli, cap. 1). L'Incarnazione di Cristo libera dalla schiavitù del peccato e apre la strada verso la salvezza.

"Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre" (Gv 12:46), testimonia il Signore. Come la brillante stella di Betlemme, che ha portato a Gesù Dio bambino i sapienti orientali da paesi lontani, noi cristiani, essendo veri figli e figlie della luce (Gv 12:36), siamo chiamati a illuminare questo mondo con la luce della fede (Mt 5:14), in modo che quelli che ci circondano, vedendo un esempio della nostra fermezza e coraggio, pazienza e nobiltà spirituale, generosità e amore non ipocrita per il prossimo, "diano gloria a Dio nel giorno della sua visita" (1 Pt 2:12).

Oggi, quando i popoli della terra stanno vivendo una difficile prova di una nuova malattia, quando i cuori delle persone sono presi dalla paura e dall'ansia per il futuro, è particolarmente importante per noi rafforzare la preghiera comunitaria e privata, offrire al Signore un'opera speciale di buone azioni. Molti dei nostri fratelli e sorelle sono ora privati ​​dell'opportunità di andare in chiesa a causa di una dannosa epidemia. Offriamo le nostre preghiere per loro al Creatore misericordioso, in modo che rinnovi la loro forza mentale e fisica, garantisca ai malati una pronta guarigione e invii il suo aiuto ai medici e a tutti gli operatori sanitari che combattono disinteressatamente per la loro salute e la loro vita.

Ricordiamoci che nessun problema può spezzare lo spirito di una persona se questa mantiene una fede viva e si affida a Dio in ogni cosa. Pertanto, le prove che ci hanno colpito sono accettabili senza mormorare, perché se speriamo in lui, saremo santificati, poiché Dio è con noi (officio della Grande Compieta), come canta la Chiesa di Cristo in questi giorni sacri del Natale. Preghiamo che la luce incorruttibile della Divinità illumini la misera caverna della nostra vita, così che i nostri cuori contriti e umili, come la mangiatoia di Betlemme, ricevano con riverenza il Salvatore venuto al mondo.

Non è angusto per Dio stare nel cuore di una persona, se questo è pieno d'amore. "L'operatore d'amore sarà convivente degli angeli e regnerà con Cristo", testimonia il venerabile Efrem il Siro (Discorso sulle virtù e sui vizi, 3). Che i giorni santi della festa diventino un momento speciale per noi per fare buone azioni. Usiamo questa benedetta opportunità e glorifichiamo la nascita di Gesù Cristo mostrando misericordia verso i nostri vicini, aiutando chi è nel bisogno, confortando le persone in lutto e, forse, prima di tutto, quelli che soffrono di infezione da coronavirus o per le sue conseguenze.

Possa il Signore illuminare i popoli della terra con la luce della Sua conoscenza, possa benedirli con la pace e possa aiutare tutti noi a realizzare la nostra responsabilità comune per il presente e il futuro del pianeta. Possa il divino bambino nato inviare amore e armonia alle nostre famiglie, possa proteggere i nostri giovani e tutti noi dai peccati e dagli errori pericolosi. Ancora una volta, mi congratulo sinceramente con voi, miei cari, per la festa radiosa della Natività di Cristo e auguro a tutti voi buona salute, gioia infinita e generoso aiuto da parte di Dio – la vera Luce, che illumina ogni uomo che viene al mondo (Gv 1:9). Amen.

Kirill

patriarca di Mosca e di tutta la Rus'

Mosca,

Natività di Cristo

anno 2020/2021

 
 07/01/2021    

Messaggio di Natale del metropolita Antonij

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Messaggio di Natale

dell’esarca patriarcale dell’Europa occidentale,

metropolita Antonij di Korsun e dell’Europa occidentale

 

 

Benemati confratelli nel Signore, arcipastori, presbiteri e diaconi, monaci e monache, cari fratelli e sorelle!

Mi congratulo di cuore con tutti voi per la festa della Natività di Cristo!

Dopo molti giorni di digiuno, siamo stati di nuovo onorati di raggiungere questo santo giorno e di inchinarci con riverenza alla mangiatoia in cui si rivela il Signore, giunto “per noi uomini e per la nostra salvezza”.

Dio si è compiaciuto di bussare alla porta di un mondo che non lo aspettava, che non lo ha accettato, che fin dai primi giorni della vita del divino bambino ha scatenato tutta la sua malizia contro colui che ha portato la salvezza sulla terra nella mitezza e nell’umiltà e ha aperto all’umanità le porte del regno dei cieli. Tuttavia, nonostante tutta la profondità del male umano, è stato sconfitto dall’amore di Dio, e questa grande vittoria è la garanzia di una speranza duratura.

Quest’anno andiamo incontro alla festa della Natività di Cristo in circostanze difficili. La pandemia di infezione da coronavirus ha notevolmente cambiato le nostre vite. Ciò che sembrava così banale e familiare oggi è divenuto improvvisamente inaccessibile. Ciò a cui prima non davamo peso ha rivelato un valore precedentemente nascosto. Forse non abbiamo mai pensato seriamente a quanto significhino per noi la salute, la comunicazione con i familiari e gli amici, la preghiera nella chiesa di Dio, tutte le volte che il cuore ci comanda. Oggi, sopportando molte privazioni e avversità, stiamo imparando a dare un nuovo valore alla nostra vita.

Stando alle soglie del nuovo anno e riassumendo i risultati dell'anno che se ne va, impariamo, sulle orme del retaggio del santo apostolo Paolo, a ringraziare Dio per ogni cosa e a vedere in ogni cosa l'azione della sua ineffabile provvidenza, che ci conduce sulla via del regno dei cieli.

Guardando le prove che hanno colpito l’umanità, noi, da credenti, non ci perdiamo d’animo, e ora, stando davanti al presepe del Natale, guardiamo con speranza al divino bambino che tende verso di noi le sue mani. Crediamo che il Signore che ha infranto le porte dell’inferno e ha vinto la morte con la morte libererà presto il mondo dalla dannosa epidemia, garantirà la guarigione ai malati e consolerà chi si trova nel dolore.

Vi rivolgo, cari vladyki, padri, fratelli e sorelle, le mie più sincere congratulazioni per la Natività di Cristo e per l’anno nuovo che viene. Possa il prossimo anno essere per tutti noi pacifico e benedetto.

+ ANTONIJ,

metropolita di Korsun e dell’Europa occidentale,

esarca patriarcale dell’Europa occidentale

Natività di Cristo, 2020/2021

 
 06/01/2021    

Annunciamo il nuovo anno suonando le campane: non una professione ma uno stato dell'anima

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Non avevamo finora trattato in dettaglio sul nostro sito il tema del suono delle campane, che è una delle forme di arte sacra meno conosciute. Vi presentiamo ora in traduzione italiana l’intervista di Elena Nasledysheva a Bogdan Berezkin (nella foto), direttore della scuola campanaria di Minsk.

 
 05/01/2021    

Appello del patriarca Kirill all'arcivescovo di Cipro

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Eccovi la notizia di un’insolito intervento diretto del patriarca Kirill sul tema della crisi ucraina, con un’appello all’arcivescovo Chrysostomos di Cipro, dopo che quest’ultimo ha mosso una serie di accuse velenose e infondate contro la Chiesa russa (di cui vi abbiamo presentato le confutazioni nei tre saggi di Pavel Darovskij sul tema dei rapporti con la Chiesa georgiana, polacca e romena).

 
 05/01/2021    

Come la Chiesa ortodossa russa ha preso diocesi alla Chiesa romena: la terza risposta all'arcivescovo Chrysostomos

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Dopo i due capitoli dedicati alla confutazione delle accuse dell’arcivescovo Chrysostomos di Cipro sulle presunte malefatte della Chiesa russa nei confronti della Chiesa georgiana e di quella polacca, vi presentiamo ora il terzo articolo della serie dei saggi di Pavel Darovskij, dedicato alle tensioni con la Chiesa romena per le questioni della sovranità ecclesiale sulle regioni moldave e ucraine ai confini della Romania.

 
 04/01/2021    

I drappeggi delle pareti della chiesa

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 
I nostri iconografi hanno appena terminato un lavoro significativo di abbellimento della chiesa: la fascia del drappeggio pittorico sulla parte inferiore delle pareti. Con pochi e semplici elementi, questo rivestmento riesce a offrire un'atmosfera molto più attraente all'interno della chiesa, oltre a costituire la base per altre opere pittoriche che speriamo di realizzare in futuro. Ringraziamo Ovidiu e Vladislav per la loro paziente opera, e vi invitiamo a prendere visione delle fasi del loro lavoro sotto forma di galleria fotografica.
 
 03/01/2021    

"Quando si vede la tenacia degli irlandesi, si capisce da dove Tolkien ha preso i suoi hobbit"

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Vi presentiamo in italiano la recente intervista di Vladimir Basenkov a padre Ioann Kazadoev, uno dei preti russi che servono in Irlanda: possiamo osservare molte similarità tra la gestione pastorale e l’approccio alla missione nelle sue parrocchie e in molte altre chiese ortodosse dei paesi occidentali.

 
 02/01/2021    

Oggi molti sono portati alla Chiesa attraverso le icone

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

L'archimandrita Luka (Golovkov, nella foto) è il fratello maggiore del nostro ex vescovo, il metropolita Mark di Rjazan', nonché preside della Scuola di iconografia alla Lavra della Trinità e di san Sergio (uno degli insegnanti della scuola, Anatolij Aleshin, è stato l’oggetto di un nostro recente articolo). Ora vi presentiamo in traduzione italiana l'intervista di Olga Lunkova all'archimandrita Luka, che ci offre la testimonianza di un insegnamento profondo e permeato di vita spirituale.

 
 01/01/2021    

Sacerdote greco di Costantinopoli si unisce alla Chiesa russa a causa della crisi ucraina (+ VIDEO)

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Salutiamo il nuovo anno con la traduzione italiana (corredata da un video in inglese) della notizia del passaggio di padre Ioannis Fortomas (nella foto), un sacerdote della Chiesa di Grecia in diaspora (e quindi “in  prestito” al Patriarcato di Costantinopoli), che ha avuto dal suo vescovo in Grecia una benedizione a un cambio di giurisdizione ed è stato accolto sotto la diocesi canadese della ROCOR. Questi casi rari si stanno moltiplicando, e tutto fa presagire che stiamo vedendo solo la punta di un iceberg. Per ora, vi invitiamo a leggere la storia di padre Ioannis, ad ascoltare (per quelli che sanno l’inglese) le argomentazioni con cui spiega apertamente perché non riusciva più a sostenere il patriarca Bartolomeo nella sua coscienza ecclesiale, a pregare per lui e a sostenerlo in ogni modo possibile: è infatti già sotto attacco dei partigiani del Fanar, che non avendo ragioni teologiche o canoniche per confutarlo, stanno iniziando a diffamarlo come vittima di una non meglio specificata “propaganda russa”.

 
 31/12/2020    

10 pietre miliari della Chiesa del 2020: i risultati dell'anno trascorso

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

L’Unione dei giornalisti ortodossi, attraverso un riassunto in 10 punti di Kirill Aleksandrov, ci riporta ai principali eventi del 2020 vissuti dalla Chiesa ortodossa ucraina nel suo sforzo di testimoniare la fede ortodossa.

 
 31/12/2020    

La Verità o il Fanar: cos'è più caro ai monaci contemporanei del Santo Monte Athos

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Vi presentiamo in traduzione italiana l’analisi di Konstantin Shemljuk sul rischio che corrono gli ortodossi che vogliono rifarsi sempre e comunque al Monte Athos come bussola per l’orientamento della loro fede. Voci monastiche che non sanno esprimersi in difesa della verità di fronte allo stupro dell’ecclesiologia ortodossa potranno difficilmente essere punti di riferimento di vita spirituale.

Vogliamo ricordare ai nostri lettori che, almeno nel caso di questo testo, la versione italiana (a cura della nostra parrocchia) è stata preparata prima dell’uscita della traduzione inglese presente sul sito dell’Unione dei giornalisti ortodossi. Questo dovrebbe aprire gli occhi a chi sospetta che gruppi come l’Unione dei giornalisti ortodossi (che non riesce neppure a permettersi un traduttore inglese a tempo pieno) operino con fondi governativi russi o supporti di simile calibro.

 
 30/12/2020    

Uno ieromonaco e una parrocchia nelle Filippine passano da Costantinopoli a Mosca

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Mentre il più anziano sacerdote e unico ieromonaco del Patriarcato di Costantinopoli nelle Filippine, padre Philemon (Castro, nella foto), assieme alla parrocchia da lui fondata, si unisce alla già ragguardevole schiera di chierici che hanno lasciato la Chiesa di Costantinopoli per quella russa in protesta per la pirateria fanariota in Ucraina, il suo ex-vescovo archivia il suo caso dichiarando il prete e la parrocchia “non canonici”. Leggiamo il resoconto di questa notizia in traduzione italiana, e riflettiamo pure sul pericolo dell’introduzione di questo nuovo termine della neo-lingua del Fanar: da domani, l’appellativo “non canonico”, generalmente usato per le anti-chiese che rifiutano per qualsiasi motivo la comunione con la Chiesa ortodossa, potrà essere rivolto anche a noi! La nostra colpa sarà di pretendere di essere ortodossi non costantinopolitani entro le acque territoriali fanariote, che a parere di chi le rivendica, dovrebbero coprire il 110% della superficie del nostro pianeta.

 
 29/12/2020    

Presentazione della parrocchia in piemontese

  Pubblicato : Padre Ambrogio / Vedi >  Apri la notizia del blog
 

Finalmente estendiamo le nostre radici anche nelle tradizioni linguistiche regionali con la presentazione della parrocchia in piemontese.

L’autore della pagina è il professor Mauro Tosco, linguista dell’Università di Torino e cultore del piemontese. Ringraziamo Mauro per il suo "travaj bin fait", e per averci ricordato che un messaggio non può essere universale se non ha il dovuto rispetto per la cultura locale.

 
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