Il nostro amico Saker riflette nel suo blog sulle conseguenze del conflitto ucraino partendo dal dato di cronaca dell’uccisione nel Donbass dell’anziano cameraman Anatolij Kljan (nella foto), poche ore dopo che la ripresa delle ostilità è stata inaugurata con un bombardamento sulla cattedrale di Slavjansk durante la Liturgia della domenica (leggete il reportage di Tempi, che si conclude con l’amaro commento della diocesi locale, “Neanche i nazisti sparavano contro la propria gente”).
Il tema della riflessione di Saker (che presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti) è il valore strategico della ritirata, una tecnica che i russi hanno imparato bene dalla storia e impiegato più volte nei conflitti. Questo può aiutare a capire lo strano non interventismo della Russia anche a fronte di tante atrocità compiute in modo provocatorio contro il suo stesso popolo.
03/07/2014
Un monastero ortodosso vuole dominare la produzione dei super-alcolici in Finlandia
Proprio pochi giorni dopo avere presentato un paio di testi sui problemi dell'Ortodossia in Finlandia, è arrivata la notizia (dal sito di The Moscow Times del 2 luglio) che il monastero ortodosso finlandese di Nuovo Valaam intende investire milioni di euro per la costruzione di una distilleria, diventando il più grande produttore di whiskey nel paese, secondo i resoconti dei media locali.
Il parallelo con la ricostruzione e la ripresa della vita spirituale nell'antico monastero di Valaam sul lago Ladoga non potrebbe essere più stridente: in Russia rinasce lo spirito, in Finlandia lo si imbottiglia. L'abisso tra la vera Ortodossia e i tentativi di "Euro-Ortodossia" si vede, si sente... e presto si potrà anche gustare.
Tra tutti i mille lavori leciti che un monastero può compiere per finanziarsi, ci chiediamo quale immagine possa dare del contributo della Chiesa ortodossa alla civiltà, la produzione annuale di 120.000 litri di super-alcolici in un paese che è già tra i più devastati dall'alcolismo in tutto il nostro pianeta.
02/07/2014
Padre Herman (Podmoshensky) si è addormentato nel Signore
Al mattino del 30 giugno 2014 si è spento all'età di 80 anni a Minneapolis, dove viveva in ritiro monastico da alcuni anni, padre Herman (Podmoshensky), co-fondatore con padre Seraphim (Rose) e primo abate del monastero di sant'Herman d'Alaska a Platina, in California.
Al secolo Gleb Dimitrievich Podmoshensky, nato nel 1934 a Riga, perse il padre nei gulag sovietici ed emigrò con la madre e la sorella in America, dove completò il seminario a Jordanville. Dopo un incontro con Eugene Rose (il futuro padre Seraphim) a San Francisco, aprì con lui un negozio di libri e icone e iniziò a pubblicare un periodico chiamato The Orthodox Word. Con la benedizione dell'arcivescovo Ioann (Maximovich) di Shanghai e San Francisco, i due si ritirarono in un eremo nella California settentrionale, dove furono tonsurati monaci e ordinati preti, iniziando a ricevere diversi convertiti nella Chiesa russa all'Estero. Dopo la morte di padre Seraphim nel 1982, padre Herman iniziò ad avere conflitti con la Chiesa e fu deposto dal sacerdozio per disobbedienza nel 1988. Si aprì un periodo di poco più di un decennio in cui gli stessi monaci e fedeli che lo avevano seguito cercarono di convincerlo a rientrare nella comunione della Chiesa, cosa che fu assicurata con la sua rinuncia al ruolo di abate nel 2000, e alla ricezione delle comunità monastiche a lui legate nella Chiesa ortodossa serba (si può leggere un resoconto nel saggio autobiografico dell'igumeno Gerasim, presente su questo sito).
Padre Herman è stato una delle figure più controverse dell'Ortodossia in America, e dovrà passare ancora un certo tempo prima di poter dare una valutazione obiettiva dei risultati positivi e negativi della sua vita. A differenza di tanti che lo hanno criticato senza conoscerlo, noi abbiamo avuto l'opportunità di incontrarlo durante uno dei suoi viaggi in Italia alla fine degli anni '90, e abbiamo parlato a lungo con lui, notando sia la sua chiusura verso il rientro nella canonicità (cosa che avrebbe comunque accettato di lì a poco), sia un ammirevole approccio pastorale e missionario, in cui non ha mai avuto alcuna brama di ricoprire ruoli episcopali. Quale che possa essere il giudizio ultimo sul suo operato, il suo rifiuto di diventare un vescovo non canonico, la sua accettazione volontaria di decadere dal ruolo di abate e di guida di un movimento, e la sua disponibilità a vivere i suoi ultimi anni in ritiro come monaco semplice ne fanno una figura da cui tanti altri, anche nel nostro paese, avrebbero solo da imparare.
02/07/2014
Un esempio di uso deviato dell'iconografia: L'icona dell'Arca della salvezza
Nel mondo ortodosso appare con una certa frequenza un'immagine allegorica che raffigura la Chiesa come una nave circondata da nemici. Per quanto la si faccia risalire a un affresco del 1817 nel monastero di Zografu al Monte Athos, si tratta di un'immagine moderna, spesso modificata (a seconda dei “nemici” che si vogliono identificare) e comunque contraria alla prassi iconografica della Chiesa ortodossa (ironia della sorte, per un'immagine propagandata da quelli che si definiscono difensori della “vera Ortodossia”). Cerchiamo di scoprirne qualcosa di più, e di vedere se ne esiste una variante davvero ortodossa, nell'articolo di analisi che presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti.
Abbiamo presentato appena possibile le notizie sui crimini contro l’umanità che hanno colpito i civili del Donbass. Abbiamo segnalato raccolte di aiuti umanitari... finora però non abbiamo avuto modo di portarvi di fronte agli stessi profughi, ad ascoltare le storie di chi sta fuggendo dall’inferno di Slavjansk e Kramatorsk per trovare rifugio in Russia.
Ora possiamo farlo, grazie alle testimonianze personali di un gruppo di profughi (due donne e tre bambini), dei quali abbiamo tradotto in italiano il rapporto, raccolto da uno dei collaboratori di Saker, il nostro amico blogger straordinariamente informato sugli avvenimenti locali. Presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” il rapporto, nella speranza che possa servire a risvegliare qualche coscienza.
Andrew Gould, sul blog Orthodox Arts Journal, annuncia un progetto artistico che farà certamente piacere a molti tra noi, che stampano privatamente testi e traduzioni di funzioni e innografie ortodosse. Nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti, presentiamo la traduzione italiana dell'annuncio del progetto delle illustrazioni ortodosse, che vuole fornire elementi grafici di qualità per libri liturgici, bollettini parrocchiali, siti web delle chiese, materiali scolastici per catechismo, e molte altre iniziative. Non solo gli utenti finali, ma anche gli artisti sono invitati a contribuire con le loro capacità al successo di questa interessante iniziativa.
01/07/2014
Una visita virtuale al museo dell’Accademia teologica di Mosca
Il regolamento (ustav) della Chiesa ortodossa russa raccomanda a ogni chiesa e monastero di una certa importanza di avere un museo, per esporre ai visitatori vari aspetti della storia, dell’arte e della vita liturgica della Chiesa. La Lavra della Trinità e di san Sergio, che ospita l’Accademia teologica di Mosca, non è certo un’eccezione, e il suo museo è estremamente ricco. Siamo anche contenti di sapere che il nostro arcivescovo Mark ha fatto parte del corpo direttivo dell’Ufficio archeologico ecclesiastico, che ha contribuito a creare il museo.