Nel corso dei festeggiamenti della Settimana Luminosa, le grandi mangiate (e bevute…) rischiano di farci dimenticare il senso stesso dei cibi pasquali. Riscopriamolo leggendo un breve testo sul simbolismo dei cibi di Pasqua, che presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
07/05/2013
Come costruire una chiesa ortodossa nel proprio giardino
Nella sezione “figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti, presentiamo un sacerdote convertito all’Ortodossia dall’anglicanesimo, padre Stephen Weston, di Sutton, nel Norfolk. In assenza di chiese ortodosse di lingua inglese nel circondario, invece di perdersi d’animo, padre Stephen ha costruito una chiesa semplice e decorosa nel proprio giardino. Dal testo italiano e dal testo russo (preso dal sito Pravmir), corredati da diverse fotografie, forse riusciamo a farci un’idea dell’inventiva necessaria a portare anche i gruppi più piccoli e isolati di cristiani ortodossi in contatto con un loro luogo di culto.
Anche in occasione della Pasqua di quest'anno, al mattino del Sabato Santo, si è ripetuto il miracolo del Fuoco Santo a Gerusalemme. Le candele del patriarca Kirill, alla Veglia della notte di Pasqua, erano accese da questo stesso fuoco, portato da Gerusalemme a Mosca in poche ore.
Il Fuoco Santo è un miracolo che si ripete ogni anno al Santo Sepolcro: ben noto e rispettato nel mondo ortodosso, è pressoché ignoto tra i cristiani d'Occidente, e spesso, a una prima conoscenza, è scartato con le razionalizzazioni più superficiali.
Per chi vuole approfondire il fenomeno del Fuoco Santo, consigliamo vivamente la lettura del libro La Santa Luce, di Charis K. Skarlakidis, disponibile anche in versione italiana.
Diverse parti di questo libro si possono leggere on-line, oltre che in italiano, anche in greco, inglese, russo, spagnolo, tedesco, romeno e serbo, a partire da questa pagina.
Abbiamo appena ricevuto le foto dell'officio della sepoltura del Signore (il Mattutino del Sabato Santo, abitualmente celebrato nelle parrocchie alla sera del venerdì), che abbiamo caricato in una nuova galleria delle nostre fotografie. Ringraziamo di cuore Ovidiu per avere fissato nelle immagini questo momento.
Cercheremo di rendere disponibili quanto prima sul sito le foto della notte di Pasqua e di altre funzioni recenti. Chi ha accesso al social network Odnoklassniki (http://www.odnoklassniki.ru/) può trovare numerose foto aggiornate nel gruppo dedicato alla nostra chiesa, intitolato PARROCCHIA ORTODOSSA RUSSA "SAN MASSIMO" DI TORINO.
La rivista Foma, specializzata a presentare la fede a chi ha dei dubbi (Foma è il nome russo di “Tommaso”, con riferimento all’apostolo a cui ciascuno di noi assomiglia con i dubbi nel proprio cuore…) intervista sua Santità il Patriarca Kirill su una serie di temi che ci coinvolgono in questi giorni: la gioia della Pasqua, il bisogno della vita della Chiesa, il valore delle buone azioni rispetto alla fede, gli esempi dei sacerdoti indegni, il tempo per un impegno spirituale, le pubblicazioni scandalistiche sulla Chiesa, la disonestà attorno a noi e in noi: il patriarca si sofferma su ognuno di questi temi con risposte interessanti, e ci invita a trarre il meglio dalla nostra esperienza della Pasqua. L’intervista, che presentiamo nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti, in russo, in romeno e nella nostra traduzione italiana, è corredata da una serie di foto di una delle attività che il patriarca Kirill suggerisce anche a noi nel periodo pasquale: andare a trovare le persone meno fortunate negli ospedali, negli orfanotrofi, nei ricoveri, nelle prigioni e in ogni luogo dove la condivisione di un momento di gioia pasquale è tanto attesa.
04/05/2013
Messaggio pasquale del Patriarca Kirill agli arcipastori, pastori, diaconi, monaci e a tutti i fedeli della Chiesa Ortodossa Russa
Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e tutta la Rus’, indirizza agli arcipastori, pastori, diaconi, monaci e a tutti i fedeli della Chiesa Ortodossa Russa il tradizionale messaggio di Pasqua.
Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! (1 Cor 15:57)
Beneamati nel Signore, sacratissimi arcipastori, venerabili presbiteri e diaconi, monaci e monache amati da Dio, cari fratelli e sorelle!
In questo grande e radioso giorno porgo di cuore le mie felicitazioni a tutti voi per il giorno della Pasqua del Signore, e saluto ciascuno di voi con le antiche e sante parole:
CRISTO È RISORTO!
Queste parole con cui gli uomini nel corso dei secoli si salutano nel luminoso giorno di Pasqua e che testimoniano al mondo la verità dell’evento che ha avuto luogo duemila anni fa, poiché contengono un'enorme forza interiore. Esse sono l’annuncio della vittoria, e la chiamata alla gioia, e il desiderio di pace e di speranza e di conforto per ogni persona.
Colui che è nato dalla purissima Vergine Maria, che ha gravemente e ingiustamente sofferto, è stato crocifisso ed è morto sulla croce in mezzo a due ladri, che primo tra tutti gli uomini è risorto dai morti. "È risorto, come aveva detto" (Matteo 28:6). La tomba è vuota. È rimasta solo la sindone, in cui è stato avvolto il suo corpo. Le donne mirofore, giunte al luogo della sepoltura del Signore "di buon mattino... al sorgere del sole" (Marco 16:2), non vi hanno trovato Gesù, né la pietra che chiudeva l'entrata della caverna, né la guardia che la custodiva, nemmeno la morte stessa ha potuto confrontarsi con la grande potenza del Dio vivente. "L'inferno ha dilatato le sue fauci, ha spalancato oltre misura la sua bocca" (Isaia 5:14), l'inferno giubilante si preparava a divorare il suo più potente nemico, ma invece si è bloccato in preda al terrore, sotto i raggi della luce divina. Cristo ha annientato la corruzione e ha distrutto la morte.
Attraverso il primo uomo che ha disobbedito al Creatore ed è caduto, allontanandosi dalla fonte della vita eterna nel mondo è entrato il male e il peccato ha iniziato a regnare tra la gente. Ma Cristo "il nuovo Adamo" (1 Cor 15,45) ha vinto la morte spirituale, mentale e fisica. "Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita" - testimonia l'apostolo Paolo (1 Cor 15,22). Tutto ciò che abbiamo perduto nel primo Adamo, lo riceviamo di nuovo in Cristo. La Pasqua del Signore è veramente il più grande dono dell’economia di Dio (san Teodoro Studita).
Superata l'alienazione dell'uomo dal Creatore, il Salvatore ci ha dato la possibilità di unirci a lui. Secondo san Giovanni Damasceno, per mezzo della Croce di Cristo "abbiamo ricevuto in dono la risurrezione <...> si sono aperte le porte del cielo, la nostra natura si è seduta alla destra di Dio, e siamo divenuti figli ed eredi di Dio" (Esatta esposizione della fede ortodossa. Vol 4). Tutti noi siamo chiamati a divenire degni di questo dono.
Il Figlio di Dio, assumendo la nostra natura, è divenuto simile a noi in tutto fuorché nel peccato. Per mezzo della sua vita terrena e della sofferenza sulla croce Egli ha mostrato il più grande esempio di umiltà e di obbedienza al Padre celeste, di lotta contro le tentazioni e seduzioni, e per mezzo della sua risurrezione ha rotto le catene del peccato e ci ha dato la forza e i mezzi per vincere il male. In questa lotta l’uomo cresce spiritualmente e diventa persona moralmente libera.
Viviamo in un tempo in cui la libertà è spesso interpretata come permissivismo. Molti credono sinceramente che solo il potere e la ricchezza, la salute e la forza fisica possano portare la liberazione, e combattendo al servizio degli idoli di questo mondo, spesso perdono la cosa più importante, il vero scopo della vita. Il Salvatore risorto dalla tomba, dandoci la libertà, ha aperto questo scopo, che consiste nella conoscenza della Verità (cfr Gv. 8,32) e nella vita con Dio.
Annientata la morte corporea, Cristo ha promesso la vita eterna, ma non come una continuazione infinita di cammini terreni, bensì come trasformazione dell'essere umano, quando il corpo stesso assume nuove capacità. Nella risurrezione del Signore appare in modo misterioso il prototipo della nostra futura risurrezione. Nel futuro regno dei cieli, dove non ci sarà nessuna morte, nessuna malattia, nessuna separazione, nemmeno il tempo, "Dio asciugherà ogni lacrima dagli occhi" (Ap 21,4), e la gioia sarà infinita, e l'amore eterno. La vittoria del Signore sulla morte dà a tutti noi una speranza incrollabile che anche noi seguendolo nella sua gloriosa seconda venuta risorgeremo a nuova vita - una vita in costante comunione con Dio.
Condividiamo la gioia della risurrezione del nostro Salvatore con tutti coloro che hanno bisogno di attenzione e cura: malati, anziani, sofferenti, scoraggiati, carcerati, privi di mezzi e persone senza fissa dimora. E come i santi apostoli, testimoni della risurrezione, con fede e coraggio proclamiamo lontano e vicino la buona notizia che Cristo è veramente risorto! Amen.
Mosca
Pasqua 2013
04/05/2013
Messaggio di Pasqua del Vescovo Nestor di Chersoneso, amministratore delle parrocchie della Chiesa Ortodossa Russa in Italia
Le mie felicitazioni a tutti voi, miei cari, per la festa più luminosa e gioiosa dell'anno ecclesiastico. Prima di tutto, gioiosa - anzi, probabilmente, la più potente sensazione di essere nella notte santa e salvifica della risurrezione di Cristo: è una sensazione di gioia e di festa. È la stessa sensazione di cui il Salvatore ha parlato nel suo discorso d'addio ai discepoli:
"...ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia." (Gv 16, 22)
O gioia della Pasqua senza fine e senza confini, senza alcun paragone!
È questa gioia che fa battere il nostro cuore più velocemente, che ci fa aprire gli occhi al mondo intorno a noi, che ci dà un assaggio di ciò che scrive il santo apostolo ed evangelista Giovanni il Teologo - che Cristo, il Salvatore ci ha dato il potere di diventare figli di Dio (Giovanni 1, 12), in modo che tutti noi diveniamo veramente fratelli e sorelle gli uni agli altri, tutti figli di un amorevole Padre celeste.
Questa gioia cambia il nostro modo di pensare, permea di sé la funzione di Pasqua e vi introduce un suo sistema, un suo ritmo, ricolmandola - dalla propria abbondanza - di applausi vittoriosi festanti:
O Pasqua soave, Pasqua del Signore, Pasqua! O Pasqua!
Che questa gioia possa entrare in ogni casa e in ogni famiglia.
Che essa illumini vividamente il destino di ogni persona, che sostenga tutti sulla via della vita.
Con tutto il mio cuore desidero condividere la gioia della Pasqua con tutti voi, miei cari, chierici e laici della Chiesa Ortodossa Russa in Italia, e congratularmi con ognuno di voi per la Pasqua del Signore e di nuovo rivolgervi queste parole sempre vive:
Cristo è risorto! Veramente è risorto!
Nestor, vescovo di Chersoneso
Pasqua, 2013
04/05/2013
Messaggio pasquale del Metropolita Vladimir di Chișinău e di tutta la Moldova - 2013
Dopo che abbiamo attraversato il percorso benedetto della Santa e Grande Quaresima, è giunto il momento di glorificare in questa notte la santa Risurrezione dai morti del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, che per noi tutti è risorto, "calpestando la morte con la morte, e a chi giace nelle tombe elargendo la vita."
"Festa delle feste e solennità delle solennità" è questo giorno, che davvero ha fatto il Signore, e si addice che in questo giorno ci rallegriamo ed esultiamo. Così la Santa Chiesa ci esorta a partecipare e vivere il miracolo della Risurrezione del Signore come un fatto realmente accaduto duemila anni fa, ma la verità di questo fatto è per noi un fondamento di fede costante e una fonte di gioia spirituale.
Vi accolgo anche quest' quest'anno, devoti cristiani, con gioia, pace e speranza di risurrezione, "sapendo che Colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi" (II Corinzi 4:14) "per una speranza viva, per eredità incorruttibile, senza macchia e invisibile" (I Pietro 1,3-4).
Cari fedeli,
La grande e immortale notizia della risurrezione è stata vissuta per prima dalle donne mirofore giunte la mattina presto al sepolcro per ungere Gesù (Marco 16,1). Ma gli angeli che custodivano il sepolcro hanno annunciato loro la gioia della risurrezione incoraggiando i loro cuori pieni di paura, ma anche di amore, dicendo loro: "Non abbiate paura, ma ... piuttosto di andare a dire ai suoi discepoli che egli è risorto dai morti, ed ecco vi precede in Galilea: là lo vedrete "(Matteo 28,5-7).
Dal giorno della risurrezione del Salvatore, la paura, la tristezza e la disperazione sono rimaste lontane nel passato. Dalla bocca di Gesù, ora risuona con forza una parola, indirizzata alle mirofore e contemporaneamente a tutti i credenti: "Gioite".
Gioite per voi e per i vostri figli, perché siete stati liberati dai legami del peccato e dalla menzogna della morte. Si è compiuto ciò che lo Spirito Santo ha ispirato ai vecchi profeti: "Egli eliminerà la morte per sempre" (Isaia 25,8), "Dov'è, morte, il tuo pungiglione? Dov'è, inferno, la tua vittoria?"(I Corinzi 15,55).
Devoti cristiani,
Testimoniare la Risurrezione di Cristo, significa non solo avere nell'anima la sua icona viva e luminosa, ma sforzarsi di decifrare la stessa icona nel nostro prossimo. Significa prendersi cura non solo del nostro bene e felicità, ma nella stessa misura del bene e la felicità di tutti i nostri vicini. Sentiamo e viviamo la presenza del Salvatore Risorto soprattutto in loro.
Con la sua risurrezione, Egli estende su tutti noi la sua sollecitudine e bontà, la sua pace e il suo amore e la sua sconfinata misericordia. "In Lui viviamo, ci muoviamo e siamo". (Atti 17:28). Avvolti da queste virtù, dobbiamo svilupparle in tutta la nostra vita spirituale rimanendo in una perfetta relazione con Cristo il Salvatore risorto, presente per sempre nella Chiesa.
Perciò vi esorto tutti: arcipastori e sacerdoti-ministri, monaci e monache, anziani e giovani, soldati e governanti, a rimanere in questo momento della Resurrezione, ma anche in tutti i giorni della nostra vita assieme a Cristo, nostro Signore, e alla sua Chiesa di retta fede, offrendo preghiere costanti e opere cristiane per tutto il popolo, e per tutti.
Impartendovi la nostra benedizione ierarchica in questa luminosa notte pasquale, auguro a tutti voi di celebrare in pace e abbondanza, nella tranquillità e con una santa gioia "la Pasqua salvifica di Dio" dichiarando insieme a tutti che:
Veramente è Risorto Cristo il Signore!
Per la misericordia di Cristo risorto,
+ VLADIMIR,
Metropolita di Chișinău e di tutta la Moldova
Pasqua
anno della salvezza 2013
Chișinău
03/05/2013
Visioni per il futuro della Chiesa ortodossa in Europa
“Laddove non c’è visione, i popoli periscono” (Proverbi 29:18, KJV): i popoli ortodossi non sono un’eccezione a questa regola generale, e il loro bisogno di una visione profetica è tanto grande come quello di qualsiasi altro. In generale, chi conosce bene il proprio passato sa anche prevedere meglio il proprio futuro, e i cristiani ortodossi, che valutano con molto rispetto la tradizione ricevuta dai secoli passati, hanno qualche elemento in più per una visione del proprio futuro.
Partendo dalla visione delle nuove Metropolie nel mondo occidentale, delineata dai patriarchi Alessio II e Kirill nell’ultimo decennio, l’arciprete Andrew Phillips cerca di vedere come questo sogno si può realizzare attraverso un piano pastorale di buon senso e di alti ideali. Prendendo la possibile diocesi locale delle Isole britanniche e in particolare la zona dell’Inghilterra orientale come “casi di studio” di un modello sociologico, padre Andrew ci guida in un quadro di sviluppo molto preciso. Forse in Italia questo studio può sembrare strano, ma abbiamo solo da applicarlo al quadro della futura diocesi italiana (già in programma da alcuni anni nelle linee di sviluppo del Patriarcato di Mosca), e magari alle stesse regioni in cui abitiamo. I risultati ci riserveranno molte sorprese interessanti. Oltre all’articolo sulla visione del futuro della Chiesa ortodossa russa, che possiamo trovare nella sezione “Pastorale” dei documenti, presentiamo pure nella sezione “Geopolitica ortodossa” un altro articolo sui contributi dei popoli dell’Europa occidentale all’Ortodossia.
02/05/2013
Arcivescovo Mark (Golovkov): i compiti di un vescovo
Una recente intervista all’Arcivescovo Mark di Egor'evsk, sui compiti del vescovo, di Anton Leont’ev, del portale Pravoslavie.Ru, è apparsa anche sul sito ufficiale del Patriarcato di Mosca. L’intervista è stata sollecitata dalla creazione di numerose nuove diocesi nella Chiesa ortodossa russa, e tocca diversi temi interessanti: il paragone tra la figura del vescovo nel periodo sovietico e quella attuale, il pericolo di considerare i vescovi come burocrati, il rapporto tra vescovi e preti, i nuovi ruoli dei vescovi vicari e le risposte dei vescovi alle richieste dei fedeli. Presentiamo il testo originale russo e la nostra traduzione italiana dell’intervista a Vladyka Mark nella sezione “Pastorale” dei documenti.
Diverse parrocchie ortodosse in Occidente sembrano tormentate da un conflitto riguardo alle preghiere private (sacerdotali) della Liturgia: queste preghiere vanno recitate in segreto o a voce alta? I sostenitori delle preghiere recitate in segreto fanno notare che questa è la pratica ricevuta da secoli di tradizione ortodossa, e chi opta per le preghiere recitate a voce alta ricorda che questa pratica è ancora più anticamente attestata. Se dobbiamo esprimere una nostra preferenza personale, optiamo per le preghiere in segreto: nella nostra esperienza della Chiesa ortodossa oggi, l’ultima cosa che vogliamo augurare al culto ortodosso è un aumento del protagonismo dei suoi preti. Sentiamo comunque una valutazione dello ieromonaco Petru (Pruteanu) su questo tema, trattata con la precisione e l’equilibrio che caratterizzano i suoi studi storico-liturgici. Il saggio di padre Petru, nell’originale romeno e nella nostra traduzione italiana, è nella sezione “Preghiera” dei documenti.
01/05/2013
Verbale numero 130 della sessione del Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Russa, del 25-26 dicembre 2012
1. Approvare il "Servizio abbreviato dell'Olio Santo" per l'uso nei casi in cui è necessario amministrare ai malati gravi che si trovano in regime di ricovero il Mistero dell'Unzione degli Infermi.
2. Pubblicare tale "Servizio" nei media ufficiali della Chiesa, e autorizzare le Edizioni del Patriarcato di Mosca a includerlo nelle collezioni liturgiche e distribuirlo per l'uso nelle diocesi.
3. Ricordare ai vescovi e ai preti la necessità di chiarire il significato del Mistero dell'Unzione pubblica degli infermi, soprattutto nei giorni di Quaresima, fatta nei monasteri e nelle parrocchie con un grande raduno di fedeli, e attirare l'attenzione di questi ultimi sul fatto che, in assenza di comparsa o peggioramento di malattie e lesioni gravi, la partecipazione a questo Mistero più di una volta l'anno, ne indica una comprensione errata.
30/04/2013
L'Ortodossia russa in America - un tempo di opportunità
La riconciliazione tra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa russa all’Estero nel 2007 ha riconfigurato la condizione dell’Ortodossia russa in molti paesi. Forse nessuno di questi parsi è più significativo degli USA, dove si trova lo storico centro di Jordanville, che tanto ha significato nel corso del XX secolo per studi teologici, vita monastica e guida spirituale. Facciamo un salto all’interno di questo centro con la traduzione italiana di un recente articolo, che presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti.
30/04/2013
Sua Santità Kirill, patriarca di Mosca e tutta la Rus', invia auguri al vescovo Nestor nel 15° anniversario dell'ordinazione al sacerdozio
Il 24 aprile 2013, nel 15° anniversario dell'ordinazione al sacerdozio del Vescovo Nestor, Sua Santità Kirill, patriarca di Mosca e tutta la Rus', ha inviato un messaggio di congratulazioni al rettore della diocesi di Chersoneso:
A sua Grazia Nestor,
vescovo di Chersoneso
Vostra Grazia!
La prego di accettare sentite congratulazioni in occasione del 15° anniversario della vostra ordinazione al sacerdozio, insieme agli auguri di forza, coraggio e grande misericordia del nostro Signore Gesù Cristo.
Il buon inizio del suo cammino pastorale, si è realizzato nella grande cella di san Sergio, abate della terra russa, dove ha ricevuto la formazione teologica, ha preso i voti monastici ed è stato annoverato fra il clero della chiesa. Per la saggia volontà del Creatore è stato destinato a continuare le fatiche sacerdotali in Francia. Adempiemdo la prima obbedienza nella chiesa di Cristo Salvatore a Asnières, e poi nella chiesa cattedrale dei Tre Ierarchi a Parigi, ha otttenuto preziosa esperienza nella cura pastorale e nell'ordinamento della vita parrocchiale.
Il Signore, visto il suo zelo, l'ha posto come successore degli apostoli. Ora, divenuto vescovo della diocesi di Chersoneso, ha compiuto un grande sforzo per la moltiplicazione del patrimonio spirituale della Chiesa ortodossa in Europa occidentale, e guida il suo gregge alla sana dottrina di Cristo (cfr. Tit. 1, 9), in modo che esso possa essere salvato e arrivare alla conoscenza della verità (1 Tim. 2, 4).
Per la supplice intercessione della santissima Padre di Dio vi sostenga il Sovrano del mondo per rimanere in buona salute per molti anni e riversi il suo inesauribile aiuto sulle sue opere arcipastorali per il bene della Madre Chiesa.
Il metropolita Ilarion (Alfeev), nel numero di settembre 2011 della Rivista del Patriarcato di Mosca (Журнал Московской Патриархии) affronta il problema dell’uso di uno o più calici eucaristici alle Liturgie in cui concelebrano molti chierici e si comunicano molti fedeli. Questo problema non si pone abitualmente nella maggior parte delle nostre chiese in Italia, ma siccome ci auguriamo la crescita delle nostre comunità, non è male essere preparati anche a gestire la compresenza di più calici eucaristici secondo le soluzioni proposte dal metropolita Ilarion, che sono ben documentate storicamente, attente al rispetto della tradizione e della pratica, e di notevole buon senso.