Basandosi sul fatto che l’apostolo Andrea è venerato particolarmente in Scozia e nelle zone costiere meridionali della Rus’, padre Andrew Phillips analizza nel suo blog i cambiamenti molto interessanti (e sorprendentemente paralleli) che stanno avendo luogo in entrambe le aree. La costante sembra una richiesta di libertà (perfettamente compatibile con la visione cristiana ortodossa) e di distacco da progetti di egemonia e di sfruttamento globale (questi invece del tutto incompatibili con una visione ortodossa). Presentiamo il saggio di padre Andrew su sant’Andrea e la libertà in Europa, accanto al suo saggio intitolato Il suicidio di una civiltà, che analizza la perdita delle radici cristiane in Occidente, nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Peter Koenig (l’economista tedesco che vi abbiamo già presentato in un articolo a proposito delle reazioni alle sanzioni antirusse) offre un altro contributo altamente professionale al blog di Saker, analizzando le mosse economiche del blocco dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) per liberarsi dalla morsa egemonizzante del dollaro. Se le affermazioni di Saker (analista militare prestato a considerazioni sui poteri globali) vi possono sembrare un po’ estreme, aspettate di leggere le affermazioni di Koenig (analista economico ‘puro’), che presentiamo nell'articolo sulla guerra economica contro i BRICS nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Abbiamo già trattato in diversi articoli la questione della Rus’ Carpatica e del longanime popolo russino. Ci sembra opportuno aggiungere nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti anche l’originale russo e la traduzione italiana dell’articolo del 1 settembre di Dmitrij Skvortsov, che offre alcuni particolari finora poco noti delle sofferenze dei carpato-russi sotto gli uniati, i nazisti e l’Ucraina indipendente (guarda un po’ che coincidenze…), e ci presenta ancora una volta padre Dmitrij Sidor, di cui non ci stanchiamo di chiedere la liberazione (le ultime sue notizie che ci hanno raggiunto dicono che è agli “arresti domiciliari”, qualunque cosa tale espressione possa significare).
Il 18 settembre, il referendum sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito metterà in crisi molti dei pregiudizi che bloccano il futuro dei popoli ortodossi. Se la Scozia ha il diritto di determinare la propria indipendenza, perché non dovrebbe averlo la Novorossija?
Presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti due commenti di parte ortodossa. Il primo, di padre Andrew Phillips, è curiosamente intitolato Libertà per l'Inghilterra? e si riferisce al referendum scozzese (quale che ne sia il risultato) come a una preziosa opportunità per scuotersi di dosso il retaggio dell’imperialismo nato con la dominazione normanna, e per aspirare a riprendere il posto di nazioni europee integrate in un processo di civiltà cristiana.
Il secondo è un contributo al blog di Saker di un autore anonimo che si firma ‘American Kulak’, e traccia un interessante parallelo tra Scozia e Novorossija, che potrà aumentare di rilevanza nei mesi che verranno.
10/09/2014
Perdite insostituibili per l'Ucraina: la testimonianza delle statistiche
Presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti il testo russo e la traduzione italiana dell’articolo della giornalista economica Olga Shelkova, che analizza i dati spaventosi delle statistiche dell’economia ucraina contemporanea. Perdita di produttività industriale e agricola, blocco dei commerci, svalutazione, debito pubblico ed estero alle stelle, mancanza totale di segni di ripresa... tutti indicatori di quanto sia folle la strada intrapresa dai golpisti ucraini, pur di non lasciare che il loro paese trovasse una stabilità economica nell’Unione Doganale Eurasiatica: un vero suicidio nazionale.
Con le sue analisi sempre centrate, il nostro amico Saker continua a farci capire con attenzione il mondo attorno alla crisi ucraina. Nel primo testo che vi proponiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, La “logica” apertamente assurda dell'Unione Europea, si evidenzia la follia delle decisioni che hanno voluto legare la ripresa delle sanzioni alla Russia alla ripresa delle ostilità nel Donbass, dando in tal modo il migliore pretesto per la rottura degli accordi a quella parte (la giunta di Kiev) che è disperatamente alla ricerca di pretesti per riprendere le ostilità, e non essere in tal modo oggetto delle rivolte del proprio stesso popolo.
Nel secondo dei testi che vi proponiamo nella stessa sezione, Un tipico esempio di “cristianesimo” ucroide in azione, vediamo la mentalità dell’uniatismo in un video commentato, che ci aiuta a capire quale sia l’attitudine russofoba che si è impadronita con la violenza dell’intero stato ucraino. Da questo esempio, e da alcune risposte di Saker ai commentatori del suo blog, avremo occasione di valutare con più chiarezza le origini religiose di questo conflitto.
Rispondendo a una domanda di una lettrice del suo blog, Saker dimostra di non essere solo un competente analista militare e geopolitico, ma anche un fine teologo laico. È sempre difficile e delicato rispondere a una domanda sulla pedofilia nella Chiesa ortodossa, ancor più quando la risposta implica necessariamente un confronto non positivo con la Chiesa cattolica romana. Tuttavia, Saker è riuscito a dare una risposta ineccepibile, senza cadere in accuse personali o classiste, e mantenendo un costante livello di considerazione teologica.
09/09/2014
Aderenti del Patriarcato di Kiev non riconosciuto hanno occupato tre luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca
Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. (Gv 16:2-3)
Aderenti del Patriarcato di Kiev non riconosciuto hanno occupato tre luoghi di culto della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. Allo stesso tempo, hanno anche minacciato l'occupazione di altre chiese.
Il metropolita Varfolomej di Rovno e Ostrog ha fatto sapere che i monaci si sono rivolti alle autorità con una richiesta di protezione, ma questa non ha dato risultati. Ora resta loro da sperare solo in Dio, dichiarano i funzionari della chiesa.
Secondo le parole del metropolita, le forze del male, in un momento così difficile per il paese, "con il pretesto di appelli patriottici, seminano discordia e conflitti tra la nostra gente". Il responsabile della diocesi di Rovno ha invitato il suo gregge a preservare la fede, la Chiesa e suoi templi, a conservare l'unità e a non soccombere alle provocazioni, come riporta "Interfax".
Per approfondire la vera portata mondiale degli accordi di tregua in Novorossija, Saker dà la parola a Jurij Baranchik nella sua analisi della tregua, che riportiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, e che offre un punto di vista più equilibrato degli eventi delle ultime settimane, con la valutazione delle ragioni che possono aver portato a un armistizio tanto frettolosamente preparato quanto (a prima vista) inconcludente.
09/09/2014
Il più antico monastero russo del Monte Athos è in restauro
Il portale Pravoslavie.ru offre un breve ma interessante resoconto della rinascita a nuova vita di quello che è oggi un piccolo eremo, dipendenza del monastero russo di san Panteleimone al Monte Athos, ma che di fatto è stato per secoli uno dei più antichi e attivi monasteri del Monte Santo: il monastero di Xilourgou (o monastero ‘del falegname’), oggi in restauro in attesa delle celebrazioni del suo millenario dalla fondazione. Presentiamo la traduzione italiana del resoconto nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
Per quelli che in questi mesi si sono chiesti perché il nostro blog ha privilegiato così tanto la copertura della situazione ucraina, e in particolare la copertura di quanto NON è stato coperto dai media del nostro paese, possiamo solo rispondere che in questi mesi abbiamo visto quello che ci è sembrato il più virulento attacco alla Chiesa ortodossa (camuffato da ragion di stato) dai tempi della rivoluzione bolscevica. Ma preferiamo spiegarlo nei dettagli con le parole davvero illuminanti scritte 67 anni fa da Giovannino Guareschi, autore dell’indimenticabile Don Camillo:
"Credevo proprio che il vostro fosse un giornale obiettivo e invece da alcune settimane..." Quante volte abbiamo ricevuto lettere di questo genere? Evidentemente l’obiettività ha, per gli italiani, un significato del tutto particolare: obiettivo è il giornale che la pensa come noi. Quando un giornale non la pensa più come noi, diventa, da obiettivo, fazioso. La faccenda, per esempio, che noi a un dato punto, costretti dalla evidenza dei fatti, abbiamo esercitato la nostra satira contro Giannini ci ha procurato attacchi violenti da parte di giornali qualunquisti, e una caterva di lettere colme di improperi. Diamo questo esempio perché molta gente, e per molto tempo, ci classificava tra i qualunquisti. Noi non apparteniamo a nessun "ismo". Abbiamo un'idea, sì, ma non finisce in "ismo". La cosa è molto semplice: per noi esistono al mondo due idee in lotta, l'idea cristiana e l'idea anticristiana. Noi siamo per l'idea cristiana e siamo perciò con tutti quelli che la perseguono e soltanto fino a quando la perseguono. Quando, a nostro modesto avviso, qualcuno si distacca da questo principio, chiunque sia (fosse anche il nostro parroco) noi diventiamo automaticamente suoi avversari. Siamo contro ogni forma di violenza, e perciò non possiamo ammettere nessuna guerra santa. Per noi la guerra è sempre un delitto da qualunque parte venga dichiarata. La nostra strada è diritta e su di essa camminiamo tranquilli. Alla fine, magari, ci troveremo con sei lettori in tutto.
G. Guareschi, da "Candido", 49, 7 dicembre 1947
08/09/2014
Domande e risposte sul cessate il fuoco in Ucraina
Per rispondere alle molte domande e richieste di prospettive sul recente piano di cessazione delle ostilità militari in Ucraina, Saker ha deciso di presentare una delle sue analisi sotto forma di una serie di domande e risposte: un utile artificio comunicativo, soprattutto quando c’è una pluralità di argomenti e di curiosità correlate. Presentiamo pertanto la traduzione italiana delle domande e risposte di Saker, non tanto nell’omonima sezione dei documenti, quanto nella sezione “Geopolitica ortodossa”, alla quale i temi delle domande sono più strettamente correlati.
Presentiamo nella sezione “Pastorale” dei documenti la traduzione di un articolo di padre Andrew Phillips sulla situazione delle giurisdizioni ortodosse in Gran Bretagna e in Irlanda, con un’analisi più dettagliata delle quattro più cosmopolite di queste chiese (le diocesi di Thyateira, della ROCOR, di Surozh e quella antiochena), con un resoconto dei loro punti di forza e di debolezza, e una riflessione sulle occasioni perdute di avanzamento di un’Ortodossia locale.
Giovedì sera abbiamo avuto una sorpresa davvero gradita alla nostra abituale celebrazione dell'inno Acatisto a san Nicola. L'archimandrita Amvrosij (Makar) di Milano, giunto a Torino per un pellegrinaggio alla santa Sindone e alle reliquie dei santi presso la basilica di Maria Ausiliatrice, ci ha portato in visita alla chiesa ben due vescovi (nella foto):
- l'arcivescovo Ilarij (Shishkovskij) di Makarov, vicario della metropolia di Kiev, che negli ultimi anni è venuto più volte in visita in Italia.
- il vescovo Kliment (Rodajkin) di Krasnoslobodsk in Mordovia, che è stato compagno di corsi teologici del nostro padre Victor.
Assieme ai vescovi, a padre Amvrosij e ad altri sacerdoti monaci dalla Lavra delle Grotte di Kiev e dalla Lavra della Trinità e di San Sergio, abbiamo celebrato l'inno Acatisto a san Nicola in tre lingue, in modo davvero solenne, partendo da un invito del tutto improvvisato ai nostri visitatori di trattenersi un poco con noi a pregare. Particolarmente importante e incoraggiante è stato vedere due vescovi, che consideriamo anche cari amici, dall'Ucraina e dalla Russia, che hanno presieduto insieme la preghiera e hanno tenuto insieme un momento di esortazione spirituale.
Non abbiamo ancora a disposizione fotografie di questo momento di preghiera; se ce le faranno avere, le condivideremo volentieri con tutti i nostri lettori.
Il periodo di catecumenato nella Chiesa ortodossa è quanto mai elastico, perché dipende da diversi fattori concomitanti, quali la serietà del richiedente, il suo precedente bagaglio di studi e di pratica religiosa, la sua reazione all’impegno e molte altre cause di disparità di trattamento. Fino a qui si accetta che non esiste un periodo fisso e standardizzato per tutti. Alcuni, tuttavia, mettono in discussione l’idea stessa del catecumenato e la ritengono una pratica senza fondamento biblico. Alla domanda che vuole accertare se il catecumenato abbia dei legami con la pratica apostolica, risponde un articolo di padre John Whiteford, che abbiamo tradotto in italiano nella sezione “Domande e risposte” dei documenti