Traduciamo un recente post dal blog di padre John Whiteford, riguardo a un problema molto sentito, soprattutto da parte di altri cristiani che vorrebbero sviluppare relazioni fraterne con i cristiani ortodossi: Perché la Chiesa ortodossa pratica la "comunione chiusa"? Ovvero, perché ai cristiani non ortodossi non è permesso di ricevere la comunione nella Chiesa ortodossa, e viceversa? Questo problema non è solo teologico, ma tocca il cuore delle buone relazioni tra i cristiani, e pertanto merita una riflessione attenta e pacata. Presentiamo la risposta di padre John Whiteford nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
Uno dei membri dell’episcopato della Chiesa autocefala di Cipro, il metropolita Atanasio di Limassol, ci parla del fenomeno dell’educazione dei giovani, e della ragione principale per cui lo sforzo educativo generale fallisce: la mancanza dell’insegnamento dell’unico legame necessario, l’amore per Cristo. Presentiamo le parole del metropolita Atanasio nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
San Nicola (Velimirović), vescovo di Ohrid e Žiča (1881-1956), canonizzato nel 2003, è una delle più influenti figure della Chiesa Ortodossa serba del XX secolo. Scrittore di teologia e brillante oratore, fu definito "il nuovo Crisostomo".
Dalla sua estesa produzione letteraria, poetica e omiletica, presentiamo nella sezione “Preghiera” dei documenti il testo in russo, in romeno e in italiano della sua celebre Preghiera per i nemici, che dà un senso all’amore cristiano per i nemici sottolineando come questi siano i migliori amici della nostra salvezza.
21/06/2013
Christine Mangala Frost: lo yoga e la fede cristiana
I rischi delle commistioni tra il cristianesimo e le pratiche religiose di origine diversa, come lo yoga, sono sempre meglio descritti da chi ha una estesa conoscenza di tali pratiche nel contesto religioso originario, e un’altrettanto seria conoscenza dei fondamenti della fede cristiana. La dottoressa Christine Mangala, una studiosa inglese di origine brahmina, esposta fin dall’infanzia alla pratica dello yoga nelle sue forme indù meno occidentalizzate, e al tempo stesso cristiana ortodossa fermamente convinta, è in grado di analizzare con attenzione gli aspetti contraddittori, neutrali oppure conciliabili con più o meno fatica nell’incontro tra i due mondi. Come sempre, la realtà è più complessa di quanto molti vorrebbero credere nelle loro generalizzazioni: ascoltiamo le considerazioni di Christine Mangala nella sezione “Confronti” dei documenti.
20/06/2013
Il metropolita Ilarion (Alfeev) sui sacramenti degli scismatici
In un’intervista datata (del 2010) ma che non ha perso la sua attualità, il metropolita Ilarion (Alfeev) risponde su alcuni temi ecclesiologici importanti, tra i quali le difficili relazioni con gli uniati, i risvolti pastorali delle relazioni ecumeniche in Europa occidentale, ma soprattutto il tema degli scismatici e del riconoscimento dei loro 'sacramenti'. Rileggiamo le considerazioni di Vladyka Ilarion (che non sono poi altro che la posizione della Chiesa Ortodossa Russa) nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti.
Il 16 giugno ci ha lasciati un grande padre spirituale ortodosso della Romania: l'archimandrita Iustin Pârvu del monastero di Petru Voda. Nel giorno del suo funerale, presentiamo un breve cenno biografico di padre Iustin in romeno e in traduzione italiana nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.
Una storia di immigrazione diventa anche una storia di conversione: un afghano che arriva in Grecia per scappare alla guerra e alle violenze del suo paese, arriva per cercare un paradiso economico... e vi trova anche un paradiso spirituale, giungendo a confessare la Fede ortodossa a Monte Athos per la guida di una chiamata interiore. Ripercorriamo la storia di Ahmed (nel battesimo, Alessandro) in una recente storia con fotocronaca, che presentiamo nella sezione "Figure dell'Ortodossia contemporanea" dei documenti.
Oggi parliamo di due casi insoliti di convertiti occidentali (per la precisione, inglesi), che non solo presero sul serio la loro fede ortodossa, ma arrivarono anche a dare la vita per questa fede: Nicholas Johnson (ucciso dai bolscevichi a Perm nel 1918) e Henry Abbott (ucciso dai turchi a Salonicco nel 1876). Presentiamo i dati della loro vita, scritti da padre Andrew Phillips, in russo e in traduzione italiana, nella sezione “Santi” dei documenti.
Helena Drysdale, una scrittrice e giornalista inglese nota per resoconti scritti e televisivi di viaggi in molte parti del mondo, è la bisnipote dell’autore di quella che fu forse, nel XIX secolo, la prima guida turistica della Grecia scritta per gli occidentali. Non si è pertanto tirata indietro dal compito di analizzare lo status odierno del Patriarcato di Costantinopoli, analizzando soprattutto la notizia più controversa del momento: la riapertura del seminario di Halki, per il quale il patriarca Bartolomeo I ha tanto lottato, e il significato di quest'evento per il futuro del Patriarcato Ecumenico e per i mai facili rapporti tra greci e turchi. Presentiamo l’articolo su Halki nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Abbiamo già parlato del problema del cosiddetto “battesimo correttivo” nell’esperienza dello ieromonaco Seraphim (Rose): qui potete vedere l’articolo in questione.
Pochi giorni fa, nel blog del nostro confratello padre John Whiteford, è apparsa una domanda che riflette le condizioni di molti convertiti all’Ortodossia: molti, purtroppo, sono spinti a dubitare della loro appartenenza alla Chiesa da una lettura superficiale e unilaterale dei canoni. (Chi ha letto Three men in a boat di Jerome K. Jerome ricorderà come il protagonista, dopo avere letto da inesperto un’enciclopedia medica, si era convinto di soffrire di tutte le malattie possibili ad eccezione del ginocchio della lavandaia... la situazione dei dubbi di tali convertiti non è dissimile!)
A peggiorare le cose, più di un estremista dei movimenti scismatici cosiddetti “tradizionali” soffia sul fuoco di questi dubbi, per propagandare la ricezione del “vero battesimo ortodosso” (solitamente, da parte di corpi pseudo-ecclesiastici svuotati di ogni credibilità). C’è da ringraziare padre John Whiteford per il suo sforzo di mettere in chiaro l’insegnamento della Chiesa riguardo alla ricezione dei convertiti, e per avere sottolineato che cosa sant’Agostino intendeva quando parlava di “marchio” del battesimo (un concetto molto differente dal “carattere sacramentale” della teologia tomista), e delle ragioni per cui può essere superfluo in certi casi ripetere un battesimo alla ricezione di un convertito. Presentiamo il testo di padre John Whiteford nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
Una delle figure di santi più significative non solo della Chiesa serba. ma di tutta la Chiesa ortodossa del XX secolo. è l’archimandrita Justin (Popović), canonizzato pochi anni fa, nel 2010. Non solo un santo, ma un cultore dei santi (autore di una enciclopedica opera di vite dei santi), nei quali vedeva incarnata la teologia cristiana a cui aveva dedicato lo studio di una vita, padre Justin è entrato a buon diritto nel novero delle figure partecipi della natura salvifica di Dio, che ci accompagnano verso la nostra meta ultima. Presentiamo l’articolo su san Giustino nella sezione “Santi” dei documenti.
Alla festa di Pentecoste, i cristiani ortodossi riprendono a inginocchiarsi durante le preghiere, un gesto che non si compie durante tutto il periodo pasquale, e non si dovrebbe nemmeno compiere alle domeniche, in onore della risurrezione. Un articolo di Orthodox Life del 1977 spiega in modo abbastanza dettagliato il significato del gesto di inginocchiarsi, e le ragioni teologiche e canoniche per astenersi da questo gesto nei giorni e nei periodi dedicati alla risurrezione. Poiché non sempre queste ragioni sono capite, vediamo una molteplicità di usi nelle chiese ortodosse di oggi, e questo può diventare piuttosto imbarazzante quando si radunano assieme cristiani ortodossi cresciuti in pratiche differenti. Prima di argomentare a favore una posizione (in tutti i sensi del termine) o di un’altra, tuttavia, è importante familiarizzarsi con il tema. Riproduciamo l’articolo sul gesto di inginocchiarsi in preghiera nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
Il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Rus' è in visita in Estonia dal 14 al 16 giugno, secondo quanto riportato al corrispondente di "Interfax-Religion" dal protodiacono Aleksandr Volkov, capo del servizio stampa patriarcale.
“Il primo ierarca della Chiesa [ortodossa russa] visiterà la Chiesa ortodossa estone per una condivisione di preghiera con i cristiani ortodossi dell'Estonia. Il programma della visita includerà numerose funzioni religiose e incontri con i fedeli,” ha detto l'interlocutore dell'agenzia.
All'arrivo, il patriarca celebrerà un moleben alla cattedrale si sant'Aleksandr Nevskij a Tallinn, e il giorno dopo celebrerà la Liturgia al convento di Pjukhtitsa, uno dei centri spirituali del monachesimo russo
Nello stesso giorno è atteso in visita alla diocesi di Narva, fondata nel 2011 a sostegno della Chiesa ortodossa estone. Sarà la prima visita del patriarca alla città di Narva, che si trova sul confine tra Russia ed Estonia. Qui celebrerà una funzione nella cattedrale locale.
“Un altra funzione molto importante avrà luogo domenica,” ha detto padre Aleksandr. “Il patriarca consacrerà una chiesa maestosa dedicata all'icona della Madre di Dio "Skoroposlushnitsa" (Pronta ad esaudire) nel distretto di Lasnamae a Tallinn. La posa della prima pietra di questa chiesa ha avuto luogo un decennio or sono sotto il defunto patriarca Alessio II, che è cresciuto in Estonia e che aveva uno speciale legame con questo paese”.
Durante la visita, il patriarca Kirill incontrerà un certo numero di alti dignitari dell'Estonia, inclusi il primo ministro, il presidente del parlamento, il ministro degli esteri e il sindaco di Tallinn. Seguirà un incontro con l'arcivescovo della Chiesa evangelica luterana estone.
Il primo giorno della visita, il patriarca visiterà il monumento memoriale di Linde, e deporrà fiori al monumento di bronzo ai soldati della II guerra mondiale.
“Indubbiamente, la visita del primo ierarca della Chiesa ortodossa russa in Estonia avrà un importante ruolo spirituale per i cristiani ortodossi che vivono nel paese,” ha detto padre Aleksandr.
All'arrivo dei primi caldi del mese di giugno, vediamo come affrontano l'inizio della stagione calda i fedeli della regione di Kirov, nella Russia centro-settentrionale. La processione annuale di Velikoretskoe dura solo (!) sei giorni, si snoda su un percorso di solo (!) ottocento chilometri, e coinvolge solo (!) trentamila persone. Si svolge da oltre 600 anni, e dopo la sua soppressione nel periodo sovietico, ha ripreso regolarmente dal 1989. Naturalmente, non è la processione più lunga della Russia... Presentiamo nella sezione "Testimoni dell'Ortodossia" un testo informativo con 30 foto della processione.
14/06/2013
Sacerdote Dmitrij Shishkin: Dove dovremmo ascendere?
Padre Dmitrij Shishkin ci aiuta a comprendere un significato più profondo della festa dell'Ascensione del Signore: il nostro coinvolgimento verso l'ascesa mentre stiamo a "guardare il cielo" e a chiederci il significato di questo strano avvenimento. Presentiamo le parole di padre Dmitrij sull'Ascensione nell'originale russo, pubblicato sul portale Pravoslavie i Mir, e in traduzione italiana, nella sezione “Omiletica” dei documenti.