Un miscuglio abusivo di ritualismo, ignoranza e superstizione ha dato origine alla pratica delle cosiddette “guarigioni con la santa lancia”, in cui si utilizza per scopi dichiaratamente terapeutici la lancia liturgica usata per tagliare il pane eucaristico. La presenza di un non ben specificato rito per i malati con la santa lancia (presente nel Molitfelnic, o Eucologio della Chiesa ortodossa romena a p. 385) ha fatto nascere diverse aberrazioni dell’uso della lancia liturgica, addirittura come strumento di divinazione di malattie e possessioni. Con la sua consueta competenza liturgica, lo ieromonaco Petru (Pruteanu) spiega il senso antico del rito, che consisteva nel lavaggio della lancia liturgica (che è a contatto con i pani eucaristici prima e dopo la consacrazione) in un recipiente d’acqua, che era data come forma di benedizione ai malati dopo la comunione, per aspergersi oppure da bere: niente di simile alle ciarlatanerie “terapeutiche” che si vedono oggi. Non abbiamo ancora avuto notizia (mai dire mai, comunque...) di simili abusi in Italia, ma riteniamo opportuno parlare di questo caso per sottolineare i rischi di una presentazione delle pratiche ortodosse senza una seria preparazione teologica e liturgica. Presentiamo il testo di padre Petru nell’originale romeno e in traduzione italiana nella sezione “Ortoprassi” dei documenti.
10/09/2013
Un testimone oculare: "L'obiettivo dei militanti era di uccidere quanti più abitanti cristiani"
Il 5 settembre i gruppi armati di opposizione siriana hanno tentato di catturare la cittadina di Ma'lula, popolata per lo più da cristiani, situata a 60 km da Damasco. Il corrispondente de "La voce della Russia" è stato in grado di contattare il testimone oculare dei fatti Wael Malas, che era in città durante l'assalto.
La cittadina di Ma'lula è nota soprattutto per il fatto che i suoi abitanti parlano un dialetto aramaico, che è vicino alla lingua di Gesù Cristo. Le truppe governative hanno respinto l'attacco, ma i militanti legati a "Jabhat al-Nusra" e ad "Al-Qaeda" sono riusciti a prendere piede sulle alture circostanti, da dove continuano a bombardare la città.
Questo è quello che ha detto la "Voce della Russia" un testimone oculare, l'attivista sociale Wael Malas, che era al momento dell'assalto in città: - Lei era nella cittadina di Ma'lula durante l'assalto. Che cosa è successo?
- Ero in visita da parenti a Ma'lula e stavo incontrando monaci e monache, quando hanno fatto irruzione in città i terroristi di "Jabhat al-Nusra" e di altri gruppi armati. Hanno catturato il convento della santa isapostola Tecla (il monastero femminile più antico del mondo), il Monastero del Santo Profeta Elia e l'hotel turistico. Dopo hanno cominciato a distruggere gli edifici e a profanare i santuari. La maggior parte dei monaci e delle monache è stata espulsa, alcuni sono stati catturati e alcuni sacerdoti sono stati uccisi. Tutte le croci, i lampadari e altri arredi ecclesiastici che avevano che un qualche tipo di valore materiale sono stati rubati. Il resto è stato bruciato.
Ora questi due monasteri sono occupati da cecchini armati perché sono ad altitudini più elevate. Inoltre, abbiamo notato tra i militanti strane armi che non avevano mai visto prima, non riesco nemmeno a descriverle.
Tutto è iniziato quando al posto di blocco dell'esercito presso la città è esplosa un'autobomba suicida che ha ucciso un gran numero di soldati. In seguito, diverse decine di veicoli armati sono entrate in città, con combattenti che marciavano accanto. Il numero totale dei militanti era di migliaia, non potevo contarli, sembrava che avessero portato tutte le loro forze a Ma'lula. Quando sono entrati in città, hanno gridato che avrebbero purificato la terra dai peccatori. Il loro obiettivo era di uccidere quanti più abitanti cristiani e di far saltare in aria il maggior numero di chiese.
Vorrei portare l'attenzione sul fatto che i media non raccontano un fatto terribile: i militanti hanno iniziato a controllare i passaporti delle persone e una volta che hanno visto il nome cristiano di un uomo, gli hanno sparato immediatamente alla testa e si sono diretti verso il prossimo residente.
Sono riuscito a scappare solo perché durante l'assalto non eravamo lontani dalla strada principale della città, dove c'era un autista che ha raccolto su un autobus il maggior numero possibile di persone ed è fuggito. Sono stato uno dei fortunati. Eravamo vestiti con gli abiti più semplici, con noi c'erano donne e bambini. Poche ore più tardi abbiamo appreso che anche la strada è stata catturata.
I rapporti delle ultime ore dalla Siria parlano della caduta della cittadina di Ma'lula in mano alle forze ribelli. Perché questa cittadina di poche migliaia di abitanti nelle montagne a nord-ovest di Damasco è importante in questi giorni di conflitto, e perché è importante per tutti noi? Cerchiamo di spiegarlo con diversi temi, testimonianze e video in un articolo nella sezione "Geopolitica ortodossa" dei documenti.
08/09/2013
La Siria: un museo a cielo aperto che attende il saccheggio
Una delle ragioni per fermare lo scempio dell'invasione americana in Siria è senza dubbio lo straordinario - e fragile - patrimonio artistico e culturale del paese, caro agli orientalisti e a tutti quelli che hanno a cuore le radici (anche cristiane, soprattutto cristiane) della storia del pianeta.
Non c'è da sperare che chi ha già messo in conto per un intervento armato lo sterminio dei cristiani in Siria si arrenda facilmente di fronte ai danni ai monumenti; tuttavia anche gli argomenti ad monumentos possono portare il loro contributo alle voci di saggezza che si levano numerose nel mondo. Saranno voci sufficienti a far convertire sulla via di Damasco i nuovi persecutori?
Notiamo con curiosità che al recente convegno ecumenico alla comunità di Bose è presente anche padre Georgij Kochetkov (nella foto, dall’album del primo giorno del convegno). Dato che padre Georgij è una figura estremamente controversa nel Patriarcato di Mosca, ci sono ragioni di chiederci quale Ortodossia dovrebbe rappresentare nel consesso degli studiosi di spiritualità ortodossa. Beninteso, padre Georgij ha tutti i diritti di visitare l’Italia, ed è benvenuto a Bose, come sarebbe il benvenuto anche nella nostra parrocchia a Torino: saremmo contenti di discutere con lui di diverse cose, così come abbiamo avuto occasione di discutere nel 1997, proprio a Bose, con il suo discepolo Victor Kott. Nondimeno, sono passati un bel po’ di anni dall’estate del 1997 (in cui un incidente nella parrocchia retta da padre Georgij a Mosca creò un acceso dibattito pubblico, ma gli costò qualche anno di sospensione dal sacerdozio), e riteniamo giusto fissarci sulle idee e sulle dottrine, piuttosto che sui personaggi e sugli eventi. Sull’orizzonte dottrinale, il panorama non sembra incoraggiante. Proprio lo scorso mese di febbraio, lo ieromonaco Iov (Gumerov) del monastero Sretenskij ha pubblicato un lungo articolo critico sulle innovazioni dottrinali di padre Georgij e della sua comunità. Presentiamo il testo orignale russo e la nostra traduzione italiana del saggio di padre Iov nella sezione “Confronti” dei documenti, per cercare di far capire perché questo sacerdote russo è circondato da tante polemiche.
Presentiamo due testi per comprendere la situazione odierna in Siria: nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti, un reportage dalla chiesa ortodossa antiochena di Albany (la capitale dello stato di New York) con testimonianze personali sul clima di terrore e sulle atrocità perpetuate dai presunti “liberatori” del paese; nella sezione “Geopolitica ortodossa”, una riflessione di padre Andrew Phillips sul ruolo della Russia come più credibile difensore della Siria e della civiltà cristiana, entrambe minacciate dalle politiche suicide delle élite occidentali.
Clerul și credincioșii Bisericii Ortodoxe din Moldova sunt în așteptarea Preafericitului Kiril care va sosi la Chișinău mâine, 7 septembrie 2013.
Vizita canonică a Preafericirii Sale este așteptată cu deosebită dragoste de către întreaga suflare drept-măritoare a țării, motiv pentru care pregătirile întâmpinării Patriarhului Kiril au cunoscut o anvergură impresionantă.
Reamintim cititorilor noștri că Întâistătătorul Bisericii Ortodoxe Ruse va sosi la Chișinău pe calea aerului la ora 14.45, după care va participa la festivitatea din incinta Palatului Național „Nicolae Sulac”, dedicată aniversării de două sute de ani de la întemeierea Eparhiei de Chișinău, iar mai apoi va vizita mănăstirea Căpriana, unde va săvârși o litie la mormântul marelui înaintaș – Mitropolitul Gavriil Bănulescu-Bodoni.
Duminică, 8 septembrie, Preafericitul Patriarh Kiril va săvârși Sfânta și Dumnezeiasca Liturghie în scuarul Catedralei Mitropolitane „Nașterea Domnului”, după care va depune flori la basorelieful Mitropolitului Gavriil Bănulescu-Bodoni din centrul capitalei.
Totodată, pe parcursul vizitei în Republica Moldova, Preafericirea Sa va avea întrevederi cu conducerea de vârf a țării.
Pentru a vă familiariza complet cu programul vizitei Patriarhale, Vă rugăm să accesați următorul link.
Riproduciamo nella sezione "Geopolitica ortodossa" un servizio fotografico riportato da Pravmir e da RT sulla recente devastazione di 50 chiese cristiane nella provincia di Minya in Egitto. Non abbiamo molti commenti da fare sulla situazione in Egitto: le immagini e le didascalie parlano da sole. Questo è ancora un episodio locale, ma può estendersi a livello nazionale nei paesi "liberati" nel corso di azioni che mirano a portare "libertà e democrazia". Qualcuno ricorda cosa è successo alle chiese cristiane in Kosovo e in Iraq? Qualcuno può immaginare cosa succederebbe (e in parte è già successo...) a quelle della Siria?
Siamo giunti all’undicesimo appuntamento con le opere di storiografia medioevale, e per il momento ci siamo allineati alla produzione corrente, dato che questo articolo è apparso sulla rivista Orthodox England solo pochi giorni fa (i successivi articoli saranno a cadenza trimestrale).
Il testo analizzato questa volta è Medieval Europe (l'Europa medioevale) di Martin Scott, che sottolinea il provincialismo del Sacro Romano Impero e il suo fallimento nella pretesa di continuità con l’antico Impero, la crescente presa di potere politico del papato, il vergognoso sacco di Costantinopoli nel 1204 e le sue conseguenze.
Le due Chiese ortodosse in cui si sono fatte sentire recentemente le pressioni per una modernizzazione del linguaggio sono la Chiesa greca e quella russa: sia il greco liturgico che lo slavonico ecclesiastico sono di difficile comprensione all’orecchio di chi entra oggi in chiesa per la prima volta (anche se entrambe le lingue sono molto più vicine alle moderne versioni parlate di quanto non sia, per esempio, il latino nei paesi dove si parlano lingue neolatine).
Di fronte alle richieste di passare a una lingua di culto contemporanea la reazione ecclesiale è di grande ritrosia. Cerchiamo di capirne le ragioni, nelle parole di due autorevoli voci della Chiesa russa (l’arciprete Vsevolod Chaplin) e della Chiesa greca (il metropolita Hierotheos di Nafpaktos), raccolte negli anni scorsi da John Sanidopoulos nel blog Mystagogy, e che presentiamo in un singolo articolo nella sezione “Pastorale” dei documenti.
Un recente reportage fotografico di Julia Bridget Hayes, figlia del nostro amico, il diacono Stephen Hayes di Johannesburg (che ci ha aiutato a capire le basi della missione ortodossa in Africa), testimonia la nascita di un interesse per l’Ortodossia in Ruanda, dopo le tragedie del genocidio. Il Patriarcato di Alessandria ha assegnato nel 2012 un vescovo locale in Burundi e Ruanda (Mons. Innokentios), e l’arrivo del cristianesimo ortodosso in Ruanda segue le vicende dei popoli di diversi paesi confinanti. Presentiamo l’articolo sull’Ortodossia in Ruanda nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
L'intervista parla della situazione in Siria e in Egitto, dei rapporti tra cattolici e ortodossi, della Chiesa russa in Cina e in Italia, della reazione della Chiesa russe alle ultime leggi e altro. Per far notare come il Patriarcato di Mosca sia ancor oggi oggetto di disinformacija da parte dei media occidentali (e di conseguenza, come in genere sia estremamente difficile ricevere notizie corrette sulla Chiesa ortodossa russa), ci preme sottolineare questo dettaglio dell'intervista:
Molti accusano il Patriarcato di essere troppo vicino al Cremlino e anche una parte dei fedeli pare non gradire questa vicinanza. Quale è il rapporto tra Stato e Chiesa in Russia, oggi?
Non mi pare che tra i nostri fedeli ci siano molte persone non contente dei rapporti con lo Stato. Sono i giornali che a volte scrivono di questo. L’ultima volta che sono stato in Inghilterra, la Bbc mi ha chiesto in un’intervista se non pensassi che i rapporti della nostra Chiesa col Cremlino fossero troppo stretti. Ho risposto che in Russia i rapporti tra lo Stato e la Chiesa non sono più stretti che in Gran Bretagna, dove il capo della Chiesa e i vescovi sono nominati dalla Regina su segnalazione del Primo ministro. Poi mi hanno chiesto: non le sembra che una stessa persona non dovrebbe essere al potere per troppi anni? E io ho risposto che da noi non è ancora successo che qualcuno sia al potere per 60 anni di seguito, come la Regina in Inghilterra. Ma a dispetto delle tradizioni democratiche inglesi, queste mie risposte sono state censurate e l’intervista è stata trasmessa dopo che erano state tagliate.
Il decimo capitolo dell’analisi della storiografia medioevale svolta da padre Andrew Phillips riguarda un’opera veramente interessante per il nostro viaggio alla scoperta delle cause dello scisma. The First European Revolution, c. 970–1215 (La prima rivoluzione europea, c. 970-1215), di R. I. Moore, insiste sul considerare il ‘punto di svolta’ dell’undicesimo secolo come la prima rivoluzione europea. Con buona pace della scuola ‘contro-rivoluzionaria’ cattolico-romana, che vede nella riforma protestante la prima rottura dell’ordine tradizionale cristiano, la storiografia contemporanea sottolinea come ciò che plasma le basi del cattolicesimo romano contemporaneo, lungi dall’essere una continuità con la tradizione cristiana precedente, è di fatto il frutto di un processo rivoluzionario. Seguiamo questa linea nei passi dell’opera del professor Robert Moore, valutando aspetti quali l’urbanizzazione, la servitù della gleba, la proliferazione dei castelli, lo sviluppo di stereotipi contro il precedente cristianesimo ‘non riformato’ (=ortodosso), la demonizzazione degli ebrei e le crociate.
02/09/2013
Il suicidio secondo la Tradizione della Chiesa ortodossa
Affrontiamo il tema del suicidio dal punto di vista dei canoni ecclesiastici, per vedere quali siano le motivazioni della (apparente) durezza della Chiesa a vietare i funerali e le commemorazioni dei defunti per i suicidi. Il protopresbitero Lambros Fotopoulos analizza la legislazione ecclesiale e la tradizione (soprattutto monastica), per sottolineare la volontà di bene verso tutti gli esseri umani (anche quelli che hanno operato una scelta auto-distruttiva). Presentiamo l’articolo sul suicidio nella sezione “Etica” dei documenti.
Ultimamente abbiamo ricevuto diverse richieste di informazioni sulle possibilità di soggiorni e ritiri in un monastero ortodosso. Ovviamente, i monasteri non mancano nei paesi di tradizione ortodossa, ma ben presto abbiamo sentito le prevedibili obiezioni sulla lontananza, la difficoltà di accesso, i problemi linguistici... per trovare un compromesso, abbiamo provato a dare un'occhiata alla situazione d'oltralpe. Ebbene, in Francia, non distante dall'Italia (soprattutto da Torino e dintorni) si contano attualmente ben 21 monasteri, sui quali è stata compilata una guida, a cura dello ieromonaco Samuel del monastero della Theotokos e di san Martino nei Pirenei orientali. Invitiamo tutti gli interessati a leggere la pagina della guida ai monasteri ortodossi di Francia, e se sono interessati, ad acquistarne una copia per valutare le possibilità di visitare uno o più dei tanti monasteri ortodossi più vicini a noi.