Il 13 gennaio è morta a Buranovo (Brangurt), un piccolo comune dell'Udmurtia (a metà strada tra il Volga e gli Urali), Elizaveta Zarbatova, di 87 anni. Era divenuta famosa nel mondo come autrice di una parte delle canzoni di un complesso musicale folk davvero unico: le Buranovskie Babushki, o "nonne di Buranovo". Il complesso riunisce, oltre alla defunta "Baba Liza" (nonna Elisa), otto nonne dai 40 agli 80 anni, impegnate da decenni a conservare il patrimonio dei canti popolari dell'Udmurtia. La loro fama internazionale risale al 2010, quando hanno incominiciato a partecipare a concorsi canori per raccogliere fondi per la ricostruzione della chiesa della santa Trinità a Buranovo; sempre nel 2010 sono state scelte per la campagna di evangelizzazione della Chiesa ortodossa russa, apparendo accanto a testimonial come Tom Hanks. Nel 2012 hanno ottenuto il secondo posto nel concorso Eurovision, con la canzone Party For Everybody. Cliccate sull'immagine qui sotto per rivedere questo momento davvero iconico:
Attualmente le Buranovskie Babushki (come si può vedere dal sito a loro dedicato) stanno promuovendo i giochi olimpici di Sochi, mostrando che non si è mai troppo vecchi per stupire il mondo, e soprattutto che non si è mai troppo vecchi per aiutare la Chiesa portando a tutti allegria e buon umore. Alla serva di Dio Elizaveta Filippovna, eterna memoria! Alle nonne di Buranovo, auguri di molti anni!
03/02/2014
Padre Sergej Sveshnikov: Il digiuno per i non monaci
Con la settimana che inizia, si chiude il tempo ordinario dell’anno liturgico, e ci incamminiamo verso la Grande Quaresima. Tempo buono per riflettere sul nostro digiuno. Padre Sergej Sveshnikov, in un raduno di giovani ortodossi tenuto nell’Oregon lo scorso dicembre, offre spunti preziosi per capire come il digiuno, nato come disciplina monastica, può essere ancora perfettamente proponibile a chi vive nel mondo, e anche nel mondo contemporaneo, con le sue paradossali facilitazioni e al tempo stesso i suoi impedimenti sociali a un digiuno tradizionale. Partendo da dati di assoluto buon senso e di rigore religioso e scientifico, ci invita a considerare quali sono i più importanti adattamenti culturali che dovremmo applicare al digiuno in casi di vere necessità fisiologiche (le gravidanze, l’età evolutiva, il periodo degli studi, i lavori più impegnativi), e dove invece faremmo meglio a non volere a tutti i costi applicare le dispense storicamente concesse dalla tradizione ecclesiastica in situazioni oggettivamente diverse dalle nostre (per esempio, i viaggi). Il testo di Padre Sergej è veramente utile a molti livelli, e anche chi si è interrogato per molti anni sul senso del digiuno vi troverà approfondimenti interessanti: lo presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
Non tutte le storie di conversione all’Ortodossia sono favole a lieto fine. Un uomo distrutto da una delusione sentimentale trova il modo di spezzare la sua solitudine scrivendo a un sito ortodosso, ispirato dalla fede della donna che lo ha abbandonato, e trova da parte di un prete una risposta di buon senso e di calore umano... La storia, riportata dal portale Pravmir, è ora tradotta in italiano nella sezione “Pastorale” dei documenti,
02/02/2014
I cristiani palestinesi ricostruiscono un villaggio nella Valle del Giordano
Il 31 gennaio 2014 è stato dato l'annuncio in rete di un gesto simbolico, la ricostruzione del villaggio di Ein Hijleh ("la sorgente di Hijleh", nome di un antico villaggio cananeo che sorge su un terreno appartenente alla Chiesa ortodossa e al monastero di san Gerasimo (Deir Hijleh).
La campagna per far rivivere il villaggio, come risposta alle politiche israeliane di annessione, è stata chiamata "Melh Al-Ard" (il sale della terra), citazione di Mt 5:13 e invito a rimanere costanti a testimoniare la propria fede nella propria terra.
Il villaggio di Ein Hijleh in fase di ricostruzione
La casa principale nel villaggio, ritenuta la vecchia chiesa
01/02/2014
Arcivescovo Ireneo di Creta: "Ogni ora vivo il dolore del mondo"
Presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” una toccante intervista all’arcivescovo Ireneo di Creta, che si priva ogni mese del suo intero stipendio per aiutare i disperati che sempre più numerosi non hanno altri a cui rivolgersi se non la Chiesa. Una lezione a cui tutti facciamo bene a ispirarci, prima di trovarci in ginocchio a raccogliere il frutto delle speranze di “solidarietà europea”.
La grande quantità di materiale sull’Ortodossia disponibile in rete (a cui anche il nostro sito sta offrendo il suo modesto contributo) facilita molti processi di apprendimento e di allargamento di orizzonti, ma non è in grado da sola di portare qualcuno all’Ortodossia. Niente può sostituire il contatto personale con una comunità ecclesiale, con un sacerdote, con la vicinanza di altri fedeli. Talvolta, occupandosi di questioni tecniche oppure controverse, le informazioni in rete possono addirittura distogliere un ricercatore dal suo viaggio verso la Chiesa. Vediamo come evitare le trappole della confusione e dell’irrilevanza di tanto materiale disponibile in Internet, nell’articolo di Richard Barrett, pubblicato nel 2005 sulla rivista ortodossa antiochena The Word, e che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti.