Il team russo del blog di Saker (blog che sta espandendosi in diversi paesi e diverse lingue) ha preparato la versione multilingue di un’eccellente video-intervista a Sergej Glaz’ev. Anche se avevamo già ospitato un’intervista a Glaz’ev sul nostro sito, riteniamo altrettanto importante questa nuova video-intervista, perché spazia dalla crisi ucraina ai giochi di potere internazionali, alla situazione economica della Russia, con la chiarezza di chi conosce davvero le poste in gioco. Concordiamo con Saker nella sua conclusione che Glaz’ev sembra dire ciò che Putin non dice, ma sui cui pare basarsi nelle proprie azioni. Tanto più importante sentire cos’ha da dire Glaz’ev, in un’Italia infestata da ipotesi su Putin che paiono autentiche idiozie ideologiche. Presentiamo la nostra traduzione italiana dell’intervista, assieme all’introduzione di Saker e al video, nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Sant'Antonio il Romano (1067-1147), padre del monachesimo a Novgorod, è una figura che tutti gli ortodossi italiani dovrebbero conoscere, e di cui possono andare fieri.
Leggete la sua vita in brevi cenni su questo post, e diffondete la conoscenza di questo santo.
I santi come Antonio il Romano sono i più autentici garanti di un vero scambio di civiltà nella verità della fede.
Tra tante distruzioni e dissacrazioni di chiese, un tentativo fallito ci fa riflettere... Negli ultimi due giorni, i siti ortodossi russi e greci hanno riportato una notizia corredata di fotografie, di un missile che è entrato da una finestra nella chiesa di un villaggio del Donbass, e che non solo non è esploso, ma si è conficcato innocuamente nel suolo di fronte all’icona del Cristo Pantocratore, senza neppure rompere il vaso di fiori che ha rovesciato nell’impatto. Come tutti i segni divini, questo evento rafforza nella fede i credenti, porta speranza agli sfiduciati, e ammonisce i peccatori: osserviamolo con i nostri occhi nella sezione “Testimoni dell’Ortodossia” dei documenti.
Presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti un’intervista risalente al 1995, ma di straordinaria attualità. L'ex ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, Muhammad Masjid Jamei, intervistato dalla rivista russa Elementy, offre il suo punto di vista sulla crisi jugoslava (che potrebbe essere oggi ripetuto verbatim nel caso della crisi ucraina), e parla della comprensione della Chiesa ortodossa da parte dell’Iran.
19/08/2014
Le pretese di Bruxelles su Argentina e America Latina
Peter Koenig (nella foto), economista ed ex impiegato della Banca Mondiale, è un contributore regolare di analisi economiche per La voce della Russia. Oggi, quando le complesse conseguenze delle sanzioni iniziano a intaccare i mercati di tutto il mondo, ha contribuito personalmente un articolo al blog del nostro amico Saker (che scrive dal punto di vista di un analista militare, ma che evidentemente anche gli esperti di economia e politica internazionale giudicano competente e affidabile). In questo articolo si parla dell’Argentina, umiliata da una gogna economico-legale di origine americana, a cui l’Unione Europea ha la sfacciataggine di imporre di non commerciare con la Russia. presentiamo le considerazioni di Peter Koenig nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
La pagina Facebook della nostra parrocchia ha segnalato un interessante articolo di esegesi, che tenta una risposta ortodossa alla discussione sui veri autori dei libri dell’Antico Testamento, e sottolinea come non ci sono problemi di attribuzione di un libro a un autore o ad altri, quando si parte dal presupposto che è la Scrittura a nascere dalla Tradizione. Presentiamo l’articolo di Andrej Desnitskij nella sezione “Confronti” dei documenti.
In un filmato, due portavoce dei russini e degli ungheresi della Rus’ Carpatica annunciano quello che ha tutta l’impressione di essere un ultimatum alla giunta di Kiev: concessione immediata alla regione dell’autonomia negata da oltre vent’anni, o secessione immediata. Non può mancare un ricordo del sostegno dell’Ungheria, che rischia di trascinare l’Ucraina in una guerra con un paese della NATO. Tanto per far capire come funzionano le regole di un’alleanza militare, se l’Ucraina osasse attaccare l’Ungheria, tutti i paesi della NATO (Italia compresa) sarebbero costretti a dichiarare guerra all’Ucraina...
Una preziosa fonte di informazioni sulla crisi ucraina è il blog The Unwashed Brain (letteralmente, “Il cervello non lavato”), che per vivere all’altezza del suo titolo, fornisce analisi estremamente attente e dettagliate di vari aspetti poco noti, o malamente noti. Il primo articolo che abbiamo tradotto da questo blog, e che presentiamo nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti, è un colpo d’occhio generale sulla Crimea, con aspetti storici, sociologici, religiosi, militari e politici, e una cronistoria degli eventi rilevanti e della loro ricezione (o falsificazione) mediatica. Anche chi si è tenuto informato in questi mesi vi leggerà cose che i media NON gli hanno voluto far sapere.
In questo articolo della Rossiyskaya Gazeta in italiano, possiamo leggere un brano tratto da “Arcipelago Gulag”, in cui Aleksandr Solzhenitsyn aveva già previsto le linee generali della crisi ucraina già nel 1968: la sopravvivenza del nazionalismo al regime sovietico, i legami prevalenti con la Russia di parte dell'Ucraina, l'arbitrarietà della consegna della Crimea all'Ucraina nel 1954, e perfino il ruolo del tutto speciale della Rus' Carpatica ("mentre chiederanno giustizia per se stessi, come potranno gli ucraini essere giusti con i carpato-russi?"): una lettura sorprendentemente attuale dopo quasi mezzo secolo!
17/08/2014
Minacce a preti e distruzione di chiese: gli ortodossi in Ucraina a un passo dal martirio
Abbiamo avuto notizie di chiese bombardate e distrutte dall'artiglieria ucraina in Novorossija, di sacerdoti picchiati, incarcerati e uccisi. “Ragioni di guerra”, ci dirà chi vuole credere a tutti i costi che tutto scorre tranquillo lungo il placido Dniepr.
Ma queste atrocità si stanno diffondendo a macchia d’olio, e non nel Donbass... queste sono le novità della notte del 15 agosto a Nikolaev (a 450 chilometri da Donetsk), alle foci del placido Bug:
Le chiese di san Simeone e di san Sergio di Radonezh (nella foto) sono state colpite da bottiglie molotov e distrutte dal fuoco.
Dalla regione di Kiev (a circa 550 chilometri da Donetsk) ci giunge invece questa notizia riportata da RT: il 14 agosto (giorno della processione della Croce e dei martiri Maccabei, una festa molto sentita in Ucraina), una banda di nazisti con simboli del partito "Svoboda" e del Partito Radicale di Oleg Ljashko ha fatto irruzione in una chiesa del Patriarcato di Mosca e ha interrotto il culto, dissacrando l’altare, cospargendo il prete di succo di pomodoro e insultandolo in ogni modo possibile:
Se ve la sentite di vedere il filmato su YouTube, potrete osservare tutta la squallida sequenza, nella quale la singola cosa degna di ammirazione è il comportamento composto del prete e dei fedeli insultati.
Che differenza vi sembra che ci sia tra le squadracce naziste che andavano a terrorizzare gli ebrei in Germania negli anni ’30, e a dissacrare sinagoghe, e queste squadracce naziste di cui vedete apertamente il comportamento?
Il culto ortodosso, per quanto complesso ed elaborato, è molto più libero e meno “irregimentato” dei culti cristiani prevalenti in Occidente. Purtroppo, quando qualcuno si serve di questa maggiore libertà non per sentirsi più a suo agio con Dio, ma per intavolare discussioni con gli altri partecipanti alle funzioni, le chiacchiere hanno un immediato effetto distruttivo, sia sulla sacralità delle funzioni, sia sulla vita spirituale dei fedeli. Presentiamo nella sezione “Ortoprassi” dei documenti i commenti di padre Thaddaeus Hardenbrook, che ci parla degli effetti negativi delle chiacchiere nel corso della Divina Liturgia,
In uno dei suoi punti sulla situazione odierna, Saker ha analizzato due linee di previsioni, una possibile ma del tutto improbabile, e l’altra tanto verosimile da essere solo questione di prevederne i dettagli più minuti. La prima delle previsioni, ovviamente carpita al volo dalla stampa russofoba affamata, è che anche in Russia si starebbe preparando un Maidan nazionalista. Tutti quelli che conoscono lo status attuale della Russia e delle sue opposizioni sanno bene quanto sia vicina allo zero la probabilità che una simile manifestazione in Russia possa davvero cambiare qualcosa. Viceversa, la decomposizione dell’Ucraina (ben delineata dall’immagine di Josetxo Ezcurra qui a fianco: Viaggio verso gli abissi) è una cronaca di collasso ormai prevedibile su tutte le possibili linee, e di fatto molte delle misure economiche, politiche e militari che si vedono prendere oggi nel paese sembrano pura follia se non sono viste nell’ottica di misure volte a contenere o a ritardare l’inevitabile collasso. Presentiamo le note di Saker nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
Egor Prosvirnin, redattore capo del sito Sputnik i Pogrom, ha pubblicato un appello al popolo tedesco, a cui rinfaccia la clamorosa indifferenza di fronte ai rigurgiti di evidente neonazismo in Ucraina, e il tradimento di tutta la linea di buona volontà portata avanti da quando i russi (a differenza degli americani) abbandonarono unilateralmente le loro posizioni in Germania. Presentiamo l’appello di Prosvirnin, assieme a una nota esplicativa di Saker (che analizza a fondo l’attitudine tedesca verso la crisi ucraina a paragone con l’attitudine verso la dissoluzione della Jugoslavia) nella sezione “Geopolitica ortodossa” dei documenti.
16/08/2014
Arcivescovo Mark (Arndt): sul monachesimo contemporaneo
Kristina Poljakova ha intervistato per Pravoslavie.ru, l’arcivescovo Mark (Arndt) di Berlino, Germania e Gran Bretagna, su vari temi della vita monastica. Vladyka Mark, che ha vissuto in monasteri in Serbia e sul Monte Athos, ha la cura dei monasteri della ROCOR a Gerusalemme ed è egli stesso abate di un monastero in Germania, è molto competente a rispondere alle domande sulle particolarità della vita monastica in diversi paesi, e sulle difficoltà odierne d intraprendere il cammino monastico. Presentiamo l’intervista nell’originale russo e in traduzione italiana nella sezione “Figure dell’Ortodossia contemporanea” dei documenti.
16/08/2014
I residenti di Slavjansk sono scomparsi; la città è in fase di ri-popolamento con migranti provenienti dall'Ucraina occidentale
A Slavjansk, occupata dalle truppe ucraine, i residenti locali sono praticamente scomparsi. La città è stata inondata di immigrati che parlano in un dialetto straniero, che rilevano gli alloggi di quelli che sono fuggiti per sfuggire alla campagna dei bombardamenti ucraini.
Questo è riportato da uno di quei pochissimi abitanti di Slavyjansk che, fidandosi della propaganda ufficiale ucraina, hanno preso la decisione di tornare alla loro città natale. Il quadro che ha visto è terrificante. Si è reso conto che le informazioni sul ritorno a casa dei residenti di Slavjansk non sono altro che una vile menzogna.
"Per favore, ascoltate il nostro appello! La gente è scomparsa da Slavjansk!
"Io sono un nativo di Slavjansk, residente qui già da 27 anni. O per meglio dire 'risiedevo', dopo aver lasciato la città tre mesi fa, quando stava diventando pericoloso rimanere. Durante questo periodo ho trovato rifugio presso parenti a Odessa. Ho preso la decisione di tornare quando tutti i media ucraini hanno cominciato a dire che tutto a Slavjansk era tornato alla normalità, che era tornato oltre il sessanta per cento dei residenti.
"Nei tre mesi della mia assenza il mio appartamento è rimasto intatto dai bombardamento della giunta o dai suoi teppisti saccheggiatori. Avevo già cominciato a disfare i bagagli quando ho sentito aprirsi la porta del mio vicino di corridoio. Ho pensato che doveva essere il mio vicino di casa, Sergej Ivanovich, ma poi ho visto un giovane uomo a me sconosciuto. Alla mia domanda sulla sua identità ha risposto che era il figlio di Sergej Ivanovich.
"Qui c'era un piccolo problema - il figlio del mio vicono è morto in un incidente stradale tre anni fa, ed era mio amico d'infanzia. Ho deciso di fare una visita ai miei altri vicini e chiedere chi fosse davvero questo ragazzo... forse era veramente un altro figlio del quale non avevo idea.
"Gli appartamenti in maggior parte erano rimasti vuoti, ma non tutti. E quelli che erano occupati erano occupati da persone a me totalmente sconosciute. Si sono presentati come nuovi inquilini o parenti dei miei vicini di casa.
"Conoscevo tutti nel mio palazzo, ma queste persone le ho viste per la prima volta nella mia vita. Quando ho voluto visitare i miei conoscenti altrove, quelli che sapevo che avevano deciso di restare nella città sotto assedio, non sono stato in grado di trovare né loro né nessun altro anche vagamente familiare. Ho cercando di trovare vecchi amici, provando tutti i numeri di telefono che conoscevo, ma nessuno ha risposto.
"Dove sono i miei amici, me lo vuoi dire, giunta di Kiev? Come ho scoperto da comunicazioni con altri, la stessa esperienza è stata condivisa da altri che erano tornati a casa dopo che l'esercito di Kiev ha occupato la città. Le strade sono praticamente prive di gente; i pochi che vi camminano non sono chiaramente locali.
"Parlano ucraino, e se provano a parlare russo si può individuare un forte accento ucraino occidentale. Forse stiamo impazzendo, ma non sono solo io che penso che la popolazione di Slavjansk è stata sostituita da comparse della giunta, al solo scopo di nascondere il fatto o dello sterminio degli abitanti locali, o della loro deportazione.
"Vi prego di diffondere questo appello, tutti devono sapere che cosa sta accadendo alla nostra città dopo la sua cosiddetta 'liberazione'! ", scrive questo abitante di Slavjansk.