Se volete identificare un’influenza contraria in tutto il mondo al diritto di sovranità nazionale, non sbagliate a indicare la rete di fondazioni e organizzazioni non governative che fa capo a George Soros. Non che quest’influenza riesca comunque a conquistare il cuore delle nazioni: tre giorni fa è passato a maggioranza di quasi due terzi il referendum olandese per bloccare l'accordo di associazione tra UE e Ucraina, visto come una capitolazione di sovranità che trasformerebbe ancor di più UE e Ucraina in marionette di poteri globalisti. Il risultato olandese è ancor più incoraggiante, visti i miliardi spesi dalla propaganda delle fondazioni di Soros per convincere che la vera minaccia al benessere del mondo è l’ingerenza putiniana (potete osservare qui la propaganda di Soros appesa in tutte le stazioni ferroviarie olandesi). Ma nonostante questi risultati negativi, la macchina propagandistica di Soros (che può contare su quantità mostruose di capitali) non si interrompe; anzi, sta cercando di mietere successi in Georgia bersagliando proprio il clero ortodosso, come potrete leggere nell’articolo di Alex Newman da Pravoslavie.ru, che presentiamo in traduzione italiana nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti. Quando una nazione tradizionalmente ortodossa viene spinta a rinunciare alla propria sovranità attraverso un’azione di propaganda mirata al suo clero, tutti i cristiani ortodossi devono essere immediatamente richiamati a fare molta, molta attenzione...
Il blog Public Orthodoxy, curato dal Centro di studi cristiani ortodossi dell’Università di Fordham, si pone l’obiettivo di “costruire un ponte tra il mondo ecclesiastico, accademico e politico”. Molto in tema con questo obiettivo è l’ultimo articolo del Rev. John P. Burgess (nella foto), un pastore presbiteriano docente al Seminario teologico di Pittsburgh, premiato per le sue ricerche sul ruolo della Chiesa ortodossa russa nel plasmare una nuova identità nazionale per la Russia post-comunista. Seguiamo nella traduzione italiana dell’articolo del prof. Burgess le ragioni per intravedere una speranza nel compito epocale di ri-cristianizzare la Russia.
Il blog di discussione Parlons d'Orthodoxie ha messo in rete un resoconto con un’ampia documentazione sulle vicende della chiesa di San Michele Arcangelo a Cannes, una delle chiese che si sono trovate nei recenti conflitti di attribuzione di proprietà delle chiese ortodosse russe della Costa Azzurra. Presentiamo il resoconto in traduzione italiana nella sezione “Confronti” dei documenti.
Osservando i movimenti storici e contemporanei della diaspora ortodossa russa, padre Andrew Phillips cerca di vedere se ci sono schemi che possono far prevedere la creazione di quelle metropolie continentali desiderate dal patriarca Kirill: possiamo seguire le osservazioni di padre Andrew in traduzione italiana nella sezione “Pastorale” dei documenti.
1) Nella Liturgia del 20 marzo 2016 (festa del trionfo dell’Ortodossia), alla cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, il patriarca Kirill ha fatto un significativo accenno alla figura di san Marco di Efeso, nel cui giorno di festa era stato intronizzato 7 anni fa. Presentiamo il video con la traduzione italiana nella sezione “Santi” dei documenti, come una buona risposta a quanti sostengono che il patriarca, con il documento di Cuba, ha venduto la fede ortodossa.
2) Il 4 aprile, è apparso in rete un Inno Acatisto a san Marco d'Efeso in italiano, senza citazioni di una fonte, ma che con una breve ricerca abbiamo appurato che proviene da una versione romena. Poiché la traduzione di questo inno dal romeno in italiano ci è sembrata (per essere generosi) piuttosto dadaista, abbiamo pensato di fare una traduzione più razionale e di metterla in testo bilingue accanto all’originale romeno tra i testi delle funzioni. Ricordiamo che san Marco di Efeso è stato uno dei primi ospiti della sezione dei santi dei documenti, fin dalla prima versione del nostro sito.
06/04/2016
La gente non digiuna perché non conosce il significato della Quaresima
In una video-intervista condotta dal monaco Rafail (Popov), l'arcivescovo Mark di Berlino risponde ad alcune domande sulla mancanza di una pratica più regolare del digiuno quaresimale, e ci invita a vedere la Grande Quaresima come un periodo di molteplici possibilità di sforzo spirituale, ma soprattutto di gioia nel sentirci connettere nuovamente con le radici del nostro spirito. Presentiamo il video e il testo russo e italiano dell’intervista nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
05/04/2016
Più di 50.000 fedeli a Mosca hanno venerato le reliquie di san Luca della Crimea
Una delle più becere conseguenze delle sanzioni anti-russe ha avuto come effetto collaterale una notevole espressione di fede ortodossa.
Le reliquie del santo vescovo Luca di Simferopoli sono state richieste per la venerazione in Grecia. Per l'embargo idiota sui voli dalla Crimea, le reliquie non hanno potuto viaggiare direttamente da Simferopoli alla Grecia, e hanno dovuto passare per Mosca (per fare un paragone in termini italiani, è come se qualcosa in viaggio da Napoli alla Sicilia fosse stato obbligato a passare per Torino).
Tuttavia, la tappa a Mosca ha permesso a ben 50.000 persone in due giorni di venire a venerare le reliquie del santo. Presentiamo in russo e in italiano l'articolo tratto da Pravoslavie.ru con le testimonianze di questo inaspettato ma intenso pellegrinaggio.
Dopo aver parlato del caso del vescovo Longhin, abbiamo ricevuto alcune richieste di delucidazioni sul fenomeno dei monaci che hanno iniziato a non commemorare il patriarca Kirill, e ci è stato chiesto cosa ne pensiamo. Per la risposta, lasciamo la parola a padre Andrew Phillips, che ancora una volta riesce, senza mezzi termini, a spiegare le obiezioni a questo fenomeno ancor meglio di quanto avremmo saputo fare noi stessi.
04/04/2016
I gatti di Optina partecipano a una processione della croce
Chiunque conosce bene i gatti sa che sono animali ben difficili da irreggimentare. In particolare, è raro che seguano in gruppo un uomo in assenza di qualche immediato interesse, come per esempio qualcosa da mangiare, e anche in tal caso un gruppo di gatti tende a essere piuttosto caotico. Osservate invece i gatti del monastero di Optina quando seguono in modo piuttosto disciplinato il monaco che, per tradizione interna del monastero, esegue quotidianamente un krestnij khod (processione con la croce) attorno agli edifici monastici. Provate voi stessi a spiegarvi le ragioni di questo comportamento che non potrebbe essere più educato e rispettoso se al posto dei gatti ci fossero esseri umani:
03/04/2016
"Calpestare la morte"? Note di traduzione dei testi liturgici
All'avvicinarsi della Pasqua, i cori e i cantori ortodossi riprendono a provare il canto di uno dei più diffusi inni della Chiesa: il Tropario pasquale.
Una delle espressioni più forti, ma al tempo stesso più equivocate, del Tropario, è quella di Cristo che "calpesta la morte" (e per mezzo della morte, niente di meno). Esaminiamo più da vicino quest'espressione, e il senso di ambiguità che spesso lascia nelle menti degli ascoltatori, nel saggio che presentiamo nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
Nell’occasione della festa di san Patrizio (17/30 marzo), il portale Pravoslavie.ru ha diffuso un’omelia di padre Seraphim Rose, pronunciata 39 anni fa, ma di una straordinaria attualità, proprio perché insiste sull’aspetto senza tempo della vera vita spirituale ortodossa. Presentiamo la traduzione italiana dell’omelia nella sezione “Santi” dei documenti.
Rispondendo a una domanda sul ‘tempo per tacere’ del libro dell’Ecclesiaste, padre John Whiteford ci dà alcuni consigli utili sul valore del silenzio e della quiete nella nostra vita, che possono essere particolarmente utili nella Grande Quaresima. Presentiamo questi consigli, affiancati da passi dei Padri del deserto e di autori spirituali contemporanei, in traduzione italiana nella sezione “Domande e risposte” dei documenti.
01/04/2016
Due elezioni episcopali e un cambiamento di paradigma
Secondo un comunicato del 29 marzo, il vescovo Jean (Renneteau) di Charioupolis è stato designato per l'elezione a nuovo arcivescovo dell'Esarcato di Rue Daru.
Lo stesso 29 marzo, il vescovo Alexander (Golitzin) di Toledo e della diocesi bulgara (nella foto, accanto al metropolita Tikhon) è stato eletto dal Sinodo della Chiesa Ortodossa in America (OCA) alla sede episcopale di Dallas e al governo della Diocesi del Sud.
Da un punto di vista strettamente canonico, le due procedure di nomina e di elezione sono state ineccepibili. Tuttavia, nascondono un inquietante cambiamento che potrebbe avere conseguenze su altre elezioni di vescovi ortodossi nel mondo occidentale.
1) La designazione del vescovo Jean era ovviamente prevedibile: la scelta del secondo candidato in un ex prete cattolico inglese poco conosciuto e ortodosso solo dal 2012 doveva servire a convincere anche i più ingenui di quale dei due fosse il vero candidato voluto dal Fanar. A differenza della precedente elezione, non ci si è nemmeno presi la briga di nominare la regolare terna di candidati, salvo poi scartare i candidati non voluti per sostituirli con un paio di outsider semi-sconosciuti.
2) La diocesi meridionale della OCA (che conta il più vasto territorio, il più ampio numero di parrocchie – anche se di dimensioni piuttosto piccole – e il più alto tasso di crescita di tutta la giurisdizione) aveva già da oltre un anno nominato a stragrande maggioranza (81 voti su 109) un proprio candidato alla sede di Dallas: l’archimandrita Gerasim (Eliel, noto ai lettori del nostro blog per la sua estesa biografia da noi tradotta in italiano), il cui passaggio canonico dalla Chiesa serba era stato richiesto dalla OCA proprio per coprire una carenza di candidati all’episcopato.
Ora, è indubbio che sia il Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico che quello della OCA hanno il diritto di imporre il candidato di loro scelta, andando anche contro al parere espresso dei delegati di un sinodo diocesano. Il vero problema, con queste lecite imposizioni episcopali dall’alto, è che sia l’Esarcato sia la OCA si presentano come giurisdizioni libere, impostate su criteri democratici di partecipazione dei laici e del clero nelle elezioni dei vescovi, e anzi vantano anche queste particolarità come la loro raison d’être di separazione dalla Chiesa russa (che sia nel patriarcato sia nella ROCOR non ha mai voluto implementare le decisioni del Concilio di Mosca del 1917 sulla “democratizzazione” delle elezioni episcopali, giudicando i tempi non ancora maturi). Quando tuttavia una giurisdizione si fa vanto della propria “libertà e democrazia” solo per rimangiarsele alla prima occasione conveniente, incomincia a soffrire di ipocrisia.