Dopo le questioni sollevate nei giorni scorsi riguardo ai documenti di ecclesiologia riteniamo importante avere sott’occhio il testo sulla posizione ecclesiologica del Patriarcato di Mosca sul primato, approvato al Sinodo di Mosca lo scorso 26 dicembre. Lo presentiamo nella sezione “Confronti” dei documenti, nell’originale russo e nella nostra traduzione italiana.
In Russia, dal Capodanno (di calendario gregoriano) al lunedì dopo la festa del Natale (di calendario giuliano) tutto è fermo per le vacanze invernali. E' un po' come da noi ad agosto... è pure il momento buono per un attacco alla Chiesa russa, perché anche quelli che devono fornire le necessarie risposte si sono presi una pausa.
In questi giorni dell'inizio del 2014 abbiamo assistito a due attacchi portati avanti ad arte. Il primo è di carattere scandalistico: Un calendario commemorativo del 2014 con foto e citazioni di Stalin è stato pubblicato da una casa editrice di libri religiosi, Достоинство (Dignità), legata alle pubblicazioni patriarcali della Lavra della Trinità e di san Sergio. La comprensibile perplessità per un accostamento così inopportuno ha creato un putiferio mediatico, con un ampio spettro di accuse, che vanno da quella di servilismo della Chiesa ortodossa russa nei confronti dello stato (quello di Stalin o quello di Putin, non fa differenza, purché gli si dia contro), fino all'accusa di una Chiesa interessata solo a fare soldi.
Solo il 9 gennaio - con alcuni, provvidenziali giorni di ritardo utili per far fare allo scandalo il giro del mondo - i portavoce della Chiesa hanno potuto offrire qualche spiegazione. Il calendario, pensato per veterani di guerra e per storici, era stato finanziato da una fonte esterna alla casa editrice, e non per fini commerciali (costa la metà dei calendari religiosi abitualmente stampati dalla casa editrice). Di fatto il direttore della casa editrice ha compiuto un errore nel permetterne la pubblicazione, e per questo è stato licenziato appena le autorità ecclesiastiche hanno saputo dell'incidente, ma dopo che i calendari erano stati consegnati al committente. La VERA notizia è che il licenziamento del direttore colpevole ha avuto luogo a... luglio! Le critiche che arrivano ora, quando il calendario viene effettivamente distribuito, sono un tantino in ritardo per apparire autentiche, e la coincidenza con i giorni di pausa di gennaio è fin troppo ideale per non lasciare il sospetto che la reazione di indignazione sia stata abilmente manovrata.
La seconda bufera mediatica riguarda le critiche del metropolita Elpidoforo di Bursa al documento ecclesiologico prodotto dal Sinodo di Mosca il 26 dicembre 2013, riguardo al quale abbiamo presentato ieri una contro-critica di padre Andrew Phillips. Anche se le tempistiche di questo documento possono essere più consone con le modalità di una risposta immediata, ci colpisce il fatto che anche questo testo sia stato diffuso proprio nei giorni in cui la Chiesa russa non aveva modo di rispondere. Abbiamo avuto modo di sentire i nostri amici cattolici romani apprezzare il documento del metropolita Elpidoforo "per il suo contenuto teologico". Non ci stupisce. È una capitolazione al principio primaziale romano in chiave esteriormente ortodossa. Ai cattolici romani piace la teologia del documento, perché è la loro. Se avessimo avuto tempo per analizzare il documento con calma, avremmo potuto far notare che propone una tesi essenzialmente contraddittoria. Sostiene che il primato universale sia legato alla "persona" del patriarca di Costantinopoli, e non derivato dai canoni o dai dittici della Chiesa, che non fanno altro che manifestare il carattere necessario del primato personale. Eppure, allo stesso tempo dichiara che il primato universale era originariamente quello di Roma, e solo dopo lo scisma questo primato è passato a Costantinopoli. Eppure, se il primato universale è personale e non è dervato dalla conciliarità, perché gli ortodossi non dovrebbero tutti essere cattolici romani? Cosa succede quando l'integrità dottrinale e il primato personale sono in conflitto? Su quali basi i dittici manifestano il primato, se non per essere stati stabiliti in maniera conciliare? Per quale potere i canoni conferiscono o negano poteri di primato, se questo è in sé indipendente dalla conciliarità? Questi e altri interrogativi ci fanno capire che il testo del metropolita Elpidoforo fa acqua da diverse parti, ma nondimeno è riuscito a creare un'onda nel pubblico cattolico, e l'onda ha ormai ben poco a che fare con i principi dell'ecclesiologia. È sufficente intorbidare le acque parlando dei russi che mettono il "veto contro Francesco e Bartolomeo", come Sandro Magister dice (absit iniuria verbo) magistralmente nel suo blog del 9 gennaio, e la demonizzazione mediatica è servita.
Ovviamente, ci potranno anche far notare che esistono nel mondo le coincidenze temporali, e non tutto quel che fa male deve essere necessariamente stato diretto con un intento dannoso. Tuttavia, non ci facciamo illusioni che la Chiesa ortodossa russa non sia il bersaglio numero uno di un preciso piano di distruzione, e notiamo con attenzione il target degli attacchi. Lo scandalo del calendario serve a diminuire la fiducia nella Chiesa di tutti quelli (e non sono pochi) che hanno sofferto, nel mondo russo o all'estero, a causa dei regimi comunisti. Le martellate ecclesiologiche fanariote, tanto ben accolte nei circoli cattolici romani, sono un buon motivo per alimentare diffidenza per la Chiesa russa nel mondo cattolico (che potrebbe trovare invece a Mosca un sostegno insperato nella sua evangelizzazione). In questi giorni abbiamo assistito a una "manovra a tenaglia" che sfrutta i silenzi dal Patriarcato per alienare mediaticamente le simpatie degli anti-comunisti e dei cattolici romani dalla Chiesa ortodossa russa... non ci sembra una cosa da sottovalutare, nemmeno nelle feste di Natale.
Nei Giorni Santi del Natale del 2011, in un centro commerciale a Mosca, visitatori e clienti hanno avuto la sorpresa di essere spettatori di questo flash-mob preparato con cura, ma anche con estremo garbo e simpatia. Le modalità per testimoniare la fede in Cristo sono davvero molte, e non si vede perché un ambiente consumistico dovrebbe necessariamente esservi contrario.
Il 27 novembre scorso abbiamo partecipato alla realizzazione di un filmato sulle cucine popolari di Prekovce, nella zona collinare vicino a Gracanica. Qui una somministrazione di aiuti alimentari può segnare il confine tra la sopravvivenza e l'estinzione delle comunità di serbi ortodossi delle enclavi. Anche a questo contribuisce la nostra solidarietà, ogni volta che sosteniamo il monastero di Decani e l'Associazione Amici di Decani.
[Nota di redazione: Purtroppo, il video della nostra visita non è più disponibile in rete: tuttavia, su questa pagina potrete trovare le notizie essenziali di quest'iniziativa benefica].
10/01/2014
Un passo in più verso l'uniatismo al Patriarcato Ecumenico
Il recente articolo del metropolita Elpidophoros (Lambriniadis) di Bursa, Primus sine paribus ('Primo senza eguali'), postato in inglese sul sito ufficiale del Patriarcato di Costantinopoli (qui in pdf nell'originale greco), senza data (ma dalle note si deduce che è degli inizi di gennaio 2014), segna una nuova, preoccupante tappa dell’appiattimento dell’ecclesiologia fanariota, ormai pronta a sposare un papismo orientale pur di contrastare la visione ecclesiologica ortodossa espressa a Mosca, ricorrendo anche a formule di sapore ricattatorio. Padre Andrew Phillips, che non è uomo di mezzi termini in questioni così importanti, denuncia questo abuso in un articolo del blog del sito Orthodox England, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione "Figure dell'Ortodossia contemporanea" dei documenti.
Una delle più diffuse giustificazioni per evitare l’impegno di una vita cristiana è quella del “credente non praticante”. Il blog Mystagogy riporta alcune considerazioni a proposito, scritte dell’archimandrita Pavlos Papadopoulos sul sito greco Axortagos. Presentiamo la traduzione in italiano del testo di padre Pavlos nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
C'era una volta un prete che non voleva servire la Liturgia, perché era un freddo giorno d'inverno.
La temperatura era di 10 gradi sotto zero e il prete sapeva che l'unica persona che era in grado di venire alla funzione era il cantore. Il prete non aveva alcuna idea della dottrina della Chiesa sulla presenza della Chiesa trionfante e di come la Divina Liturgia sia a beneficio dei vivi e dei defunti. Con difficoltà si costrinse ad andare in chiesa. Sulla strada per la chiesa continuò a desiderare che il cantore non si presentasse: in tal modo egli non avrebbe dovuto servire e sarebbe tornato a casa. Tuttavia, il cantore arrivò.
Il sacerdote terminò in fretta la Proscomidia (l'officio di preparazione dei santi doni) e iniziò la Divina Liturgia. Poco dopo, arrivarono alcuni vescovi, sacerdoti, monaci e monache e alcuni laici. Per la maggior parte andarono a sistemarsi al coro e cominciarono a cantare così bene che il sacerdote si dimenticò di quanto freddo e solitario si sentiva prima. Tutto il suo corpo era caldo e tutto il suo essere era infuocato... Quando fece il piccolo ingresso notò che la chiesa era piena di gente - per la maggior parte, erano persone a lui familiari - ma non vi prestò molta attenzione e continuò con la Divina Liturgia.
Quando arrivò il momento della consacrazione dei santi doni vide tre vescovi, vestiti vivacemente e radianti, entrare nel santo altare. Si inginocchiarono e pregarono con lui. Il sacerdote poi si alzò molto attentamente con timore, prese il turibolo e disse ad alta voce,
'In particolare per la tuttasanta, purissima, più che benedetta, gloriosa Sovrana nostra Madre di Dio e semprevergine Maria...'.
L'anima del sacerdote fu sorpresa e colmata di gioia divina. Pace e quiete paradisiaca, esichia, dominavano la sua interiorità. Quando arrivò il momento dell'elevazione e divisione dell'agnello l'intera chiesa fu colma delle melodie più dolci. Tutta la moltitudine presente insieme ai monaci, sacerdoti e vescovi cantò non solo una volta, ma molte volte,
'Uno solo è il Santo, uno solo è il Signore: Gesù Cristo, nella gloria di Dio Padre. Amen'.
Poi cantarono l'inno della santa comunione,
'Gustate e vedete quanto è buono il Signore, Alleluia'.
Il sacerdote si stava chiedendo cosa fare. Doveva partecipare alla santa comunione per primo o farsi da parte davanti ai tre vescovi presenti? Proprio mentre stava pensando questo, uno dei vescovi annuì indicandogli di ricevere la santa comunione e poi di riporre il restante delle porzioni dell'Agnello nel calice. Dopo aver completato questo il sacerdote aprì poi le porte sante... e non vide nessuno nella Chiesa... si girò e guardò di nuovo nel santo altare, guardò a destra, guardò a sinistra: i vescovi erano scomparsi, ed egli rimase lì senza parole, stupito. Aprì lentamente la bocca e cantò la seguente petizione,
'Con timor di Dio e con fede, avvicinatevi...'
E il cantore si avvicinò lentamente a ricevere la Santa Comunione. Il prete era ancora stupito, ancora senza parole! Tutta la Chiesa trionfante era presente. Tutti i presenti in chiesa erano persone a lui familiari, erano persone dipartiti da questa vita e di cui di volta in volta commemorava i nomi nel corso di ogni Liturgia: 'è per questo che erano presenti, è per questo che tutti sembravano così familiari', pensò.
Per quanto riguarda i vescovi all'altare, erano i Tre Ierarchi: san Giovanni Crisostomo, san Basilio il Grande e san Gregorio il Teologo.
Gli sforzi di tanti anni di studio all'università, di tanta ricerca e di tante notti insonni trascorse a studiare non erano stati in grado di dargli nemmeno una goccia della dolcezza e della conoscenza divina che gli portò quella Divina Liturgia.
Appena tre giorni fa ritenevamo 283 visitatori in un giorno un record per il sito: anche la rete non cessa di stupirci, a quanto abbiamo visto alla mezzanotte di Natale.
Naturalmente, molti saranno capitati sul sito solo per gli aggiornamenti sugli orari delle funzioni, ma comunque è una prova di un interesse reale, e chissà che qualcuno, capitato qui per caso, non abbia un giorno voglia di tornarci per approfondire qualcosa sulla vita della Chiesa...
Grazie per la vostra visita, grazie se vorrete tornare a trovarci (fisicamente in chiesa, oppure su questo spazio virtuale). La vostra presenza nel sito è il più bel regalo di Natale che potevamo desiderare.
08/01/2014
Христос се Роди! Il Natale della Chiesa serba in Kossovo
Il post di Natale dell'Associazione Amici di Decani mette in risalto l'ambivalenza tra la serenità della festa al monastero di Decani e una triste recrudescenza di violenze nei confronti di due autobus di pellegrini. Per un momento ci si sente precipitare di nuovo verso i pogrom degli anni passati, e il ricordo è particolarmente doloroso proprio perché associato al Natale. Tuttavia anche questi recenti eventi non ci deprimono, perché il Natale è festa di gioia spirituale e di speranza, che niente al mondo (e certamente non l'ignoranza e il fanatismo) ci potrà mai togliere. Tuttavia, anche quando siamo allegri, è bene ricordarci di tenere alto il livello della nostra attenzione e della solidarietà verso i nostri fratelli che soffrono.
Salutiamo gli ortodossi serbi in Kossovo e Metohija e in tutto il mondo con questo simpatico e geniale adattamento della popolare canzone inglese "The Twelve Days of Christmas", augurando a tutti di passare i dodici Giorni Santi della festa di Natale con gioia e con certezza che non faremo mancare la nostra solidarietà. Срећан Божић! Buon Natale!
La festa ortodossa del Natale comprende anche la vicenda dei Magi, a cui il metropolita Hierotheos di Nafpaktos dedica un’omelia piena di spunti interessanti. La traduciamo nella sezione “Santi” dei documenti, perché riconosciamo i Magi dei Vangeli come santi della Chiesa, a differenza dei maghi moderni, non tanto per una differenza di loro interessi e occupazioni, quanto per una differenza radicale di orientamento e valori della vita.
Alla sessione del Santo Sinodo del 25 dicembre, sono state accettate le dimissioni presentate dal metropolita Filaret (Vakhromeev) di Minsk e Slutsk, per il raggiungimento del settantacinquesimo anno d'età.
Il Metropolita Filaret, per 35 anni a capo dell'Esarcato della Chiesa ortodossa in Belarus', è stato insignito del titolo di Esarca onorario e di un diritto permanente di presenza al Santo Sinodo. Alla sede di Minsk gli succede il metropolita Pavel (Ponomarjov), che ha guidato in questi anni la sede di Rjazan e Mikhajlovsk, e ha esperienza di lavoro episcopale all'estero negli USA, in Canada e in Austria.
Oggi presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti la versione russa (da pravoslavie.ru) e la nostra traduzione italiana di una storia contemporanea dalla Bulgaria. Simona Georgieva racconta la vita di padre Stojan, un prete che impiega tutte le sue energie nell’aiuto ai più poveri, e delle persone che si sono convertite grazie alla sua bontà e al suo impegno. Tra queste persone vi sono anche alcuni musulmani, tra cui Erkhan, che oggi serve come diacono nell’eparchia di Varna.
05/01/2014
PASTORALA LA NAȘTEREA DOMNULUI a Preafericitului Patriarh al Moscovei şi al întregii Rusii Chiril
Pastorala la Nașterea Domnului a Preafericitului Patriarh al Moscovei şi al întregii Rusii Chiril către arhipăstorii, păstorii, monahii, monahiile și toți copiii credincioși ai Bisericii Ortodoxe Ruse.
Iubiți întru Domnul Preasfințiți arhipăstori, cinstiți preoți și diaconi, iubitorii de Dumnezeu monahi și monahii, dragi frați și surori!
Astăzi bisericile noastre sunt pline de oameni, care au venit să proslăvească pe Pruncul Cel Nou-născut – Hristos Mântuitorul și Preacinstita Maica Sa – Fecioara Maria.
Nașterea lui Hristos este evenimentul central din istoria omenirii. Omul întotdeauna s-a aflat în căutarea lui Dumnezeu: însă în toată plinătatea Sa Dumnezeu S-a descoperit pe Sine omenirii doar în întruparea Fiului Său Unul Născut. Cu venirea Fiului lui Dumnezeu și a Fiului omului lumea a cunoscut că Dumnezeu este Dragoste, dar nu numai Puterea Supremă, Dumnezeu este Milă, și nu doar Plătitorul Cel drept, Dumnezeu este izvorul vieții și al bucuriei, și nu doar Judecătorul Cel Groaznic; Dumnezeu este Sfânta Treime, a Cărei lege internă este de asemenea dragostea – dar nu solitarul Stăpân al lumii.
Astăzi noi sărbătorim un eveniment care a schimbat radical tot mersul istoriei umane. Dumnezeu intră în profunzimile vieții omului, devine unul dintre noi, ia asupra Sa toată greutatea păcatelor noastre, a neputințelor și a slăbiciunilor omenești și le aduce pe Golgota, pentru a-i elibera pe oameni de sarcina insuportabilă. Dumnezeu de acum nu se mai află undeva în cerurile invincibile, dar aici, cu noi, printre noi. De fiecare dată, în timpul oficierii Dumnezeieștii liturghii, se pronunță cuvintele „Hristos în mijlocul nostru!” – și răspunsul „Este, și va fi!”, este o vie mărturie a prezenței lui Dumnezeu Însuși Cel Întrupat, a lui Hristos Mântuitorul printre credincioșii Săi. Împărtășindu-ne în mod regulat cu Sfântul Lui Sânge și Trup, depunând eforturi pentru îndeplinirea poruncilor Sale, noi intrăm într-o comunicare reală cu El, cu Mântuitorul nostru, și obținem iertarea păcatelor.
Ucenicii Lui care cred în Hristos și Îi sunt credincioși, sunt chemați să fie martorii Împărăției lui Dumnezeu, arătată în Hristos încă de pe vremea vieții Lui pe pământ. Ni s-a încredințat o mare onoare – a proceda în această lume anume astfel, cum a procedat Învățătorul și Dumnezeul nostru, cu puterea lui Hristos să fim neclintiți în lupta cu păcatul și răul, să nu slăbim în lucrarea sârguincioasă a faptelor bune, să nu deznădăjduim în efortul cotidian de schimbare a firii noastre păcătoase într-un om nou, cu har.
Hristos Mântuitorul a stabilit un criteriu de neclintit, absolut, al adevăratei atitudini față de Dumnezeu – aproapele nostru. Luând asupra noastră neputințele altora, împărtășindu-le durerea și scârbirea, compătimind-i pe cei nefericiți și în lipsuri, așa împlinim legea lui Hristos (Gal. 6:2) și ne asemuim Mântuitorului Care a luat asupra-Și durerile noastre și cu suferințele noastre S-a împovărat (Is. 53:4).
Este imposibil să uităm de alții în această zi plină de bucurie și purtătoare de lumină a Nașterii lui Hristos, când toată firea cu mirare vine să se închine la ieslele Pruncului Dumnezeiesc. Acel mare har, pe care azi îl căpătăm în bisericile noastre, trebuie să se reverse asupra celor, care se află în afara hotarelor Bisericii și își duc viața conform stihiilor lumii acesteia, și nu după Hristos (Col. 2:8). Dar dacă noi cu toții nu le vom merge în întâmpinare – această Bună Vestire poată să nu ajungă la ei; dacă nu ne vom deschide inimile, ca să ne împărtășim bucuria care ne cuprinde – ea ar putea să nu se atingă niciodată de cei care nu o au, dar care sunt gata să o primească.
Prin întruparea Fiului lui Dumnezeu firea omenească este ridicată la o înălțime nemaiîntâlnită. Fiecare dintre noi este nu doar creat după „chipul și asemănarea lui Dumnezeu”, dar prin Hristos mai este și înfiat de Dumnezeu: suntem „împreună cetățeni cu sfinții și casnici ai lui Dumnezeu” (Ef. 2:19). Despre această apropiere și cutezanță a noastră către Dumnezeu vorbește și rugăciunea Domnului, în care ne adresăm Creatorului ca unui Tată Ceresc.
Orice viață omenească este de neprețuit: doar pentru ea s-a plătit cu Întruparea, Viața, Moartea și Învierea Fiului lui Dumnezeu Unul Născut. Toate acestea ne îndeamnă și mai mult să avem o atitudine atentă și de pietate față de orice persoană, indiferent de faptul cât de mult diferă de noi. Conform opiniei sfântului ierarh al Moscovei Filaret (Drozdov), „dragostea este participarea vie și activă în crearea bunăstării altei persoane”. La această dragoste exprimată prin fapte aș vrea să vă chem pe toți în aceste zile pline de bucurie ale Nașterii lui Hristos: conform spuselor apostolului Pavel, în iubire frățească unii pe alții să ne iubim; în cinste unii altora să ne dăm întâietate, facerea de bine și întrajutorarea să nu le dăm uitării, căci astfel de jertfe sunt bine plăcute lui Dumnezeu! (Rom. 12:10-11, Evr. 13:16).
Vă felicit cordial cu ocazia marii sărbători a Nașterii lui Hristos. Dumnezeul dragostei și al păcii (2 Cor. 13:11) să dăruiască poporului nostru și fiecăruia dintre noi pace și bunăstare în Noul An.