Alla fine del 2018, siamo stati inondati da pseudo-notizie di una "rottura tra la Chiesa ucraina e quella russa". Trattandosi di un'operazione di riciclo dei peggiori scismatici che il mondo ortodosso avesse visto nell'ultimo cinquantennio, avevano finito per crederci solo quelli che erano già partigiani di tali scismi, o pochi ingenui nostalgici dell'ecumenismo. Ma ora, dopo il Concilio tenuto venerdì scorso alla cattedrale di Feodosija (Kiev), dobbiamo prepararci a una seconda ondata di pseudo-notizie dello stesso genere, sostenute dai mesi di pseudo-notizie circolate negli ultimi tre mesi su qualsiasi cosa abbia a che fare con l'Ucraina. Per rispondere a chi ci tormenterà di nuovo con le notizie di una rottura (e a pensarci bene, per noi sarà davvero una rottura, ma non del genere che i nostri critici si aspettano...) possiamo intrattenerli con due notizie che vanificano le loro teorie di fronte all'ostinazione dei fatti concreti:
1) Il Santo Sinodo della Chiesa ortodossa russa ha appena espresso il proprio pieno sostegno alla Chiesa ortodossa ucraina, cosa che sarebbe quanto meno surreale se fosse avvenuta una vera rottura unilaterale; e
2) Diverse diocesi della Chiesa ortodossa ucraina stanno già pubblicando dichiarazioni in base alle quali, anche dopo il Concilio di venerdì scorso, non cambia nulla nel loro status ecclesiale.
|