dello ieromonaco Seraphim (Rose) di Platina, 1934-1982
Un grosso errore che possiamo fare con la nostra Ortodossia è essere troppo larghi, troppo "liberali" nei suoi riguardi. Questo deriva dall'ignoranza. Alcuni ortodossi pensano che la Chiesa ortodossa non sia altro che l'equivalente russo o greco della Chiesa episcopaliana; con una tale idea, naturalmente, non faremo molto sforzo per portare a chiunque alla fede ortodossa. Questo è l'errore del movimento ecumenico, che organizza incontri e conferenze con le Chiese non ortodosse, non con l'obiettivo di portarla alla vera fede dell'Ortodossia, ma su una base di amicizia mondana, per parlare delle cose secondarie che abbiamo in comune con loro, e per sorvolare sulle differenze che ci separano e su una consapevolezza di ciò che può portare a desiderare la fede ortodossa. Questo non vuol dire che tutti gli incontri tra cristiani ortodossi e non ortodossi, anche a livello ufficiale, siano sbagliati – ma solo che, come normalmente praticati, questi incontri non sono una testimonianza ortodossa ai non ortodossi, come dovrebbero essere.
Con tutto il rispetto per le opinioni dei non ortodossi, noi non viviamo rettamente la nostra fede ortodossa se non mettiamo gli altri in qualche modo a conoscenza i ciò che è differente nell'Ortodossia. Questo non significa necessariamente discussioni e polemiche circa gli aspetti della fede, anche se questo potrebbe sorgere dopo che gli altri si sono interessati all'Ortodossia. Il modo in cui uno conduce la propria vita ortodossa, se uno è serio sul rispetto dell'impegno di essere un cristiano ortodosso, è già una testimonianza per gli altri...
Ancora un altro errore fatto dagli ortodossi contemporanei è quello che si potrebbe chiamare la "mentalità della fortezza": abbiamo la verità dell'Ortodossia, e i tempi sono così cattivi che la nostra attività principale ora è di difendere questa verità contro i nemici da ogni lato. Spesso questa mentalità esagera nella ricerca di "traditori" e "eretici" in mezzo agli stessi cristiani ortodossi, e molto spesso è così preoccupata della sua "correttezza" e della "scorrettezza" degli altri, che le rimane molto poca forza per predicare il Vangelo della salvezza anche solo agli ortodossi, tanto meno a quelli di fuori della Chiesa.
Ora, l'Ortodossia è davvero il corretto insegnamento e il corretto culto a Dio, ed è per questo che è così facile cadere in questa tentazione. Ma dobbiamo ricordare che Cristo stesso era costantemente accusato di essere "scorretto" dai capi dei sacerdoti e dai farisei del suo tempo, e dobbiamo ricordare che la correttezza di per sé non è nulla, e può anche farci perdere la nostra anima, se prima di tutto non abbiamo qualcosa di molto più fondamentale e profondo – la "sola cosa necessaria" per la nostra salvezza. Questo "qualcosa" potrebbe essere chiamato "la fede viva," ed è inscindibile da qualcosa che oggi è molto carente nella Chiesa – il fervore evangelico. Se abbiamo trovato la vera fede dopo la nostra spesso ardua ricerca, non possiamo fare a meno di condividerla con gli altri. (The Orthodox Word, 2002, n. 226, pp. 247-248, 250-251)
Osserviamo nella sezione "Testimoni dell'Ortodossia" un reportage fotografico delle celebrazioni del Natale appena trascorso in Russia... intanto, la festa continua!
Padre John Whiteford risponde a un’obiezione comune tra i protestanti di oggi, che quando si rendono conto che le icone hanno un fondamento teologico, accettano a malincuore l’idea che le icone non siano idoli, ma comunque non vogliono venerarle. Ricercando le radici della venerazione delle icone nella Chiesa antica, padre John ci fornisce un saggio che possiamo leggere in traduzione italiana nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
Presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti la traduzione italiana di una serie di estratti dal libro della presbitera Athanasia Papadimitriou sul ruolo delle mogli dei preti nella Chiesa ortodossa. Questo argomento non è molto trattato nel mondo ortodosso in generale, e lo è ancor di meno nel mondo ortodosso in Italia, per cui giudichiamo indispensabile approfondire la conoscenza della metà meno appariscente – ma non per questo meno importante – di ogni famiglia sacerdotale ortodossa.
Padre Andrew Phillips ci conduce in una breve rassegna dei metodi di finanziamento delle chiese e delle possibili opzioni e obiezioni relative alla gestione economica delle parrocchie ortodosse: il costo delle candele, il sostentamento dei parroci, i rapporti con lo stato, le tariffe sulle funzioni e varie altre considerazioni. Alla fine, ci lascia con una proposta da lui ritenuta la migliore metodologia di finanziamento.
10/01/2016
Il metropolita Hierotheos di Nafpaktos sul prossimo sinodo pan-ortodosso e altri temi d’attualità
John Sanidopoulos ci ha presentato nel suo blog Mystagogy una recente intervista al metropolita Hierotheos (Vlachos, nella foto) di Nafpaktos, a proposito di temi s’attualità per la Chiesa greca. Il buona parte la discussione è centrata sul futuro sinodo pan-ortodosso, nel quale il metropolita (uno dei più eruditi vescovi greci) lamenta l’assenza di una visione teologica. Altri temi trattati comprendono i casi dei sacerdoti “volontari” e gli impegni reciproci di Chiesa e stato, nonché la progressiva secolarizzazione dei costumi e dei valori nel popolo greco. Presentiamo la traduzione italiana dell’intervista nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
09/01/2016
Padre Michael Johnson: osservazioni sul rito occidentale e gli ortodossi
Lo scorso 18 dicembre abbiamo presentato un articolo dal blog Western Rite Critic, che analizzava i rischi di uno sdoppiamento rituale all’interno di una singola comunione ecclesiale. Non è stata la prima volta, e non sarà l’ultima, in cui ci occupiamo del fenomeno pur minoritario del rito occidentale all’interno della Chiesa ortodossa; in primo luogo perché ci troviamo in un paese occidentale, e in un paese che ha avuto un ruolo non da poco nel determinare le forme cultuali dell’Occidente cristiano; in secondo luogo, perché siamo chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi (1 Pt 3:15), non solo nelle questioni di fede, ma anche in quelle di culto (lex orandi, lex credendi est).
Oggi vogliamo fare un passo indietro nella storia, e riprendere in traduzione italiana le osservazioni di padre Michael Johnson (nella foto), un sacerdote ortodosso dell’area di Seattle, scritte in un bollettino del clero di ben vent’anni fa, nel 1996. Il testo inglese di queste osservazioni è stato finora disponibile sul sito della cattedrale della santa Trinità di San Francisco (che tra i molti testi di argomento liturgico ha anche numerose testimonianze critiche sul rito occidentale). A nostro parere le osservazioni di padre Michael sono ancora tutte valide, e meritano di essere prese in considerazione da tutti gli ortodossi, anche se finora hanno trovato ben poche risposte (e scarso desiderio di aprire un dibattito onesto in materia).
08/01/2016
Sul calendario giuliano, la tradizione della Chiesa e la difesa della fede
Ieri, nello spirito leggero e scherzoso di una festa, abbiamo affrontato la questione dei vantaggi del calendario giuliano in termini umoristici. Tuttavia, c’è molto da dire su questi vantaggi anche su un piano più serio e approfondito. Cerchiamo di capire questo tema con un articolo che ci spiega molto anche dell’attitudine dei russi nei confronti del calendario.
Lo storico Pavel Kuzenkov (nella foto), docente all'Università statale di Mosca e in numerose istituzioni accademiche ortodosse, ha compiuto studi approfonditi e pubblicato libri sulla storia del calendario ecclesiale. Presentiamo nella sezione "Ortoprassi" dei documenti il suo ultimo articolo, pubblicato solo pochi giorni fa dal portale Pravoslavie.ru, nell’originale russo e in traduzione italiana.
07/01/2016
I 10 principali vantaggi per celebrare il Natale secondo il calendario giuliano
... a tutti i nostri fratelli cristiani in Siria (qui rappresentati in una foto che la dice lunga, con il presidente Assad e sua moglie che hanno passato il Natale del nuovo calendario in una delle chiese ortodosse del paese)
06/01/2016
Рождественское послание Патриарха Московского и всея Руси Кирилла архипастырям, пастырям, диаконам, монашествующим и всем верным чадам Русской Православной Церкви
Преосвященные архипастыри, досточтимые отцы, всечестные иноки и инокини, дорогие братья и сестры!
От сердца, преисполненного радости о явившемся во плоти Сыне Божием, обращаюсь ко всем вам и поздравляю со светлым и живоносным праздником Рождества Господа и Спаса нашего Иисуса Христа.
«Слава в вышних Богу, и на земле мир, в человеках благоволение!» (Лк. 2:14). Прославляя из года в год неизреченное к нам снисхождение Спасителя, мы, как некогда вифлеемские пастухи, услышавшие от Ангела «великую радость, которая будет всем людям» (Лк. 2:10), спешим духовными очами узреть Мессию, пришествие Коего предсказывали славные пророки и ожидало многое множество мужей и жен.
И вот Желаемый, по слову пророка Аггея, всеми народами (Агг. 2:7) уничижает Себя Самого, принимая образ раба, становясь подобным человекам (Флп. 2:7). Повелитель Вселенной избирает себе не императорский дворец, не жилище властителей мира сего, не чертог богатых и знатных. Ему не находится места даже в гостинице. Сын Божий рождается в пещере для скота, колыбелью же Ему служат ясли для кормления животных.
Что же беднее пещеры и что смиреннее пелен, в которых просияло богатство Божества? Избрав для Таинства нашего спасения последнюю нищету (Ипакои праздника), Христос намеренно не принимает тех ценностей, которые считаются весьма значимыми в нашем мире: власть, богатство, слава, знатное происхождение и социальный статус. Он предлагает нам иной закон жизни, закон смирения и любви, побеждающий гордость и злобу. По этому закону слабость человеческая, соединенная с благодатью Божией, становится той силой, которой не могут противостоять обладающие в мире сем властью и могуществом. Сила Божия являет себя не в земном величии и мирском благополучии, а в простоте и смирении сердца.
По слову преподобного Серафима Саровского, «Господь ищет сердца, преисполненного любовью к Богу и ближнему, — вот престол, на котором Он любит восседать… “Сыне, даждь Мне сердце твое, — говорит Он, — а все прочее Я Сам приложу тебе”, ибо в сердце человеческом может вмещаться Царствие Божие» (Беседа о цели христианской жизни). Господь не гнушается нищими и бездомными, не презирает тех, у кого мало денег и непрестижная работа, и, тем более, Он не пренебрегает имеющими физические недостатки или тяжелобольными людьми. Все это само по себе не приближает и не отдаляет человека от Бога, а потому и не должно повергать его в уныние или становиться причиной губительного отчаяния. Спаситель взыскует нас самих. Сын мой! Дочь моя! отдай Мне сердце твое, — призывает Он (Притч. 23:26).
Дивный праздник Рождества напоминает нам о необходимости неуклонно следовать за Христом, Который пришел, чтобы мы имели жизнь и имели с избытком (Ин. 10:10), и Который Сам есть единственно верный путь и непреложная истина и подлинная жизнь (Ин. 14:6). И да не устрашают нас неизбежно встречающиеся трудности, и да не сломят никого из нас выпадающие на нашу долю испытания, ибо с нами Бог! С нами Бог, и из нашей жизни уходит страх. С нами Бог, и мы обретаем душевный покой и радость. С нами Бог, и мы с твердой надеждой на Него совершаем свое земное странствование.
Шествуя за Христом, человек идет против стихий мира сего. Он не покоряется встречающимся соблазнам и решительно разрушает стоящие на этом пути преграды греха. Ведь именно грех отдаляет нас от Бога и делает нашу жизнь по-настоящему горькой. Именно он, заслоняя свет Божественной любви, ввергает нас в многоразличные бедствия и ожесточает наши сердца по отношению к другим людям. Побеждается же грех только благодатью Святого Духа, которая подается нам через Церковь. Сила Божия, будучи нами воспринятой, преображает наш внутренний мир и помогает в соответствии с волей Господа изменять мир внешний. И потому отпадающие тем или иным образом от единства церковного теряют, подобно засыхающему дереву, способность приносить поистине добрые плоды.
Особое слово я хотел бы сегодня обратить к жителям Украины. Братоубийственное противостояние, которое возникло на земле Украинской, не должно разделять чад церковных, сея в сердцах ненависть. Настоящий христианин не может ненавидеть ни ближних, ни дальних. «Вы слышали, — обращается ко внимающим Ему Господь, — что сказано: люби ближнего твоего и ненавидь врага твоего. А Я говорю вам: любите врагов ваших… да будете сынами Отца вашего Небесного, ибо Он повелевает солнцу Своему восходить над злыми и добрыми» (Мф. 5:43-45). Пусть эти слова Спасителя станут для всех нас руководством в жизни, и пусть злоба и неприязнь к другим никогда не обретают места в нашей душе.
Призываю всех чад многонациональной Русской Православной Церкви сугубо молиться о скорейшем полном прекращении вражды на Украине, об исцелении ран как телесных, так и душевных, нанесенных войной людям. Будем и в храме, и дома искренне просить об этом Бога, будем молиться также и о тех христианах, которые живут вдали от наших стран и страдают от вооруженных конфликтов.
В эту же Рождественскую светозарную ночь и последующие святые дни восхвалим и превознесем нашего Спасителя и Господа, благоизволившего многого ради человеколюбия Своего прийти в мир. Подобно библейским волхвам, принесем Богомладенцу Христу свои дары: вместо золота — нашу искреннюю любовь, вместо ладана — теплое моление, вместо смирны — доброе и заботливое отношение к ближним и дальним.
Еще раз поздравляя всех вас, дорогие мои, со светлым праздником Рождества, а также с наступившим Новолетием, молитвенно желаю вам обильных милостей и щедрот от Великодаровитого Господа Иисуса. Аминь.
+КИРИЛЛ, ПАТРИАРХ МОСКОВСКИЙ И ВСЕЯ РУСИ
Рождество Христово
2015/2016 гг.
г. Москва
05/01/2016
L'arcivescovo Luka protesta per la proposta di stravolgere il Natale in Ucraina
cenni da un articolo di Pravoslavie.ru (russo e inglese)
L'arcivescovo Luka (Kovalenko, nella foto) di Zaporozh'e e Melitopol, in una conferenza stampa il 2 gennaio, ha espresso preoccupazione per la proposta di spostare la data della festa del Natale dal 7 gennaio al 25 dicembre del calendario civile.
In un paese in cui la stragrande maggioranza dei cristiani (inclusi gli uniati) segue il vecchio calendario, una simile proposta sarebbe insensata, nient'altro che uno dei tentativi di spaccare la società ucraina dietro il pretesto dell'Euro-integrazione.
È interessante che il promotore dell'iniziativa non sia altri che l'ex-presidente del parlamento (e ora segretario del consiglio della difesa) della giunta di Kiev: Aleksandr Turchinov, che in quanto battista fa parte di una delle poche esigue minoranze che in Ucraina celebra il Natale secondo la data gregoriana. Ci si può a buon diritto chiedere quale attinenza abbia la data del Natale con le competenze del segretario per la difesa nazionale, e quanta parte abbia invece l'imposizione della volontà di una minoranza arrogante sulla maggioranza della popolazione.
05/01/2016
Che cosa significa quando cantiamo "eterna memoria" alle funzioni di commemorazione funebre?
Il canto che chiude le commemorazioni funebri ortodosse, “eterna memoria”, è una delle espressioni più affascinanti del culto ortodosso, ma al tempo stesso lascia anche molto perplessi: si sta forse cercando una sorta di immortalità di compensazione nei discendenti dei defunti? A queste perplessità risponde John Sanidopoulos in un articolo del suo blog Mystagogy, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
L’articolo di Aleksej Murav'ev sui vecchi credenti russi in Australia è un piccolo gioiello di testimonianze storiche e sociali, utile non solo per la città in Europa occidentale con la maggior concentrazione di vecchi credenti (per chi ancora non lo sapesse, questa città è Torino), ma anche per tutti luoghi in cui un’emigrazione ortodossa si trova prima o poi a fare i conti con la società circostante (integrazione, assorbimento culturale,adattamento linguistico). Per il suo valore di testimonianza e di elemento di comprensione, presentiamo l’articolo nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti.
03/01/2016
Un messaggio per il nuovo anno: fuggite dagli estremi!
Partendo dalla foto dgli anziani Cleopa (Ilie) e Justin (Popovich), Padre Andrew Phillips ci insegna come sia sempre possibile un’armonia tra ortodossi che seguono sostanziali differenze come quelle del calendario. L’armonia è divenuta con il tempo più difficile, a causa delle posizioni estreme che hanno assolutizzato tali differenze, fino al punto di dubitare della fede ortodosssa di chi non la pensa allo stesso modo. Leggiamo la traduzione italiana di un saggio che ci aiuta a capire le motivazioni di questi estremismi, e a tenerci in guardia da loro.